ZVARTNOTS, DOPO MILLE ANNI DI OBLÌO QUESTO SITO UNESCO RACCONTA PAGINE INDIMENTICABILI DELLA STORIA DELL’ARMENIA (Turismoitalianews 02.01.23)

Mille anni di oblìo, poi la scoperta che ha consentito di rimettere in fila le tessere di una storia complessa ed affascinante, che documenta la diffusione del cristianesimo nel Paese e l’evoluzione di un’architettura ecclesiastica ritenuta unica. Tanto da valere l’iscrizione nella lista del Patrimonio mondiale dell’umanità. L’Unesco non ha avuto dubbi nel considerare questa porzione di Armenia una testimonianza irrinunciabile per il mondo, chiamato a sorvegliare la sua integrità per le generazioni future. Ecco Zvartnots, nella zona di Echmiadzin, la città più sacra dell’Armenia. Quando dici Armenia, parli di un passato che appartiene a tutti noi. Vi dice niente l’Ararat?

 

(TurismoItaliaNews) Un viaggio in Armenia ti lascia addosso qualcosa per sempre. Quando sei nel Paese che custodisce gelosamente un passato condiviso, ti rendi conto di camminare nella storia. E ti viene la pelle d’oca quando ti trovi al cospetto dell’Ararat. Anche se oggi questa montagna alta ben 5.137 metri appartiene territorialmente alla Turchia, nelle immediate vicinanze del confine con Armenia, Azerbaijan ed Iran, la sua storia è indissolubilmente legata agli armeni. Secondo la Bibbia, l’Arca di Noè si arenò su questo monte, che divenne in tal modo il luogo di origine del popolo armeno. Ecco perché l’Ararat è considerata una montagna santa, complice forse anche la sua bellezza straordinaria che l’ha portata a simboleggiare la madrepatria per ogni armeno.

Zvartnots, dopo mille anni di oblìo questo sito Unesco racconta pagine indimenticabili della storia dell’Armenia

Zvartnots, dopo mille anni di oblìo questo sito Unesco racconta pagine indimenticabili della storia dell’Armenia

Zvartnots, dopo mille anni di oblìo questo sito Unesco racconta pagine indimenticabili della storia dell’Armenia

Ma non c’è solo l’Ararat evidentemente. I luoghi che raccontano il passato sono tantissimi e scoprirli uno per uno, ti porta indietro di millenni, tra storia, leggende e grandi personaggi. Come il sito archeologico di Zvartnots, nella zona ovest di Vagharshapat, ovvero Echmiadzin, la sede del Katholicos, cioè il primate della Chiesa apostolica armena (una delle Chiese ortodosse orientali), ad una ventina di chilometri dalla capitale Yerevan. Il suo nome tradotto dall’armeno significa “angeli del cielo” e perpetua una pagina straordinaria della storia del Paese: qui fra il 643 e il 652 il Katholikos Nerses III, detto il Costruttore, ha fatto costruire il monumento più famoso della città, la maestosa Cattedrale di San Gregorio nel luogo in cui si pensava fosse avvenuto l’incontro fra il re Tiridate III (quello che ha proclamato il Cristianesimo religione di stato dell’Armenia nel 301, facendo del proprio Paese il primo stato cristiano della storia) e San Gregorio Illuminatore, fondatore e santo patrono della Chiesa apostolica armena.

Ma in ogni caso un santo “trasversale” dato che viene venerato come santo anche dalla Chiesa cattolica, dalla Chiesa copta e dalla Chiesa ortodossa. Giocoforza è facile intuire come Zvartnots sia un luogo carico di significati per un Paese che fa del suo passato il suo punto di forza. La particolarità della chiesa voluta da Nerses III è che durò neppure tre secoli: nel 930 l’edificio sacro (che si pensa fosse a tre piani) venne distrutto da un terremoto, rimanendo sepolto fino alla sua riscoperta all’inizio del Novecento. Mille anni di oblìo, anche se storia e tradizione hanno continuano a parlarne. Così quando gli archeologi l’hanno riportata alla luce, le impolverate pagine della cultura locale hanno ripreso vigore restituendo al mondo un documento eccezionale. Gli scavi portati avanti fra il 1900 e il 1907, hanno riportato in vista le fondamenta della cattedrale, i resti del palazzo del katholikos e una cantina.

Zvartnots, dopo mille anni di oblìo questo sito Unesco racconta pagine indimenticabili della storia dell’Armenia

Zvartnots, dopo mille anni di oblìo questo sito Unesco racconta pagine indimenticabili della storia dell’Armenia

Zvartnots, dopo mille anni di oblìo questo sito Unesco racconta pagine indimenticabili della storia dell’Armenia

E ciò che colpisce è la straordinarietà dell’architettura: l’interno della chiesa, che era decorato da affreschi, ha una pianta a croce greca a 3 navate, mentre l’esterno era un poligono a 32 facce che da lontano doveva dare l’impressione di essere circolare. Un patrimonio fondamentale per mettere in fila le tessere del mosaico delle vicende storiche dell’Armenia, tanto che nel 2000 l’Unesco ha ritenuto di inserirla nella World Heritage List.

In ogni caso la storia di questi luoghi parte da molto più lontano e cioè fin dall’antichità, come testimoniano i siti archeologici dell’età della pietra, del bronzo e del ferro nelle vicinanze di Echmiatsin. Tanto che le informazioni scritte più antiche risalgono al periodo del re urartiano Rusa II (685-645 a.C.) ed è menzionata anche nell’iscrizione cuneiforme urartiana con il nome di Kuarlini. Il sito Unesco riguarda esattamente tre zone: oltre al sito archeologico di Zvartnots, la delimitazione comprende la Cattedrale Madre di Echmiatsin e la Chiesa di St. Gayane; e la chiesa di St. Hripsime e la chiesa di St. Shoghakat.

Zvartnots, dopo mille anni di oblìo questo sito Unesco racconta pagine indimenticabili della storia dell’Armenia

Zvartnots, dopo mille anni di oblìo questo sito Unesco racconta pagine indimenticabili della storia dell’Armenia

Zvartnots, dopo mille anni di oblìo questo sito Unesco racconta pagine indimenticabili della storia dell’Armenia

Secondo la ricostruzione proposta dagli studiosi (basata su un modello in pietra dell’XI secolo della chiesa di Gagkashen trovato durante gli scavi ad Ani), l’altezza della chiesa era di circa 45 metri, un’altezza insolita per le tecniche di costruzione del settimo secolo. Zvartnots possiede ricchi bassorilievi, che insieme agli altorilievi illustrano frammenti di vita ecclesiastica e profana realizzati con grande maestria. Ecco perché secondo l’Unesco la chiesa di Zvartnots è da ritenere l’apogeo di tutte le conquiste dell’età dell’oro dell’architettura armena (corrispondente all’alto medioevo) nel campo delle costruzioni e delle arti scultoree e decorative. Insomma un unicum che bisogna vedere.

 

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Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee e all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima linea. E’ autore di libri e pubblicazioni.
mail: direttore@turismoitalianews.it – twitter: @giornalista3

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