La fede, le opere, l’ecumenismo culturale. Il Cardinale Koch scrive agli armeni (Acistampa.it 24.02.20)

La caratteristica del monaco Mechitar, fondatore della Congregazione dei Padri Mechitaristi, era quella dell’ecumenismo culturale. E, secondo il Cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, è stata quella la caratteristica del primo incontro dei rappresentanti delle comunità armene di tutto il mondo.

Proprio sull’isola di San Lazzaro degli Armeni a Venezia, sede della Congregazione Mechitarista, una cinquantina di rappresentanti del popolo appartenente alla più antica nazione cristiana si sono incontrati per discutere su “Fede ed Opere”, per mettere su idee e sviluppare progetti all’interno della comune identità armena.

È la prima volta che avviene un incontro di questo tipo, che si collega fortemente al recentemente stabilimento a Roma di una legazione della Chiesa Apostolica Armena, con un “ambasciatore” presso la Santa Sede, l’arcivescovo Khajag Barsamian. Ed è un incontro che acquisisce automaticamente un sapore ecumenico, sia per l’identificarsi con il lavoro di Mechitar, sia perché la legazione ha voluto coinvolgere il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. Ed è in questa cornice che si inserisce il messaggio del Cardinale Kurt Koch.

Il cardinale Koch ci tiene a sottolineare il legame del progetto con la congregazione mechitarista, ricorda come Paolo VI chiamò Mechitar “strumento di autentico e genuino apostolato ecumenico”, e sottolinea che Mechitar era convinto che “la rinascita spirituale fosse indissociabile dalla rinascita culturale”, tanto che fece sì “che l’isola di San Lazzaro diventasse una fucina di cultura – una cultura pervasa di spiritualità e punto di riferimento per gli armeni di tutto il mondo”, offrendo così “alla cultura armena un impulso fondamentale per il rinnovamento, la riscoperta e ridefinizione della propria identità”.

Non è stato dunque un caso che gli armeni di tutto il mondo abbiano deciso proprio di riunirsi a San Lazzaro. I circa cinquanta partecipanti provengono dal settore filantropico, umanitario e caritativo, sono accademici, sacerdoti, volontari, giornalisti, scrittori, artisti, rappresentanti di organizzazioni pubbliche e di beneficenza.

“In un mondo sempre più dispersivo, in cui le identità e il senso religioso si perde nelle grandi città – ha detto ad ACI Stampa Vartan Karapetian, organizzatore dell’evento – abbiamo pensato fosse necessario incontrarci e ripartire dalla nostra comune identità”.

Le discussioni si sono suddivise in quattro sessioni tematiche, con un particolare focus sulla fede in epoca digitale e alla fede nelle grandi metropoli. È la sfida del futuro, dato che nei prossimo venti anni le popolazioni si concentreranno nella megalopoli, e già oggi il 90 per cento degli armeni vivono nei grandi consessi urbani.

La scelta dell’isola di San Lazzaro è simbolica, perché “la Congregazione Mechitarista situata sull’isola di San Lazzaro dal XVIII secolo offre un esempio pratico di come il rapporto tra fede ed opere sia stata tramandato di generazione in generazione”.

La Congregazione dei Padri Armeni Mechitaristi basa il suo lavoro sui tre pilastri dell’amore per lo studio, la conservazione di un patrimonio culturale inestimabile e la diffusione e declinazione contemporanea di uno stile ecumenico.

“Fede e cultura – ha scritto il Cardinale Koch nel suo messaggio – sono inscindibili. In questo senso, l’ecumenismo del venerabile Mechitar è un esempio di quello che può essere definito ecumenismo culturale. Egli ha realizzato nella sua opera una sintesi, o meglio, ciò che oggi chiameremmo uno scambio di doni, un respiro a due polmoni, tra la teologia sapienziale monastica della tradizione armena e la teologia sistematica occidentale, tra l’ideale umanistico armeno e quello classico occidentale”.

L’esempio di Mechitar è stata la guida per la sfida più impegnativa per le comunità cristiane, che è quella di esprimere la propria fede all’interno di società secolarizzate.

Al termine del convegno, si sono cominciate a studiare iniziative concrete, progetti che possano permettere alla comunità cristiana di esprimersi. L’auspicio è che l’appuntamento del 7 – 8 febbraio possa essere un appuntamento annuale, sempre più concreto, per permettere di combinare fede ed opere.

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A 32 anni dal terremoto gli amici armeni in visita a Lecco (Lecconotizie 26.02.20)

Dopo il sisma Lecco aveva raccolto fondi per costruire la scuola di Vanadzor, nella provincia di Lori

In Comune una delegazione di insegnanti ha incontrato il sindaco Virginio Brivio: “Rinsaldiamo un’amicizia importante”

LECCO – “Vogliamo ringraziare l’Italia e in particolare voi lecchesi per il grande aiuto che ci avete dato quando eravamo in difficoltà. Non lo dimenticheremo mai, vi aspettiamo presto in Armenia!”. Parole grate e sincere quelle pronunciate da Anush Yedoyan, direttrice della scuola di Vanadzor (provincia di Lori, Armenia), durante l’incontro che si è svolto questa mattina, mercoledì, in Comune a Lecco.

Il terremoto del 1988 e gli aiuti lecchesi

Una delegazione di sei persone, di cui tre insegnanti, la direttrice della scuola e due accompagnatori, è giunta dall’Armenia per trascorrere due giorni a Lecco, rinnovando un legame stretto oramai 32 anni fa: era il 7 dicembre del 1988 quando un terribile terremoto devastò la provincia armena di Lori, provocando un numero di vittime pari all’intera popolazione di Lecco. La macchina della solidarietà lecchese non aveva tardato a muoversi, come ricordato da Sergio Fenaroli (responsabile Spi Cgil Lecco): “In pochi mesi vennero raccolti soldi sufficienti a costruire una scuola, un edificio di 300 mq in grado di ospitare fino a 80 studenti”. La scuola fu inaugurata nel 1989, alla presenza anche di una delegazione lecchese guidata dall’allora vicesindaco Angelo Valsecchi.

Marina Ghislanzoni

Così le due comunità avevano sancito un legame di amicizia durato fino ad oggi e riscoperto  un paio di anni fa: “Sono passati 30 anni da quell’evento – ha ricordato Marina Ghislanzoni, referente dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Lecco – ma Lecco e Armenia si ritrovano oggi vicine per ricordarsi di questa profonda amicizia, consolidata proprio attraverso questa visita. Due anni fa avevamo visitato la scuola a Vanadzor, speriamo di poter tornare presto in Armenia e nel frattempo di poter collaborare tra istituti scolastici”.

Il sindaco Brivio: “Incontro che consolida un’amicizia”

Ad accogliere la delegazione anche il sindaco di Lecco Virginio Brivio: “Siamo molto felici di ospitarvi, nonostante il delicato momento di emergenza sanitaria che la nostra regione sta vivendo – ha dichiarato – credo che incontri di questo genere siano molto importanti per rinfrancare la vicinanza di due comunità come le nostre, lontane ma vicine e presenti nei momenti difficili”.

L’incontro si è concluso con un breve approfondimento sulla situazione economica dell’Armenia e con uno scambio di doni tra la delegazione in visita e il sindaco Brivio.

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Armenia: premier Pashinyan, risultati lotta alla corruzione non ancora soddisfacenti (Agenzianova 26.02.20)

Erevan, 26 feb 12:23 – (Agenzia Nova) – L’impegno delle autorità armene nel contrasto alla corruzione nel paese prosegue, ma i risultati non sono ancora soddisfacenti. Lo ha dichiarato il capo del governo di Erevan, Nikol Pashinyan, durante una riunione di governo, aggiungendo che “la lotta alla corruzione che abbiamo annunciato nel maggio del 2018 ha ottenuto il sostegno non solo del popolo armeno, ma anche della comunità internazionale”. “Mi riferisco alle sentenze nei casi di corruzione e anche alla mancata restituzione del denaro sottratto, che purtroppo rimane abbastanza frequente: in ogni caso, le statistiche mostrano risultati che, pur non ancora soddisfacenti, sono senza precedenti”, ha detto il premier, sottolineando che “solo nel 2019 abbiamo fatto progressi molto più significativi rispetto a quelli ottenuti dal Servizio investigativo speciale negli ultimi (Res)

Un Micki da riscattare. Fonseca promuove l’armeno: “Vorrei tenere lui e Smalling” (Forzaroma.info 25.02.20)

Nel poker della Roma al Lecce che profuma tanto di rinascita c’è un asso nella manica che rischia di riaprire la partita per la Champions e che fa sognare per il percorso in Europa League, scrive Francesco Balzani su Leggo.

L’asso di fiori del Geghard (che guarda caso in Armenia nascono proprio tra marzo e maggio) si chiama Henrikh Mkhitaryan. L’ex genio di Dortmund e Arsenal segna, corre e ha portato quella qualità che mancava all’attacco della Roma.

Fonseca, ieri ai microfoni di Sky UK, è stato chiaro: “Mkhi durante questa stagione ha avuto alcuni infortuni ma ora sta tornando e sta dimostrando la sua qualità. È un giocatore con grande fantasia, vorrei che restasse anche lui alla Roma così come Smalling“.

Un messaggio alla società anche se dovranno essere fatte valutazioni serie sulle condizioni dell’armeno arrivato in prestito (3 milioni). L’Arsenal per il riscatto vuole 20 milioni. Tutti, però, ora si chiedono: quanto durerà? Perché Mkhitaryan fin qui ha giocato appena il 31% dei minuti a disposizione in stagione saltando la bellezza di 16 partite per problemi muscolari. In campionato ha giocato solo 7 gare da titolare, di cui 3 di fila nell’ultimo mese.

Contro il Lecce Mkhi ha stupito tutti: è stato il primo dei suoi per recuperi (otto) e anche il migliore dal centrocampo in su per palloni giocati (56) e passaggi (43). Inoltre ha corso oltre dodici chilometri (come Cristante) ed è stato il quarto tra tutti i giocatori in campo. Ne ha beneficiato tutta la manovra offensiva visto che sono arrivati 11 gol nello specchio di Vigorito, altro record annuale. È lui il simbolo della (piccola) rinascita della Roma dell’Est oltre a Dzeko, Kolarov e Under. Tutti in gol domenica, tutti in odore di conferma col Gent. Ma salgono pure le quotazioni di Kluivert e Perez entrati bene contro il Lecce.

A rischiare il posto è quindi Pellegrini. Mkhitaryan, infatti, nella ripresa ha giocato da trequartista ovvero il ruolo che ha ricoperto maggiormente in carriera. Ancora più forte è il segnale che Fonseca ha mandato per Smalling (domenica sera ha festeggiato con alcuni amici in viale Liegi): “Non so se sia possibile a causa della situazione con il Manchester United, ma vorrei tanto che Chris restasse qui con noi perché è molto importante. È un grande giocatore e un grande uomo”.

Friedkin (in arrivo entro il fine settimana la firma) è avvisato. Il difensore intanto ringrazia e apre uno spiraglio: “L’amore che puoi ricevere in questa città è incredibile, e anche la fiducia del mister lo è. Questo è esattamente quello che io e la mia famiglia abbiamo avvertito. Potrei restare a lungo

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Armenia, iniziato processo per corruzione dell’ex presidente Sarkisian (Qds.it 25.02.20)

Il processo contro l’ex presidente armeno Serge Sarkisian, coinvolto in uno scandalo di corruzione, è iniziato ieri nella capitale armena, quasi due anni dopo una rivolta popolare che lo aveva costretto a lasciare il potere. Il sessantacinquenne Sarkisian è stato incriminato a dicembre e gli è stato vietato di lasciare il Paese in attesa del processo. Se condannato, rischia fino a otto anni di prigione. I pubblici ministeri affermano che l’ex leader sarebbe stato coinvolto nello sviluppo di un meccanismo in base al quale una società privata vendeva carburante a un prezzo molto superiore a quello di mercato a un programma di aiuti agricoli del governo armeno. I profitti di questa combine, circa 946.000 euro al tasso attuale, sarebbero stati girati ad alti funzionari e uomini d’affari, secondo l’accusa.

Coronavirus: Armenia chiude i collegamenti terrestri con l’Iran, limitazioni al traffico aereo (Agenzianova 24.02.20)

Erevan, 24 feb 15:25 – (Agenzia Nova) – Le autorità dell’Armenia hanno disposto la chiusura temporanea dei collegamenti terrestre e la limitazione di quello aereo. Lo ha annunciato il primo ministro armeno Nikol Pashinyan sul suo profilo Facebook. “È stato deciso di interrompere i collegamenti terrestri con l’Iran e di applicare delle restrizioni al traffico aereo. Il carico di merci dall’Iran sarà effettuato senza restrizioni utilizzando un regime di controllo speciale per i conducenti”, ha scritto Pashinyan. Il primo ministro ha aggiunto che le autorità hanno deciso di non applicare alcuna restrizione al ritorno dei cittadini armeni e iraniani nella loro terra natale. Sinora l’Iran ha segnalato 61 casi infetti da coronavirus e 12 vittime. Anche altri paesi vicini, tra cui Afghanistan, Pakistan e Turchia, hanno chiuso i confini con l’Iran come misura precauzionale contro la diffusione dell’epidemia. (Res)

Coronavirus: esponente opposizione armeno, chiudere i confini con l’Iran (Agenzianova 23.02.20)

Erevan, 23 feb 13:13 – (Agenzia Nova) – È necessario chiudere temporaneamente la frontiera terrestre e interrompere i voli fra Armenia e Iran sino a quando non sarà neutralizzata la diffusione del coronavirus in Iran. Lo ha scritto il leader di Armenia luminosa, Edmon Marukyan, in un post su Facebook. “Informazioni preoccupanti e inquietanti giungono da un nostro paese amico, l’Iran”, ha scritto l’esponente dell’opposizione armena. “Nella situazione attuale, riteniamo che sia necessario chiudere temporaneamente la frontiera terrestre armeno-iraniana e i voli sino a quando la principale diffusione del coronavirus non sarà neutralizzata in Iran. Questa è una necessità nell’interesse della nostra sicurezza nazionale, in quanto la mancata adozione di misure adeguate potrebbe portare a conseguenze irreversibili”, ha aggiunto Marukyan. (Res)

Nagorno-Karabakh: riunione a Stepanakert dei Consigli di sicurezza di Armenia e Artsakh (Agenzia nova 22.02.20)

Erevan, 22 feb 11:11 – (Agenzia Nova) – Il conflitto tra Armenia e Azerbaigian per l’area del Nagorno-Karabakh – territorio occupato dai militari di Erevan ma riconosciuto internazionalmente sotto la sovranità di Baku – è iniziato nel 1988, quando la regione autonoma del Nagorno-Karabakh ha chiesto il trasferimento dalla Repubblica sovietica dell’Azerbaigian a quella armena. Nel 1991 a Stepanakert – autoproclamatasi capitale – è stata annunciata la costituzione della Repubblica del Nagorno-Karabakh. Nel corso del conflitto, sorto in seguito alla dichiarazione di indipendenza, l’Azerbaigian ha perso de facto il controllo della regione. Dal 1992 proseguono i negoziati per la soluzione pacifica del conflitto all’interno del Gruppo di Minsk dell’Osce. L’Azerbaigian insiste sul mantenimento della sua integrità territoriale, mentre l’Armenia protegge gli interessi della repubblica separatista. La Repubblica del Nagorno-Karabakh, in quanto non riconosciuta internazionalmente come entità statale, non fa parte dei negoziati. (Res)

Vanadzor, amici da 30 anni. Una delegazione armena in visita a Lecco e Bellano (Lecconews 22.02.20)

LECCO – Una delegazione di insegnanti armeni di Vanadzor sarà ospite a Lecco nelle giornate di martedi 25 e mercoledì 26 febbraio. La visita è finalizzata sia alla conoscenza della nostra città, ma anche per alimentare i contatti ed i rapporti con alcune strutture scolastiche della città e del territorio lecchese.

L’origine di questi contatti iniziarono dal tragico terremoto del 7 dicembre 1988, in quella circostanza furono oltre 50.000 le vittime, e la comunità lecchese si distinse per una raccolta volontaria di fondi promossa da Cgil, Cisl e Uil e condivisa da tutte le associazioni imprenditoriali, coordinate dal capoluogo e dall’allora Comprensorio Lecchese oggi Provincia di Lecco. A distanza di un anno, nel Dicembre 1989, venne inaugurata da una delegazione lecchese, una scuola elementare nella città di Kirovacan, oggi Vanadzor, a seguito della caduta del muro di Berlino, del dissolvimento della U.R.S.S. del campo socialista, oggi la Repubblica Armena è parte della Confederazione degli Stati Indipendenti, con rapporti diretti con l’Unione Europea.

Durante il 2018, a trent’anni da quel drammatico evento, tre gruppi di lecchesi hanno avuto l’opportunità di visitare questa città Armena di ben 105mila abitanti e conoscere oltre al corpo insegnante, le autorità locali, ma anche i bambini con le loro famiglie. La visita della delegazione armena si colloca in questo contesto di amicizia e fratellanza, nella continuità e consolidamento delle nostre relazioni.

“Allo scopo abbiamo predisposto e concordato un programma di accoglienza che vivrà diversi e articolati momenti – spiegano gli Amici Lecco-Vanadzor -, tutti saranno ospitati nelle famiglie lecchesi che ringraziamo. Martedì 25 febbraio nel pomeriggio un primo saluto di accoglienza alla Cgil di Lecco, successivamente a Bellano saranno ricevuti dai responsabili del distretto scolastico e dalla comunità bellanese. Il mercoledì sono in programma incontri con il sindaco della città, Virginio Brivio, con il direttore scolastico Luca Volontè, una visita guidata ai Musei di Villa Manzoni, una visita alla Scuola Civica di Musica G. Zelioli, una passeggiata sul nostro lungo lago con una visita al centro città, alla sera una cena di commiato alla Cooperativa Libero Pensiero di Rancio”.

“È già in cantiere un viaggio di amicizia e conoscenza aperto a tutti – proseguono gli organizzatori – che nel mese di maggio offrirà l’opportunità di ricambiare questa visita a Vanadzor e nelle Repubbliche Caucasiche cerniera di rapporti, scambi e relazioni, tra l’Europa e l’Asia. L’auspicio è che da questa visita si sviluppi un impegno a mantenere una continuità di relazioni a partire dalle istituzioni e dalle associazioni lecchesi, con azioni positive alla conoscenza reciproca nella pari dignità e reciprocità di interessi convergenti”.

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L’arte a servizio del dialogo ecumenico (Agenzia Fides 22.02.20)

Tashkent (Agenzia Fides) – La comunità dei fedeli cattolici dell’Uzbekistan è profondamente impegnata nel percorso di dialogo con le altre confessioni cristiane. Lo riferisce all’Agenzia Fides l’Amministratore Apostolico dell’Uzbekistan, il francescano p. Jerzy Maculewicz: “Nel teatro comunale della città di Fergana abbiamo organizzato un evento che ha coinvolto tutte le comunità cristiane presenti nella zona. I membri delle varie confessioni hanno preparato dei pezzi musicali o dei piccoli spettacoli teatrali, ognuno dei quali preceduto dal saluto del rispettivo Pastore. E’ stato un prezioso momento di incontro e dialogo che ha coinvolto sette diverse comunità: il teatro stracolmo, c’era persino molta gente in piedi. Molti hanno chiesto di ripetere l’evento, estendendolo anche ai fedeli delle altre città”.
La vocazione al dialogo ecumenico è una prerogativa della Chiesa cattolica uzbeka che, in vari periodi dell’anno, organizza momenti di incontro con le altre confessioni: una delle principali occasioni è la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Racconta a tal proposito l’amministratore apostolico: “Anche quest’anno abbiamo organizzato un incontro di preghiera a cui hanno preso parte rappresentanti e fedeli di quattro confessioni: i luterani, gli armeni, i protestanti del Pieno Vangelo e i protestanti della Nuova Chiesa Apostolica. La tematica di quest’anno era ‘Ci trattarono con gentilezza’, frase tratta dal brano degli atti degli apostoli in cui si racconta il naufragio di San Paolo a Malta. Ogni rappresentante religioso ha pregato per l’unità dei cristiani ed abbiamo concluso il momento di preghiera distribuendo tra ii presenti del pane, come simbolo di ospitalità”.
In Uzbekistan, la fede cattolica è riconosciuta come “religione tradizionale”, insieme islamica, ortodossa, luterana, armena ed ebraica: la comunità di fedeli gode quindi di riconoscimento e rispetto da parte della popolazione. Il Paese rappresenta un grande laboratorio di dialogo interetnico e interreligioso: vi convivono, infatti, esponenti di 80 diverse nazionalità che si riuniscono in centri culturali con cui la comunità cattolica si relaziona costantemente. L’80% della popolazione uzbeka è di religione islamica, l’8% si riconosce nella Chiesa russo-ortodossa, mentre altre confessioni religiose sono minoritarie. (LF) (Agenzia Fides 22/2/2020)

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