Inaugurata nei Giardini Vaticani la statua di San Gregorio di Narek (Rassegna 05.04.18)

Il modello della statua donato al Papa nel 2016 (Vatican News 05.04.18)

La statua in bronzo di San Gregorio di Narek, che sarà inaugurata e benedetta oggi da Papa Francesco nei Giardini Vaticani, è stata presentata in scala ridotta al Pontefice nel giugno 2016, durante il suo viaggio apostolico in Armenia.

La statua protagonista della cerimonia di oggi in Vaticano, rappresenta l’eroe della cultura armena, San Gregorio di Narek, Dottore della Chiesa, autentico ponte tra Oriente e Occidente, simbolo dell’ecumenismo. Nel nostro video, ritorniamo alla visita privata di Papa Francesco al presidente armeno Serzh Sargsyan, nel palazzo presidenziale di Yerevan durante il viaggio apostolico in Armenia, e il dono del modello dell’opera dello scultore Erevanci.

Gregorio Dottore della Chiesa centrale nella storia armena

Poeta,  monaco,  teologo,  filosofo,  mistico e  santo,  Gregorio è considerato una figura centrale, quasi eroica, della storia dell’Armenia per avere modellato il pensiero orientale cristiano. Entrò in monastero da piccolo dove ricevette una ricchissima formazione dall’igumeno Anania, che gli permise di leggere tutte le grandi opere patristiche, sia greche che orientali, e di nutrire la sua meditazione quotidiana con un immenso tesoro di letture spirituali. Trascorre la sua vita nel raccoglimento, pregando, insegnando, contemplando la natura circostante. I suoi studi lo portarono a rielaborare la tradizione ricevuta in un linguaggio poetico fra i più alti della storia cristiana. Alla sua morte, il corpo di Gregorio fu deposto nella chiesa del Monastero di Narek nel quale aveva vissuto e divenne subito oggetto di venerazione per la santità di vita e la profonda spiritualità riconosciuta unanimemente.

Il ruolo di Francesco

Francesco lo ha elevato alla dignità di Dottore della Chiesa Universale il 12 aprile 2015 con apposita lettera apostolica, annunciata il giorno stesso durante la Messa speciale celebrata a San Pietro alla presenza di Sua Santità Karekin II, Patriarca Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni, di Sua Santità Aram I, Catholicos della Chiesa Armena Apostolica di Cilicia, nonché del Patriarca di Cilicia degli Armeni Cattolici S.B. Nerses Bedros XIX. Il titolo di Dottore della Chiesa è stato concesso in virtù della sua dottrina eminente e della santità di vita. La Chiesa cattolica lo ricorda il 27 febbraio.

L’artista Erevantsi

L’artista che ha realizzato l’opera si chiama David Erevantsi e ha lavorato in una fonderia nella Repubblica Ceca grazie al sostegno finanziario dell’Ambasciatore armeno presso la Santa Sede Mikayel Minasyan e di Arthur Dzhanibekyan. Ne sono state prodotte due copie, una per i Giardini Vaticani e l’altra destinata ai giardini del Catolicossato di Etchmiadzin. L’arte diventa così un messaggio di fratellanza capace di unire Chiese sorelle.


Papa Francesco: inaugurata nei Giardini Vaticani la statua di San Gregorio di Narek (SIR 05.04.18)

durata circa un quarto d’ora, dalle 12.20 alle 12.35, la cerimonia di inaugurazione della statua di San Gregorio di Narek, nei Giardini Vaticani. Lo ha riferito il “pool” di giornalisti ammessi a seguire l’evento. Di fronte alla statua, è stato collocato il palco per le autorità religiose: il Papa, Karekin II e Aram I da lui ricevuti in udienza poco prima, il patriarca cattolico di Cilicia Bedros XX, i cardinali Koch e Sandri. Due le poltrone per le autorità: una per il presidente armeno, Serzh Sargsyan, e l’altra per il card. Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. Alle loro spalle mons. Georg Gaenswein, prefetto della Casa Pontificia, e mons. Guido Marini, maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie. Il primo ad arrivare è stato il presidente armeno, alle 11.54, poi Karekin II e Aram I, alle 12.16. Alle 12.19 è arrivato il Papa ed immediatamente dopo è cominciata la cerimonia di inaugurazione, durante la quale Francesco ha pregato in italiano, Aram in inglese e Karekin in armeno. Il Papa ha iniziato con il segno della croce, cui ha fatto seguito la lettura del Vangelo di Giovanni e di alcune meditazioni di san Gregorio di Narek. Infine le preghiere di intercessione. Subito dopo il Vangelo è stata scoperta la statua. Lasciato il palco al termine della cerimonia, Francesco si è intrattenuto qualche minuto con l’autore della scultura.


La statua di Gregorio di Narek nei Giardini vaticani benedetta da Papa Francesco (Acistampa.it 05.04.18)


Papa Francesco e l’Armenia, una mattinata ecumenica (Acistampa.it 05.04.18)

Prima, il presidente di Armenia, Serzh Sargsyan. Quindi, il Catholicos di tutti gli Armeni, Karekin II. E infine, il Catholicos di Cilicia, Aram I. Tre incontri ufficiali, per Papa Francesco, prima di recarsi nel giardino tra il governatorato e la caserma della Gendarmeria e inaugurare la Statua di San Gregorio di Narek donata dalla presidenza della Repubblica di Armenia.

Un dono che fa seguito al viaggio di Papa Francesco in Armenia nel 2016, e che sta a significare un rapporto che continua.

È stato il presidente Sargsyan ad avere l’idea. Lui aveva dato a Papa Francesco una statua di San Gregorio di Narek, più piccola, come dono al termine del viaggio. Perché San Gregorio – era questo il senso – era dottore della Chiesa per la Chiesa Cattolica, ma era un membro della Chiesa apostolica. E rappresentava un ponte tra le due culture, ma anche tra il popolo armeno e la Santa Sede, perché i libri in Armenia sono venerati come santi,  e il Libro delle Lamentazioni di San Gregorio di Narek ha posto in tutti gli ospedali, considerato medicina fisica oltre che spirituale.

Nessuno lo può dire ufficialmente, ma c’è un’altra copia della statua – raccontano fonti armene – scolpita dallo stesso artista, l’armeno della diaspora David Yerevantsi, che si vuole porre ad Etchmiadzin, nel ‘vaticano’ della Chiesa apostolica armena, con una cerimonia analoga e magari la presenza di un inviato del Papa.

L’incontro tra Papa Francesco e il presidente è stato breve, di circa 25 minuti, con l’aiuto di due interpreti. Il presidente ha regalato al Papa una riproduzione della chiesa di Santa Gaiané, risalente al 630, che si trova ad Echmiadzin, che ha una importanza ecumenica. Papa Francesco, da parte sua, ha regalato un calco che rappresenta il miracolo del paralitico nel Vangelo, poi le esortazioni Evangeli Gaudium ed Amoris Laetitia e l’enciclica Laudato Si.

Il presidente ha poi incontrato il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, insieme al “ministro degli Esteri” vaticano, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher.

“Nel corso dei cordiali colloqui – si legge nel comunicato della Sala Stampa della Santa Sede – è stata espressa viva soddisfazione per le buone relazioni esistenti fra la Santa Sede e l’Armenia. Si è rilevato che l’inaugurazione della statua di San Gregorio di Narek, Dottore della Chiesa, nei Giardini vaticani è occasione per promuovere ulteriormente tali relazioni, come anche quelle tra la Chiesa armena apostolica e la Chiesa cattolica”.

Il comunicato sottolinea anche che “nel prosieguo dell’incontro, si è fatto riferimento al contesto politico regionale, auspicando la soluzione delle situazioni di conflitto, e sono stati toccati altri temi di attualità internazionale, nonché la condizione dei cristiani e delle minoranze religiose, specialmente nei teatri di guerra”.

Quindi, gli incontri ecumenici. Papa Francesco ha voluto partecipassero alla cerimonia di inaugurazione della statua i due Catholicos che già erano stati nella Messa in Vaticano per il Centenario del Metz Yegern, il Grande Male, come lo chiamano gli armeni, ovvero lo stermino avvenuto dopo la Prima Guerra Mondiale che è stato definito da molti come “il primo genocidio del XX secolo”.

Papa Francesco e Karekin II si sono salutati con un lungo abbraccio, e poi c’è stato un incontro di circa 37 minuti, con un interprete in armeno. Papa Francesco ha regalato a Karekin una croce di pietra che recava incise le immagini della Sistina, e Karekin II ha contraccambiato con un libro sul monastero di Narek. “Alla fine del libro, c’è una immagine del monastero – ha detto al Papa – che oggi non c’è più, è stato distrutto”.

Con Karekin II, la Santa Sede ha un rapporto consolidato dai tempi di Giovanni Paolo II, che andò in Armenia nel 2000 e con lui firmò una dichiarazione congiunta, superando così anche anni di presunta divisione teologica per le accuse di monofisitismo.

Anche Papa Francesco ha firmato nel 2016 una dichiarazione congiunta con Karekin II, in cui entrambi sottolineavano l’impegno per la pace e contro i fondamentalismi, a difesa dell’uomo.

L’incontro ripresenta le stesse tematiche, anche perché Papa Francesco ha una amicizia di lunga data con la comunità armena, che risale ai tempi in cui era in Argentina.

Quindi, è la volta del Catolichos Aram I della Grande Casa di Cilicia. Il Catolicossato ha sede in Libano, ad Antylas, dove fu trasferita nel 1930. La sede iniziale era Sis, in Cilicia, e a seguito del Grande Male il catolicossato era stato spostato ad Aleppo nel 1922, prima dell’attuale sede. Il Catolicossato nasce a seguito dell’emigrazione degli armeni dalla madrepatria dopo l’annessione dell’Armenia al Regno Bizantino e poi l’invasione dei turchi selgiuchidi, avvenuti tra il 1054 e il 1064.

La storia della prima nazione cristiana è, dunque, una storia di lunga persecuzione. Aram e Papa Francesco hanno avuto un incontro di circa 25 minuti, molto cordiale. Aram ha chiesto al Papa della sua salute, in inglese, e ha regalato un krachkar, una tipica croce armena, placcata in oro, mentre Papa Francesco ha regalato la stessa croce che aveva regalato a Karekin II. Entrambi i Catholicos hanno ricevuto anche le copie di Laudato Si, Evangeli Gaudium e Amoris Laetitia.

È terminata così l’intesa mattinata di incontri, che Papa Francesco ha definito scherzando con Aram I un “Armenian day.”