Sandri al Sinodo armeno: il nuovo Patriarca sia un padre e una guida (Vaticannews 21.09.21)

Celebrata ieri pomeriggio a Roma la Divina Liturgia per l’apertura del Sinodo della Chiesa armeno cattolica chiamato ad eleggere il nuovo Patriarca che succederà a Gregorio Pietro XX Ghabroyan scomparso nel maggio scorso. Il prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali ha portato la vicinanza del Papa, invitando a scegliere una figura capace di unire memoria e sguardo al futuro della comunità armena

Gabriella Ceraso – Città del Vaticano

Si è aperto un “tempo di preghiera, riflessione, condivisione e discernimento” per la Chiesa armena riunita con i padri sinodali, da ieri a Roma, per eleggere il nuovo Patriarca che succede a Gregorio Pietro XX Ghabroyan, morto nel maggio scorso. E la prima invocazione è alla discesa dello Spirito Santo, “portale d’ingresso” di questa esperienza che inizia, cui si unisce la preghiera e la vicinanza del Papa. Proprio la sua “parola sarà la bussola per solcare il mare della storia nella multiforme unità della Chiesa Cattolica”. Così il cardinale Leonardo Sandri Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, nella Divina Liturgia in rito Armeno per l’apertura del Sinodo che mercoledì inizierà le votazioni.

A Cristo Eucaristia “il primato” oltre ogni “logica, pensiero o schieramento umano”, ha detto il porporato, per una ” purificazione” che, come San Gregorio di Narek intendeva, vuol dire “spalancare quanto più possibile l’animo dell’uomo di ogni tempo alla luce della grazia, affinchè essa possa tutto pervaderlo e guarirlo”:

Ciascuno di noi è dunque convocato in questi giorni come i discepoli di Gesù dopo la Resurrezione, in Galilea, il luogo della prima chiamata e del discepolato, perché attraverso di voi e delle vostre scelte la Chiesa Patriarcale di Cilicia degli Armeni possa vivere un nuovo inizio. Ponete dunque col pane e il vino sull’altare la vostra vita personale e quella dei vostri confratelli Vescovi, chiedendo per voi stessi e per loro il dono della purificazione, della trasformazione e della missione.

Caput e Pater

Traendo poi ispirazione dalle Scritture, il cardinale Sandri, nell’introdurre la figura del nuovo Patriarca, ha voluto ricordare la storia e le vicende del popolo armeno, specie quello in diaspora in quasi tutti i continenti: una storia intessuta di spostamenti forzati, di violenze e di persecuzioni e che hanno però lasciato intatto sulle “labbra” di ciascuno “il nome di Cristo”. “Le sofferenze del passato e del presente, la ricerca di una dimora stabile e di sicurezza, la fuga dai poteri che ne hanno insidiato la vita li ha condotti a disperdersi. Hanno bisogno di pastori che li conducano, li ricerchino, sappiano chiamarli per nome come fa il buon pastore descritto nel Vangelo”:

Il nuovo Patriarca dovrà essere non solo per definizione tradizionale Caput et Pater. Capo soltanto nella misura in cui potrà farsi servo, Padre perché sentirà la responsabilità per tutti i suoi figli.

E ancora, dovrà saper attingere come “lo scriba del Vangelo alle cose antiche e a quelle nuove”, custodendo il passato e guardando al nuovo con impronta evangelica:

Dovrà essere certamente custode della memoria e della tradizione, perché un popolo che non conosce il suo passato non ha neanche un futuro, ma insieme a tutti i fedeli dovrà essere capace di cercare il sogno di Dio per le vostre comunità, ciò che consenta non di preservare le pietre ma sciogliere le vele e prendere il largo sulla parola del Signore.

Un Sinodo sostenuto dalla preghiera del popolo di Dio e del Papa

E nel cammino futuro – ha soggiunto il cardinale Sandri – il nuovo Patriarca dovrà contare su tutte le componenti che la storia gli ha consegnato, “il popolo santo di Dio che sta pregando per voi”. “Preziosa – ha detto il Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali – sarà la memoria dei santi e dei martiri del passato e del presente, la consapevolezza della vitalità delle famiglie e delle istituzioni educative, l’urgenza di coltivare e rinsaldare il rapporto con i fratelli della Chiesa Apostolica, in Armenia come nel Libano e in tutto il mondo”.

Quindi l’affidamento a Maria e la supplica del Santo, caro agli armeni, Gregorio di Narek:

Ricevi da me che ti acclamo questa preghiera di supplica,
presentala, offrila a Dio.Intreccia, unisci in essa i miei sospiri amari di peccatore
con le tue felici intercessioni e col profumo di incenso,o pianta di vita, del Frutto benedetto del tuo grembo,
affinché sempre soccorso da te e ricolmo dei tuoi benefici,
avendo trovato rifugio e luce presso la tua santa maternità,
io viva per il Cristo, tuo Figlio e Signore. Amen

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