Il Nagorno Karabakh isolato dall’Armenia e dal resto del mondo (Il Folgio 02.01.22)

L’11 dicembre 2022 – scrive Taline Kortian – un consistente gruppo di manifestanti azeri, composto da militanti “ecologisti” e giornalisti ufficiali, molto probabilmente incoraggiati dallo Stato azero, ha bloccato militarmente, da Susa (ora in Azerbaijan), il corridoio di Laçin. Era l’unica strada che collegava il Nagorno Karabakh all’Armenia e al resto del mondo, il suo cordone ombelicale. La provincia autonoma armena è ora totalmente un’enclave. L’Assemblea nazionale dell’Artsakh (Nagorno Karabakh), la mattina del 12 dicembre 2022, ha dichiarato: “L’autostrada Stepanakert-Goris sul corridoio di Laçin è bloccata dall’Azerbaijan da più di tredici ore”. E lo è ancora. Il ministero degli Esteri armeno ha denunciato “un blocco, una crisi umanitaria, una crisi alimentare” e “una violazione delle due clausole di cessate-il-fuoco”: la protezione del corridoio da parte dei Caschi blu russi e la libertà di circolazione, un tempo garantita agli armeni. Il primo ministro armeno, Nikol Pashinyan, ha “chiesto aiuto a Putin”, secondo le dichiarazioni ufficiali del suo governo. Gli armeni dell’Artsakh, in pieno inverno, rigido oltretutto, si ritrovano totalmente isolati e sottomessi alla penuria di tutto ciò che per loro è vitale. Nessun import né export è possibile. Condannati a morire di fame, di freddo e di angoscia man mano che le riserve si esauriranno (…).

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