VENEZIA – 15 febbraio 2018 – Presentazione del libro “Benedici questa croce di spighe.”

Giovedì 15 febbraio, 
alle ore 16.30
presso la 
Scuola Grande di San Giovanni Evangelista 
 S.Polo 2454 – VENEZIA
 
Antonia Arslan 
interverrà
alla  presentazione del libro 
“Benedici questa croce di spighe. 
Antologia di scrittori armeni vittime del Genocidio” 
ed. Ares, Milano 2017

ROMA – 13 febbraio 2018 – Presentazione del libro ARMENIA, OSSIP MANDELSTAM. DESSINS di Giuseppe Caccavale

Presentazione del libro

ARMENIA, OSSIP MANDELSTAM. DESSINS di Giuseppe Caccavale – Editions Parenthèses

Martedì 13 febbraio 2018 – ore 18.00
​Sala delle Colonne
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
viale delle Belle Arti, 131 – Roma
Ingresso libero

Dialoga con l’autore lo scrittore Erri De Luca
Modera Marcella Cossu
Letture Naira Ghazaryan

La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, in collaborazione con l’Ambasciata della Repubblica d’Armenia in Italia, ospita la presentazione del volume Armenia, Ossip Mandelstam. Dessins di Giuseppe Caccavale.

In una libreria di Napoli, Giuseppe Caccavale trova una copia di Viaggio in Armenia di Ossip Mandel’ŝtam, che aveva già letto in passato in una versione francese. Più di venti anni dopo, nel 2014, rilegge questo libro con gli occhi nuovi della maturità. Il fascino del testo lo spinge a comporre il proprio omaggio all’autore nella veste di una riproduzione a grafite dei versi che il poeta scrisse in occasione del suo viaggio in Armenia.

L’Armenia era per Mandel’ŝtam “un luogo d’incrocio di civiltà, di comunanza tra culture orientali ed europee, il suo Mediterraneo” all’ombra del monte Ararat, dove nacque la parola nella Genesi (Serena Vitale). Durante il viaggio intrapreso nel 1930, le montagne e i paesaggi armeni gli restituirono la scintilla dell’ispirazione poetica dopo un silenzio di cinque anni, per non abbandonarlo più. Al ritorno, scrive un ciclo di 12 poesie, Armenia. In seguito, la vita del poeta è sempre più precaria e isolata: dopo l’Epigramma a Stalin subirà l’arresto e la prigionia in Siberia, qui morirà nel 1938.

Caccavale ha realizzato 5 grandi album (formato 30 x 43) che riproducono tipograficamente i testi completi delle poesie a matita, ognuno dei quali composto da 25 pagine, altrettante interpretazioni artistiche dell’opera letteraria. Alla radice di questo progetto, la volontà di dare forma a disegni che coincidono con la scrittura, disegni scritti. Per l’artista, tracciare il solco delle lettere che formano i componimenti è un gesto simbolico, è un ringraziamento al poeta che lo ha condotto in un viaggio che solo il lettore può afferrare. Ma è anche un percorso di sottrazione e rinnovamento, ripartire dalla grafite e dalle lettere per ritrovare occhi rigenerati in un’ideale “scuola di vista”. Attraverso il disegno, si attinge alla poesia.
Il lavoro condotto sulla IV poesia del ciclo Armenia è stato studiato per la prima Triennale d’Arte Contemporanea Standart – Triennial of Contemporary Art in Armenia 2017 in Armenia, a cura di Adelina von Fürstenberg. Donato alla Repubblica d’Armenia, oggi si trova al Dzitoghtsyan Museum of National Architecture di Gyumri: la poesia è stata scavata dal muro, interpretando così una parte della cultura armena, quella di scrivere incidendo la pietra.
Il volume, edito dalla casa editrice francese Editions Parenthèses, accoglie le traduzioni dei testi poetici in inglese, francese, italiano e tedesco.

 

 

MILANO – 01 febbraio 2018 – Gli scrittori armeni vittime del genocidio. Un incontro con Antonia Arslan

Gli scrittori armeni vittime del genocidio
Un incontro con Antonia Arslan
Giovedì 1° febbraio ore 18.30 al Centro Culturale di Milano
 
 Giovedì 1 febbraio alle 18.30 presso il Centro Culturale di Milano (Largo Corsia dei Servi, 4) presenteremo “Benedici questa croce di spighe…”  – Antologia di scrittori armeni vittime del genocidio. Ecco il programma della serata:
Conversazione di Antonia Arslan con Alessandro Rivali
Proiezione del filmato Paesaggio Armeno di Pietro Ingrao
Lettura dall’antologia a cura dei poeti Daniele Gigli, Tommaso Di Dio e Massimiliano Mandorlo
IL LIBRO
«Come una folgore improvvisa che taglia in due un paesaggio, come un terremoto inaspettato che apre voragini e scuote ogni cosa costruita dall’uomo, cosi siamo abituati a immaginare l’inizio del genocidio degli armeni, quella notte del 24 aprile 1915, quando furono arrestati uno dopo l’altro nella capitale Costantinopoli i principali esponenti della comunità armena nell’impero ottomano. Le ombre degli scrittori assassinati sono riemerse un poco alla volta: sono diventati personaggi reali, protagonisti del racconto infinito di quella tragedia incombente che venne realizzata giorno dopo giorno, con l’astuzia di tenere i prigionieri all’oscuro del loro destino. In questo libro per la prima volta in Italia sono raccolte le loro voci, assai differenti fra loro, come e giusto che sia: diverse sono le date e i luoghi di nascita, la provenienza famigliare, i loro studi, vocazioni e carriere: poeti e scrittori di romanzi e novelle, giornalisti, medici, farmacisti, uomini di chiesa, uomini politici. C’è di tutto, ma unico è l’amore per una patria divisa, drammaticamente minacciata, con forti differenze sociali al suo interno, eppure unita da un maestoso, articolatissimo linguaggio dalle antiche radici indoeuropee, da un alfabeto unico e originale e da una superba tradizione culturale, che si sviluppa con grande ricchezza a partire dal quarto secolo d.C.»
DALLA RASSEGNA STAMPA
«Si sente nei loro versi l’eco di una tradizione forte, la nostalgia per la Grande Armenia delle cattedrali e dei monasteri medievali, con i suoi leggendari manoscritti miniati, i grandi castelli, gli arcieri e le belle dame sans merci, e la meravigliosa capitale sulla via della seta, Ani “dalle 1001 chiese”; e anche il bizzarro – a volte – ma fruttuoso intreccio fra la tradizione del poetare d’amore orientale, specialmente persiano, i vividi, carnali, pittoreschi canti degli ashug (trovatori armeni) come Sayat-Nova, e un’avida lettura della poesia occidentale dell’Ottocento – specialmente francese – da Victor Hugo a Carducci, da Leconte de Lisle a Hérédia, da Verlaine a Baudelaire».
Antonia ArslanIl Sussidiario
«Chiara, nei dodici autori scelti per l’antologia, la convinzione che la parola possegga la forza di conservare la memoria, risvegliare i valori, ricostruire l’identità tante volte messa alla prova dalla Storia».
Giovanni Santambrogio, Il Sole 24ore
«Hanno in comune la data di morte, 1915. Come se di botto la storia si fosse interrotta inghiottendo un popolo intero nel nulla. Scrittori, poeti, intellettuali, il genocidio dei cristiani armeni cominciò falcidiando l’élite culturale: il poeta Daniel Varujan, forse il più grande, a cui fanno eco Siamantò, Rupen Sevag e tanti altri meno famosi ma non meno degni. Nemmeno il buio più nero riesce però a cancellare tutto e così anche di quelle voci disperse resta la memoria in pagine ritrovate e ora riunite nell’antologia Benedici questa croce di spighe…».
Marco RespintiLibero
«Senza alcuna concessione alla mera testimonianza – la storia dell’arte è più feroce della storia dell’uomo – ammettendo solo grandi testi ignorando il piagnisteo, Le Edizioni Ares pubblicano la prima antologia di scrittori armeni vittime del Genocidio… dalle ceneri severa e compiuta, ci giunge una poesia strenuamente colta».
Davide BrulloIl Giornale
«Romanzieri e poeti assassinati che guardavano all’Italia come a un modello di cultura e furono ponte tra Oriente e Occidente»
Roberto CarneroIl piccolo
«Una vastissima e potente antologia»
Caterina GiojelliLa verità
«Un libro che tutti dovrebbero conoscere in nome della storia, della letteratura e della poesia
Curzia FerrariGiornale di Brescia

PADOVA – 22 e 29 gennaio 2018 – Incontri culturali presso la Casa di Cristallo

Casa di Cristallo

Associazione di ricerca letteraria

Via Altinate 114-116 – 35121 Padova,  –  t. 049.8759613 e-mail: casadicristallo@yahoo.it

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Abbiamo il piacere di invitare la S.V. agli incontri

Lunedì 22 gennaio, alle 17.00

Raffaele Gianighian, Khodorciur 100 anni dopo, a cura di Vartan Gianighian (Amazon Distribution, Leipzig 2015) Intervengono Antonia Arslan e il curatore Vartan Gianighian

Lunedì 29 gennaio, alle 17.00

Pierpaolo Faggi, L’albicocco, la vite, il melograno. A piedi attraverso l’Armenia, con introduzione di Antonia Arslan (Guerini e Associati, Milano 2017) Dialogo fra Antonia Arslan e l’autore, instancabile viator

RONCADE (TV) – 27 gennaio 2018 – Incontro Malaman- Arslan sull’Armenia e Cena tradizionale armena

sabato 27 gennaio p.v.  a RONCADE (TV) 
c/o RISTORANTE PERCHE’, 
Via Mezza Brusca 2 , Strada Trevisomare 
t. 0442 849015
e mail: info@ristoranteperche.com   
sito: www.ristoranteperche.com
 
Viaggio tra le montagne della Via della Seta 
alla scoperta di monasteri, profumi di spezie
e memorie della più antica nazione cristiana del mondo
 
ore 17.30 
Renato Malaman, giornalista-scrittore,
 incontra
 Antonia Arslan,
simbolo della comunità italo-armena 
(ingresso libero)
 
 
ore 20.30 
CENA TRADIZIONALE ARMENA 
a cura di Anna Maria Pellegrino, food blogger ed esperta delle cucine del mondo
€ 30,00 con RICHIESTA DI PRENTAZIONE

IMBERSAGO – 26 gennaio 2018 – Incontro: chi si ricorda degli armeni?

Venerdì 26 gennaio, alle 20.45, l’Amministrazione comunale di Imbersago organizza la ”Serata della Memoria”. Piuttosto in controtendenza rispetto agli eventi organizzati in altri comuni meratesi, in occasione della Giornata della Memoria del 27 gennaio, ad Imbersago verrà posta l’attenzione sul genocidio armeno che avvenne a cavallo tra il 1915 e il 1916. ”Perché? Chi si ricorda degli armeni?” si svolgerà nella sala consigliare di via Castelbarco.

MILANO – 25 gennaio 2018 – Presentazione libri “Il Paese Perduto” e ” Il Genocidio Infinito”

 HADUN  – CASARMENA

Milano-Piazza Velasca 4 MM Missori – III piano  

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Giovedì’ 25   alle 21.00
 
Antonia Arslan, Aldo Ferrari,
Marcello Flores e Ugo Volli
presentano
“Il Paese Perduto” e ” Il Genocidio Infinito”
di Guerini e Associati ed.

Cent’annidi storia, prima dimenticata, poi negata nonostante la mobilitazione internazionale. Anche di recente, con la dura risposta turca alla condanna di papa Francesco. I responsabili sono rimasti pressoché impuniti, i manuali di storia hanno esitato a raccontare ed il governo turco ancora oggi non riconosce il termine di ‘genocidio’. L’obiettivo del libro è ripercorrere il discorso che attorno al tema del genocidio armeno si è sviluppato nel corso degli anni, avvalendosi del contributo di alcuni dei maggiori studiosi internazionali in materia, tra cui Yves Ternon, Halil Berktay, Jann Jurovics, Antonia Arslan, Marcello Flores. Un libro a più voci che affronta alcuni aspetti del genocidio a un secolo di distanza dagli eventi che hanno portato allo sterminio di più di un milione di armeni nel territorio dell’impero ottomano.

“Il non aver riconosciuto la propria colpa porta il popolo dei carnefici non pentiti a continuare a odiare i discendenti delle vittime, a cercare di cancellarli ancora, perché la loro memoria è ciò che determina il disturbo profondo della sua identità, ne sporca la storia e la memoria”. Dopo il genocidio, quindi, il negazionismo: ancora oggi prosegue la volontà di annientare il popolo armeno, la sua storia, la sua cultura, perfino i suoi monumenti e le sue ultime tracce.
Ma se alle vittime è negato dalle autorità turche anche solo il riconoscimento della sofferenza patita, spetta a chi non ha subito quello spaventoso crimine, a una parte terza, fare un atto di memoria e ricordare a tutta l’umanità l’urlo senza fine che arriva dal Metz Yeghérn, il Grande Male. Questo libro è un momento di tale testimonianza, presentato da un gruppo di intellettuali, che vogliono ricordare cosa accadde agli armeni e perché, negando così ai carnefici la vittoria del silenzio.

CAGLIARI – 20 gennaio2018 – “Il quaderno” di Sonya Orfalian al Teatro Massimo di Cagliari

“Il quaderno” di Sonya Orfalian al Teatro Massimo di Cagliari
SABATO 20 GENNAIO 2018, h. 21.00 
 
Teatro Massimo – Via Edmondo De Magistris, 12 – Cagliari
Ogni cultura ha il suo modo peculiare di tramandarsi, e il “passaggio del testimone” da una generazione a un’altra può avvenire attraverso le forme e i criteri più diversi. Nella tradizione armena, l’arte del ricevere e in generale l’ospitalità possono assumere un valore d’importanza: per imitazione, i gesti, le costumanze e le convenzioni proprie di questa cultura passano di generazione in generazione andando a riaffermare e a ricomporre nel tempo le consuetudini. La parola stessa “tradizione”, tuttavia, contiene in sé anche il germe del “tradimento”, e dunque del rinnovamento.
In questo lavoro teatrale di Sonya Orfalian, due diverse generazioni si confrontano sulla preparazione di certe pietanze che un popolo in diaspora come quello armeno considera ancora oggi alla stregua di un monumento all’identità e alla memoria collettive. “Il quaderno” è interpretato in scena da Marco Cavalcoli, le musiche sono di Irma Toudjian e la regia è firmata dalla stessa Sonya Orfalian.
Promosso dall’associazione Suoni e Pause in collaborazione con l’associazione Luna Scarlatta.