Perché è fallito ogni tentativo di riaprire i rapporti tra Turchia e Armenia (Agi.it 11.03.18)
L’Armenia ha cancellato un accordo siglato con la Turchia e così fallisce definitivamente il tentativo di normalizzare le relazioni tra i due paesi. La firma dei protocolli di Zurigo nel 2009 avevano l’obiettivo di ripristinare piene relazioni e aprire il confine condiviso.
ll presidente Serzh Sargsyan ha dichiarato che l’Armenia ha fatto tutto il possibile “per non lasciare il peso della risoluzione delle relazioni sulle spalle delle generazioni future”, aggiungendo che “la Turchia non ha fatto alcun passo per la ratifica e implementazione”. Da parte sua Ankara ha sottolineato che i protocolli erano stati sottoposti a tempo debito alla Grande Assemblea Nazionale per essere approvati e che nel frattempo diverse misure sono state adottate per rafforzare la fiducia reciproca, incluso l’apertura della rotta Istanbul-Yerevan.
È tuttavia esemplificativo che le negoziazioni si erano concluse quasi subito con la sostanziale bocciatura dei Protocolli da parte della Corte Costituzionale armena, che ha posto precondizioni inaccettabili per Ankara. Nel rapporto del 10 gennaio 2010 è riportato che “la repubblica di Armenia richiede espressamente alla Turchia il riconoscimento del genocidio avvenuto nel 1915 nella Turchia ottomana e nell’Armenia Occidentale”.
In realtà la questione dei protocolli è l’ultima fase di una situazione di impasse, poiché riconoscere i crimini del 1915 come “genocidio” è un’opzione impensabile in quanto tocca corde molto delicate per la psicologia del Paese. Ovviamente a complicare il quadro rientra anche la questione dell’ormai congelato conflitto del Nagorno-Karabakh e dell’amicizia tra Ankara e Baku.
Il Nagorno-Karabakh è il conflitto regionale più vecchio nello spazio post-sovietico, dovuto all’occupazione militare dell’Armenia nelle regioni circostanti il Nagorno-Karabakh e alla strenue opposizione dell’Azerbaijan a porre ogni compromesso riguardo la propria integrità territoriale.
Le tensioni sono l’esito di una profonda e duratura ostilità tra due Stati confinanti che hanno dato la priorità alla riacquisizione delle terre come materia di dignità nazionale. İn tale prospettiva né l’Azerbaijan né l’Armenia sembrano disposti ad abbandonare questa causa in cambio di una maggiore sicurezza militare o di un guadagno economico.
Senza entrare nel merito della questione, è doveroso menzionare che sin da subito Ankara, allineandosi sulla posizioni del partner turcofono, ha chiuso i suoi confini con l’Armenia per esercitare pressioni su Yerevan. Sebbene questo aspetto non sia incluso nei protocolli, la Turchia vincola la riapertura dei confini alla soluzione del conflitto. In definitiva la Turchia non risolverà la questione se le autorità armene e quelle azerbaigiane non avvieranno un dialogo diretto.
Insomma anche se il processo sembrava essere destinato al fallimento sin dalle battute, con esso cade anche l’ultimo tassello della strategia ‘zero problemi con i vicini’ varata dall’allora ministro degli esteri Ahmet Davutoğlu.
Certamente la piena normalizzazione avrebbe risvolti molto importanti non solo per i riflessi economici dell’apertura del confine, ma anche perché scioglierebbe una volta per tutte il nodo cruciale rappresentato dal riconoscimento del genocidio da parte di molti Stati. Le recenti mozioni della Knesset (il parlamento) israeliana e della Camera olandese sono l’ennesima prova di quanto la questione sia divisiva.
Anche il Comune di Cagliari riconosce il genocidio armeno ed esprime piena solidarietà alle vittime della Diaspora
Il Consiglio per la comunità armena di Roma esprime la propria gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito all’approvazione delle delibera dimostrando coraggio e onestà intellettuale e scegliendo la strada della verità e della giustizia.
Il consiglio comunale di Cagliari
“Premesso che – tra il 1915 e il 1920 il popolo armeno è stato vittima di un genocidio, Metz Yeghèm (il Grande Male) perpetrato dall’allora governo turco che provocò circa 1 milione e mezzo di vittime;
– le istituzioni pubbliche degli Stati, ivi compresa l’Italia, hanno il dovere di proclamare con forza e ricordare questa verità storica, riconoscendo ufficialmente quel tragico genocidio; – nel novembre del 2000 la Camera dei Deputati ha riconosciuto il genocidio armeno approvando una mozione;
– il Pontefice Giovanni Paolo II ha ricevuto in Vaticano il Patriarca degli Armeni, ricordando quel genocidio che tante vittime ha creato sia nel clero che nella popolazione;
considerato che tale genocidio era stato organizzato con la volontà di cancellare la culla della cristianità in vista della creazione di uno Stato turco etnicamente omogeneo;
tenuto conto che la Turchia si rifiuta categoricamente di riconoscere ufficialmente il genocidio armeno, al contrario di quanto hanno fatto Germania ed Austria che hanno riconosciuto il genocidio degli ebrei, processando chi ha il coraggio di affrontare l’argomento appellandosi al famigerato art. 301 del codice penale che punisce chi offende la Turchia e il sentimento nazionale;
constatato che
– dopo anni di oblio molti Stati, tra i quali Francia e Italia, hanno riconosciuto ufficialmente il genocidio armeno e la Comunità Europea in data 18 giugno 1987 ha posto come conditio sine qua non per l’entrata della Turchia in Europa il riconoscimento del genocidio stesso;
– lo sterminio del popolo armeno è stato riconosciuto come un genocidio dalla sottocommissione dei Diritti dell’Uomo dell’ONU nel 1985;
il Consiglio comunale riconosce il genocidio armeno ed esprime piena solidarietà al popolo armeno e alle vittime della Diaspora.”
Il Segretario Generale Giovanni Mario Basolu – Il Presidente del Consiglio Guido Portoghese
Domenica 26 novembre 2017 – “Nino! Nino!” in onda su RAI-Radiotre
X EDIZIONE DEL RICONOSCIMENTO GIORNALISTICO HRANT DINK A ROMA
Giovedì 25 maggio 2017 a Roma, presso la Biblioteca Vallicelliana, si è svolta la X Edizione del riconoscimento giornalistico Hrant Dink per la libertà di informazione.
A cura del Consiglio per la Comunità armena di Roma, in collaborazione con Reporter Senza Frontiere e con il patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica d’Armenia in Italia, il riconoscimento è stato assegnato quest’anno alla giornalista Marta Ottaviani, considerata tra i maggiori esperti italiani di Turchia.
Diversi i momenti di ricordo del giornalista armeno-turco Hrant Dink di cui quest’anno ricorre il decimo anniversario dall’uccisione, uccisione per cui ancora non sono state chiarite le responsabilità. Hanno preso la parola Victoria Bagdassarian Ambasciatrice della Repubblica d’Armenia, Paola Paesano direttrice della Biblioteca Vallicelliana, Robert Attarian e Nevart Cricorian del Consiglio della Comunità armena di Roma.
La giornalista Monia Parente di Radio Vaticana ha letto l’ultimo articolo di Hrant Dink, mentre l’Avvocato Fulvio Sarzana ha sottolineato gli aspetti più critici della professione giornalistica nel mondo contemporaneo. Marco Tosatti, primo giornalista a ricevere il riconoscimento Hrant Dink nel 2007, ha parlato delle sfide che i giornalisti affrontano quotidianamente e della passione necessaria a svolgere un mestiere difficile e purtroppo bistrattato. Infine Emanuele Aliprandi ha letto le motivazioni che hanno portato alla scelta di assegnare il premio a Marta Ottaviani.
Marta Ottaviani, dopo aver ricevuto il premio dalle mani dell’Ambasciatrice Bagdassarian ha ricordato, visibilmente commossa, Hrant Dink (che lei ha conosciuto durante il suo soggiorno in Turchia) e la sua forza di uomo prima e di giornalista poi e anche del suo grande amore per la Turchia, un paese che oggi vive momenti difficili.
Nel corso della cerimonia Raffaele Aufiero, giornalista e autore teatrale, ha ricevuto una menzione speciale per il suo lavoro e per la sua sensibilità nei confronti dell’Armenia e della sua cultura.
COMUNICATO STAMPA: X edizione del riconoscimento giornalistico Hrant Dink a Marta Ottaviani
Sarà la giornalista Marta Ottaviani ad essere insignita del “Riconoscimento giornalistico Hrant Dink” giunto alla sua decima edizione.
La cerimonia di premiazione avrà luogo presso la Biblioteca Vallicelliana di Roma (via della chiesa nuova 18) il prossimo 25 maggio alle ore 17,30.
Nel corso dell’evento sarà altresì consegnata una “menzione speciale” al giornalista ed editore Raffaele Aufiero per il contributo dato alla divulgazione del pensiero di Dink.
>> Scarica l’invito
IL RICONOSCIMENTO GIORNALISTICO HRANT DINK
«Quello che voglio è vedere i turchi che parlano di quanto è successo. Bisogna che turchi e armeni inizino a dialogare. C’è una sola strada percorribile ed è quella del dialogo. Sempre».Hrant Dink
Il “Riconoscimento giornalistico Hrant Dink per la libertà di informazione” è stato istituito dal “Consiglio per la comunità armena di Roma” nel 2008 a distanza di una anno dall’assassinio del giornalista armeno turco Hrant Dink , Esso rappresenta un doveroso omaggio ad un uomo che si è battuto per la tolleranza, per il dialogo e per la riconciliazione e rappresenta altresì un momento di riflessione sul tema della libertà di informazione nel mondo.
Il riconoscimento ha lo scopo di valorizzare l’opera dei giornalisti che non esitano a parlare di questioni “spinose. Un premio alla libertà di informazione, ma anche un premio al coraggio ed alla onestà intellettuale, quello stesso coraggio che ha indotto valorosi uomini, come Hrant Dink, (e tanti altri scrittori, giornalisti ed accademici) a non tacere.
La prima edizione ha visto premiati i giornalisti Roberto Olla del TG1, Flavia Amabile e Marco Tosatti de La Stampa (con una menzione speciale all’associazione Reporter Senza Frontiere nella persona del suo vicepresidente Domenico Affinito) mentre nella seconda edizione (gennaio 2009) sono state premiate le giornaliste Caterina Maniaci (Libero) e Patrizia Alberici (Radio Rai) con una menzione speciale a Rodolfo Casadei (Tempi). Nella terza edizione il premio fu assegnato ad Antonio Capuozzo mentre la quarta edizione ha visto premiato il Presidente della Comunità di S. Egidio Marco Impagliazzo. La quinta edizione del 2012 è stata assegnata invece a Gian Antonio Stella e la sesta edizione del 2013 a Maria Cecilia Sangiorgi. L’edizione del 2014 ha visto protagonista il giornalista Piero Marrazzo mentre quella del 2015, in occasione del centenario del genocidio è stata dedicata a tutti i giornalisti che sono caduti mentre svolgevano il loro lavoro. L’anno scorso il riconoscimento fu assegnato ad Anna Mazzone ed a Franca Giansoldati.
MARTA OTTAVIANI
Marta Federica Ottaviani è nata a Milano nel 1976. Laureata in Lettere Moderne all’Università Statale di Milano, si è specializzata all’Istituto per la Formazione al Giornalismo Carlo De Martino.
Nel 2005 è partita per Istanbul, dove ha iniziato a scrivere per le principali testate italiane, a iniziare dall’agenzia stampa Apcom.
Oggi collabora soprattutto per i quotidiani Avvenire e La Stampa, Radio In Blu e il periodico Strade, intervenendo spesso come opinionista a Radio3mondo, sul Tgcom e a Omnibus su LA7.
È considerata uno dei maggiori esperti italiani di Turchia.
Dopo otto anni di permanenza nel paese, ora vive fra Milano e Istanbul.
Col suo ultimo libro, Il Reis, ha vinto il Premio Fiuggi-Storia, per la sezione Gian Gaspare Napolitano-Inviato Speciale (2016).
Ha pubblicato Il Reis. Come Erdoğan ha cambiato la Turchia (Textus Edizioni, 2016), Cose da Turchi (Mursia, 2008) e Mille e una Turchia (Mursia, 2010).
IL CONSIGLIO PER LA COMUNITA’ ARMENA DI ROMA
Il “Consiglio per la comunità armena di Roma” (in origine “Consiglio della comunità armena di Roma”) nasce nel 1999 con lo scopo di mantenere, diffondere e rafforzare lo spirito e l’identità armena.
Con gli anni la sua azione non si è limitata alla sola territorialità romana ma ha abbracciato sempre più, grazie alle proprie iniziative e agli strumenti a disposizione, una intensa attività culturale e di opinione a sostegno della Repubblica Armena e di quella del Nagorno Karabakh-Artsakh.
Oltre alla funzione di vigilanza contro il negazionismo e l’armenofobia, ai rapporti con le istituzioni ed ai contatti con i media, promuove (in alcuni casi anche d’intesa con altre realtà italiane o in collaborazione con l’ambasciata nazionale) iniziative a sostegno della causa armena.
È attivo nei rapporti con le istituzioni, il mondo della scuola e quello dell’informazione.
Il sito “comunitaarmena.it” è un attivo portale di informazione sulla realtà armena in Italia e nel mondo.
Anche il comune di Sasso Marconi (BO) sarà inserito nell’elenco dei Giusti del Medz Yeghern. Approvata mozione di solidarietà con il popolo armeno.
In data 29 marzo 2017 il Consiglio Comunale di Sasso Marconi sulla scia di altri comuni italiani a deliberato una mozione a “Sostegno a progetti di approfondimento storico e di divulgazione del genocidio del popolo armeno” nella quale
RILEVATO
che il genocidio è il più feroce e disumano fra i crimini in quanto tende all’eliminazione di tutto un popolo, della sua identità, della sua cultura, della sua storia e della sua religione;
RICONOSCIUTA
la necessità che l’opinione pubblica approfondisca il dramma del popolo armeno affinché tali tragedie della storia siano di monito soprattutto alle giovani generazioni;
ESPRIME
piena solidarietà al popolo armeno e
IMPEGNA
la Giunta Comunale a sostenere progetti di approfondimento storico e di divulgazione del genocidio del popolo armeno, oltre che a promuovere ogni possibile azione di riconciliazione fra i popolo armeno ed il popolo turco, partendo dal riconoscimento dei fatti storici e restituendone la memoria attraverso pubblici eventi, studi e qualsivoglia iniziativa di rievocazione.
DISPONE INOLTRE
la diffusione della presente ordine del giorno a mezzo comunicato stampa affinché l’intera cittadinanza sia partecipe del sentimento di solidarietà verso il popolo armeno;
Il Consiglio per la comunità armena di Roma esprime la propria gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito all’approvazione delle delibera dimostrando coraggio e onestà intellettuale e scegliendo la strada della verità e della giustizia.
Il comune di Agnone esprime solidarietà al Popolo Armeno nella sua battaglia per la verità storica e per la difesa dei diritti umani.
Il Consiglio Comunale di Agnone, nella seduta del 8 marzo u.s., a seguito di azione proposta dal Presidente dell’Associazione Culturale “Viva la Solidarietà”, ha deliberato una mozione nella quale si esprime piena solidarietà al popolo armeno vittima del “genocidio” di cui in narrativa, nella sua battaglia per la verità storica e per la difesa dei diritti umani.
Scarica il testo della Mozione
Novità in libreria: Colofoni armeni a confronto. Le sottoscrizioni dei manoscritti in ambito armeno e nelle altre tradizioni scrittorie del mondo mediterraneo
E’ in fase di pubblicazione il volume
“Colofoni armeni a confronto. Le sottoscrizioni dei manoscritti in ambito armeno e nelle altre tradizioni scrittorie del mondo mediterraneo”
curato da
Anna Sirinian, Paola Buzi e Gaga Shurgaia.
Il libro esce come volume 299 della collana “Orientalia Christiana Analecta” del Pontificio Istituto Orientale di Roma
e raccoglie i contributi presentati a un colloquio internazionale organizzato sotto l’egida dell’AIEA e tenutosi a Bologna il 12 e 13 ottobre del 2012.
Anche il nome del comune di Cave sarà inserito nell’elenco dei Giusti per gli Armeni
Solo pochi giorni fa abbiamo ricevuto la delibera del Consiglio Comunale di Cave con la quale, in occasione del centenario del genocidio armeno, si esprimeva all’unanimità solidarietà al popolo armeno.
La proposta di deliberazione era stata messa a votazione il 7 aprile 2016 e protocollata nel mese di maggio dello stesso anno.
Nel testo approvato all’unanimità si legge:
- vista la richiesta del “Consiglio per la Comunità Armena di Roma” per un atto ufficiale di riconoscimento del genocidio del popolo armeno in occasione delle commemorazioni del centenario di tale tragedia;
- considerato che tale dramma storico è stato riconosciuto come genocidio dalla Sottocommissione per i diritti umani dell’ONU nel 1973 e 1986, dal Parlamento Europeo nel 1987, dal Parlamento Italiano (da tutti i gruppi parlamentari) in data 17 novembre 2000 e financo dalla stessa Corte Marziale ottomana nel 1919;
- ricordato che il Tribunale Permanente dei Popoli ha riconosciuto fra l’altro che “lo sterminio delle popolazioni armene con la deportazione e il massacro costituisce un crimine imprescrittibile di genocidio ai sensi della convenzione del 9/12/1948 per la prevenzione e repressione del crimine di genocidio”
- tenuto conto che lo stesso Parlamento Europeo il 15 novembre 2000 ha approvato a larga maggioranza una risoluzione sulla relazione periodica 1999 della Commissione Europea sui progressi della Turchia verso l’adesione e che tale risoluzione affronta questioni che riguardano il popolo armeno in paragrafi significativi, invitando al riconoscimento del genocidio ai danni della minoranza armena commesso anteriormente alla nascita della moderna Repubblica Turca;
- rilevato che il genocidio è il più feroce e disumano fra i crimini in quanto tende all’eliminazione di tutto un popolo, della sua identità, della sua cultura, della sua storia e della sua religione;
- riconosciuta la necessità che l’opinione pubblica approfondisca il dramma del popolo armeno affinché tali tragedie della storia siano di monito soprattutto alle giovani generazioni; “Grande Male”.
Esprime la propria piena solidarietà al popolo armeno in occasione dell’anniversario del “Grande Male”.
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Il Consiglio per la comunità armena di Roma esprime la propria gratitudine a tutti i membri del Consiglio comunale
ed a tutti coloro che si sono adoperati affinché la Memoria del genocidio del 1915 rimanga viva.
Grazie di cuore.