L’abbraccio di Papa Francesco con il patriarca della Chiesa armena. Le foto (Le Formiche 05.04.18)

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Il Papa ha abbracciato calorosamente Sua Santità Karekin II, Patriarca della Chiesa apostolica armena e Catholicos di tutti gli Armeni. Al Pontefice, il catcholicos di tutti gli armeni ha regalato un libro sulla Chiesa di Narek: “Questo – ha detto al Papa tramite la traduzione di un interprete a quanto riportato dai cronisti ammessi ai momenti pubblici dell’incontro – è il monastero di Narek, non esiste più, è stato ditrutto in Turchia”.

“La condizione dei cristiani e delle minoranze religiose, specialmente nei teatri di guerra” è stata poi al centro dei colloqui che il Presidente della Repubblica di Armenia, Serzh Sargsyan, ha avuto oggi in Vaticano con il Papa e i suoi collaboratori.

Sargsyan ha preso parte a una cerimonia di svelamento di una statua di bronzo nei giardini vaticani che raffigura l’eroe della cultura armena, san Gregorio di Narek, insieme appunto al Patriarca della Chiesa apostolica armena Karekin II, catholicos di tutti gli armeni, e il catholicos ortodosso di Cilicia, Aram I. Nel corso dei “cordiali colloqui” che ha avuto il presidente armeno, che dopo il Papa ha incontrato il Segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, accompagnato dal Segretario per i Rapporti con gli Stati, monsignor Paul Richard Gallagher, “è stata espressa viva soddisfazione per le buone relazioni esistenti fra la Santa Sede e l’Armenia”, si legge in una nota vaticana.

“Si è rilevato che l’inaugurazione della statua di San Gregorio di Narek, Dottore della Chiesa, nei Giardini vaticani è occasione per promuovere ulteriormente tali relazioni, come anche quelle tra la Chiesa armena apostolica e la Chiesa cattolica. Nel prosieguo dell’incontro – sottolinea il Vaticano – si è fatto riferimento al contesto politico regionale, auspicando la soluzione delle situazioni di conflitto, e sono stati toccati altri temi di attualità internazionale, nonché la condizione dei cristiani e delle minoranze religiose, specialmente nei teatri di guerra”.