ARMENIA: Non è un paese per bambine. Il dramma degli aborti selettivi (Eastjournal 30.01.18

L’Armenia è il secondo paese al mondo per tasso di aborti selettivi, a causa dell’ossessiva ricerca di figli maschi. Un approfondimento

nav-logoMariam, 31 anni, è madre di due bambine ed è originaria della regione di Armavir, Armenia occidentale. Anche dopo la nascita della seconda figlia, ha continuato a inseguire il suo sogno, avere un maschio, affidandosi ad un calcolo di probabilità. Ma non appena saputo di essere rimasta incinta e che si sarebbe trattato di un’altra femmina ha scelto di ricorrere all’aborto. “Mi sento colpevole di aver preso questa decisione, ma continuo a sperare di avere un figlio maschio un giorno. Non voglio scoprire ancora una volta che si tratta di una femmina e abortire di nuovo, non posso… Continuo a ripetermi che la prossima volta sarà quella buona”.

Spesso, in Armenia, molte donne come Mariam ricorrono alla pratica dell’aborto selettivo – spesso spinte in questo dal marito o dalla famiglia – per assicurarsi figli maschi, mettendo però a serio rischio la loro salute e lo stesso equilibrio demografico del paese.

Tra i primi al mondo per tasso di aborti selettivi

Secondo il 2016 Global Gender Gap Report, l’Armenia è il secondo paese al mondo per tasso di aborti selettivi, dietro solo alla Cina. Come ricorda Garik Hayrapetyan, rappresentante di UNFPA Armenia – agenzia Onu che si occupa di politiche famigliari – il sesso del feto è alla base del 10% di tutti gli aborti indotti effettuati nel paese caucasico, dove ogni anno circa 1.400 nascite femminili vengono interrotte. Il problema degli aborti selettivi è emerso in seguito all’indipendenza del paese, negli anni Novanta, sebbene in Armenia l’aborto venisse largamente praticato come metodo contraccettivo fin dall’epoca dell’Unione Sovietica (il primo paese a legalizzare l’aborto, nel 1920).

Questo problema non riguarda solo l’Armenia, ma è comune a tutto il Caucaso, come conferma la presenza nelle prime dieci posizioni della classifica dei paesi con il più alto tasso di aborti selettivi dell’Azerbaijan (al 5° posto) e della Georgia (all’8°).

Secondo un rapporto di UNFPA Armenia del 2013, il paese ha inoltre il terzo più alto livello di mascolinità alla nascita osservato nel mondo, e una sex ratio tale per cui per ogni 114-115 maschi nascono solo 100 femmine (la media mondiale è di 105 maschi per 100 femmine). Questa stessa ricerca dimostra come il divario aumenti progressivamente a seconda dell’ordine di nascita: mentre il rapporto tra sessi è relativamente equilibrato per la prima nascita, esso aumenta a 173 maschi per 100 femmine al terzo figlio.

Quali sono le cause di questo fenomeno?

Per Ani Jilozian, attivista presso il Women’s Support Center di Yerevan, questo squilibrio è dovuto principalmente a tre fattori tra loro correlati. Il primo è la preferenza verso i figli maschi, che deriva da una struttura familiare in cui le ragazze e le donne hanno un ruolo sociale, economico e simbolico marginale, e di conseguenza godono di meno diritti. I figli maschi garantiscono inoltre una sicurezza per ogni famiglia, in quanto hanno il compito di prendersi cura dei propri genitori e assisterli nel corso della loro vecchiaia, poiché le donne, una volta sposate, vanno solitamente a vivere presso la famiglia del marito. Un secondo fattore è lo sviluppo tecnologico applicato alla diagnostica prenatale, che ha permesso ai genitori di conoscere il sesso del bambino ancor prima della nascita. L’ultimo fattore è la bassa fertilità (in media ogni donna armena partorisce 1,7 figli), che riduce la probabilità di avere un figlio maschio nelle famiglie più piccole aumentando di conseguenza la necessità di selezionare il sesso.

Sebbene una statistica di UNFPA Armenia (2012) stabilisca che nel 70% dei casi siano le donne a scegliere di abortire, non sempre esse sono messe in condizione di prendere questa decisione in piena autonomia. Secondo uno studio qualitativo condotto da Ani Jilozian, basato su una serie di interviste realizzate con alcune donne che hanno fatto ricorso all’aborto selettivo, la maggioranza delle intervistate, pur rivendicando inizialmente la decisione di abortire, ha successivamente ammesso che la scelta è stata di fatto indotta dalla forte volontà del marito o della sua famiglia di avere un figlio maschio. Talvolta sono gli stessi mariti a prendere la decisione per la moglie, ricorrendo in molti casi anche a pressioni psicologiche.

Una legislazione inefficace

Secondo la legge armena una donna può effettuare un aborto fino alla 12ma settimana di gravidanza, periodo nel quale il sesso del feto non può ancora essere determinato, il che dimostra come la maggior parte degli aborti selettivi siano illegali e rischiosi. Solo il 57% delle donne è però al corrente dell’illegalità di questo processo e dei rischi che esso comporta.

Recentemente il governo armeno ha introdotto una nuova legge per combattere il fenomeno degli aborti selettivi. Secondo la nuova norma, prima di poter effettuare un aborto, una donna deve partecipare a una sessione di consulenza con il proprio medico, e successivamente aspettare tre giorni prima di ricevere l’autorizzazione per l’intervento. Secondo il governo armeno questa legge dovrebbe aiutare a sensibilizzare le donne sui rischi che comporta l’aborto e a metterle nella condizione di riflettere meglio.

Come spiega però Ani Jilozian, questa legge è inadeguata, in quanto limita la libertà riproduttiva della donna e ne mette a rischio la stessa salute. Dichiarare illegali gli aborti selettivi non è una soluzione che può combattere efficacemente il problema, in quanto non elimina le cause principali di questa preferenza sessuale, le quali sono profondamente radicate nella società patriarcale armena. Il tentativo di limitare l’accesso all’aborto senza affrontare le principali cause della preferenza del sesso potrebbe quindi finire per provocare una maggiore domanda di aborti illegali o non sicuri, in particolare per le donne provenienti dalle comunità più emarginate.

Inoltre, seppure negli ultimi anni in Armenia il numero di aborti selettivi sia in leggera diminuzione, secondo alcune proiezioni, se nel lungo periodo questo fenomeno non verrà adeguatamente contrastato, entro il 2060 in un paese di soli tre milioni di abitanti verranno a mancare circa 93.000 donne, ovvero il 3% dell’attuale popolazione totale. Questo causerebbe un conseguente processo di emigrazione di una parte della popolazione maschile, destinata ad andare in cerca di una partner al di fuori del paese, mettendone a rischio l’equilibrio demografico.

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Brancaleone (RC): riemerge l’antica città rupestre di Sperlinga (Strettoweb.com 29.01.18)

Tracce dell’antica Sperlinga riemergono tra rocce e detriti del borgo di Brancaleone Vetus, si delinea così la certezza di ciò che per anni si è ipotizzato e studiato. A darne notizia è proprio Sebastiano Stranges (noto archeologo e ricercatore, attivo collaboratore nella gestione del Parco Archeologico Urbano di Brancaleone a cura della Pro-Loco di Brancaleone). Lo stesso ci riferisce, che giorni scorsi, durate uno dei consueti sopralluoghi di routine nella zona detta “Calvario”  che si trova poco prima dell’abitato, effettuati con Carmine Verduci  (Presidente della Pro-Loco) ci siamo trovati davanti delle grotte interrate da detriti di frana, abbiamo subito capito che si tratta di grotte che non sono state mai censite dagli studiosi perché praticamente nascosti dalla vegetazione. Già l’antico di Brancaleone anticamente era Sperlinga  dal Greco Spelingx che vuol dire caverna-spelonca-grotta , e Brancaleone non si smentisce in questo che sembra confermare ipotesi e teorie. Proprio l’anno scorso assieme a Carmine Verduci e Carlo Fiumanò abbiamo trovato altre grotte a Brancaleone, e la pubblicazione è stata consegnata alla pagine dei quotidiani locali che hanno varcato i confini regionali. Successivamente, abbiamo potuto effettuare altri  rilievi riscoprendo la presenza di altre tre grotte ad ovest e a Nord del nucleo abitato che le macerie di vari crolli avevano occultato nel tempo. Alla fine degli anni ’80 e poi nei primi anni’90, pubblicai alcune ricerche e ritrovamenti di grotte in stile “necropoli” dell’età del ferro, del tutto simili a quelle di Locri e Gerace (dei territori di Ianchina, Canale e Stefanelli)o di Pantalica in Sicilia, tombe conosciute con il nome di “grotticelle”. Bisogna dire che alla fine dell’età del bronzo e per tutta la durata dell’età del ferro la Calabria e buona parte della Sicilia , erano abitate da una popolazione conosciuta come Enotri discendenti dagli Ausoni e Japigi (eredi culturali del Re Italo).

E’ quindi probabile che le grotte di Brancaleone furono rimaneggiate nei periodi successivi e da tombe a grotticella diventarono nel periodo Bizantino degli asceteri/ romitori o cenobi.  Ma fu durante il IX° sec. d. C. che per ragioni militari un contingente Armeno a seguito di Niceforo Foca (il nonno), si stanziò tra Bruzzano (conosciuto come Rocca degli Armeni), e Brancaleone Vetus.  Qui ubicarono due castelli scavati nella roccia, non dissimili a quello di Potamìa (l’attuale San Luca in Aspromonte). Il contingente armeno venne in Calabria per contrastare l’occupazione araba, che già aveva preso Reggio e gran parte della Sicilia . La toponomastica , l’onomastica e molti vocaboli sul territorio sono rimasti Armeni, così come l’archeologia. A Brancaleone, di notevole importanza archeologica e storica rimane una chiesa a forma circolare scavata nella roccia, dove si rinvengono un pilastro centrale a forma di albero, che nella cultura Armena rappresenta l’albero della vita, all’interno vi è un altare con croce astile incisa sormontata da tre crocette ed un pavone inciso stilizzato, in questa grotta sono presenti una vasca scavata vicino all’altare, che fu il probabile fonte battesimale, e all’opposto un altro scavo circolare dove si rinvengono materiali refrattari, segno dell’accensioni di fuochi. Nell’area dell’antico abitato, ci sono altre grotte celate da interramenti per cause di frane e fenomeni vari. Ma quest’ultima scoperta ci è sembrata degna di attenzione, poiché fuoriesce dal terreno con un arco accennato con doppia traccia sulla sommità della porta. Crediamo che il nome antico di Brancaleone potrà fornire ancora ulteriori altri elementi di interesse, poichè in tutto il territorio circostante, ritroviamo resti di numerose grotte, alcune crollate, altre trasformate o distrutte dall’azione antropica .

Brancaleone come Zungri (VV)e Matera appartengono ad una civiltà che probabilmente viene da molto lontano, le cui vestigia si trovano, in Armenia, in Georgia come nella Cappadocia. Auspichiamo che un approfondimento stratigrafico del sito le ricerche archeologiche possano finalmente aprire nuove e interessanti ipotesi storiche fino ad ora trascurate.
Per approfondire http://www.strettoweb.com/2018/01/brancaleone-rc-riemerge-lantica-citta-rupestre-di-sperlinga/652700/#TOz59BP6oXeAG6EO.99

La comunità armena in Uruguay organizza proteste per la visita del presidente turco nel paese (Buisnessmonkeynews.com 29.01.18)

La comunità armena residente in Uruguay ha organizzato le proteste è prima della prossima visita del presidente turco, Recep Tayyip ErdoganChi sarà recuperare la repressione che svolge il suo governo e la sua mancanza di riconoscimento del genocidio del 1915.

Come ha riferito paese, Erdogan sarà a Montevideo tra il 7 e l’8 febbraioAnche se il tour della regione non è stata ufficialmente dettagliato nella sua agenda. Mentre l’Uruguay ha un rapporto commerciale significativo con il regime turco, è stato anche uno dei primi paesi a riconoscere il massacro della comunità armena.

La comunità locale, con circa 15.000 membri nel paese, è stato allertato dal Ministro del Turismo, liliam kechichián, che spesso partecipano a manifestazioni di commemorazione del genocidio, ma che lascerà nel corso della visita turca, secondo avanzata paese.

I leader della comunità armena si riuniranno il Lunedi per definire le azioni da intraprendere e già avanzato che Essi esprimono il loro ripudio. Nei loro gruppi di social networking, E ‘convocato per protestare “contro tutto questo l’uomo ei suoi complici rappresentano”.

genocidio armeno (AFP)

Il giornalista ha spiegato Diego Karamanukian Radio Montecarlo lì “disagio e sorpresa“Dopo aver appreso la visita, in modo da sapranno la condanna di Erdogan per l’uccisione. “E ‘un personaggio in discussione nel suo paese e il sovrano turco che ha messo più ostacoli negli ultimi decenni“Egli ha sottolineato El Pais. Egli ha inoltre affermato che la visita presidenziale ha sempre connotazioni politiche, in modo che il presidente cercherà l’opportunità di “creare opinione o l’immagine del mondo che l’Uruguay non chiudere le porte.”

Da parte sua, il vice Pablo Abdala ha anche respinto la visita, mettendo in evidenza l’Uruguay precoce riconoscimento del genocidio, ma ha detto che non mette in discussione il fatto di mantenere rapporti diplomatici con Ankara.

Solo 22 paesi hanno qualificato il massacro come genocidio armeno. Il 24 aprile 1915, durante la prima guerra mondiale, in cui la Turchia ha combattuto dalla parte della Germania, il governo ottomano ha ordinato l’arresto di centinaia di armeni a Istanbul e ha lanciato un deportazione di massa di questa etnia.

Turchia, mentre centinaia riconoscendo di migliaia di armeni sono morti durante la deportazione, nega che l’intenzione dell’Impero Ottomano fuori spegnere tutti etnica ed è stato un massacro sistematico.

Erdogan ha anche criticato oggi da rifilatura delle libertà e qualità democratica in Turchia, dopo il tentato colpo di stato ha subito nel mese di luglio 2016. Inoltre, la comunità internazionale rifiuta l’incursione militare nel nord della Siria per combattere i curdi.

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Armenia: premier Karapetyan, proseguiremo attuazione nostra agenda di riforme (Agenzianova 30.01.18)

Armenia: premier Karapetyan, proseguiremo attuazione nostra agenda di riforme
Erevan, 29 gen 08:56 – (Agenzia Nova) – L’Armenia continuerà ad attuare la sua agenda di riforme. Lo ha detto il premier Karen Karapetyan durante un’intervista rilasciata all’emittente “Euronews” il 27 gennaio, a margine dei lavori del Forum economico mondiale di Davos. Nel corso dell’intervista il capo del governo ha esposto i programmi per lo sviluppo economico nazionale, oltre che parlato delle relazioni dell’Armenia con i paesi vicini. “Continueremo ad attuare la nostra agenda di riforme per rendere l’Armenia più attraente e con un contesto imprenditoriale più accessibili in termini di mercato locale, così come una piattaforma per favorire chi vuole avviare un business nella nostra regione sfruttando il nostro regime di scambio. Stiamo provando proprio ora a creare un futuro condiviso per la nostra regione, cercando di diventare una piattaforma, un ponte verso altri mercati, verso altre culture in cui diverse parti del mondo possono essere realmente compatibili”, ha detto il capo del governo di Erevan. (Res)

Armenia: elezioni presidenziali, candidato Sargsyan incontra oggi repubblicani (Agenzianova 29.01.18)

Erevan, 29 gen 13:28 – (Agenzia Nova) – Il candidato presidenziale del Partito repubblicano armeno, Armen Sargsyan, incontrerà oggi i parlamentari della propria fazione. Lo riporta l’agenzia “Armenpress”. La candidatura di Sargsyan, ex primo ministro e ambasciatore nel Regno Unito, è stata annunciata il 19 gennaio. Pochi giorni dopo, il segretario della Federazione rivoluzionaria armena (Arf), Aghvan Vardanyan, ha detto che Sargsyan può essere un nome accettabile anche per l’Arf. Il Partito repubblicano è la formazione politica dominante in Armenia. Le consultazioni presidenziali che eleggeranno il quarto capo dello Stato del paese caucasico si terranno in marzo. (Res)

Dopo il genocidio degli armeni sarà la volta dei curdi? (Italnews.info 29.01.18)

Il Presidente Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato ieri che la Turchia intende liberare i suoi confini con la Siria dalla presenza delle forze curde del Syrian Kurdish People’s Protection Units (YPG), e chiede che gli Stati Uniti lascino l’area di Manbij.

L’offensiva iniziata una settimana fa prosegue tra l’indifferenza o quasi della comunità internazionale che finora si è limitata alla riprovazione e a comunicati. Parole che non hanno effetto su Erdogan, che invece prosegue nel suo proposito.

Le truppe turche insieme al gruppo siriano del Free Syrian Army (FSA) intendono liberare il distretto di Afrin, nel nord ovest della Siria, e proseguire oltre fino ai confini con l’Iran. Sul terreno, hanno già conquistato la collina di Jebel Bursaya, considerata una posizione strategica e che domina la città siriana di Azaz.

Erdogan lo aveva dichiarato: “Passo dopo passo libereremo tutto il confine” e il Ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha intimato agli Stati Uniti di abbandonare l’area di Manbij in vista di ulteriori azioni nell’area. “Gli Stati Uniti debbono smettere di aiutare i “terroristi”, riferendosi al Syrian Kurdish People’s Protection Units (YPG).

Secondo quanto riportato dal giornale turco Hurriyet, il governo turco ha ottenuto da Herbert Raymond McMaster, Consigliere per la sicurezza nazionale USA, l’assicurazione che gli Stati Uniti non forniranno più armi ai combattenti curdi del YPG.

Il Primo Ministro turco, Binali Yıldırım, prima di recarsi a Sochi, in Russia, per l’incontro con i rappresentanti siriani e le forze di opposizione sul futuro della Siria, ha rilasciato una dichiarazione sulla operazione “Ramo d’ulivo” nella quale ha sottolineato che l’operazione non intende minare l’integrità della Siria, anzi, al contrario, vuole liberare il territorio dai terroristi del PKK e dei suoi alleati, compresi i combattenti dello Stato Islamico. Una volta liberata l’area e ripristinata l’integrità della Siria, le forze armate turche si ritireranno. L’unico partito di opposizione al governo siriano riconosciuto dalla Turchia è il Democratic Party (HDP).

Al di là delle parole, resta il fatto che i curdi sono isolati e che dovranno difendere con le unghie e con i denti il territorio, su cui intendono costruire il loro futuro, una volta finita la guerra. Cosa che la Turchia nn permetterà mai, anche perché aiutata dalla Russia.

Viene spontaneo chiedersi ancora una volta quale sia il ruolo della NATO in tutto questo?. In Turchia sono presenti unità missilistiche controaerei italiane e spagnole, oltre a quelle americane. Come si concilia tutto questo con la politica della Turchia? Con lo stato d’emergenza ancora in vigore, instaurato dopo il fallito colpo di stato del 15 luglio 2016? Forse in virtù dell’accordo sulla immigrazione del 2016 l’Europa preferisce non alzare troppo la voce sulla questione curda per non essere invasa dai migranti lungo il corridoio greco?

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Nardò, San Gregorio Armeno: ecco il programma (Leccesette.it 27.01.18)

È stato presentato questa mattina in conferenza stampa a Palazzo Personè il programma dei festeggiamenti religiosi e civili in onore di San Gregorio Armeno, il patrono della città cui ogni anno sono dedicate le tre intense giornate del 18, 19 e 20 febbraio. Uno sforzo comune del comitato feste patronali, della Diocesi di Nardò-Gallipoli e dell’amministrazione comunale, oltre ai contributi di tante imprese, associazioni e singoli cittadini, che rinnovano tutti insieme la tradizione con il viaggio collettivo nell’anima più profonda della città.

Il programma avrà il consueto prologo martedì 13 febbraio, con l’inizio del settenario nella Basilica Cattedrale, la recita del rosario e la messa delle ore 18:30.

Domenica 18 febbraio è in programma (ore 10) la passeggiata a cavallo nella zona 167, a cura di Cesare Bruno, e in serata (alle 19:30) in Cattedrale il concerto di musica sacra e barocca.

Lunedì 19 febbraio al Chiostro dei Carmelitani (ore 9:30) ci sarà il convegno sul tema Nardò e l’Armenia: i culti armeni tra terremoti e persecuzioni. Alle 18 in Cattedrale la messa pontificale e a seguire la tradizionale processione per le vie della città secondo il seguente itinerario: piazza Pio XI, corso Garibaldi, piazza Umberto I, via Regina Elena, via Roma, piazza Diaz, corso Galliano, piazza Mazzini, via Grassi, piazza Osanna (dove è in programma la benedizione della città), piazza della Repubblica, corso Vittorio Emanuele II, piazza Salandra, via Duomo e piazza Pio XI. Accompagnerà la processione il concerto bandistico “Terra d’Arneo” della città di Nardò.

Martedì 20 febbraio, San Gregorio Armeno, sono previste in Cattedrale le messe alle 7:30, 9, 10:30 e 18:30. Durante la mattina il concerto bandistico “Terra d’Arneo” si esibirà per le vie della città. Nel pomeriggio, alle 17 circa, è in programma l’emozionante momento commemorativo delle vittime del terremoto del 1743, con i cento tocchi delle campane della torre dell’orologio di piazza Salandra e l’accensione della lampada che verrà portata in cattedrale. Alle 19:30, poi, lo spettacolo pirotecnico nell’area della sede comunale di via Falcone e Borsellino. In serata, infine, il classico momento dedicato alla musica e al divertimento con l’atteso concerto di Girodibanda e Cesare Dell’Anna in piazza Salandra (inizio alle ore 20).

“Abbiamo il dovere di riscoprirci comunità – ha detto il sindaco Pippi Mellone – al cospetto di San Gregorio Armeno e della nobile tradizione della nostra città. Ma questa è anche l’occasione per ricordare la figura del nostro patrono e il nostro legame forte con l’Armenia e gli armeni, protagonisti di una vicenda storica che inevitabilmente è molto attuale. La festa ci fa sentire un po’ più orgogliosi di Nardò e del nostro essere neretini”.

“Come ogni anno – ha ricordato il presidente del comitato feste patronali Cosimo Caputo – abbiamo riunito le risorse, umane e materiali, che abbiamo a disposizione e abbiamo messo su un programma di festeggiamenti all’altezza di questa città e del suo patrono. È la festa di tutti per la cui realizzazione sento il dovere di ringraziare l’amministrazione comunale e i tanti operatori economici che anche quest’anno hanno contribuito”.

Davos: l’armenia a caccia di investimenti (Euronews 26.01.18)

Il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo promuove l’Armenia. Yerevan è il primo Paese in cui l’agenzia dell’Onu ha creato un laboratorio in cooperazione con il governo locale, nel quale si discuteranno i progetti di riforma del tessuto economico e lavorativo.

Il primo ministro Karen Karapetyan è a Davos per promuovere questa nuova fase del Paese: “Continueremo ad attuare il nostro programma di riforme per rendere l’Armenia più attraente dal punto di vista degli investimenti, con la creazione di una piattaforma d’affari nella nostra regione in regime di zona franca – ha detto il capo del governo armeno – Stiamo provando a trasformare la nostra regione in una piattaforma aperta alle diverse culture del mondo, dove tutti possano essere compatibili l’uno con l’altro”.

Il piccolo paese asiatico non guarda solo all’Occidente, ma si pone come cerniera tra il Caucaso e il sud est asiatico. Karapetyan ha annunciato una cooperazione bilaterale con Singapore.

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Afrin, sterminata famiglia di armeni: i loro avi erano fuggiti dal genocidio perpetrato dai turchi (Globalist.it 26.01.18)

Cento anni fa, una famiglia di armeni era riuscita a fuggire al massacro perpetrato dai turchi per trovare rifugio ad Afrin. Per crudele ironia del destino, la stessa famiglia è rimasta vittima dei bombardamenti di Afrin di questi giorni. È passato un secolo, ma i colpevoli sono sempre gli stessi.

La notte del 24 gennaio, gli aerei da guerra dell’occupazione turca hanno bombardato l’area di Rajo e ucciso un giovane uomo, Rosher Konis e sua madre, Shamsa Konis, mentre la sorella Hanifa ha perso una gamba.

Un parente della famiglia distrutta, Hartyon Kivork, che ha raccontato la storia della fuga dal massacro di un secolo fa, ha aggiunto che l’occupazione turca non fa nessuna differenza tra civili e militari, esattamente come durante il primo dopoguerra quando, tra il 1919 e 1920, le autorità turche commisero un gravissimo genocidio contro la popolazione armena.

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Armenia: capo delegazione presso Pace, apprezzato discorso presidente Sargsyan (Agenzianova 25.01.18)

Erevan, 25 gen 16:19 – (Agenzia Nova) – Il discorso tenuto dal presidente armeno, Serzh Sargsyan, di fronte all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (Pace) è stato apprezzato. Lo ha detto il capo della delegazione armena presso la Pace, Arpine Hovhannisyan. “Ciò che il presidente ha detto rivolgendosi alla comunità internazionale, le sue idee di democratizzazione e di promozione delle riforme nel settore giudiziario e penale che puntano ad un sistema più trasparente, la volontà di combattere la corruzione e le osservazioni fatte sulla situazione del Nagorno-Karabakh, tutto questo è stato ben accolto dai colleghi europei”, ha dichiarato la Hovhannisyan. Come riportato dall’agenzia di stampa “Armenpress”, Hovhannisyan ha sottolineato che il paese ha dimostrato di fronte all’Europa di poter intraprendere con successo i processi di integrazione e di saper rispettare gli accordi firmati con l’Ue: “Come mostrato dal nostro capo di Stato ai colleghi europei, l’Armenia ha provato che può essere un partner onesto”. (segue) (Res)