MERCOLEDÌ 23 MARZO 8 Laura Ephrikian presenta il suo ultimo libro a Lurago d’Erba (Ciaocomo.it 21.03.22)

Mercoledì 23 marzo, alle ore 21, presso la Sala consiliare del Comune di Lurago d’Erba, in via Roma 56, Laura Ephrikian, nota come Laura Efrikian, presenterà il suo nuovo libro dal titolo EphrikianUna famiglia armena, edito da Spazio Cultura, in cui si racconta come donna, attrice, autrice di libri, moglie e madre, in uno spaccato temporale fatto di ricordi, testimonianze, incontri speciali e memorie quotidiane.

Il padre di Laura, Angelo Ephrikian, era di origine armena, violinista, direttore d’orchestra e compositore. Ricordare la sua famiglia e le sue origini è anche un modo per ricordare come il genocidio degli armeni uccisi dai Turchi nel 1915 avesse ridotto la comunità armena a pochi sopravvissuti. Fu un vero e proprio olocausto con oltre un milione e mezzo di morti. Voltando pagina, le cronache rosa poi ricordano il matrimonio di Laura con Gianni Morandi nel 1966, un’unione, terminata nel 1979, da cui la coppia ha avuto tre figli: Serena, morta subito dopo il parto, Marianna e Marco, che li hanno resi nonni di cinque nipoti. Un racconto che la svelerà anche come donna impegnata in missioni all’estero per aiutare i bambini africani.

Dopo aver studiato recitazione presso il Piccolo Teatro di Milano sotto la direzione di Giorgio Strehler, Laura Ephrikian ha iniziato la carriera come annunciatrice alla Rai dalla sede di Milano, nel 1961 ha partecipato a Canzonissima e nel 1962 ha presentato, con Renato Tagliani e Vicky Ludovisi, il Festival di Sanremo. Ha lavorato per il teatro e il cinema, ha preso parte a due importanti sceneggiati televisivi, La cittadella e David Copperfield, entrambi sotto la direzione di Anton Giulio Majano, e a molte commedie importanti prodotte dalla Rai, come ad esempio Le piccole volpi o Rossella.
Negli anni duemila è apparsa nel ruolo di Medea, la mamma di Luca Laurenti nella serie Don Luca, nella soap opera Ricominciare (2000) per la regia di Marcantonio Graffeo e Vincenzo Verdecchi e nel telefilm Il morso del serpente (2001) con la regia di Luigi Parisi.
Il 16 dicembre 2008, nel corso di una serata di beneficenza presso il teatro San Carluccio di Napoli, ha ricevuto un premio alla carriera conferito dall’Ente Premio Le Donne e il Teatro edizione 2008, diretto dal giornalista Agostino Ingenito e svolto sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.

Durante la presentazione, a cura della Biblioteca Rosa Maria Picotti e dell’assessorato alla cultura e alla pubblica istruzione, in collaborazione con la Biblioteca Mons. E. Galbiati di Verano Brianza, interverrà lo scrittore veranese Marco Novati, già gradito ospite della biblioteca in occasione della presentazione dei suoi libri dedicati all’Africa, passione che l’accomuna a Laura Ephrikian.

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L’Armenia in tutte le sue declinazioni sarà protagonista del penultimo weekend del Printemps des Arts (Riviera24.it 21.03.22)

Monaco. L’Armenia sarà protagonista di questo penultimo weekend del festival, dal 24 al 27 marzo che ne omaggerà la storia antichissima con concerti, una coreografia, una proiezione cinematografica e una mostra dedicata al regista e artista Sergei Parajanov.

Per il concerto di giovedì 24 la musica dell’armeno Komitas e dell’ungherese Bartók, etnomusicologi ante litteram, incorniciano la prima esecuzione assoluta (L’Ombre d’un doute, double concerto pour violoncelles et orchestre à cordes) di Bastien David commissionata dal Festival Printemps des Arts con l’Orchestre national d’Auvergne diretta da Roberto Forés Veses e i solisti Marie Ythier e Éric-Maria Couturier al violoncello.

Venerdì 25 sarà la volta del canto armeno poetico ed evocativo affidato al soprano Karine Babajanyan accompagnata dal pianista Vardan Mamikonian.

Sabato 26 alla masterclass pianistica mattutina segue un recital pomeridiano (ore 15) per i violinisti Gaspard Maeder e Hugo Meder in cui la degustazione di vini si mescola a quella musicale. Il pomeriggio prosegue con la proiezione di un film e una mostra dedicati a Sergei Parajanov, una delle voci più importanti del cinema e dell’arte armena: alle 17.30 al Lycee Technique et Hotelier vi sarà la proiezione del film Sayat Nova, La Couleur de la grenade e alle 19 all’Opera si terà l’inaugurazione della mostra. Sempre all’Opera, nella Salle Garnier, alle 20 sarà possibile esplorare la musica tradizionale armena affidata all’Ensemble Gurdjieff.

Domenica 27 a Nizza al Conservatoire à Rayonnement Regional protagonista il balletto con una doppia prima assoluta di musica e danza armena commissionata dal Printemps des Arts: Sept, les anges de Sinjar di Aram Hovhannisyan e Michel Petrossian con la coreografia di Michel Hallet Eghayan. Gli interpreti saranno la Compagnie Hallet Eghayan e l’Ensemble Orchestral Contemporain diretto da Léo Margue.

Il programma:

Giovedì 24 marzo

18.30 – incontro con Bastien David, compositore, mediatore Tristan Labouret, musicologo, Théâtre des Variétés

20 – al Theatre Des Varietes, concerto di Komitas Vardapet Fourteen Pieces on Themes of Armenian Folk Songs, per orchestra d’archi (trascrizioni – estratti), Bastien David L’Ombre d’un doute, double concerto pour violoncelles et orchestre à cordes (prima esecuzione assoluta, commissionata dal Printemps des Arts de Monte-Carlo), Béla Bartók Divertimento pour orchestre à cordes con Orchestre national d’Auvergne. Roberto Forés Veses direzione musicale e artistica. Marie Ythier e Éric-Maria Couturier violoncello

Venerdì 25 marzo

18.30 – all’One Monte-Carlo, Amphitheatre incontro con Anahit Mikayelyan del Musée Sergei Parajanov (Erevan, Arménie) e Michel Petrossian, compositore, «Folklore armeno e arte colta» mediatore e musicologo Tristan Labouret

20 – all’One Monte-Carlo, Salle Des Arts, concerto Mélodies d’Arménie et d’ailleurs con Karine Babajanyan, soprano, e Vardan Mamikonian al pianoforte

22.30 – After al Club Des Residents Etrangers De Monaco con Vardan Mamikonian

Sabato 26 marzo

10/13 – Master Classe con Vardan Mamikonian, pianoforte, al Conservatoire à Rayonnement Régional de Nice

15 – al Lycee Technique et hotelier concerto-degustazione per due violini con Jean-Marie Leclair Sonate, op. 3 no 1, Sergueï Prokofiev Sonate, op. 56, Luciano Berio Duos (extraits), Béla Bartók 44 duos (quatrième cahier), Gaspard Maeder e Hugo Meder violino

17.30 – al Cinema Des Beaux-Arts proiezione del film di Sergei Parajanov Sayat Nova, La Couleur de la grenade. A preludio della proiezione: opere d’Arno Babadjanian e Aram Khatchaturian con allievi della classe di pianoforte dell’Académie Rainier III

19 – all’Opera De Monte-Carlo, Atrium inaugurzione dell’esposizione di Sergei Parajanov. In presenza di Anahit Mikayelyan del Musée Sergei Parajanov (Erevan, Arménie)

20 – all’Opera De Monte-Carlo, Salle Garnier, concerto di Komitas Vardapet Musique traditionnelle arménienne, Georges Gurdjieff Œuvres diverses, Ensemble Gurdjieff, Levon Eskenian direzione artistica

22.30 – After con Gaspard Maeder e Hugo Meder

Domenica 27 marzo

15 – al Conservatoire a Rayonnement Regional De Nice balletto con Aram Hovhannisyan e Michel Petrossian, Sept, les anges de Sinjar (prima esecuzione assoluta commissionata dal Printemps des Arts de Monte-Carlo), Compagnie Hallet Eghayan, Michel Hallet Eghayan choreografia, Ensemble Orchestral Contemporain, Léo Margue direzione

Modalità di prenotazione e di acquisto dei biglietti: il prezzo dei biglietti varia da 20 a 40 euro; entrata gratuita per i bambini fino ai 12 anni. Biglietti di 10 euro per giovani dai 13 ai 25 anni. Per gruppi biglietti ridotti.

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Crisi armeno-azera: la Russia si propone come mediatrice. Telefonata Lavrov con omologhi dei due Paesi (Reportdifesa 21.03.22)

Mosca. Oggi, il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha discusso di un trattato di pace tra l’Armenia e l’Azerbaigian, nel corso di due telefonate separate con i suoi omologhi, l’armeno Ararat Mirzoyan e l’azero Jeyhun Bayramov.

Il ministro degli Esteri russo Sergej Viktorovič Lavrov

In questo processo, la Russia si candida nel ruolo di mediatrice.

“I due ministri – si legge nella nota del Ministero degli Esteri di Mosca – hanno discusso l’attuazione delle disposizioni chiave stabilite negli accordi trilaterali ad alto livello del 20 novembre 2020, dell’11 gennaio e del 26 novembre 2021. Hanno anche discusso della conclusione del trattato di pace tra Azerbaigian e Armenia”.

Lavrov e Bayramov hanno anche discusso dell’Ucraina e confrontato le note sull’ulteriore lavoro della Piattaforma del Caucaso meridionale “3+3” che coinvolge Azerbaigian, Armenia, Georgia – Russia, Turchia, Iran).

Unità russe al confine con l’Armenia

Lavrov e l’omologo armeno Mirzoyan hanno avuto uno scambio di opinioni sull’agenda bilaterale. Hanno discusso dei preparativi per la visita ufficiale del primo ministro armeno Nikol Pashinyan in Russia ad aprile e di una una serie di altri eventi per celebrare il 30° anniversario dell’instaurazione dei rapporti diplomatici.

“Rileviamo con soddisfazione l’alto livello di interazione tra Mosca ed Erevan all’interno delle strutture di integrazione eurasiatica – CSTO, EAEU e CSI, così come le piattaforme internazionali”, si legge nella dichiarazione.

Un momento dei combattimenti tra armeni e azeri nel 2017

Le parti hanno riaffermato la necessità di avviare quanto prima il processo di delimitazione del confine armeno-azero e di avviare attività progettuali per sbloccare i trasporti e i legami economici nella regione.

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L’area di proprietà di una comunità religiosa occupata dal mercatino abusivo (Romatoday 21.03.22)

Mercoledì mattina i poliziotti sono arrivati sul posto e hanno liberato la zona, occupata due volte la settimana da banchetti e teli con la merce in vendita

Da mercoledì l’area tra via Andersen e Belvedere Montello che ospitava il mercatino abusivo dell’usato in zona ex Bastogi, a Boccea, è vuota.

La polizia è infatti intervenuta per sgomberarla, così come deciso in sede di comitato per l’ordine e la sicurezza. L’area, di proprietà del Pontificio Collegio Armeno e dell’Istituto delle Suore Armene, veniva occupata due volte la settimana con banchetti e teli stesi a terra che mettevano in vendita merce in passato già finita nel mirino delle forze dell’ordine per la provenienza sospetta.

Mercoledì mattina i poliziotti sono arrivati sul posto intorno alle 7, e a metà pomeriggio avevano terminato l’operazione. La zona è stata sottoposta anche a sbancamento per renderla inutilizzabile in futuro.

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Roma.Polizia di Stato, sgomberata area occupata abusivamente in zona Aurelio (Agronline)


Roma, sgomberata area occupata abusivamente in zona Aurelio (Sky24)

Nazioni (dis)Unite nella vergogna. Poi non lamentiamoci se nel mondo ci sono le guerre (Korazym 19.03.22)

Il regime dell’Azerbajgian ha organizzato lo scorso 18 marzo un evento a Sushi, città armena della Repubblica di Artsakh occupata dall’esercito azero, per celebrare il trentesimo anniversario dell’adesione del Paese alle Nazioni Unite, ricorrenza che peraltro ricadeva il 2 marzo. A tale iniziativa ha partecipato anche una delegazione della sede delle Nazioni Unite a Baku e il vessillo dell’ONU è sventolato a fianco di quello azero.

L’adesione dei funzionari locali delle Nazioni Unite è molto grave; perché Shushi è città martire, divenuta il simbolo della conquista azera al termine di una guerra che l’Azerbajgian ha scatenato in piena pandemia, nonostante le raccomandazioni del Segretario Generale ad evitare l’inasprimento dei conflitti in epoca di Covid-19. A decine furono i cadaveri dei soldati raccolti nei pressi delle antiche mura dopo la tregua del 9 novembre.
La delegazione ONU che ha partecipato all’evento ha di fatto consacrato la guerra di conquista del dittatore Aliyev, ha dimenticato l’orrore di 44 giorni di battaglie e di bombardamenti, ha dimenticato le migliaia di vittime civili e militari che l’avventura bellica di Aliyev ha provocato.
Proprio mentre assistiamo sgomenti a quanto sta accadendo in Ucraina, ecco che le Nazioni Unite celebrano le conquiste del dittatore azero. E per arrivare all’evento, la pattuglia di eroici delegati si è fatta portare in aereo fino a Varanda (Fuzuli) con un velivolo che la compagnia aerea aveva ribattezzato con il nome azero di Stepanakert: come dire che le conquiste di Aliyev non si fermeranno alla rocca di Shushi.
Dove era l’ONU quando i 150.000 Armeni dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh) imploravano aiuto e assistenza contro le bombe del dittatore azero? Perché il Consiglio di sicurezza dell’ONU non adottò alcuna risoluzione per fermare la guerra di Aliyev e i mercenari tagliagole jihadisti da lui assoldati?
La partecipazione di questi funzionari delle Nazioni Unite (ancorché rappresentanti locali dell’istituzione) rappresenta una delle pagine più vergognose della storia dell’ONU, oppure è il frutto di una scelta non ponderata che di fatto ha, ancora una volta, dato ragione al prepotente di turno.

Poi non lamentiamoci se nel mondo ci sono le guerre.

Questo articolo è stato pubblicato oggi su Karabakh.it [QUI].

Il Coordinatore residente delle Nazioni Unite convocato al Ministero degli Esteri armeno per l’evento di Shushi

Il Coordinatore residente ad interim delle Nazioni Unite in Armenia Lila Pieters Yahia è stata convocata oggi al Ministero degli Affari Esteri armeno ed è stato informato che la Repubblica di Armenia condanna fermamente il coinvolgimento dell’Ufficio delle Nazioni Unite in Azerbajgian nell’evento del 18 marzo a Shushi e gli è stato consegnato un nota di protesta. Il Ministero degli Affari Esteri ha chiesto alle Nazioni Unite di adottare misure per ripristinare la posizione neutrale delle Nazioni Unite nel contesto del conflitto del Nagorno-Karabakh.

Eurovision 2022: presentato “Snap” di Rosa Linn per l’Armenia (Eurovision 19.03.22)

Penultimo brano ad essere annunciato per l’Eurovision 2022 a Torino è il brano dell’Armenia, intitolato “Snap”, che sarà eseguito da Rosa Linn. Il brano proviene da una lunga ri-lavorazione e rifinitura, difatti era già trapelato in Internet ma sotto forma di demo diverse settimane fa. Ecco qui il brano:

Snap è un brano country-pop che richiama alcuni brani made in USA dei primi anni Duemila, ed è l’ultima fatica della poco più che esordiente Rosa Linn, annunciata come rappresentante dell’Armenia la scorsa settimana dall’emittente ARMTV, che per l’Eurovision 2022 ha dunque selezionato internamente la propria rappresentante anziché selezionare tramite finale nazionale come fu fatto nel 2020 (ultima partecipazione del paese caucasico nonché anno in cui l’Eurovision fu cancellato).

Rosa Linn verso l’Eurovision 2022

Appena ventunenne, Rosa Linn (al secolo Rosa Konstandyan) non è completamente estranea al mondo eurovisivo. Nel 2013 infatti ha preso parte alle selezioni in Armenia per lo Junior Eurovision di Kiev, ma senza vincere. È prodotta dalla texana di origine armena Tamar Kaprelian, uno dei membri del supergruppo Genealogy che rappresentò l’Armenia all’Eurovision Song Contest 2015 a Vienna.

La stessa Tamar ha collaborato nella realizzazione del singolo di debutto “King”, che ad oggi conta oltre 270 mila visualizzazioni su YouTube. Ha fatto parte dello Nvak Collective, co-fondato dalla stessa Tamar Kaprelian insieme al musicista Alex Salibyan, che è un consorzio che si occupa di promuovere i giovani artisti e lanciarli sul mercato discografico armeno.

L’Armenia all’Eurovision Song Contest

L’Armenia torna all’Eurovision 2022 di Torino per la sua quattordicesima partecipazione, dopo la cancellazione dell’Eurovision 2020 e dopo essersi dovuta ritirare nell’edizione 2021 citando la legge marziale e i costi ingenti derivati dalla guerra contro l’Azerbaigian conclusasi solo qualche mese prima. Rosa Linn tenterà di riportare il suo Paese in finale a distanza di 5 lunghi anni dall’ultima finale centrata con Artsvik e l’ipnotica “Fly with me”.

Il miglior risultato ad oggi dell’Armenia è un quarto posto raggiunto per due volte, nel 2008 con Sirusho e l’ethno-pop “Qelè qelè” e nel 2014 con Aram MP3 e “Not Alone”, anno in cui fu anche uno dei favoriti alla vittoria finale.

Situazione completamente opposta per quanto riguarda lo Junior Eurovision, in cui l’Armenia è una vera e propria powerhouse con due vittorie e svariati podi. La ventesima edizione dello Junior Eurovision si terrà difatti proprio a Yerevan, dopo la vittoria di Maléna con il brano “Qami qami”.

All’Eurovision 2022 l’Armenia si esibirà nella seconda metà della prima semifinale, semifinale in cui anche l’Italia avrà diritto di voto. Riuscirà Rosa Linn a riportare il Paese del Caucaso in finale?

ARMENIA: Entra in carica il nuovo presidente della repubblica Khachaturyan (East Journal 19.03.22)

Il quinto presidente della Repubblica di Armenia giura sulla costituzione e sul Vangelo: è l’economista ed ex sindaco di Yerevan Khachaturyan

Con il giuramento di fronte al parlamento di Yerevan entra ufficialmente in carica Vahagn Khachaturyanquinto presidente della Repubblica di Armenia che a settembre ha celebrato i trenta anni di indipendenza dall’Urss. Economista ed ex sindaco della capitale, è il secondo capo dello stato dopo la riforma costituzionale del 2015 che ha trasformato il paese da repubblica presidenziale a parlamentare.

Elezione al secondo turno

Lo scorso 3 marzo il parlamento di Yerevan ha eletto il nuovo presidente al secondo turno di votazione, al quale non ha però partecipato l’opposizione. A favore di Khachaturyan si sono espressi 71 dei 107 membri dell’assemblea nazionale, dove il partito Contratto civile ha la maggioranza. Il capo dello stato resta in carica sette anni, il mandato non è rinnovabile e ha un ruolo essenzialmente istituzionale e super partes. Proprio per questo si era dimesso Armen Sarkissian a fine gennaio dopo quasi quattro anni: era insoddisfatto del proprio ruolo a causa dell’impossibilità di influenzare la politica nazionale.

Economista ed ex sindaco della capitale

Khachaturyan è nato nel 1959 a Sisian, cittadina di circa 16mila abitanti nel sud del paese. Il suo primo incarico politico di rilievo è stato, tra il 1992 e il 1996, quello di sindaco di Yerevan, città dove si è trasferito per gli studi e si è formato, e dove si è laureato in Economia nel 1980. Tra il 1996 e il 1998 ha ricoperto il ruolo di consigliere del presidente della Repubblica Lewon Ter-Petrosyan. Dall’agosto dello scorso anno è stato ministro dell’Industria high-tech nel governo guidato da Nikol Pashinyan, fino a quando a inizio febbraio è stato candidato alla presidenza.

Una cerimonia di giuramento quasi religiosa

La cerimonia di giuramento rispecchia l’anima di un paese nel quale l’elemento religioso costituisce una parte imprescindibile dell’identità nazionale. Khachaturyan ha infatti giurato tra una copia della costituzione e un Vangelo del XII secolo, dichiarando così la sua lealtà alla legge armena, l’imparzialità nell’adempimento dei suoi doveri e l’anteposizione degli interessi nazionali davanti a tutto. Dopo il giuramento il catholicos Karekin IIprimate della chiesa apostolica armena, è stato il primo a congratularsi col neopresidente impartendogli la propria benedizione.

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Migrare: cittadini russi verso l’Armenia (Osservatorio Balcani e Caucaso 18.03.22)

Nel tentativo di non subire le conseguenze dell’attacco in Ucraina, diverse aziende e cittadini russi si stanno spostando in Armenia

18/03/2022 –  Gayane Markosyan

(Originariamente pubblicato da IWPR  , l’8 marzo 2022)

Funzionari armeni riferiscono – a seguito dell’aggressione russa all’Ucraina – di un crescente interesse da parte dei cittadini russi per trasferirsi in Armenia. Sarebbe dovuto alle preoccupazioni destate dalle sanzioni occidentali, le quali condizioneranno presto la loro possibilità di lavorare e viaggiare.

Il ministro dell’Economia armeno Vahan Kerobyan ha annunciato che sulla scia dell’invasione del 24 febbraio “molte aziende [russe] hanno presentato domanda e circa una dozzina di aziende hanno già trasferito le loro attività in Armenia”.

Kerobyan ha spiegato che la maggior parte di queste attività proveniva dal settore IT.

“Sono aziende direttamente collegate ai mercati occidentali e a causa delle attuali restrizioni non sono in grado di lavorare dal proprio paese”, ha affermato, aggiungendo che il suo dipartimento ha istituito un gruppo di lavoro per sostenere il loro trasferimento.

Staff.am, la più grande piattaforma per l’occupazione armena, ha riferito di aver ricevuto negli ultimi giorni richieste di trasferimento da circa 300 persone e oltre 20 aziende. La maggior parte dei candidati proveniva dalla Russia e lavorava nel settore informatico.

“Sono pienamente consapevole delle conseguenze economiche che il mio paese dovrà affrontare”. Lo sviluppatore informatico Ivan Grebenshchikov è tra coloro che hanno già lasciato la Russia per trasferirsi in Armenia.

“È passato [quasi] un anno da quando la Russia ha iniziato a schierare le sue truppe lungo il confine [dell’Ucraina]”, sottolinea. “Seguiamo tutti gli sviluppi da dicembre e discutiamo attivamente di trasferirci in un altro paese da metà febbraio”.

Temendo che le nuove sanzioni contro la Russia potessero includere divieti di viaggio per i suoi cittadini, Ivan e sua moglie sono partiti per l’Armenia il 1 marzo scorso.

“La situazione stava cambiando rapidamente, i voli verso molti paesi erano già stati vietati”, racconta. “C’erano solo pochi paesi rimasti dove potevamo volare. E se avessero vietato di viaggiare anche in quei paesi, sarebbe stato un disastro, ci saremmo sentiti in trappola”.

Grebenshchikov sottolinea di essere contro la guerra in corso, spiegando: “È completamente sbagliata e non vale nessuna delle vite che [vengono] perse”.

Prosegue poi dicendo che sia lui che sua moglie hanno continuato a lavorare a distanza e che l’esperienza in Armenia è stata finora positiva.

“Vivere in Armenia non è costoso, i prezzi sono quasi gli stessi della Russia. Quasi tutti parlano russo, le persone sono molto amichevoli. Gli armeni sono pronti ad aiutare anche senza chiedere. Inoltre, abbiamo buoni amici qui”.

Anche Yulia, un nome di fantasia, si è trasferita in Armenia subito dopo l’invasione dell’Ucraina. Ha chiesto di rimanere anonima perché i suoi genitori anziani sono rimasti in Russia.

“Il mio paese ha iniziato una guerra, questo è il motivo per cui ho lasciato la Russia”, dice. “Penso che sia stata una mossa sbagliata… Sono pienamente consapevole delle conseguenze economiche che il mio paese dovrà affrontare nei prossimi dieci anni”.

Ha continuato a lavorare in remoto da Yerevan e non ha intenzione di tornare presto. “I miei genitori sono in pensione e penso che oggi il modo migliore per prendersi cura di loro sia lavorare e guadagnare in altri paesi, questo è stato il motivo principale per cui ho deciso di trasferirmi qui”, conclude.

L’Armenia è considerata un’opzione conveniente e pratica per il trasferimento, dato l’uso diffuso del russo e gli stretti legami tra i due paesi.

Le agenzie governative in Armenia e le aziende del settore privato stanno lavorando per rassicurare i potenziali nuovi arrivati ​​dalla Russia sulle preoccupazioni su questioni come il sistema bancario, il costo della vita, l’assistenza medica e le scuole di lingua russa per i loro figli.

Inoltre, sono stati creati numerosi gruppi su Facebook e Telegram per assistere coloro che sono interessati a trasferirsi in Armenia.

“Negli ultimi giorni, molti partner russi della nostra azienda hanno parlato di trasferirsi in Armenia”, raccontaAnna Beklyarova, della società armena IT City. “Lo scelgono per diversi motivi: il settore informatico è ben sviluppato, le politiche bancarie e fiscali sono accettabili, è possibile lavorare da remoto e, infine, l’Armenia è un paese con una natura e persone meravigliose”.

Ha aggiunto che una delle loro società partner si era già trasferita in quei giorni in Armenia insieme ai dipendenti e alle loro famiglie, le quali stavano alloggiando in un hotel di Yerevan fino a quando non avrebbero trovato una sistemazione e uno spazio per uffici adeguato.

Aziende come IT City stanno accogliendo con favore il potenziale afflusso di aziende e manodopera qualificata dalla Russia, sperando che ciò abbia un impatto positivo sullo sviluppo del settore.

Altri invece ritengono che il conflitto in corso sarà estremamente dannoso per l’economia armena. “Le conseguenze negative della guerra russo-ucraina e le sanzioni imposte alla Russia saranno più impattanti per l’Armenia dei possibili benefici”, afferma Armen Ktoyan, esperto del National Center for Public Policy Research. Quest’ultimo fa notare che la maggior parte degli investimenti diretti in Armenia proviene dalla capitale russa e che il conflitto potrebbe influenzare anche le decisioni sugli investimenti esteri.

I problemi con l’economia russa hanno sempre avuto un chiaro effetto a catena per l’Armenia, continua Ktoyan. “La guerra influirà sul volume dei trasferimenti di rimesse in Armenia dai nostri concittadini che lavorano in Russia. L’importo diminuirà in modo significativo: stiamo parlando di 800-900 milioni di dollari USA. Ciò porterà a una diminuzione del potere d’acquisto della popolazione armena. Influirà anche sulle esportazioni dall’Armenia alla Russia, che è il nostro principale partner commerciale. La Russia è un importante mercato di esportazione per l’Armenia e con la svalutazione del rublo le merci armene diventeranno più costose in Russia e le merci importate dalla Russia diventeranno più economiche in Armenia. In entrambi i casi, i prodotti armeni diventeranno meno competitivi”.

Ktoyan afferma che molto dipende dalla durata del conflitto, nonché dalla sua eventuale risoluzione. “Ora tutti sono in uno stato di attesa: se la Russia resterà coinvolta in uno scontro militare più lungo, ciò comporterà situazioni completamente diverse”, afferma. “Se nei prossimi giorni si troveranno soluzioni, l’elenco delle sanzioni potrebbe non essere ulteriormente ampliato o potrebbe non essere così doloroso come nel caso di un conflitto di lunga durata”.

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La Fondazione ARIA inaugura la stagione dell’Armenia in Abruzzo (Teatrionline 18.03.22)

Martedì 15 marzo alle ore 18, nella Sala Consiliare del Comune di Pescara, la Fondazione ARIA, in collaborazione con il Comune di Pescara, l’Ambasciata d’Armenia in Italia e il Comune di Atri, ha presentato il libro ‘Canti popolari armeni’. Durante l’incontro all’insegna della cultura della comunicazione, non poteva mancare anche un’anteprima del programma culturale ARIA 2022, e in particolare della nona edizione della rassegna d’arte e culture internazionali ‘Stills of Peace and Everyday Life’.

Ad aprire l’evento il saluto del sindaco di Pescara, Carlo Masci, seguito dalla prima ospite, l’Ambasciatrice dell’Armenia in Italia S.E. Tsovinar Hambardzumyan, che ha ricordato le antiche origini dell’amicizia tra l’Italia e l’Armenia, due civiltà che nella storia si sono intrecciate molte volte, condividendo da subito i valori radicati in ciascuno dei loro popoli. Il legame tra queste due culture si basava inizialmente su àncore spirituali di matrice cattolica, che nel tempo sono state affiancate da rapporti diplomatici e politici, e oggi permettono di mantenere una relazione importante, anche in senso culturale e artistico.

Lo scambio tra le due tradizioni, lontane solo geograficamente, viene infatti celebrato proprio quest’anno, con il trentesimo anniversario dei rapporti diplomatici tra Italia e Armenia, e grazie anche alla nuova edizione dell’antologia ‘Canti popolari armeni’ (Carabba Editore, 1921) di Arshag Chobanian, con la storica traduzione di Domenico Ciampoli. La raccolta è stata ripubblicata a cento anni di distanza, rispettando fedelmente la forma originale, con la preziosa aggiunta di una prefazione di Antonia Arslan, scrittrice, traduttrice e accademica italiana di origini armene.

La valorizzazione di questo patrimonio letterario, manifesto di un paese, ha anticipato l’incontro con l’Armenia all’interno del progetto Stills of Peace 2022,  come ha spiegato il neo presidente della Fondazione Dante Marianacci che ha presentato il Programma ufficiale della Fondazione ARIA dell’anno in corso che prevede due appuntamenti della collana digitale Specchio ARTE (8 e 28 aprile al Teatro Cordova di Pescara) dedicati alle artiste Lea Contestabile e Giulia Napoleone; la seconda edizione di MURAP Festival, Muri per l’Arte Pubblica a Pescara e Start Your Collection, l’inedito corso di formazione per diventare collezionisti privati o corporate.

La direttrice della Fondazione ARIA, Giovanna Dello Iacono, ha reso note alcune anticipazioni sul ricco programma della Rassegna Internazionale Stills of Peace and Everyday life Italia e Armenia, che quest’anno oltre ad Atri, quartier generale che ha dato i natali al progetto, approda al Museo d’Arte Moderna Vittoria Colonna di Pescara. La rassegna S.o.P., dal 2014, ha ospitato 116 artisti internazionali provenienti da Pakistan, Spagna, Francia, Cina, Marocco, Iran, Giappone e Corea del Sud, oltre che, naturalmente, artisti italiani. Sono state organizzate 30 mostre d’arte contemporanea e 7 rassegne di cinema in lingua originale, con l’apporto di 25 curatori.

L’edizione Italia e Armenia sarà curata da un team consolidato di sei professionisti, Paolo Dell’Elce, Antonio Zimarino, Pino Bruni, Mariano Cipollini, Dino Viani ed Eva Comuzzi con la direzione di Giovanna Dello Iacono. Un inedito di questa nona edizione sarà la produzione di un film sulle comunità armene in Italia che sarà presentato durante la Ma.Co. Maratona del Contemporaneo, che inaugura la rassegna, e che si terrà ad Atri e a Pescara dal 9 all’11 luglio ’22.

A conclusione della serata, la soprano Giuseppina Piunti ha dato voce ad alcune poesie tratte dal libro ‘Canti popolari armeni’, che comprende liriche d’amore, di nozze, bellissime preghiere e duetti scherzosi tra ragazzi e ragazze, coinvolgendo il pubblico in un ventaglio di emozioni che manifestano l’anima e la sensibilità della cultura armena, come ha sottolineato la neo Assessore alla Cultura di Pescara Maria Rita Carota, al suo primo evento pubblico, che ha messo in evidenza l’importanza di azioni che riscoprono la bellezza. ‘Nel periodo di incertezza che stiamo vivendo attualmente, la Fondazione ARIA, con la riedizione di un testo che combina parole d’amore al contempo struggenti e gioiose, promuove la pace, e stimola la crescita e il miglioramento della comunità, grazie alla conoscenza dell’altro’.

Maggiori informazioni sull’attività della Fondazione ARIA su https://www.fondazionearia.it.

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CANTI POPOLARI ARMENI, A PESCARA L’ANTEPRIMA DI STILLS OF PEACE, LA RASSEGNA DI FONDAZIONE ARIA (Virtuquotidiane 15.03.22)

Nagorno Karabakh, risoluzione UE contro la distruzione del patrimonio cristiano (AciStampa 17.03.22)

Nonostante la Corte Internazionale dell’Aja lo scorso 21 dicembre abbia chiesto di prevenire e punire atti di profanazione e vandalismo contro il patrimonio culturale armeno in Nagorno Karabakh, questo patrimonio continua ad essere a rischio. E così il 10 marzo, a un anno e quattro mesi dal cessate il fuoco, il Parlamento Europeo si è riunito e ha discusso una risoluzione che condanna l’Azerbaijan per quello che alcuni hanno chiamato un “genocidio culturale”.

La risoluzione sarà trasmessa al vice presidente della commissione e Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio, alla Commissione, ai governi e presidenti di Armenia e Azerbaijan, alla Segreteria generale dell’OSCE e a quella del Consiglio d’Europa, al direttore generale dell’UNESCO e al segretario generale delle Nazioni Unite.

Il testo constata che dal cessate il fuoco dal 9 novembre 2020, ci sono 1456 monumenti, principalmente armeni, passati sotto il controllo dell’Azerbaijan; che durante la guerra del 2020 l’Azerbaigian ha deliberatamente provocato ingenti danni al patrimonio culturale armeno con bombardamenti strategici (si pensi quello sulla cattedrale di Shushi), con la riconversione o con altri danni a musei e cimiteri durante il conflitto; e che, in occasione della sua visita alla chiesa del XII secolo a Tsakuri, il presidente Aliyev ha promesso di rimuovere tutte le iscrizioni armene.

Un atto, questo, che sembra essere parte di una vera e propria guerra culturale. L’antico nome del Nagorno Karabakh è Artsakh, ed è da sempre abitato da armeni, come dimostrano i vari monumenti sul territorio. Ma il territorio del Nagorno Karabakh era stato assegnato all’Azerbaijan dall’Unione Sovietica, e gli azeri hanno fatto un lavoro enorme per riscrivere la storia etnica della regione, esaltandone le radici albaniane caucasiche. È stata più volte denunciata la distruzione sistematica del patrimonio cristiano in Nagorno Karabakh, e, con la dissoluzione dell’Unione Sovietica, il territorio proclamò la sua indipendenza da Baku, costituendo un micro Stato che non era stato comunque riconosciuto dall’Armenia e che aveva mantenuto comunque orgogliosamente l’identità armena.

Il conflitto del 2020, con la pace dolorosa imposta all’Armenia, ha messo a rischio il patrimonio armeno, anche se da parte azera si parla soprattutto di ristabilimento della verità storica e si lamenta la distruzione nel periodo in cui il Nagorno Karabakh è indipendente. Il tutto mentre non arriva il gas in Artsakh per via di un annunciato guasto del gasdotto ancora non riparato, cosa che crea enormi disagi e un annientamento psicologico.

In questa situazione, la risoluzione UE ha un peso specifico importante. La risoluzione guarda anche alle ordinanze della Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja, che dava voce alle preoccupazioni armene sul pericolo di annientamento del patrimonio storico e culturale armeno nei territori sotto il controllo dell’Azerbajian e riconosceva la retorica armenofoba promossa dall’Azerbaijan. Per questo, la risoluzione ribadisce la necessità di permettere all’UNESCO di organizzare ed inviare una missione di esperti indipendenti – il testo in particolare sottolinea di “insistere fermamente” che l’Azerbaijan consenta agli ufficiali UNESCO di avere accesso ai siti del patrimonio culturale nel territorio sotto il suo controllo per “poter procedere ad un inventario obiettivo e assicurare la loro protezione”.

Certo, la presenza UNESCO non è garanzia di protezione, anche perché tra i suoi “Ambasciatori di buona volontà” che Mehriban Arif Aliyeva, moglie del presidente e vicepresidente dell’Azerbaijan. E l’intervento internazionale sarebbe probabilmente dovuto avvenire ben prima, come dimostra il programma di monitoraggio satellitare “Caucasus heritage watch” promosso dalla Cornell University.

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L’Ue unita contro i crimini nel Nagorno-Karabakh – Panorama