Azerbaijan libera 8 detenuti armeni, mediazione Francia-UE (31mag.nl 07.02.22)

Otto detenuti armeni sono stati rilasciati dall’Azerbaijan, hanno annunciato lunedì il presidente francese Emmanuel Macron e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. La Francia ha inviato un aereo per rimpatriarli a Yerevan, dice France 24.

“Otto detenuti armeni sono stati rilasciati dall’Azerbaigian e trasferiti da Baku a Yerevan”, ha detto lunedì 7 febbraio sul suo account Twitter il capo di stato francese.

Questi detenuti armeni sono stati rilasciati dall’Azerbaijian nell’ambito dei negoziati guidati dalla Francia e dall’Unione Europea, dice il portale francese.

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Armeni Cristiani in fuga da una guerra dimenticata. Aiuto alla Chiesa che Soffre aiuta 150 famiglie armene cristiane rifugiate nella città di Goris (Korazym 07.02.22)

Goris si trova nella Repubblica di Armenia, vicino ai confini della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh ed è qui che Aiuto alla Chiesa che Soffre vuole aiutare per 15 mesi 150 famiglie armene cristiane rifugiate. Il sostegno dei benefattori di ACS garantirà loro cibo e alloggio.

Il piano faciliterà anche l’incontro tra offerta e domanda di lavoro per rendere queste famiglie il prima possibile autosufficienti. Così facendo ACS contribuirà alle attività della Chiesa armena la quale sopperisce alla carenza di aiuti da parte delle autorità civili, assicurando alle migliaia di rifugiati Armeni Cristiani, non solo assistenza spirituale e psicologica, ma anche il sostegno materiale.

In Armenia ACS vuole aiutare anche chi studia per diventare sacerdote

Oltre ad aiutare i rifugiati Armeni Cristiani, ACS intende sostenere la formazione dei seminaristi. Come ha affermato Papa Francesco nel suo viaggio apostolico in Armenia «oggi, in particolare i cristiani, come e forse più che al tempo dei primi martiri, sono in alcuni luoghi discriminati e perseguitati per il solo fatto di professare la loro fede. Il popolo armeno ha sperimentato queste situazioni in prima persona; conosce la sofferenza e il dolore, conosce la persecuzione». È questo popolo che i futuri sacerdoti, con il sostegno dei benefattori di ACS, dovranno servire.

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Armenia-Azerbaigian: Macron, grazie a diplomatici e militari per liberazione di 8 armeni(Agenzia Nova 07.02.22)

Parigi, 07 feb 11:48 – (Agenzia Nova) – Il presidente francese Emmanuel Macron ha ringraziato i diplomatici e i militari impegnati nella liberazione di otto detenuti armeni da parte dell’Azerbaigian. “Ritrovano le loro famiglie da cui erano stati separati da diversi mesi”, ha scritto su Twitter Macron. “La Francia ha dispiegato un aereo che permette il loro ritorno in Armenia oggi”, ha fatto sapere l’Eliseo. “Questa liberazione di prigionieri si inserisce in un insieme di misure umanitarie e di ritorno alla fiducia tra Armenia e Azerbaigian per una stabilizzazione nel Caucaso del sud”, ha aggiunto la presidenza francese. “La Francia – ha continuato l’Eliseo – è pienamente mobilitata affinché il dialogo tra Armenia e Azerbaigian continui su tutti i temi nello spirito costruttivo che ha segnato al riunione quadripartita tenutasi il 4 febbraio”. La Francia “continuerà ad agire con i suoi partner dell’Unione europea e della co-presidenza del gruppo di Minsk con determinazione in favore della pace e della stabilità”, ha fatto sapere Parigi

REGGIO – Leonida Edizioni: incontro dell’editore reggino Domenico Polito (L.E.) con l’ambasciatrice armena (Veritasnews 04.02.22)

La Leonida Edizioni e l’ambasciata armena avviano un nuovo percorso editoriale

Si è svolto lunedì 31 gennaio a Roma presso la sede dell’ambasciata armena l’incontro tra l’editore della Leonida Edizioni dott. Domenico Pòlito e l’Ambasciatrice Straordinaria e Plenipotenziaria della Repubblica d’Armenia presso la Repubblica Italiana S.E. Tsovinar Hambardzumyan. L’occasione è stata utile – in continuità con la politica editoriale avviata dalla casa editrice reggina – a delineare un percorso volto a favorire i legami sociali e culturali tra Italia e Armenia. L’impegno vuole tradursi in un programma di alto profilo che prevede la pubblicazione in lingua italiana delle opere dello scrittore armeno Elise Ciarenz e la realizzazione di altri due progetti editoriali. Una rappresentanza istituzionale armena sarà presente in occasione della VII edizione di Xenia Book Fair (5/6/7 agosto 2022) per presentare l’iniziativa.

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Macron tenta mediazione anche tra Azerbaigian e Armenia (Tvsvizzera 04.02.22)

Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha parlato oggi con il primo ministro armeno, Nikol Pachinian e il presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliev, in un nuovo tentativo di mediazione per pacificare le relazioni tra i due Paesi del Caucaso.

La videoconferenza di oggi, a cui partecipava anche il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, “si iscrive nell’iniziativa di mediazione del presidente della Repubblica, in coordinamento con il presidente del Consiglio europeo, per incoraggiare il dialogo e consentire l’attuazione congiunta di misure umanitarie e di ripristino della fiducia”, spiegano all’Eliseo.

L’iniziativa arriva in parallelo con gli attuali sforzi di Macron per tentare di svolgere un ruolo da mediatore nel conflitto tra Russia e Ucraina. Il leader francese e attuale presidente di turno dell’Ue ha già incontrato i leader di Armenia e Azerbaigian il 15 dicembre scorso a Bruxelles, a margine del summit sul partenariato orientale. Lunedì e martedì è inoltre atteso in Russia e Ucraina per tentare di ottenere una de-escalation anche nei rapporti tra Mosca e Kiev.

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Armenia-Azerbaigian: Michel e Macron, impegno a riduzione tensioni

Bruxelles, 04 feb 18:43 – (Agenzia Nova) – Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, il presidente francese Emmanuel Macron, il presidente azerbaigiano Ilham Aliyev e il premier armeno Nikol Pashinyan hanno avuto oggi una videoconferenza. Lo si apprende dal Consiglio dell’Ue, che ha spiegato che Michel e Macron hanno riaffermato il loro pieno impegno a sostenere gli sforzi volti a ridurre le tensioni e creare fiducia nella regione. Hanno fatto il punto sui progressi compiuti dopo le riunioni tenutesi a margine del vertice del partenariato orientale, in particolare i recenti rilasci di detenuti, gli sforzi congiunti in corso per la ricerca di persone scomparse, nonché l’imminente ripristino dei binari ferroviari. I capi di Stato e di governo hanno convenuto che questo incontro ha offerto una preziosa opportunità per discutere un’ampia gamma di questioni. “L’Ue e la Francia continuano a impegnarsi a collaborare con altri partner, compresa l’Osce, per costruire un Caucaso meridionale prospero, sicuro e stabile”, si legge nella dichiarazione rilasciata dopo la videoconferenza da Michel e Macron. (Beb)

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Oggi 3 febbraio, San Biagio: salva la vita di un bambino che stava soffocando (Lalucedimaria 03.02.22)

Santo martire e Vescovo il cui culto si è diffuso prima in Oriente, visto che la tradizione ci dice che è originario dell’Armenia, e poi in Occidente. Il suo miracolo di guarigione di un bambino, gli ha dato la gloria di essere il “Santo protettore dai mali di gola”.

Nel giorno della sua festa liturgica, sono molte le parrocchie che attuano la “benedizione della gola” per intercessione del Santo.

san biagio
photo web source

3 febbraio: Biagio, il santo “della gola”

In questo terzo giorno del mese di febbraio, la chiesa venera San Biagio. Vissuto tra il III e il IV secolo a Sebaste in Armenia (Asia Minore), è, anche, un medico e viene nominato vescovo della sua città. A causa della sua fede viene imprigionato dai Romani.

Durante il processo rifiuta di rinnegare la fede cristiana. Per punizione, viene torturato con i pettini di ferro, come quelli che si usano per cardare la lana.

San Biagio muore martire tre anni dopo la concessione della libertà di culto nell’Impero Romano, morendo decapitato. Una motivazione plausibile sul suo martirio può essere trovata nel dissidio tra Costantino I e Licinio, i due imperatori-cognati, che porta a persecuzioni locali, con distruzione di chiese, condanne ai lavori forzati per i cristiani e condanne a morte per i vescovi.

L’arrivo del corpo a Maratea

Il corpo di san Biagio viene sepolto nella cattedrale di Sebaste. Nel 732 una parte dei suoi resti mortali, deposti in un’urna di marmo, sono stati imbarcati, per esser portati a Roma. Una tempesta ferma la navigazione sulla costa di Maratea, dove i fedeli accolgono l’urna contenente le reliquie – il “sacro torace” e altre parti del corpo – e la conservano nella Basilica di Maratea, sul monte San Biagio.

Fra i miracoli con i quali Biagio è venerato, il più noto è quello di aver salvato un bambino che stava soffocando con una spina di pesce incastrata nella gola. La più antica citazione scritta sul santo è contenuta nei “Medicinales” di Aezio di Amida, vissuto nel VI secolo:

La citazione del miracolo in un libro medico

Se la spina o l’osso non volesse uscire fuori, volgiti all’ammalato e digli «Esci fuori, osso, se pure sei osso, o checché sii: esci come Lazzaro alla voce di Cristo uscì dal sepolcro, e Giona dal ventre della balena”. Ovvero fatto sull’ammalato il segno della croce, puoi proferire le parole che Biagio martire e servo di Cristo usava dire in simili casi: “O ascendi o discendi“.

LEGGI ANCHE: San Biagio: a cui dobbiamo la tradizione di non “finire mai il panettone”

Preghiera a San Biagio

O Glorioso San Biagio, che, con una breve preghiera,

restituisce la perfetta sanità ad un bambino

che per una spina di pesce attraversata nella gola

stava per mandare l’ultimo anelito,

ottenete a noi tutti la grazia di sperimentare

l’efficacia del vostro patrocinio in tutti i mal di gola,

ma più di tutto, di mortificare colla fede pratica dei precetti di Santa Chiesa,

questo senso tanto pericoloso,

e di impiegare sempre la nostra lingua

a difendere le verità della fede

tanto combattute e denigrate ai giorni nostri.

Così sia

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San Biagio protettore della gola Curiosità e leggende (Mediterranews)

Armenia-Turchia: prossimo incontro rappresentanti speciali il 24 febbraio a Vienna (Agenzianova 03.02.22)

Erevan, 03 feb 18:00 – (Agenzia Nova) – Il prossimo incontro dei rappresentanti speciali di Armenia e Turchia sulla normalizzazione delle relazioni bilaterali si svolgerà il 24 febbraio a Vienna. Lo comunica l’addetto stampa del ministero degli Esteri armeno, Vahan Hunanyan. Il 14 gennaio Mosca ha ospitato il primo faccia a faccia tra i rappresentanti speciali di Erevan ed Ankara, ovvero il vicepresidente del parlamento armeno Ruben Rubinyan e l’ex ambasciatore turco negli Stati Uniti Serdar Kilych. Come riportato dal ministero degli Esteri russo, le parti durante i colloqui hanno mostrato la loro disponibilità a condurre un dialogo in modo costruttivo e non politicizzato. (Rum)

Turchia-Armenia: al via oggi i primi voli commerciali diretti (Ansa 02.02.22)

Riprendono oggi dopo due anni i primi collegamenti aerei commerciali diretti tra la Turchia e l’Armenia nell’ambito del processo di normalizzazione delle relazioni tra i due Paesi recentemente avviato.

Un primo aereo della compagnia low cost moldava FlyOne, che ha una filiale in Armenia, è atteso nella prima serata all’aeroporto internazionale di Istanbul, proveniente da Yerevan.

Un altro, della compagnia turca Pegasus Airlines, decollerà in tarda stasera dall’altro aeroporto di Istanbul, il Sabiha Gokçen, alla volta della capitale armena. La Pegasus Airlines opererà tre voli alla settimana, mentre la FlyOne ne avrà due.


Decollato volo di linea Erevan-Istanbul, è il primo dall’interruzione delle relazioni (Nova News)

l volo della compagnia aerea turca Pegasus Airlines è decollato ieri dall’aeroporto di Istanbul diretto a Erevan, primo collegamento aereo di linea tra i due Paesi dalla nascita dell’Armenia come Stato sovrano dopo la dissoluzione dell’Unione sovietica. Nonostante la Turchia abbia riconosciuto la repubblica caucasica nel 1991, i due Paesi non hanno mai stabilito relazioni diplomatiche, per via del conflitto nel Nagorno-Karabakh e del mancato riconoscimento di Ankara del genocidio armeno.

Papa Francesco: oggi, durante messa per Giornata vita consacrata, “scambio delle specie” con il patriarca Minassian per l’”Ecclesiastica Communio” (SIR 02.02.22)

Oggi pomeriggio, nella basilica di San Pietro, durante la celebrazione eucaristica presieduta dal Papa per la Festa della Presentazione al Tempio di Gesù e nella Giornata mondiale della vita xonsacrata, avrà luogo la “significazione pubblica” dell’Ecclesiastica Communio concessa a Sua Beatitudine Raphaël Bedros XXI Minassian, patriarca di Cilicia degli Armeni. Ne dà notizia La Congregazione per le Chiese orientali, ricordando che il 23 settembre scorso il Sinodo dei vescovi della Chiesa patriarcale di Cilicia degli Armeni, convocato a Roma dal Papa, aveva eletto il patriarca Raphaël Bedros XXI Minassian, il quale aveva chiesto al Santo Padre la Ecclesiastica Communio, che gli era stata concessa con la lettera resa pubblica il 24 settembre. “La consuetudine prevede che successivamente la Ecclesiastica Communio sia significata pubblicamente durante una celebrazione eucaristica concelebrata dal Santo Padre (o un suo delegato) con il nuovo patriarca”. La presenza sull’altare accanto al Santo Padre, insieme al cardinale prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, del neo patriarca e del cardinale prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali “esprime inoltre la testimonianza comune offerta dalla vita consacrata latina ed orientale che entrambi i dicasteri sono chiamati ad accompagnare a nome di Sua Santità”, si legge in una nota. “Comunione è un concetto tenuto in grande onore nella Chiesa antica ed anche oggi, specialmente in Oriente. Per essa non si intende un certo vago sentimento, ma una realtà organica, che richiede una forma giuridica e che è allo stesso tempo animata dalla carità”, recita la monizione, che verrà letta prima dell’inizio della celebrazione eucaristica. Dopo l’Agnus Dei e la risposta dell’assemblea, il Santo Padre innalza la patena con il Corpo di Cristo e la offre al patriarca. I due tengono la tengono elevata a quattro mani, poi la depongono. Il Papa innalza poi il calice con il Sangue di Cristo, lo offre al patriarca, e lo tengono elevato a quattro mani, poi lo depongono. Quindi il Santo Padre offre il Corpo di Cristo, ed insieme si comunicano. Papa Francesco assume il Sangue di Cristo dal calice, poi lo offre al patriarca che si comunica.

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Armenia, colpo di scena presidenziale (Osservatorio Balcani e Cuacaso 01.02.22)

Lo scorso 23 gennaio erano arrivate inattese le dimissioni del presidente della Repubblica Armen Sarkissian. Questi lamentava che la riforma del 2015 ha portato ad una presidenza troppo debole. I media hanno però svelato un’altra verità

01/02/2022 –  Marilisa Lorusso

Domenica 23 gennaio come un fulmine a ciel sereno le agenzie di stampa armene hanno battuto la notizia che il Presidente della repubblica, Armen Sarkissian, aveva annunciato le dimissioni.

Il presidente ha affidato a un comunicato stampa  pubblicato sul sito presidenziale le motivazioni che lo hanno spinto a lasciare l’incarico a 4 anni da quando lo aveva assunto nel marzo del 2018, e tre anni prima della naturale scadenza del mandato.

Armen Sarkissian era stato eletto poche settimane prima dell’inizio della Rivoluzione di Velluto ed era espressione del governo di Serzh Sargsyan, del Partito repubblicano, che da lì a poco sarebbero stati travolti dalla marcia coronata da successo di Nikol Pashinyan e del suo Contratto Sociale.

Armen Sarkissian non era solo stato eletto da una maggioranza che non esiste più da quattro anni, è anche il primo presidente il cui incarico rispecchia pienamente il disegno politico di Serzh Sargsyan. Quest’ultimo, giunto al secondo mandato presidenziale, aveva portato avanti insieme al Partito repubblicano un progetto di riforma costituzionale, approvato nel 2015 con un controverso referendum, che aveva trasformato l’Armenia in una democrazia parlamentare, svuotando largamente di poteri politici l’ufficio della presidenza.

In tutte le democrazie parlamentari il ruolo del Capo dello stato è un ruolo più istituzionale che politico, ma in genere come figura super partes e garante della Costituzione mantiene alcuni poteri – come il veto di legge, il comando delle forze armate – che gli permettono di intervenire in caso di particolari criticità.

Serzh Sargsyan aveva con ogni probabilità pianificato di traslare il proprio potere esecutivo dall’ufficio della presidenza a quello del primo ministro in toto, senza concessioni a una figura istituzionale che potesse arginare il suo operato di governo. Per questo la riforma costituzionale del 2015 ha designato una figura istituzionale estremamente debole, che non è nemmeno il comandante in capo delle forze armate, la cui catena di comando conduce al primo ministro.

Il progetto politico di Sargsyan è fallito, travolto dalla rivoluzione di Pashinyan, ma la Costituzione e il presidente Sarkissian sono rimasti.

Le motivazioni

Armen Sarkissian ha comunicato che proprio queste sarebbero le motivazioni delle sue decisioni: l’inefficacia degli strumenti in mano alla presidenza che ne fanno una figura incapace di intervenire nelle criticità del paese. Le criticità peraltro sono state numerose in questi anni, a cominciare dall’immediata Rivoluzione di Velluto e repentino cambio del quadro politico, parlamentare e di governo, la pandemia, la guerra nel 2020, la lunga transizione post-bellica e i nuovi scenari di relazioni con l’Azerbaijan e con la Turchia.

In questi 4 anni Sarkissian sostiene nel suo comunicato di non essere stato in grado di tutelare l’Armenia per le questioni di pace o di guerra, di non poter porre il veto, di non essere una figura accolta come garante dalle altre istituzioni, di essere incapace di incidere sulle scelte di politica estera, e di essere vittima di attacchi a livello personale e famigliare. Nel comunicato stampa ha sostenuto di aver accettato di mantenere l’incarico a queste infauste condizioni dopo il 2018 per senso di responsabilità.

Lo j’accuse presidenziale è quindi sia di natura istituzionale, con la critica aperta dei meccanismi di esercizio dell’incarico quindi dei dettami costituzionali, che politica. In questa ultima parte, va ricordato che dopo il cessate-il-fuoco con l’Azerbaijan nel novembre 2020 Sarkissian, aveva chiesto le dimissioni del governo e che la presidenza e Pashinyan si erano duramente scontrate quando il secondo era entrato in conflitto con l’esercito.

Il colpo di scena

Se le dimissioni sono state un fulmine a ciel sereno, quel fulmine è stato subito seguito da un clamoroso colpo di scena. Il giorno seguente alle dimissioni il sito di giornalismo investigativo Hetq  ha postato un articolo intitolato: “La piramide di menzogne è crollata: il presidente Armen Sarkissian ha dovuto dimettersi”. L’articolo riporta gli esiti di una indagine e lo scambio con il presidente in merito.

Per legge per candidarsi alla presidenza in Armenia bisogna essere solo cittadini armeni. Se si hanno avute altre cittadinanze, bisogna avervi rinunciato da almeno 5 anni. Armen Sarkissian è stato cittadino britannico dal 2002 al 2011, ma essendo stato eletto nel 2018 questo non aveva inficiato la sua candidatura.

Ma non è la vetusta cittadinanza inglese il problema: Sarkissian sarebbe anche cittadino di Saint Kitts e Nevis, uno stato insulare delle Antille inglesi, noto paradiso fiscale. Sarkissian avrebbe acquisito la cittadinanza nel quadro di un programma “investimenti per cittadinanza”. Stando alla corrispondenza con Hetq, Sarkissian interrogato in merito ha dichiarato di aver fatto richiesta di rinuncia alla cittadinanza, ma – in base alla sua ricostruzione dei fatti – l’avvocato che doveva seguire la pratica è morto, e lui non sapeva che la pratica non fosse stata portata a termine.

Cittadino di un altro stato a propria insaputa… Una difesa debole che espone adesso il presidente uscente e l’intero paese a un quadro legale non chiaro. Sarkissian, che non si troverebbe in Armenia al momento, potrebbe essere accusato di frode, e le leggi da lui approvate – se si accertasse che non aveva i requisiti per ricoprire l’incarico presidenziale – potrebbero essere atti nulli.

All’ombra di questo scandalo la maggioranza di Pashinyan deve trovare una candidatura per le elezioni presidenziali anticipate. La nuova presidenza deve essere eletta 25 giorni dopo le effettive dimissioni del presidente uscente (a partire da una settimana da quando sono state annunciate, quindi il 30 gennaio) e non oltre i 35 giorni successivi, da una maggioranza parlamentare qualificata del 75% al primo scrutinio, con percentuali a decrescere del 60% e del 50% per eventuali votazioni successive.

Come ha notato il commentatore politico Eric Hacopian, non ha reso certo un bel servizio all’immagine del paese Armen Sarkissian, il presidente dimissionario perché scoperto dalla stampa a non avere i giusti criteri di cittadinanza.

Ma, come sottolinea Hacopian  , è un comportamento che descrive più chi lo compie rispetto al paese che era stato chiamato a rappresentare, e gli armeni dovrebbero essere fieri di un paese in cui è la stampa che caccia un presidente e non vice versa, come accade per i popoli non liberi.

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