Morte Charles Aznavour, le reazioni: da Macron al Presidente armeno, fino a Pausini e Ranieri (Rassegna 2 – 01.10.18)

Repubblica

Tante personalità hanno espresso cordoglio per la scomparsa del grande chansonnier francese. Brigitte Bardot: “Era il nostro Asso immortale, Asso fra i poeti, della canzone francese, della popolarità”

Cordoglio per la morte di Charles Aznavour è stato espresso dalle istituzioni francesi e armene, come dal mondo della musica e del cinema. Il presidente francese Emmanuel Macron ha commemorato su Twitter la scomparsa del cantautore francese definendolo “profondamente francese, attaccato visceralmente alle sue radici armene, riconosciuto in tutto il mondo, Charles Aznavour ha accompagnato le gioie e i dolori di tre generazioni. I suoi capolavori, il suo timbro, il suo splendore unico sopravvivranno per lungo tempo”, ha concluso il capo dell’Eliseo. Per il primo ministro armeno Nikol Pachinian, la morte di Aznavour è una “perdita enorme per il mondo intero”. Pachinian lo ha definito “uno dei figli straordinari del popolo armeno”.  “Il grande Charles è andato via”, scrive su Facebook l’ex presidente Nicolas Sarkozy, aggiungendo: “Ci lascia le sue parole, le sue melodie, la sua voce: quella di un genio assoluto, di un poeta della canzone francese”. “Da Erevan fino a Parigi, ha cantato in tutte le città del mondo, per l’amore e la libertà”, gli fa eco François Hollande.

Profondamente commossa per la scomparsa la cantante Mireille Mathieu invoca “funerali di stato” per il “patriarca”. Cordoglio espresso anche da Brigitte Bardot che ha dato il suo addio a Charles Aznavour definendolo “il nostro Asso degli ambasciatori del talento nel mondo. Era il nostro Asso immortale, Asso fra i poeti, della canzone francese, della popolarità. Rimarrà il nostro Aznavour per sempre”.Laura Pausini ha scritto sui social di aver “avuto il grande onore di incontrarlo e di cantare con lui Parigi in agosto. Charles era anche l’idolo di mio padre Fabrizio e un giorno racconterò come si sono incontrati, è stato commovente. Il mio pensiero è per la sua bella e grande famiglia che durante questi 94 anni della sua vita lo ha accompagnato con la sua musica in tutto il mondo”.

Per Massimo Ranieri “con Charles Aznavour se ne va l’ultimo grande vecchio, un papà, il più grande, non esiste un altro gigante così. La notizia della sua morte mi ha destabilizzato. Non c’è più nessuno che ci guidi. È sempre stato un faro per me. I giovani neanche conoscono la grandezza dell’arte di Aznavour, non hanno tempo, vivono attaccati ai cellulari. Io ho sempre guardato a lui come modello come chansonnier, mentre come cantante mi ispiravo a Sinatra e al grande nero, Ray Charles. Aznavour era un talento, oltre che nella musica, anche al cinema, a teatro, come ballerino e scrittore. Mi sono sempre ispirato a lui. Tutti vorremo essere così, lui lo era veramente. Il brano L’istrione fotografa in un attimo una straordinaria carriera”.

Rita Pavone ha scritto su Twitter: “Ebbi la gioia di conoscerlo e frequentarlo durante il mio bellissimo periodo francese negli anni Settanta. Che sia un viaggio sereno, grande Charles”.

Anche Andrea Bocelli ha voluto ricordate con un tweet l’artista: “Charles, hai stupito sempre con la tua arte e la tua brillante ironia. Qualche giorno fa, per il mio compleanno, mi avevi detto: ’60 anni, sei giovane Andrea! Anche io ho avuto 60anni… ma circa 30, anzi 34 anni fa. Spero di vederti presto!’. In realtà eri il più giovane di tutti e, nonostante una carriera lunga quasi un secolo, eri pronto a partire in concerto ovunque e in qualunque momento. Il mio affetto e la mia stima nei tuoi confronti resteranno sempre intatti e la tua passione per questo lavoro saranno per me un esempio continuo. ‘Se vuoi essere amato dal pubblico, devi amare il pubblico’, questo dicevi, e infatti hai indubbiamente infuso in questa arte una quantità incredibile d’amore”.


Morto Charles Aznavour, il padre degli chansonnier (Il Gazzettino)

Charles Aznavour è morto. Il cantante francese di origini armene, monumento della canzone francese, aveva 94 anni. Nato a Parigi nel 1924 da immigrati di origine armena, Shahnour Vaghinagh Aznavourian, in arte Charles Aznavour, debuttò a teatro come attore di prosa. Nel dopoguerra, grazie a Edith Piaf che lo portò in tournée in Francia e negli Stati Uniti, si mise in luce come cantautore.

Ma il riconoscimento mondiale arrivò nel 1956 all’Olympia di Parigi con la canzone Sur ma vie: uno strepitoso successo che gli permise di entrare nella storia degli chansonnier francesi. Il fatto che Aznavour cantasse in sette lingue gli consentì di esibirsi in tutto il mondo divenendo ovunque famosissimo. Si esibì alla Carnegie Hall e nei maggiori teatri del mondo, duettando con star internazionali come Nana Mouskouri, Liza Minnelli, Sumiva Moreno, Compay Segundo, Céline Dion e, in Italia, con Mia Martini e Laura Pausini.

In Italia per quasi tutte le versioni italiane delle sue canzoni collaborò con il paroliere Giorgio Calabrese. Il suo ultimo concerto nel nostro Paese risale a giugno scorso. All’estero le sue canzoni sono state spesso reinterpretate da numerosi artisti come Elton John, Bob Dylan, Sting, Placido Domingo, Céline Dion, Julio Iglesias, Edith Piaf, Liza Minnelli, Sammy Davis Jr, Ray Charles, Elvis Costello e moltissimi altri. Il suo impegno come cantautore non impedì di battersi da sempre per la causa armena, con un’intensa attività diplomatica che gli è valsa la nomina di Ambasciatore d’Armenia in Svizzera.​


Aznavour, l’ultima intervista a Verona  «Sono un artigiano, sono Aznavour e basta»   (L’Arena)              

È morto a 94 anni Charles Aznavour, ultimo dei giganti della canzone francese, padre degli chansonnier.Qui lo celebriamo con l’intervista che concesse a TeleArena in occasione del concerto in Arena del 14 settembre 2016 per celebrare i suoi 70 di carriera. Mostrando ancora una straordinaria lucidità, unite a un’umiltà sconfinata nonostante la sua fama e il suo valore. (Vai all’intervista)


Morto Charles Aznavour. Il re della canzone francese, aveva 94 anni (Panorama)

Aveva 94 anni Charles Aznavour. Tra le sue canzoni più famose, La Mère (La mamma), She (Tous les visages de l’amour), l’Istrione. Esordì sul teatro mondiale grazie ad Edith Piaf e nella carriera ha duettato con star come Liza Minnelli, Céline Dion, Mia Martini e Laura Pausini

E’ morto, a 94 anni, Charles Aznavour. Nato a Parigi nel 1924 da immigrati di origine armena, debuttò a teatro come attore di prosa. Nel dopoguerra, grazie a Edith Piaf che lo portò in tournée in Francia e negli Stati Uniti, si mise in luce come cantautore. Il riconoscimento mondiale arrivò nel 1956 all’Olympia di Parigi con la canzone Sur ma vie: un successo che lo catapultò nella storia degli chansonnier francesi. Tra le sue canzoni più famose, La Mère (La mamma), She (Tous les visages de l’amour), La Boheme, L’Istrione.

Grazie alla sua capacità di cantare in 7 lingue, si esibì nei maggiori teatri del mondo, duettando con star internazionali come Liza Minnelli, Compay Segundo, Céline Dion e, in Italia, con Mia Martini e Laura Pausini. In Italia per quasi tutte le versioni italiane delle sue canzoni collaborò con il paroliere Giorgio Calabrese. Le sue canzoni sono state reinterpretate da artisti come Elton John, Bob Dylan, Sting, Placido Domingo, Julio Iglesias, Edith Piaf, Sammy Davis Jr


Musica in lutto: è morto Charles Aznavour, la voce di Francia (Euronews)

Addio a Charles Aznavour, il “Frank Sinatra di Francia”. Il cantautore si è spento nella sua casa nelle Alpilles, in Provenza, all’età di 94 anni.

Un’intera vita consacrata alla musica: salì per la prima volta sul palco all’età di 9 anni. E fino all’ultimo ha voluto esibirsi davanti al suo pubblico. Il 26 ottobre era previsto un concerto a Bruxelles e poi a novembre ancora una tournée in Francia. Perché, aveva dichiarato più volte, smettere di cantare avrebbe siginificato morire.

Dopo un tour in Giappone, una caduta e la conseguente frattura al braccio lo avevano costretto quest’estate ad annullare i concerti, compresa l’unica data italiana del 23 giugno a Palmanova, in Friuli.

In un’intervista con ironia aveva immaginato la sua orazione funebre: “Vorrei che fosse breve, che non durasse due ore… E che la gente presente fosse felice, felice di essere viva”, aveva detto.

La vita di “Aznavoice”

Di origini armene, Aznavour nasce il 22 maggio del 1924 da genitori artisti: suo padre era stato un baritono, sua madre un’attrice, che era riuscita a scampare al genocidio. A soli nove anni Aznavour è già immerso nel mondo artistico parigino.

L’incontro che gli cambierà la vita avviene nel 1946, quando il suo cammino si incrocia con quello di Édith Piaf, che accompagnerà nelle tournée in Francia e negli Stati Uniti.

Scrive e interpreta successi come La mamma, Et pourtant (1963), For me formidable (1964), Que c’est triste Venise (1964), La Boheme (1965) e Emmenez-moi (1967). Aznavour si esibisce sui piu importanti palcoscenici internazionali. Canta in sette lingue, persino in napoletano.

Ma grande è anche il suo impegno civile. Dopo il terremoto del 1988 nella sua Armenia, che contò oltre 25mila vittime, Aznavour si spende nella raccolta di fondi per i sopravvissuti e incide con 89 artisti un disco per beneficienza, che vende milioni di copie.

Nel 1994 porta tonnellate di aiuti alimentari e medicine ai rifugiati del conflitto del Nagorno Karabakh, donando più di tre milioni di franchi francesi, circa 500mila euro, per costruire un ospedale.

Nel 1997 il presidente Jacques Chirac gli conferisce la Legion d’Onore, per aver dato lustro alla Francia nel mondo. Nel 2006 presenzia alle commemorazioni del genocidio armeno del 1915. Al memoriale di Erevan canta l’Ave Maria, davanti al papa Giovanni Paolo II.

Nel 2008 Aznavour ottiene la cittadinanza armena, e nel 2009 diventa ambasciatore dell’Armenia in Svizzera e rappresentante permanente del Paese presso la sede Onu a Ginevra.

Molti cantanti e interpreti di fama internazionale hanno voluto duettare insieme a lui. Tra loro Julio Iglesias, che di Aznavour disse: “È forse il più grande artista pop del continente europeo“.


Addio a Aznavour, l’istrione che fece piangere Wojtyla (Famiglia Cristiana)

Si è spento a 94 anni il grande cantante francese di origini armene. Una vita intensissima illuminata anche da una profonda fede. Come quella volta nel 2001 in cui Giovanni Paolo II venne in visita nella sua terra natale…

Certo, dispiace sempre quando un grande artista ci lascia. Ma non si può dire che Charles Aznavour, scomparso a 94 anni, non abbia avuto una vita ricca sotto ogni punto di vista. Nato da genitori armeni scampati al genocidio dei turchi, sopravvissuto all’occupazione nazista di Parigi durante la quale la sua famiglia diede rifugio a decine di ebrei, scoperto da Edith Piaf, amico di Marlene Dietrich, autore di circa 1400 canzoni molte delle quali tradotte in italiano, sei figli avuti da tre matrimoni (l’ultimo, però, è durato oltre cinquant’anni), ha composto musica e fatto concerti fino all’ultimo. Era infatti reduce da un tour in Giappone.

E dire che da ragazzo tutti lo prendevano in giro dicendo che era basso e brutto e che quella voce che avrebbe incantato il mondo intero non era un granché. Ma lui ha sempre creduto in sé stesso, come canterà in una delle sue canzoni più celebri: “Io sono un istrione, ma la genialità è nata insieme a me. Nel teatro che vuoi dove un altro cadrà, io mi surclasserò“.

Ambasciatore dell’Onu per l’Armenia, nel 2001, quando Giovanni Paolo II visitò il Paese, Aznavour cantò per lui l’Ave Maria di Gounod, facendo commuovere il Papa fino alle lacrime. E quando anni nel 2016 Papa Francesco definì “genocidio” quanto avvenne nella sua terra all’inizio del Novecento, Aznavour gli scrisse una lunga lettera per ringraziarlo del suo coraggio.

Le sue canzoni sono nell’immaginario di tutti, fino a diventare paradigmatiche. Un esempio su tutti? Ed io tra di voi, vero manifesto di tutti gli amanti traditi: “Ed io tra di voi se non parlo mai, ho già visto tutto quanto…”.

In Italia lo abbiamo visto l’ultima volta l’anno scorso a Roma. Aveva cantato per la millesima volta “devi saper lasciar la vita. Ma l’amo troppo ancor e dirle addio non so”. Ora quel momento è arrivato. Arrivederci, magnifico istrione.