La modenese Antonella Monzoni sul trono del premio Scanno dei Fotografi (Gazzettadimodena.it 04.01.16)

MODENA. Antonella Monzoni è la vincitrice del Premio Internazionale di Fotografia “Scanno dei Fotografi 2015”, che nelle prime sei edizioni è andato a Lynn Saville, Jill Hartley, Giovanni Marrozzini, Stefano Schirato, Mazen Jannoun e Claudio Marcozzi. Un riconoscimento di prestigio in un luogo d’incanto, come Scanno, in Abruzzo, uno dei borghi più belli d’Italia ma soprattutto il borgo più famoso al mondo per la fotografia del 900, grazie agli scatti “eterni” di grandissimi autori come Henri Cartier-Bresson, Mario Giacomelli, Fulvio Roiter, Pepi Merisio, Gianni Berengo Gardin, Ferdinando Scianna, e tanti altri. Unico paese in Italia ad avere una strada dedicata ai fotografi.

Rigorosa la motivazione del premio alla modenese (l’unica donna nella mostra “Modena e i suoi fotografi”, nel 2014, presso Fondazione Fotografia), perché “rispetto, fiducia e complicità risultano con forza dai suoi lavori… Ma è l’intimità con cui riesce ad accostarsi anche agli sconosciuti che alla fine lascia il segno in quanti osservano la sua produzione, quelle voci, quel respiro che par di sentire, tanta è la vicinanza con la gente che incrocia e la fusione con i i luoghi in cui essa vive. Quelli che sono vicino a lei diventano inevitabilmente vicini a noi. Per sempre”. Proprio come accade nei suoi reportage, tra cui “Ferita Armena”, con le immagini che raccontano le ferite, la storia, l’orgoglio di un popolo. Tutti le hanno parlato della grande ferita, del genocidio compiuto dal governo ottomano dei Giovani Turchi nel 1915 in Armenia, quando oltre un milione e mezzo di persone furono sterminate. “Antonella c’è andata, e ha camminato – nota la scritrice Antonia Arslan – lungo le strade e nei cimiteri, i troppi cimiteri d’Armenia. Ha fotografato…”. Ne è nato un libro presentato, nel 2015, a Castiglioncello, nel Castello, per RosignanoFotoFestival, a Mia Fair di Milano, a Foro Boario di Modena per Fondazione Fotografia, alla Libreria Todo Modo di Firenze, al Photolux Festival di Lucca. E, con mostra, nel Palazzo del Plenipotenziario di Mantova, nel Palazzo Pincini Carlotti di Garda, alla Galleria Municipio di Storo (Trento) e alla QR Gallery di Bologna.

La Monzoni è stata invitata a parlare della sua esperienza al Seminario sull’arte armena, in programma da febbraio ad aprile, all’Università Ca’ Foscari di Venezia. E fotografie, scelte dai suoi libri “Ferita Armena” e “Lalibela”, saranno esposte, in marzo, all’Accademia delle Scienze, Lettere e Arti, per la rassegna “Intreccio di Incroci” tra Armenia, Italia e Etiopia, che vedrà protagonisti, oltre alla Monzoni, il musicista italo-armeno Massimo Nalbandian fautore del progetto, la storyteller e cantate italo-etiope Gabriella Ghermandi, il musicista armeno Aram Ipekdjian…. Continua