Il violoncellista Hakhnazaryan al Verdi con l’Orchestra dellaToscana (Thedotcultura 20.09.23)

Il violoncellista armeno Narek Hakhnazaryan, descritto dal Washington Post come un “talento fenomenale”, debutta mercoledì 22 gennaio al Teatro Verdi di Firenze  (ore 21.00) con l’Orchestra della Toscana diretta da Daniele Rustioni. Lanciato  sulla scena internazionale dopo la  vittoria al  XIV Concorso Internazionale Tchaikovsky nel 2011, Narek Hakhnazaryan è stato  protagonista di numerosi e importanti debutti tra i quali quello con l’Orchestra Sinfonica di Londra diretta da Valery Gergiev, alla Barbican Halle e con la Sinfonica di Chicago diretta da Ton Koopman, la Tonkünstler Orchestra diretta da Vladimir Fedoseyev, l’Orchestra Verdi di Milano diretta da Xian Zhang.  Narek Hakhnazaryan è nato nel 1988 a Yerevan, in Armenia, da una famiglia di musicisti: suo padre è violinista e sua madre pianista. Ha ricevuto le prime lezioni di musica da Zareh Sarkisyan presso la Scuola “Sayat-Nova” di Yerevan e successivamente al Conservatorio di Mosca con Alexey Seleznyov. Ha poi ottenuto delle borse di studio dal Russian Performing Arts Fund “Rostropovich” e ha ricevuto numerosi riconoscimenti quali il primo premio al Concorso Internazionale “Aram Khachaturian” in Armenia nel 2006 e, nello stesso anno, al Concorso Internazionale Johansen per Giovani Musicisti. Nel concerto  che sigla il suo debutto fiorentino, il brano che lo vede protagonista è  il Concerto in la minore op. 129 di Robert Schumann, caposaldo romantico del repertorio violoncellistico. Alla guida dell’ORT Daniele Rustioni  con  un programma che declina il tema della notte sia in chiave ottocentesca: Martucci Notturno n.1 op.70 e poi novecentesca con Piccola musica notturna (1954) di Luigi  Dallapiccola, e si conclude con  la Sinfonia n.1 in do minore op.11 di un Mendelssohn adolescente, la prima che il compositore tedesco ritenne degna di dare alle stampe.
Narek Hakhnazarayan suona un violoncello David Tecchler del 1698, su concessione di Valentine Saarmaa, nipote del celebre liutaio Jacques Francais e utilizza un archetto realizzato da Benoit Rolland.

*concerto trasmesso in differita su Rete Toscana Classica

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Nagorno Karabakh, l’Azerbaijan lancia un’operazione militare contro l’enclave armena (Rassegna Stampa 20.09.23)

NAGORNO KARABAKH/ L’ambasciatrice armena: l’Occidente fermi gli azeri o ci sarà un’altra guerra (Ilsussidiario)

Si apre un nuovo fronte, Baku attacca nel Karabakh (Ansa)

Nagorno-Karabakh, separatisti armeni depongono le armi. Proteste e scontri a Erevan (Tg24)

Scontro tra Azerbaigian e Nagorno-Karabakh, l’analista Boltuc: “L’Armenia sempre più vicina agli Usa rischia di abbandonare i separatisti” (Il Fatto Quotidiano)

Il Nagorno K. sotto l’attacco dell’Azerbaigian. Proteste armene (IlFattoQuotidiano)

Le voci dal Nagorno Karabakh, nei rifugi a Stepanakert con le bibbie e i video: “I russi ci hanno tradito” (Repubblica)

Nagorno Karabakh, l’analista Frappi: “Mosca che sta a guardare è la minaccia più grande per gli alleati di Erevan” (Repubblica)

Nagorno-Karabakh e guerra del gas (LaStampa)

TRENT’ANNI DI GUERRA, LA DISPUTA PER IL NAGORNO-KARABAKH (Ticinonews)

Perché il destino del Nagorno Karabakh è già scritto (Lettera43)

«Non siate spettatori di un altro genocidio» (Riforma)

Nagorno Karabakh, Russia: “Fermare lo spargimento di sangue e cessare le ostilità” (Rainews)

Nagorno Karabakh, esplode di nuovo il conflitto armato (Osservatorio Balcani e Caucaso)

Attacco al Nagorno-Karabakh, l’Azerbaigian: “Avanti fino alla resa dei separatisti armeni” (Secolo d’Italia)

283° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. La guerra giorno 2. L’Artsakh si è arreso. La comunità internazionale non ha salvato, ha tradito l’Artsakh

Cessate il fuoco in Nagorno-Karabakh, l’Armenia non ha partecipato alla stesura dell’accordo (Euronews)

Cosa succede in Nagorno Karabakh e quali conseguenze potrebbe avere il conflitto (anche per l’Italia) (Fanpage)

Cessate il fuoco in Nagorno-Karabakh: cosa succede (e il ruolo di Mosca) (Corriere della Sera)

Armenia, Nagorno-Karabakh prosegue l’offensiva dell’Azerbaigian. Ex capo governo “Già quasi 100 morti” anche bambini (Il Riformista)

Cessate il fuoco in Nagorno-Karabakh: perché è così importante (Todaymondo)

Cosa sta succedendo in Nagorno Karabakh, travolto di nuovo dalla guerra (Lifegate)

Che cos’è il Nagorno Karabakh (Ilgiornale)

Nagorno-Karbakh: iniziato il cessate il fuoco (Romasette)

Migliaia di armeni sono in fuga dal Nagorno-Karabakh (Today)

NAGORNO-KARABAKH: Bombardata Stepanakert, tra disastro umanitario e una guerra alle porte (Eastjournal)

Cessate il fuoco in Nagorno Karabakh, c’è l’accordo/ Separatisti depongono le armi, via ai negoziati (Ilsussidiario)

Cessate il Fuoco in Nagorno Karabakh: Mediazione Russa e Reazione di Henrikh Mkhitaryan (Informazione)

Nagorno-Karabakh, tregua o resa?  (Ispi)

Nagorno-Karabakh: il ruolo dell’UE fra Armenia e Azerbaigian (Ispi)

Nagorno-Karabakh, cessate il fuoco dopo 32 morti e 2mila evacuati. L’opposizione armena chiede l’impeachment del premier Pashinian (Ilfattoquotidiano)

Nagorno-Karabakh: l’accordo sul cessate il fuoco allenta la tensione in attesa dei negoziati tra Baku e Stepanakert (Agenzia Nova)

Nel Nagorno-Karabakh è entrato in vigore il cessate il fuoco. Mosca: sono morti dei peacekeeper russi (Domani)

Cessate il fuoco in Nagorno Karabakh. Gli armeni cedono ma l’opposizione avvia impeachment contro il premier (Repubblica)

ARMENIAPeacekeeper russi uccisi in un agguato nel Karabakh (Tio.ch)

Tregua nel Nagorno-Karabakh, Putin lascia il campo agli azeri (Domani)

Nagorno-Karabakh, raggiunto cessate il fuoco tra Baku e forze separatiste. Proteste contro il governo armeno a Erevan (Quotidianpost)

Nagorno Karabakh, uccisi peacekeeper russi: sale la tensione (Giornale)

Offensiva dell’Azerbaijan in Nagorno Karabakh, 32 morti e 200 feriti. Baku, riportata la sovranità in Karabakh in un solo giorno (LaStampa)

ARMENIANagorno-Karabakh: «Le attività continuano con successo» (Ti0.ch)

Nagorno-Karabakh, cessate il fuoco. Presidente azero: “Stop operazioni militari” (Adnkronos)

Nagorno-Karabakh: gli eurodeputati chedono sanzioni contro l’Azerbaigian (Euronews)

L’ambasciatore Aslanov: abbiamo il diritto di eliminare le zone grigie in Azerbaigian (Agi)

Regge il cessate il fuoco in Nagorno-Karabakh. I separatisti: “Una catastrofe” (Agi)

Nagorno-Karabakh: attacchi azeri, proteste armene. La comunità internazionale: cessate il fuoco (Euronews)

Papa: ‘Tacciano le armi nel Nagorno Karabakh’ (Asianews)

CAUCASO: RIESPLODE IL CONFLITTO TRA ARMENIA E AZERBAIJAN (Radioondadurto)

Il futuro sospeso dell’Armenia (Insideover)

Russia e Armenia, rapporti sempre più incrinati (Osservatorio Balcani e Caucaso)

La crisi. Spunta la tregua nel Nagorno-Karabakh. L’Armenia pronta a esplodere (Avvenire)

Cos’è il Nagorno-Karabakh e perché è riesplosa la guerra (Wired)

Nagorno Karabakh, arriva la «tregua»: gli armeni accettano di deporre le armi (Cds)

Baku a Blinken, stop offensiva se armeni depongono le armi (Ansa)

In Nagorno-Karabakh la resa dei separatisti armeni chiude i giochi (Il Manifesto)

Il ministro Tajani a colloquio con i colleghi degli Esteri azero e armeno (Aise)

Nagorno-Karabakh, il limbo armeno e la debolezza russa (Nicolaporro)

Nagorno Karabakh, disordini a Erevan davanti al palazzo del governo armeno (Stream24)

Nagorno Karabakh: resa degli armeni. Avvio dei negoziati tra Azerbaigian e separatisti (Firstonline)

Trent’anni di conflitti nel Nagorno Karabakh (Internazionale)

Armenia, la piazza insorge contro il governo per la «resa» sul Nagorno-Karabakh. E Baku festeggia: «Sovranità ristabilita in un giorno» – Il video (Open)

La Russia perde colpi. Così l’Azerbaigian s’è preso il Nagorno-Karabakh (Haffingtonpost)

Nagonro Karabakh. Aggressione Azerbaigian – Dichiarazioni Parlamentari Italiani

ZCZC IPN 757 POL –/T NAGORNO-KARABAKH:CASINI “PREOCCUPAZIONE PER ATTACCO, CESSATE IL FUOCO” ROMA (ITALPRESS) – “Siamo molto preoccupati per il massiccio attacco sferrato questa mattina contro il Nagorno-Karabakh che ha già provocato diverse vittime tra cui alcuni bambini. Nonostante la comunità internazionale chieda da mesi l’immediata apertura del corridoio di Lachin e proponga un meccanismo di dialogo tra Stepanakert e Baku, quest’ultima inizia un attacco di aggressione contro una popolazione già stremata da 9 mesi di blocco dei rifornimenti. Chiediamo un cessate il fuoco immediato, la riapertura del corridoio di Lachin e la ripresa dei negoziati”. Lo ha detto Pier Ferdinando Casini intervenendo nell’Aula del Senato.(ITALPRESS). trl/com 19-Set-23 20:31

 

Armenia: appello bipartisan parlamentari per cessate il fuoco in Nagorno Karabakh

Roma, 19 set 19:20 – (Agenzia Nova) – “Siamo molto preoccupati per il massiccio attacco sferrato questa mattina contro il Nagorno-Karabakh che ha già provocato diverse vittime. Nonostante la comunità internazionale chieda da mesi l’immediata apertura del corridoio di Lachin e proponga un meccanismo di dialogo tra Stepanakert e Baku, quest’ultima inizia un attacco di aggressione contro una popolazione già stremata da nove mesi di blocco dei rifornimenti. Chiediamo un cessate il fuoco immediato, la riapertura del corridoio di Lachin, e la ripresa dei negoziati”. Lo dichiarano in una nota congiunta i parlamentari: Enrica Alifano, Stefano Borghesi, Andrea Casu, Giulio Centemero, Susanna Camusso, Gianmauro Dell’Olio, Paolo Formentini, Marco Grimaldi, Lorenzo Malagola, Roberto Menia, Luigi Nave, Federica Onori, Andrea Orlando, Andrea Orsini, Catia Polidori, Emanuele Pozzolo, Luigi Spagnolli, Sandra Zampa. (Com) © Agenzia Nova – Riproduzione riservata.

 

Lupi (Nm),governo si attivi per evitare genocidio in Armenia. Lupi (Nm),governo si attivi per evitare genocidio in Armenia Evitare escalation pericolosa se non letale per i civili (ANSA) – ROMA, 19 SET – “Desta infinita preoccupazione la notizia secondo cui l’Azerbaijan ha chiuso lo spazio aereo all’Armenia annunciando l’avvio di un’operazione militare ‘antiterrorismo’ nel Nagorno-Karabakh, territorio conteso tra Baku e Erevan. Sappiamo per esperienza, purtroppo, in che cosa si può trasformare un’operazione formalmente definita di antiterrorismo che di fatto si annuncia come un’occupazione militare”. Lo dichiara in una nota il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi. “L’ Europa non può assistere indifferente a un altro genocidio contro il popolo armeno, perché questo è quello che si profila all’orizzonte. Chiedo al Governo italiano di attivarsi per evitare un’escalation pericolosa, se non letale per i civili del Nagorno-Karabakh”. (ANSA). KCS-COM 2023-09-19 14:07 S0A QBXB POL

 

CAUCASO. SCALFAROTTO: INTERVENGA LA COMUNITÀ INTERNAZIONALE

(DIRE) Roma, 19 set. – “La situazione umanitaria in

Nagorno-Karabakh si fa sempre più difficile e l’Armenia oggi denuncia un attacco portato da parte azera alla popolazione già stremata dall’isolamento conseguente alla chiusura del corridoio di Lachin. Bisogna che la comunità internazionale di occupi di questa crisi: Antonio Tajani impegni il governo italiano su questo tema”. Così Ivan SCALFAROTTO, senatore di Italia Viva in un tweet.  (Red/ Dire) 17:05 19-09-23 NNNN

 

NAGORNO-KARABAKH, SPERANZON (FDI): EVITARE CON OGNI MEZZO CHE LA CRISI CONTINUI

(Public Policy) – Roma, 19 set – “Provo molta preoccupazione per quanto sta accadendo in Nagorno-Karabakh. Esprimo solidarietà per le popolazioni civili colpite da questa nuova ondata di violenze, divampata nelle ultime ore in questa parte di mondo. Manifesto, inoltre, inquietudine per il popolo armeno presente in quel territorio con il quale siamo legati da secoli di amicizia e con il quale possiamo vantare un sincero rapporto di vicinanza. Bisogna evitare con ogni mezzo che la crisi continui a mietere vittime nella regione”. Lo dichiara in una nota il vicepresidente vicario di Fratelli d’Italia al Senato e componente della commissione Esteri a Palazzo Madama, Raffaele Speranzon. (Public Policy)

 

CAUCASO. FIDANZA (FDI-ECR): OPERAZIONI MILITARI AZERE INACCETTABILI*

DIR2061 3 POL 0 RR1 N/POL / DIR /TXT CAUCASO. FIDANZA (FDI-ECR): OPERAZIONI MILITARI AZERE INACCETTABILI (DIRE) Roma, 19 set. – “Le operazioni militari dell’Azerbaigian in Nagorno-Karabakh sono inaccettabili e devono terminare subito. La loro prosecuzione rischia di determinare la fuga della popolazione locale armena e quindi di configurarsi come una sorta di polizia etnica”. È quanto dichiara in una nota il capodelegazione di Fratelli d’Italia-ECR al Parlamento europeo Carlo Fidanza. “Si torni subito al dialogo tra le parti, con un immediato cessate il fuoco e il ritiro delle truppe azere, nonché con lo sblocco del corridoio di Lachin. Approfittare della guerra di aggressione russa all’Ucraina per provare ad ammettere militarmente il Nagorno-Karabakh non è una pratica consentita dal diritto internazionale”, aggiunge. (Red/ Dire) 16:01 19-09-23 NNNN

 

CAUCASO. FASSINO: “NON SI APRA UNA NUOVA GUERRA”

“Desta vivo allarme l’annuncio delle autorita’ dell’Azerbajgian di operazioni militari contro la comunita armena del  Nagorno-Karabach”. Lo dichiara Piero Fassino, Presidente della Commissione di Monitoraggio dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. “È  una decisione – sottolinea Fassino – che viola gli accordi armistiziali sottoscriti nel novembre 2020 da Azerbajgian, Armenia e Federazione Russa e contraddice le ripetute dichiarazioni azere di voler la pacificazione delle relazioni con l’Armenia”. ” Peraltro – ricorda Fassino – negli ultimi due anni l’Unione europea ha attivato un forum di dialogo a cui azeri e armeni hanno partecipato manifestando una volonta’ di accordo che oggi rischia di essere compromessa”. “Chiediamo con forza  – conclude Fassino – alle autorita’ azere di fermarsi e a Nazioni Unite, UE e OSCE di attivare immediate iniziative per attivare negoziati che conducano alla pace e alla stabilita nella regione caucasica”

 

Anna Cinzia Bonifrisco

Un altro vile attacco dell’Azerbaigian, un’altra violazione della fragile pace nella regione del Nagorno-Karabakh. Con la scusa di una fantomatica operazione di antiterrorismo, infatti, le forze armate azere hanno attaccato la regione dove vive la comunità armena ed ha provocato morti e feriti tra i civili.

Questa vergogna è anche la conseguenza di un’azione debole dell’Unione Europea, in questi anni di continue azioni di aggressione non giustificata da parte dell’Azerbaigian e seri sospetti di violazione dei diritti umani, e il risultato di non aver mai ribadito con coraggio le profonde radici storiche, culturali e cristiane che ci accomunano con il popolo armeno.

L’azerbaigian cessi immediatamente ogni ostilità e rispetti il diritto alla vita e alla dignità delle comunità armene nel Nagorno-Karabakh. Dio aiuti quel povero Popolo!

 

Fabio Massimo Castaldo

Le scioccanti immagini dei bombardamenti azeri in NagornoKarabakh sono la cronaca di un’aggressione annunciata. Da mesi denuncio il blocco criminale di Lachin e i rischi di una nuova escalation azera volta alla pulizia etnica della popolazione armena autoctona dalla regione.

 

Giulio Centemero

La comunità internazionale richiede un meccanismo di dialogo diretto tra le parti, le forze armate dell’Azerbaigian invece lanciano un attacco militare al Nagorno-Karabakh, dove la popolazione è allo stremo dopo 8 mesi di blocco forzato. Inaccettabile.

 

NAGORNO-KARABAKH,M5S: CONDANNA ATTACCO AZERO E INAZIONE RUSSA.GOVERNO SI ATTIVI (Public Policy) – Roma, 19 set – “Esprimiamo fortissima preoccupazione e ferma condanna per l’attacco che le forze armate dell’Azerbaigian hanno sferrato oggi contro l’enclave del Nagorno-Karabakh, già da mesi sottoposta a un’illegale blocco che ha impedito l’ingresso di cibo, medicinali e altri generi di prima necessità. L’attacco di Baku rappresenta una grave violazione degli accordi di cessate il fuoco del 2020. Grave anche che la Russia, informata subito prima dagli azeri, non abbia fermato questa nuova escalation. Auspichiamo che il governo italiano si attivi con risolutezza, anche in virtù degli stretti rapporti energetici e commerciali costruiti con Baku, per facilitare una rapida soluzione di questa nuova crisi”. Così i parlamentari del Movimento 5 stelle delle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato. (Public Policy) @PPolicy_News RED 191506 set 2023

 

Giuseppe Provenzano

Grande preoccupazione per la ripresa del conflitto nel NagornoKarabakh a causa delle ingiustificate azioni militari intraprese dall’Azerbaigian. Subito un cessate il fuoco, la ripresa dei negoziati di pace e la libera circolazione di beni e persone lungo il corridoio di Lachin.

 

Nagorno-Karabakh: Pozzolo (FdI), rischio pulizia etnica popolo armeno

Nagorno-Karabakh: Pozzolo (FdI), rischio pulizia etnica popolo armeno Roma, 19 set. (LaPresse) – “Le operazioni militari azere nel territorio del Nagorno-Karabakh sono una inaccettabile violazione del diritto internazionale e rappresentano una grave minaccia per la pace: c’è il rischio fondato che tali operazioni siano rivolte a far migrare forzatamente la popolazione armena dalla propria terra, configurando una pulizia etnica di fatto”. Lo dichiara in una nota il deputato di Fratelli d’Italia Emanuele Pozzolo, membro della Commissione Affari esteri e comunitari. “Le truppe azere devono desistere da ogni azione di aggressione, il corridoio di Lachin deve essere sbloccato e l’Europa deve continuare a favorire una soluzione diplomatica tra Armenia e Azerbaigian”, conclude. POL NG01 mad/mch 191845 SET 23

 

INTERVENTI IN PARLAMENTO

CASINI (PD-IDP). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CASINI (PD-IDP). C’è un rappresentante del Governo in Aula e, anche se non è evidentemente un rappresentante del Ministero degli affari esteri, mi rimetto alla sua personale cortesia e alla sua, signora Presidente. Vorrei far giungere un appello al Governo italiano, affinché intervenga nelle sedi internazionali – in queste ore i nostri rappresentanti, il Presidente del Consiglio e il Ministro degli affari esteri sono all’ONU – sul problema del Nagorno-Karabakh. È una grande questione umanitaria, e è una grande questione politica. L’Azerbaigian ha rotto gli indugi nei confronti di una popolazione stremata, dopo nove mesi sostanzialmente di comunicazione e di rifornimenti. Assistiamo a una sorta di complicità del silenzio da parte della comunità internazionale. (Applausi).

Noi chiediamo che le Nazioni Unite facciano sentire la loro voce e si avvii un’azione multilaterale per far sedere a un tavolo Armenia, Azerbaigian e tutti i grandi player dell’area, dalla Turchia alla Russia, all’Unione europea, che purtroppo non vediamo proprio così presente come vorremmo. Tutti debbono in qualche modo facilitare una soluzione, che non può essere un’escalation militare. Non vorrei che, con il fatto dell’Ucraina e dell’incredibile conflitto a cui stiamo assistendo, ci fosse una sorta di parallelismo acquiescente che consenta di fare azioni inaccettabili nei confronti del popolo armeno. Il popolo armeno non ha risorse straordinarie dal punto di vista del gas o di altri prodotti naturali di questo tipo, che hanno una grandissima importanza nella geopolitica. Ma l’Armenia ha una grande storia e una grande tradizione e il suo popolo ha già subito nella sua storia pagine terribili di genocidio.

Noi vorremmo che il Governo italiano faccia sentire la propria voce e anche il Parlamento, tramite la Commissione esteri, voglia esprimere una compartecipazione e uno stop chiaro verso azioni militari che possono portare solo lutti e nuovi lutti. (Applausi).

PRESIDENTE. Senatore Casini, la sua richiesta è stata ascoltata dal Governo qui presente per le iniziative di propria competenza.

 

MENIA (FdI). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MENIA (FdI). Signor Presidente, mi associo integralmente alle considerazioni delle senatore Casini e ne aggiungo alcune.

Chi conosce la storia delle vicende in questione sa che il Nagorno-Karabakh vive una guerra civile strisciante dalla fine degli anni Ottanta. Ricordiamo come fu simbolico per tutta Europa il 1989, la caduta del muro di Berlino e la caduta del comunismo. Dalle rovine dell’Unione sovietica nacque pure questa vicenda. Il Nagorno-Karabakh è notoriamente abitato nella quasi integrità da popolazione di origine armena, tant’è che dalla dissoluzione dell’Unione sovietica alla formazione dei diversi Stati, quella che prima era la comunità di Stati indipendenti, il Nagorno-Karabakh chiese di essere annesso a quella che era la Repubblica ex socialista sovietica di Armenia.

L’Armenia nel frattempo è diventata un’altra cosa: grazie a Dio non solo la Repubblica socialista di allora, ma ha rivendicato orgogliosamente i suoi natali. L’Armenia è il primo Stato cristiano d’Europa, prima di Roma, novant’anni prima di Teodosio. L’Armenia per chi la visita è un territorio straordinario, con i monasteri incastonati nella roccia, e il Nagorno-Karabakh è la stessa cosa. Chi ascolta una messa armena pensa di essere in pieno Medioevo cristiano o di ascoltare il gregoriano, ma questo evidentemente non basta. Da quella che era una guerra civile strisciante siamo arrivati a una situazione che si è evoluta fino a ciò che sta accadendo oggi. Nei mesi scorsi è stato chiuso dagli azeri il corridoio umanitario di Lachin e la popolazione armena e cristiana del Nagorno-Karabakh è allo stremo. La gente sta morendo, i bambini muoiono, le medicine e i generi alimentari non ci sono.

Noi ovviamente ci preoccupiamo dell’Ucraina e di tante altre situazioni. Ci sono sempre Paesi più importanti che non i deboli. Quando venivano sterminati dai turchi degli armeni non si accorgeva nessuno e non piangeva nessuno e sta accadendo anche adesso, nel silenzio dell’Europa e del mondo. Quello che sta accadendo nel Nagorno-Karabakh è semplicemente indecente e antiumano.

Ecco perché mi associo alle parole del presidente Casini e dico qualcosa di più. L’auspicio è che questo Parlamento faccia qualcosa. Noi stavamo predisponendo una mozione. Qua nessuno vuole fare il primo della classe e, quindi, la mettiamo volentieri a disposizione. Presentiamo uno strumento unitario che coinvolga tutto il Parlamento, per manifestare una solidarietà chiara verso chi sta soffrendo, perché in questo caso c’è un colpevole e c’è un colpito e le cose vanno dette chiaramente. Si sa chi è colpevole e chi è colpito. Da una parte c’è una grande Nazione, che tra l’altro è molto ricca, perché ha gas, ha petrolio ed è islamica; dall’altra parte c’è una piccola Nazione che ha testimoniato la cristianità in Europa e nel mondo e ha sofferto purghe spaventose, verso la quale abbiamo il dovere e il diritto di manifestare la nostra solidarietà. (Applausi).

Lo faccia il Parlamento, facciamolo tutti insieme e lo faccia il Governo italiano. Cerchiamo di essere protagonisti in quella che deve diventare – com’è del tutto evidente – una questione di carattere internazionale che coinvolge tutto il mondo civile e il mondo che crede a questi valori. (Applausi).

 

Antonio Tajani

#NagornoKarabakh 🇮🇹 (Italia) chiede a 🇦🇿 (Azerbaijan) cessazione ogni azione militare. Prevalga diplomazia. Siamo pronti a offrire nostra mediazione e invitare a Roma rappresentanti 🇦🇲 (Armenia) e 🇦🇿 (Azerbaijan). Proposta: modello Alto Adige.

 

#UNGA78 Ho voluto incontrare MAE 🇦🇲 @AraratMirzoyan per ribadire necessità di dialogo costruttivo per trovare soluzione diplomatica in #NagornoKarabakh. 🇮🇹 in prima linea per favorire ritorno a tavolo negoziale. Vogliamo rafforzare cooperazione con 🇦🇲 in ogni settore.

Nagorno Karabakh, l’Azerbaijan lancia un’operazione militare contro l’enclave armena (Rassegna Stampa 19.09.23)

L’Azerbaigian lancia un’operazione antiterrorismo nella regione contesa del Nagorno-Karabakh (Dire)


Comunità Armena: “L’Azerbaigian attacca con droni e artiglieria la popolazione”.(Sardegnagol)


Offensiva dell’Azerbaijan in Nagorno Karabakh: droni e colpi di artiglieria sulla popolazione. “Dopo nove mesi di isolamento totale, il genocidio è realtà” (LaStampa)


Karabakh chiede un cessate il fuoco. Baku: ‘Ci fermiamo se i separatisti depongono le armi’ (Ansa)


L’Azerbaigian ha iniziato a bombardare gli armeni del Nagorno-Karabakh (Tempi)


Nagorno-Karabakh: l’Azerbaigian attacca postazioni militari. “Operazione antiterroristica” (Euronews)


Nagorno Karabakh, l’Azerbaijan lancia un’operazione militare contro l’enclave armena: 25 morti e 80 feriti. Assalto al palazzo del governo a Erevan (Repubblica)


DICHIARAZIONE DELL’AMBASCIATORE DELLA REPUBBLICA D’ARMENIA IN ITALIA SULL’AGGRESSIONE DI OGGI DELL’AZERBAIJAN (Difesaonline)


Erdogan, il Karabakh è parte dell’Azerbaigian (Ansa)


Acs, prosegue opera di distruzione, vicini alla comunità armena (Ansa)


Attacco azero in stile putiniano agli armeni. E l’Italia con chi sta? (Il Foglio)


Nagorno-Karabakh, l’offensiva di Baku: «Ci fermiamo se i separatisti depongono le armi». Proteste al palazzo del governo armeno (Open)


Operazione azera nel Nagorno-Karabakh. Bruxelles: “Baku fermi l’azione militare” (Ansa)


Nagorno Karabakh: l’Azerbaijan bombarda le zone civili (La7)


Nagorno Karabakh, fila di mezzi militari dell’Azerbaijan diretti verso l’enclave armena: il video (La7)


NAGORNO KARABAKH. OFFENSIVA MILITARE AZERA: QUANDO LE ARMI SOSTITUISCONO LA DIPLOMAZIA (Notizie Geopolitiche)


Separatisti Karabakh, 5 morti e 80 feriti in combattimenti (Ansa)


Nagorno Karabakh, ultimatum di Baku ai separatisti. Erdogan: “Sosteniamo Azerbaigian” (IlGiornale)


Guerra nel Nagorno-Karabakh, l’Azerbaigian attacca postazioni militari armene: almeno 5 civili uccisi (CDS)


Nagorno Karabakh, Azerbaigian attacca nella regione contesa con Armenia (Adnkronos)


Separatisti armeni chiedono il cessate il fuoco, il presidente azero Aliyev: prima arrendetevi (Rainews)


Guerra Armenia-Azerbaigian, cosa succede e perché si combatte: il ruolo dell’enclave del Nagorno Karabakh (Il Messaggero)


Nagorno Karabakh, alta tensione Azerbaigian-Armenia: cosa fa la Russia (AdnKronos)


Azerbaigian avvia “operazione antiterroristica” in Nagorno Karabakh (Skytg24)


È scoppiata una nuova guerra in Europa: “È pulizia etnica” (Todaymondo)


Armenia-Azerbaigian, per Nagorno Karabakh guerra che dura dal 1988: cosa succede, perché si combatte (Adnkronos)


ONU: all’Assemblea Generale l’appello dell’Armenia contro l’aggressione dell’Azerbaigian (Primapress)


Verso una nuova guerra tra Armenia e Azerbaigian (Identità)


Nagorno-Karabakh: scontri a Erevan nei pressi del palazzo del governo armeno (Rainews)


L’Armenia chiede l’intervento del Consiglio Sicurezza ONU (Corriere del Ticino)


Cosa succede nel Nagorno Karabakh: l’attacco azero, le denunce armene (Avvenire)


Nagorno Karabakh, storia della guerra tra Armenia e Azerbaijan (Repubblica)


Nagorno-Karabakh, l’Azerbaigian lancia un’operazione militare nella regione | Tajani: serve una soluzione diplomatica (Tgcom24)


Nagorno Karabakh, truppe dell’Azerbaigian entrano in forze nella regione separatista: morti e feriti. In Armenia manifestanti assaltano il palazzo del governo (Quotidiano Nazionale)


Armenia, l’Azerbaigian lancia un’operazione armata per conquistare il Nagorno-Karabakh. Mosca: «Rispettare il cessate il fuoco» (Il Gazzettino)


L’Azerbaigian attacca nel Nagorno-Karabakh e riaccende il conflitto con l’Armenia (Domani)


“Operazione antiterrorismo”, l’Azerbaigian attacca l’Armenia nel Nagorno-Karabakh. Mosca: “Fermatevi” (Haffingtonpost)


Guerra Armenia-Azerbaigian, cosa succede e perché si combatte: il ruolo dell’enclave del Nagorno Karabakh (IlGazzettino)


Nagorno Karabakh, l’altro fronte della guerra in Ucraina (Skytg24)


Armenia fa appello alle Nazioni Unite (Rainews)


Nagorno Karabash: patriarca Minassian (armeni), “cessate il fuoco immediato, salviamo un popolo già condannato a morte” (Sir)


Azerbaigian comunica di aver fatto breccia in fronte armeno in Karabakh (Reuters)


L’Azerbaigian lancia un’offensiva militare contro gli armeni nel Nagorno-Karabakh: 25 morti di cui un bambino, 80 i feriti (Ilfattoquotidiano)


Aggressione azera in Nagorno Karabakh. Gli armeni (scaricati dai russi) chiedono aiuto all’Onu (Haffingtonpost)


Nagorno-Karabakh, premier Armenia: “Esercito Baku ha iniziato operazione di sfondamento”  (Primapaginanews)


Forze di Baku tentano sfondamento, lo dice il Primo Ministro Armeno (Quotidiano.net)


Azerbaigian, offensiva per conquistare il Nagorno Karabakh: ritorna la guerra con l’Armenia (Il Tempo)


Si riaccende la tensione nel Nagorno Karabakh con le solite tattiche e bugie (Panorama)


Venti di guerra in Nagorno-Karabakh: bombe dell’Azerbaigian nella regione contesa con l’Armenia (Fanpage)


Alta tensione nel Nagorno-Karabakh, tra Azerbaijan e Armenia tornano a spirare venti di guerra. Per il Cremlino si rischia un’escalation nella regione contesa (La Notizia)


ARMENIAInfuria il conflitto nel Nagorno-Karabakh (Tio.ch)


L’Azerbaijan sta facendo un’operazione militare in Nagorno Karabakh (Ilpost)


Che posto è il Nagorno Karabakh (Il Post)


Nagorno Karabakh, cosa sta succedendo: i perché di oltre 100 anni di guerre e occupazioni (Quotidiano.net)


Riesplodono gli scontri in Nagorno Karabakh (Faro di Roma)


Gas, diritto internazionale e alleanze regionali: ecco perché l’Ue può e farà poco in Nagorno-Karabakh (Eunews)


Azerbaigian, operazione armata contro posizioni armene in Nagorno-Karabakh (Cds)


Azerbaigian, atto di guerra: “Operazione armata in Nagorno-Karabakh (Libero)


L’Azerbaigian bombarda il Nagorno-Karabakh e altre notizie interessanti (Limes)


Il doppio gioco azero sugli aiuti umanitari agli armeni del Nagorno-Karabakh (Tempi)


L’Azerbaigian attacca il Nagorno Karabakh: la Comunità Armena chiede la condanna dell’aggressione e l’intervento internazionale (Fai)


Riesplode la guerra del Nagorno Karabakh : l’esercito Azerbaijan attacca le città della minoranza  armena (La Stampa)


Nagorno Karabakh, Tajani offre mediazione ad Azerbaigian e Armenia (Askanews)

Il doppio gioco azero sugli aiuti umanitari agli armeni del Nagorno-Karabakh (Tempi 19.09.23)

Ieri per la prima volta dal 15 giugno gli armeni del Nagorno-Karabakh sono tornati a ricevere aiuti umanitari. La Croce rossa internazionale e le forze russe di mantenimento della pace hanno trasportato in Artsakh circa 23 tonnellate di farina di produzione armena attraverso il Corridoio di Lachin, che l’Azerbaigian ha bloccato il 12 dicembre scorso. Allo stesso tempo, beni sanitari e per l’igiene personale di produzione svizzera e russa sono arrivati attraverso la città di Aghdam, controllata dall’Azerbaigian. Nelle prossime ore, nuovi aiuti dovrebbero arrivare da Rostov.

L’Azerbaigian ricatta gli armeni

Le autorità del Nagorno-Karabakh hanno dovuto accettare il ricatto del regime di Ilham Aliyev per impedire che la catastrofe umanitaria, che ha già fatto diverse vittime, si trasformasse in un genocidio. L’Azerbaigian, infatti, dopo aver provocato artificialmente la crisi che ha reso impossibile la vita ai 120 mila armeni residenti in Artsakh, ha proposto di far passare gli aiuti da Aghdam tenendo chiuso il Corridoio di Lachin.

Non si tratta di una proposta innocua o neutrale: il Corridoio di Lachin è l’unica strada che collega gli armeni del Nagorno-Karabakh all’Armenia. L’obiettivo degli azeri è di bloccare completamente quella via per aprirne un’altra che passa dai territori conquistati dall’Azerbaigian nella guerra del 2020.

In questo modo Baku potrebbe allentare o rinfocolare la crisi umanitaria nel Nagorno-Karabakh a piacimento, tenendo gli armeni sotto scacco e sotto costante ricatto. Le autorità dell’Artsakh hanno sempre cercato di resistere all’invio di aiuti attraverso la città di Aghdam ma, presi per fame, hanno dovuto cedere dopo aver ottenuto però la consegna di aiuti anche attraverso il Corridoio di Lachin.

Il Corridoio di Lachin va riaperto

L’accordo raggiunto il 12 settembre, e che si è concretizzato ieri con l’arrivo dei primi aiuti, è senza dubbio una notizia positiva per la popolazione del Nagorno-Karabakh, ormai allo stremo.

Il compromesso non risolve però il problema di fondo: il Corridoio di Lachin deve essere riaperto e il transito di beni e persone da e verso l’Armenia ripristinato. Solo il ripristino della giustizia e dello stato di diritto potranno infatti evitare un nuovo conflitto tra Armenia e Azerbaigian.

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Quaderno armeno (Comune Arco 18.09.23)

La biblioteca civica «Bruno Emmert» propone venerdì 22 settembre l’incontro con Sara Maino, artista audiovisiva, educatrice, poeta e performer, regista cinematografica e teatrale, che presenta il suo libro «Quaderno armeno. Hotel Praha, Yerevan» (Nous, 2023).

A Yerevan, la capitale dell’Armenia indipendente, non è il mondo armeno diasporico occidentale accogliente, pacificato, plurilingue, caratterizzato da un cristianesimo aperto e universale che viene incontro a Sara. Per una serie di disavventure verrà fagocitata da un clan di rifugiati ospiti in un albergo fatiscente, dove il degrado risulta insopportabile, dove non ci sono turisti o armeni locali ma profughi della guerra del Nagorno Karabakh; un rifugio dove una umanità dolente tenta di cancellare un vissuto che non ha futuro. Un diario-racconto di straordinaria efficacia descrittiva e insieme capace di andare in profondità, di scavare nel proprio mondo e nel mondo dell’altro senza timore di far emergere la verità scomoda della difficoltà di potersi accettare nella propria diversità (dalla prefazione di Pietro Kuciukian).

Inizio alle ore 17.30, ingresso libero.

L’autrice dialogherà con Giuliano Geri, editor e traduttore; interverrà Pietro Kuciukian, console onorario della Repubblica di Armenia in Italia, e saranno presenti Chiara Sicurella e Giuditta Busà della casa editrice Nous.

Con intermezzi musicali di Stefano Menato.

► https://biblioteca.comune.arco.tn.it

Foto da www.facebook.com/mainosara 

Le forniture di aiuti umanitari nel Nagorno-Karabakh sono finalmente riprese. L’Ue esorta a “regolarizzare il passaggio” (Eunews 18.09.23)

Bruxelles – Dopo mesi di stallo e di completa chiusura dei rifornimenti umanitari, gli oltre 120 mila abitanti del Nagorno-Karabakh possono tornare a sperare in un flusso costante di cibo e farmaci, gas e acqua potabile. “Accogliamo con favore il passaggio simultaneo di carichi umanitari attraverso Lachin e Ağdam“, è il commento soddisfatto del presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, alla notizia di oggi pomeriggio (18 settembre) dell’ingresso di camion del Comitato internazionale della Croce Rossa carichi di aiuti umanitari nella regione separatista a maggioranza armena sul territorio dell’Azerbaigian: “Questo passaggio deve essere regolarizzato“.

Nagorno Karabakh Armenia AzerbaijanIl primo convoglio umanitario a fare ingresso nell’enclave a maggioranza cristiana nel sud-ovest dell’Azerbaigian (a maggioranza musulmana) era arrivato martedì scorso (12 settembre) ma dal territorio azero attraverso la rotta Ağdam-Askeran. Altri convogli francesi e armeni erano rimasti invece finora bloccati, nonostante l’accordo del 9 settembre tra il governo azero e quello armeno per riaprire il corridoio di Lachin. Per questo motivo il leader del Consiglio Ue aveva chiesto “a tutte le parti interessate di dare prova di responsabilità e flessibilità” nel “facilitare la riapertura dell’unica via di accesso all’Armenia e al mondo esterno per decine di migliaia di abitanti dell’autoproclamata Repubblica dell’Artsakh. Dopo la svolta di oggi – che mette forse fine a una crisi che va avanti da nove mesi – per Bruxelles “è essenziale avviare colloqui tra Baku e gli armeni del Nagorno-Karabakh sui loro diritti e la loro sicurezza“, ha messo in chiaro Michel, anticipando che “l’Ue è pronta a sostenere”.

L’Unione Europea è diventata da un anno e mezzo il principale mediatore tra il primo ministro dell’Armenia, Nikol Pashinyan, e il presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, e si spiega così l’entusiasmo di Bruxelles nel vedere i primi segnali di distensione tra due Paesi caucasici. “Accogliamo la consegna di aiuti umanitari della Croce Rossa attraverso Lachin e Ağdam agli armeni del Nagorno-Karabakh”, ha ribadito il portavoce del Servizio europeo per l’azione esterna (Seae), Peter Stano. Quello che le istituzioni comunitarie ora si aspettano è “garantire forniture regolari alla popolazione”, spingere per un “dialogo significativo” tra Baku e i separatisti e soprattutto “diminuire le tensioni sulla linea di contatto e sul confine internazionale“. La crisi dura da mesi e il dispiegamento di truppe azere lungo il confine armeno ha aumentato i timori per lo scoppio di un nuovo conflitto tra Baku e Yerevan per il controllo del Nagorno-Karabakh.

La tensione in Nagorno-Karabakh

Armenia Azerbaijan UE
Da sinistra: il presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, e il primo ministro dell’Armenia, Nikol Pashinyan

Tra i due Paesi caucasici la guerra congelata va avanti dal 1992, con scoppi di violenze armate ricorrenti. Il più grave degli ultimi anni è stato quello dell’ottobre del 2020: in sei settimane di conflitto erano morti quasi 7 mila civili, prima del cessate il fuoco che ha imposto all’Armenia la cessione di ampie porzioni di territorio nel Nagorno-Karabakh. Dopo un anno e mezzo la situazione è tornata a scaldarsi a causa di alcune sparatorie alla frontiera a fine maggio 2022, quando è diventato sempre più evidente che la tensione sarebbe tornata a salire. La priorità dei colloqui di alto livello stimolati dal presidente del Consiglio Europeo è stata posta sulla delimitazione degli oltre mille chilometri di confine. Tuttavia, mentre a Bruxelles si sta provando da allora a trovare una difficilissima soluzione a livello diplomatico, da settembre sono riprese le ostilità tra Armenia e Azerbaigian, con reciproche accuse di bombardamenti alle infrastrutture militari e sconfinamenti di truppe di terra.

La mancanza di un monitoraggio diretto della situazione sul campo da parte della Russia – che fino allo scoppio della guerra in Ucraina era il principale mediatore internazionale – ha portato alla decisione di implementare una missione Ue. Dopo il compromesso iniziale con Yerevan e Baku raggiunto il 6 ottobre a Praga in occasione della prima riunione della Comunità Politica Europea, 40 esperti Ue sono stati dispiegati lungo il lato armeno del confine fino al 19 dicembre dello scorso anno. Una settimana prima della fine della missione l’Azerbaigian ha però bloccato in modo informale – attraverso la presenza di pseudo-attivisti ambientalisti armati – il corridoio di Lachin e fino a oggi sono stati messi in atto forti limitazioni del transito di beni essenziali come cibo e farmaci, gas e acqua potabile. Gli unici a poterla percorrere erano i soldati del contingente russo di mantenimento della pace e il Comitato internazionale della Croce Rossa.

Azerbaigian Armenia Corridoio Lachin
Soldati dell’Azerbaigian al posto di blocco sul corridoio di Lachin (credits: Tofik Babayev / Afp)

A seguito dell’aggravarsi della situazione nel corridoio di Lachin, il 23 gennaio è arrivata la decisione del Consiglio dell’Ue di istituire la missione civile dell’Unione Europea in Armenia (Euma) nell’ambito della politica di sicurezza e di difesa comune, con l’obiettivo di contribuire alla stabilità nelle zone di confine e garantire un “ambiente favorevole” agli sforzi di normalizzazione dei due Paesi caucasici. Ma la tensione è tornata a crescere lo scorso 23 aprile, con la decisione di Baku di formalizzare la chiusura del collegamento strategico attraverso un posto di blocco, con la giustificazione di voler impedire la rotazione dei soldati armeni nel Nagorno-Karabakh “che continuano a stazionare illegalmente nel territorio dell’Azerbaigian”. Da Bruxelles è arrivata la condanna dell’alto rappresentate Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, prima della ripresa delle discussioni a maggio e un nuovo round di negoziati di alto livello tra Michel, Aliyev e Pashinyan il 15 luglio.

L’alternarsi di sforzi diplomatici e tensioni crescenti sul campo ha portato a uno degli episodi più allarmanti per gli osservatori Ue presenti dallo scorso 20 febbraio in Armenia per contribuire alla stabilità nelle zone di confine. Il 15 agosto una pattuglia della missione Euma è rimasta coinvolta in una sparatoria dai contorni non meglio definiti (entrambe le parti, armena e azera, si sono accusate a vicenda), senza nessun ferito. L’evento aveva provocato qualche imbarazzo a Bruxelles, dopo che Yerevan aveva dato la notizia secondo cui l’esercito azero aveva “scaricato il fuoco contro gli osservatori dell’Ue”. Sulla stessa pagina X della missione civile Ue in Armenia era apparso un post (poi cancellato) con un perentorio “falso”, ma poche ore più tardi è stato pubblicato l’aggiornamento di rettifica che ha dato ragione ai portavoce armeni, almeno nella parte in cui è stata confermata la presenza della pattuglia europea durante gli spari, senza nessun riferimento alla responsabilità azera.

Il Consiglio ecumenico delle chiese in visita in Armenia (Riforma.it 18.09.23)

Una delegazione del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) è in visita presso la Chiesa apostolica armena da oggi18 fino al 22 settembre. La visita prevederà un’udienza con Karekin II, patriarca e catholicos di tutti gli Armeni.

La delegazione discuterà della situazione attuale del Corridoio Lachin, la strada principale che collega la regione all’Armenia, che è bloccato da più di nove mesi, colpendo gravemente le condizioni di vita di 120.000 persone, compresi i bambini. La crisi umanitaria continua ad aggravarsi nell’enclave bloccata del Nagorno-Karabakh (Artsakh).

«Data la terribile situazione nel Nagorno-Karabakh e la continua lotta per far arrivare gli aiuti umanitari, il comitato centrale del Cec ha chiesto al segretario generale di guidare una delegazione in questa parte tormentata del mondo. La nostra visita ha lo scopo di esprimere la solidarietà della comunità globale, studiare la situazione, stabilire i fatti e considerare con i leader e le realtà locali cosa può fare il Consiglio ecumenico per affrontare la situazione. Chiediamo alle nostre chiese membro e ad altri di pregare per la situazione nel Nagorno-Karabakh».

Durante la visita della delegazione al monastero armeno di Noravank, risalente al XIII secolo, si terrà una preghiera per la pace nella regione.

Gli incontri che si terranno nella capitale armena Yerevan e altrove includeranno funzionari statali, organizzazioni della società civile, la missione di monitoraggio civile dell’Unione europea e altri attori.

Il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese, il pastore Jerry Pillay, sarà accompagnato dall’arcivescovo Vicken Aykazian, vice moderatore del comitato centrale del Cec, dalla pastora. Rita Famos, presidente della Chiesa protestante svizzera, da Carla Khijoyan, dirigente del programma Cec per il Medio Oriente, da Peter Prove, direttore della Commissione delle Chiese per gli affari internazionali del Cec e da Ani Ghazaryan Drissi, dirigente del programma del Cec per la Commissione Fede e Costituzione del Consiglio ecumenico.

Qui l’intervista al giornalista Simone Zoppellaro che abbiamo pubblicato la scorsa settimana in relazione proprio alla situazione nella regione.

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281° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Artsakh è armeno. Lo è stato sempre… e non rinuncia ad essere armeno (Korazym 18.09.23)

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 18.09.2023 – Vik van Brantegem] – A mezzogiorno di ieri, domenica 17 settembre 2023 – il giorno di Khachverats nella Chiesa Apostolica Armena, la festività dell’Esaltazione della Santa Croce – abbiamo ascoltato un’altra recita dell’Angelus Domini domenicale, durante la quale Papa Francesco continua a non menzionare il destino dell’Armenia, la prima nazione cristiana, e la drammatica crisi umanitaria causata dall’Azerbajgian, che si aggrava giorno dopo giorno in Artsakh. Perché?

Ani Badalyan, Portavoce del Ministero degli Esteri dell’Armenia, comunica con un post su Twitter che Ararat Mirzoyan, Ministro degli Esteri dell’Armenia parteciperà dal 18 al 24 settembre 2023 a New York alla 78ª sessione dell’Assemblea Generale ed eventi di alto livello delle Nazioni Unite. Aggiunge: «Sono previsti numerosi incontri con funzionari e controparti delle Nazioni Unite di diversi Paesi».

Da un altro post su Twitter, questa volta della Segreteria di Stato della Santa Sede, apprendiamo: «Il Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, S.E. Mons. Paul Richard Gallagher, parteciperà alla 78ª Assemblea Generale delle Nazioni Unite per la Settimana di Alto-Livello, che si terrà a New York dal 18 al 26 settembre 2023».

Certamente, il Segretario Mons. Gallagher avrà occasione di spiegare al Ministro Mirzoyan questo inquietante silenzio della Suprema Autorità che rappresenta a questo Alto Livello.

Il Centro l’informazione della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh ha pubblicato ieri, 17 settembre 2023 alle ore 13.16 sulla sua pagina Facebook il post che segue (nostra traduzione italiana dall’inglese). Il post informa che il governo della Repubblica di Artsakh ha acconsentito all’apertura della rotta di Akna (Aghdam), con la simultanea apertura del Corridoio di Berdzor (Lachin), per il trasporto umanitario con veicoli della Croce Rossa.

Ricordiamo, che ciò non significa che il Corridoio di Berdzor (Lachin) è aperto, poiché si tratta solo di veicoli della Croce Rossa e per un volume limitato. Quindi, non secondo lo status del Corridoio di Berdzor (Lachin) definito nella dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2023 e l’ordine vincolante della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite, per l’apertura del corridoio in ambedue le direzioni senza ostacoli per persone, veicoli anche privati e merci (sia umanitari e commerciali).

«Cari connazionali,
la crisi causata dal blocco dell’Artsakh da parte dell’Azerbajgian si aggrava ogni giorno. Il governo organizza l’approvvigionamento di grano e la fornitura di farina ai panificatori in condizioni ristrette, purtroppo non è sempre possibile fornire i 200 grammi di pane giornalieri a disposizione dei cittadini con il sistema dei tagliandi.
Considerando l’aggravarsi del disastro e della situazione di sicurezza nel Paese, le autorità della Repubblica di Artsakh hanno deciso di accettare la proposta congiunta dell’ufficio di Stepanakert del Comitato Internazionale della Croce Rossa e del Comando della missione di mantenimento della pace russo per il trasferimento simultaneo di carichi umanitari della Croce Rossa attraverso il Corridoio di Berdzor, lungo l’autostrada Goris-Stepanakert e lungo la strada Akna-Stepanakert, con autoveicoli del Comitato Internazionale (merci di origine estera).
L’organizzazione del processo è necessaria sia per neutralizzare le minacce alla vita e alla salute dei nostri cittadini, sia per garantire l’ulteriore trasporto di carichi umanitari attraverso il Corridoio di Berdzor.
Vi informiamo inoltre che i mediatori stanno lavorando per organizzare un incontro con i rappresentanti ufficiali dell’Artsakh e dell’Azerbajgian al fine di alleviare la tesa situazione umanitaria e di sicurezza nella Repubblica».

Secondo quanto si apprende, e viene riferito anche dall’agenzia 301, gli aiuti in arrivo da Svizzera, Russia, Spagna e India verranno trasportati nell’Artsakh dalla strada Akna (Aghdam)-Askeran-Stepanakert. Gli aiuti dall’Armenia, invece, seguiranno la strada Goris-Stepanakert, lungo il Corridoio di Berdzor (Lachin) che collega l’Armenia con l’Artsakh. Il Comitato Internazionale della Croce Rossa gestirà in esclusiva il trasporto delle merci, mentre i veicoli della Mezzaluna Rossa non opereranno sulla strada Akna-Stepanakert.

Il passaggio attraverso la strada Akna (Aghdam)-Askeran-Stepanakert.

Secondo i rapporti ufficiali del Comitato Internazionale della Croce Rossa Internazionale, la Croce Rossa ha consegnato con successo aiuti umanitari all’Artsakh attraverso il Corridoio di Berdzor (Lachin) e la strada Akna (Aghadam)-Askeran-Stepanakert.

Questa mattina, intorno alle ore 07.30 ora locale, un camion e autoverture del CICR sono passati attraverso la strada Akna (Aghdam)-Askeran-Stepanakert e sono stati ricevuti da un rappresentante dell’ufficio della Croce Rossa a Stepanakert. Questo carico umanitario, come confermato dal CICR, comprende forniture essenziali come farina e medicine. In contemporanea un camion e autovetture del CICR sono passati attraverso il Corridoio di Berdzor (Lachin) con 23 tonnellate di farina armena.

Il CICR ha affermato che i residenti dell’Artsakh sono in fila per il pane e che le strutture sanitarie mancano di forniture mediche. Ha aggiunto che le spedizioni di aiuti umanitari rappresentano una necessità urgente.

Il passaggio attraverso la strada Akna (Aghdam)-Askeran-Stepanakert.
Il passaggio attraverso la strada Akna (Aghdam)-Askeran-Stepanakert, al posto di blocco delle forze di mantenimento della pace russe sulla linea di contatto Artsakh-Azerbajgian.
Il passaggio sul ponte Hakari all’ingresso del Corridoio di Berdzor (Lachin) dall’Armenia, al posto di blocco illegale dell’Azerbajgian sulla frontiera tra Armenia e Artsakh.

«Come risultato dei persistenti sforzi diplomatici volti a trovare un consenso umanitario tra i decisori, il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) lunedì sta portando spedizioni di farina di grano e articoli medici essenziali alle persone bisognose tramite il Corridoio di Lachin e la strada di Aghdam.
“Siamo estremamente sollevati dal fatto che molte persone che dipendono dagli aiuti umanitari riceveranno finalmente il sostegno tanto necessario nei prossimi giorni”, ha affermato Ariane Bauer, direttrice regionale del CICR per l’Europa e l’Asia centrale. “Le strutture sanitarie mancano di forniture mediche. Le persone fanno ore di fila per il pane. Hanno urgentemente bisogno di aiuti continui attraverso spedizioni umanitarie regolari. Questo consenso ha permesso alle nostre équipe di riprendere questo lavoro salvavita”.
Nelle ultime settimane il CICR ha discusso con i decisori politici sulle opzioni per far arrivare gli aiuti nell’area attraverso diversi percorsi, tra cui sia il Corridoio di Lachin che la strada di Aghdam. L’operazione di lunedì prevedeva due camion che consegnavano simultaneamente le merci attraverso il Corridoio di Lachin e la strada di Aghdam» (CICR Ginevra).

«Spero che questo consenso consenta ai nostri convogli strettamente umanitari di riprendere non solo oggi ma nelle settimane a venire in modo da poter fornire regolarmente aiuti a coloro che ne hanno bisogno. Il nostro obiettivo è raggiungere coloro che hanno più bisogno di assistenza in linea con i nostri principi fondamentali di neutralità, imparzialità e indipendenza» (Ariane Bauer, Direttrice regionale del CICR per l’Europa e l’Asia centrale).

«Come risultato dei persistenti sforzi diplomatici per trovare un consenso umanitario tra i decisori, oggi stiamo portando spedizioni di farina di grano e articoli medici essenziali alle persone bisognose attraverso il Corridoio di Lachin e la strada di Aghdam» (CICR Armenia).

«I camion del CICR hanno attraversato liberamente il posto di controllo di frontiera di Lachin dopo essere ispezionato, diretto verso Khankendi di Azerbajgian [cioè, Stepanakert, la capitale della Repubblica di Artsakh, sotto assedio dalle forze armate dell’Azerbajgian da 9 mesi]”, scrivono i media statali azeri, omettendo di menzionare che questa è la prima volta che degli aiuti umanitari attraversano il Corridoio di Berdzor (Lachin) dallo scorso mese di giugno.

Il passaggio del carico umanitario del Comitato Internazionale della Croce Rosso attraverso la strada di Akna (Aghdam)-Askeran-Stepanakert è descritto dal giornalista Fardin Isazade, che durante il blocco degli sedicenti “eco-attivisti” del Corridoio di Berdzor (Lachin) si era offerto “scherzosamente” di uccidere degli Armeni in occasione della festa di Novruz.

Poiché è stato raggiunto un accordo affinché la strada Akna (Aghdam)-Askeran-Stepanakert sia utilizzata esclusivamente per aiuti umanitari attraverso la Russia trasportati dalla Croce Rossa russa, gli ex sedicenti “eco-attivisti” che hanno bloccato il Corridoio di Berdzor (Lachin), riciclati manifestanti della “farina umanitaria-filantropica” della Mezzaluna Rossa azera liberanno la strada Aka (Aghadam)-Askeran-Stepanakert dallo show e torneranno a casa?

Non ci sono segni di una riapertura generale del Corridoio di Berdzor (Lachin). Finché le persone e le merci (incluso carburante) non potranno viaggiare liberamente tra Artsakh e Armenia in ambedue le direzioni, senza intromissione dell’Azerbajgian nel Corridoio di Berdzor (Lachin); finché la fornitura di gas ed elettricità dall’Armenia non viene ripristinata, il blocco dell’Azerbajgian rimane in pieno vigore. Se il popolo dell’Artsakh ha bisogno di aiuti umanitari per sopravvivere, significa che si trova ancora sotto blocco in una crisi umanitaria creata dall’Azerbajgian.

«L’integrità territoriale del Paese con una superficie di 29.800 km2, i diritti e la sicurezza del popolo del Nagorno-Karabakh sono una linea rossa per l’Armenia. Dopo la caduta di Hitler, la pulizia etnica non è più una questione interna di nessun Paese. Le massicce violazioni dei diritti umani non possono mai essere considerate affari interni di nessun Paese. Spero che quando l’Armenia preparerà le sue risposte all’Azerbajgian, avrà luogo un nuovo incontro. Ma è molto importante che l’Azerbajgian faccia passi di fiducia in risposta ai nostri passi. Il processo non può essere unilaterale» (Edmon Marukyan, Ambasciatore con incarichi speciali presso il Ministero degli Esteri dell’Armenia, Leader del partito Armenia Luminosa).

«Un aereo militare azero Ilyushin IL-76MD è recentemente atterrato a Islamabad, in Pakistan, sollevando preoccupazioni a causa del suo volo insolito, senza data di ritorno o destinazione nota. Ciò suggerisce che il Pakistan potrebbe inviare personale o armi all’Azerbajgian» (Agenzia 301).

Avi Scharf, giornalista di Haaretz segnala voli tra Israele-Azerbajgian di cargo militari registrati: «RARO volo di Rosh Hashanah dall’aeroporto azera vicino al confine con l’Armenia alla base israeliana di Ovda. Il 7°! cargo jumbo pesante in 2 settimane (il 105° in 7 anni)».

«”Teheran non permetterà la restrizione o la chiusura della storica rotta che collega l’Iran all’Armenia”, ha dichiarato il Ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir Abdollahian. “Se l’Azerbajgian vuole effettuare un’operazione militare contro l’Armenia, risponderemo con un’operazione 10 volte più potente in modo che non mandino i loro soldati a morire inutilmente”, ha dichiarato il Membro della Commissione per la Sicurezza Nazionale del Parlamento iraniano, Yaqub Rezazadeh» (Agenzia 301).

Segue un articolo di JAMnews (di Go Group Media, con sede in Georgia), in cui viene spiegato in chiare lettere che l’Azerbajgian non solo si sta preparando alla guerra, ma questa è inevitabile. Riprende le parole da un’intervista con l’organo di stampa statale azero Bizim.Media di Elmar Mammadyarov, che è stato Ministro degli Esteri dell’Azerbajgian dal 2004 al 2020. Fu licenziato dopo che il Presidente Ilham Aliyev lo ha criticato per essere stato assente dal Ministero degli Esteri durante uno scontro armato al confine con l’Armenia il 12 luglio 2020. Gli fu vietato di lasciare il Paese, essendo inserito in una no-fly list per il suo coinvolgimento in un’indagine su accuse di corruzione nel Ministero degli Esteri.

“Per firmare il trattato di pace è necessario uno scontro militare” – ex Ministro degli Esteri azerbajgiano, Elmar Mammadyarov sulla probabilità della guerra
JAMnews, 13 settembre 2023

(Nostra traduzione italiana dall’inglese)

Secondo l’ex Ministro degli Esteri azerbajgiano, Elmar Mammadyarov, per firmare un trattato di pace tra Azerbajgian e Armenia è necessario uno scontro militare. “Può essere uno scontro a breve termine o una guerra. Solo questo potrà costringere Pashinyan a firmare il trattato”, ha aggiunto.

“L’inizio delle esercitazioni militari nelle Forze Armate dell’Azerbajgian ha spaventato gli Armeni. Nonostante il fatto che, secondo alcuni giornalisti, i revanscisti armeni desiderino iniziare una guerra. Questa è un’opinione fondamentalmente errata. Analisi internazionali mostrano che l’esercito armeno è stato schiacciato durante la guerra durata 44 giorni. L’attuale situazione economica dell’Armenia non consente di ricostruire l’esercito. Pertanto, la guerra è ciò che Pashinyan teme di più.

E ora Pashinyan bussa a diverse porte per evitare la guerra. Vuole che i leader dei principali Stati del mondo convincano l’Azerbajgian a non iniziare una guerra. Pashinyan sa che un’altra guerra potrebbe segnare la fine non solo della sua carriera politica, ma anche dell’intera Armenia”.

Così l’ex ministro degli Esteri azero Elmar Mammadyarov ha commentato gli ultimi sviluppi nella regione in un’intervista a Bizim.Media.

Ha sottolineato che gli scontri militari costringeranno l’Armenia a firmare un trattato di pace: “Ho detto molte volte che per firmare un trattato di pace dovrebbero esserci dei tipi di scontri militari. Una guerra o scontri a breve termine costringeranno Pashinyan a firmare il trattato. In questo momento la leadership armena sta facendo un doppio gioco. Non vuole né la pace né la guerra. Sotto la pressione di forze interne ed esterne, il governo di Pashinyan fa spesso dichiarazioni anti-azerbajgiane. Ma poi non riesce a sostenere queste affermazioni e si ritira dalle sue posizioni. Ora chiede nuovi incontri e trattative. Per questo si rivolge ai leader degli altri Paesi”.

Secondo Mammadyarov l’operazione antiterrorismo è necessaria: “Attualmente l’esercito azerbajgiano controlla l’intera zona del confine condizionale con l’Armenia. Ma in Karabakh il quadro è un po’ diverso. I separatisti rappresentano una seria minaccia non solo per il nostro popolo, ma anche per lo Stato. Dovremmo tenere conto del fatto che molti oggetti strategici, a partire dal bacino idrico di Sarsang fino al Bazaar Rosso, sono sotto il controllo dei separatisti armeni. Per questo motivo è necessaria un’operazione antiterrorismo su questo territorio. Un’altra opzione che Pashinyan teme è un’operazione antiterroristica da parte dell’esercito azerbajgiano in Karabakh e l’espulsione dei militanti armeni dal Paese. Questo non promette nulla di buono per Pashinyan. Ecco perché è preoccupato. Attraverso i leader di Francia, Germania e Turchia sta cercando di dissuadere Baku dall’idea di un’operazione del genere”.

«Ovviamente, il Comune di Stepanakert non è in grado di raccogliere la spazzatura a causa della mancanza di carburante. Ovviamente, quel povero cane non riesce a trovare nulla per colazione. Ancora mattina a Stepanakert» (Marut Vanyan, giornalista freelance in Karabakh/Artsakh – Email).

«Nove mesi dopo l’inizio del #ArtsakhBlockade in Nagorno-Karabakh, la carenza di pane peggiora. Nonostante il sistema dei tagliandi, oggi [17 settembre 2023] tutti i panifici sono chiusi, rendendo impossibile trovare il pane anche con i tagliandi. I proprietari hanno esposto degli avvisi in cui si dice “niente farina” a causa della continua carenza» (Siranush Sargsyan, giornalista freelance nel Nagorno-Karabakh assediato).

»Questo ragazzo è andato in bicicletta all’altra parte della città per cercare cibo, ha fatto il giro del mercato, fermandosi, indugiarono per un po’, Poi, è tornato a casa, a mani vuote» (Siranush Sargsyan, giornalista freelance nel Nagorno-Karabakh assediato)

«Ho appena visitato il mercato di Stepanakert per comprare un po’ di roba…» (Marut Vanyan, giornalista freelance in Karabakh/Artsakh – Email).

«Tutti comprano l’uva quanto possono» (Marut Vanyan, giornalista freelance in Karabakh/Artsakh – Email).

«C’è un villaggio in Nagorno-Karabakh/Artsakh chiamato Sos [come SOS-Save Our Souls). Un uomo da lì ha consegnato uva alla città. “Per favore, datemi ancora un po’, ci sono quattro bambini a casa”, ha detto una donna, tenendo in mano il sacchetto di plastica. Così Sos salva le anime della capitale» (Marut Vanyan, giornalista freelance in Karabakh/Artsakh – Email).

I 9 mesi di blocco significano anche che non c’è più sale in Artsakh. Quindi, la gente produce il sale in casa, perché il sale è fondamentale per conservare per fare le provviste in previsione dell’inverno.

Domenica mattina 17 settembre 2023, Stepanakert. «Un’altra coda. E ancora una volta. per il pane. L’Eucaristia» (Marut Vanyan, giornalista freelance in Karabakh/Artsakh – Email).

«Come vi procurate le candele? chiedo al diacono.
– Da Etchmiadzin.
– Ma il Corridoio di Lachin è chiuso.
– Siamo riusciti a portarle l’ultima volta poi la strada è stata chiusa. Sai, è chiaro che presto anche queste finiranno» (Marut Vanyan, giornalista freelance in Karabakh/Artsakh – Email).

«”Ieri mio figlio è andato a dormire piangendo. Sono il peggior genitore di questo mondo”. La crisi alimentare colpisce le famiglie povere di Nagorno-Karabakh/Artsakh» (Marut Vanyan, giornalista freelance in Karabakh/Artsakh – Email).

«Russi in Nagorno-Karabakh. Almeno potete portare un sacco di caffè per Stepanakert. Volate in continuazione sopra le nostre teste e non vi chiediamo neanche un risarcimento per l’inquinamento atmosferico. Almeno potete consegnare le sigarette ai vostri colleghi dell’esercito e della polizia in Nagorno Karabakh. Almeno vi chiamate forze di mantenimento della pace… Certamente non è così difficile come aprire il Corridoio di Lachin» (Marut Vanyan, giornalista freelance in Karabakh/Artsakh – Email).

Code, un sistema di governo azero-turco

Code non solo in Artsakh, ma anche in Turchia. Recep Tayyip Erdoğan dice che il XXI secolo è il “secolo turco” (chi lo spiega che esistono Cina e India?), ma a Defne, nella provincia di Hatay, la gente fa code enormi che secondo il giornalista sono troppo lunghe per lui per camminare e che la gente sarà fortunata per prendere un pacco d’acqua.

Defne è un’antica città greca originariamente chiamata Dafne (Δάφνη) dal nome di una ninfa mitologica associata a fontane, pozzi, sorgenti, ruscelli, torrenti e altri fonti d’acqua dolce. Dafne era una città portuale turistica durante l’impero greco seleucide, famosa per le cascate. Oggi, il 12º e attuale Presidente della Turchia non è in grado di fornire abbastanza acqua dolce alla gente del posto, ma questo secolo è totalmente turco…

«Elmar Allahverdiyev, un ex militare azero, che aveva rivelato i crimini del dittatore Aliyev, ha subito un attentato e la sua moglie è stata uccisa. Allahverdiyev era stato torturato senza pietà nell’ambito del “caso Tartar”, uno dei più grandi crimini ordinati da Ilham Aliyev.
Mentre stava andando in vacanza con la sua famiglia, l’auto (Lexus) su cui viaggiava Allahverdiyev è stata attaccata da altre auto. A seguito di questo attacco terroristico, la moglie di Allahverdiyev, Rahima Allahverdiyeva nata nel 1994, è stata uccisa e lui e 2 figli sono rimasti gravemente feriti
Allahverdiyev ha detto su canali giornalistici YouTube la verità sul crimine di Tartar, su ordine di chi e da chi è stato commesso. Alcune settimane prima dell’attentato, Allahverdiyev era stato minacciato dal DTX [Dövlət Təhlükəsizliyi Xidməti, il servizio di sicurezza dello Stato della Repubblica di Azerbajgian). Gli fu detto che se non stesse zitto, se continuasse a parlare dei fatti di Tartar, avrebbero ucciso lui e la sua famiglia.

Vorrei menzionare che nel 2017, su ordine del Presidente dell’Azerbajgian, Ilham Aliyev, più di 1.700 militari [azeri] sono stati brutalmente torturati e alcuni di loro sono stati uccisi a causa della tortura. Le persone che sono state torturate hanno detto che il generale e altri ufficiali che le hanno torturate hanno detto che İlham Aliyev li aveva ordinato di farlo.
Informazioni più dettagliate sul “caso Tartar” si possono trovare su Wikipedia [QUI].
Fino ad oggi, gli autori dei crimini di Tartar non sono stati puniti e coloro che parlano di questo crimine vengono imprigionati e torturati. Le organizzazioni per i diritti umani probabilmente chiederanno sanzioni ad Aliyev e al suo ministero del terrore, il DTX, per questo attentato contro la famiglia di Elmar Allahverdiyev e per l’omicidio di sua moglie» (Manaf Jalilzade, blogger politico azero e fondatore-capo di Diktator TV, residente in Svizzera).

«Il dittatore Aliyev presto farà una provocazione contro gli Armeni. Secondo le precise informazioni che ho ricevuto, Aliyev effettuerà nuove provocazioni al confine con l’Armenia per avviare il prossimo turno di guerra. Il mondo intero sa benissimo che Nikol Pashinyan e il popolo armeno non vogliono la guerra. Si può anche dire che la maggior parte del popolo azero odia gli spettacoli di guerra di Aliyev. Ma Aliyev continua a effettuare provocazioni e a uccidere i giovani. A causa di questo malvagio dittatore, oggi l’Azerbajgian è conosciuto nel mondo come un Paese del terrore. La maggior parte della popolazione in Azerbajgian non vuole più la guerra, ma chi si oppone viene picchiato dalla polizia e imprigionato. Lo ripeto un’altra volta: Aliyev farà presto una grande provocazione per iniziare una guerra con l’Armenia» (Suleyman Suleymanli, blogger politico azero, Defence of Freedom of Speech and Democracy Organization, residente in Svizzera).

NOI PREGHIAMO IL SIGNORE PER QUESTO MIRACOLO
NON DOBBIAMO SPERARE CHE VENGA DAGLI UOMINI,
QUELLO CHE SOLO IL SIGNORE POTREBBE DARCI

Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]

Nagorno-Karabakh, i separatisti accettano il passaggio di aiuti (Bluewin 17.09.23)

I separatisti armeni nell’enclave separatista del Nagorno-Karabakh in Azerbaigian hanno concordato oggi la consegna di forniture umanitarie attraverso il territorio controllato da Baku, segnando un primo passo verso la de-escalation nella instabile regione.

17.9.2023 – 21:57

L’Armenia ha accusato l’Azerbaigian di alimentare una crisi umanitaria nel Nagorno-Karabakh dopo che Baku ha bloccato l’anno scorso l’unica strada che collega la regione montuosa con l’Armenia, il corridoio Lachin, sorvegliato dalle forze di pace russe.

L’Azerbaigian ha respinto l’accusa, sostenendo che il Nagorno-Karabakh potrebbe ricevere tutte le forniture di cui ha bisogno attraverso l’Azerbaigian. Baku ha affermato che le autorità separatiste hanno semplicemente rifiutato la sua proposta di riaprire contemporaneamente sia il corridoio Lachin che la strada Aghdam che collega il Nagorno-Karabakh con il resto dell’Azerbaigian.

Consegne consentite

Oggi il governo separatista ha dichiarato di aver accettato di consentire «consegne simultanee di carichi umanitari» attraverso entrambe le rotte, mentre «mediatori non specificati stanno lavorando per organizzare un incontro con i rappresentanti ufficiali dell’Artsakh (nome armeno del Nagorno-Karabakh) e dell’Azerbaigian al fine di alleviare la tesa situazione umanitaria e di sicurezza nella repubblica».

Il ministero degli Esteri di Baku ha affermato di essere stato informato dal Comitato internazionale della Croce Rossa che le autorità separatiste «hanno concordato forniture parallele di carichi umanitari a partire dal 18 settembre».

L’Unione europea e gli Stati Uniti hanno chiesto la riapertura delle rotte di Lachin e Aghdam per gli aiuti umanitari poiché il Nagorno-Karabakh è alle prese con una grave carenza di cibo e medicine.

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