Ue-Armenia: firmato a Bruxelles accordo di partenariato rafforzato (Agenzianova 24.11.17)

Bruxelles, 24 nov 14:20 – (Agenzia Nova) – Firmata oggi a Bruxelles, a margine del vertice del Partenariato orientale, il nuovo accordo bilaterale tra l’Unione europea e l’Armenia. “Il vertice – si legge nella dichiarazione congiunta diffusa al summit – accoglie con favore la firma dell’accordo di partenariato onnicomprensivo e rafforzato tra Ue e Armenia, a margine del summit”. I leader dei Ventotto e dei partner orientali salutano con favore anche i progressi nei negoziati in corso tra Ue e Azerbaigian per un nuovo accordo quadro.Beb)

“L’Armenia dimenticata. Un viaggio nell’ Armenia meno conosciuta” (Romatoday 24.11.17)

“L’Armenia dimenticata. Un viaggio nell’ Armenia meno conosciuta”

Roma – Venerdì 1° Dicembre 2017 alle ore 18.30 l’Atelier Paema Spazio Urbano Protetto/Fondazione Maitreya – in via Clementina n.7 (Rione Monti) ospiterà la proiezione del Docufilm “Armenia dimenticata. Un viaggio nell’Armenia meno conosciuta” di Ignazio Mascia e la performance musicale al pianoforte dell’artista Veronica Mereu che proporrà alcuni brani composti da autori di origine armena.
L’opera di Ignazio Mascia, viaggiatore videomaker, è il risultato di una sua escursione in Armenia nel 2015 alla scoperta di un territorio impervio, misterioso e poco raccontato dalla settima arte. Il docu-reportage del regista sardo vuole narrare il presente “nascosto” dell’Armenia, ovvero le tre facce di questa nazione meno note all’Occidente: la vita e le tradizioni della minoranza di religione yazida, la situazione di Gyumri, seconda città del Paese per numero di abitanti a 27 anni dal devastante terremoto e, infine, la regione del Nagorno Karabakh con le sue montagne aspre e le lande aride che fecero da sfondo alla cruenta guerra combattuta nei primi anni Novanta. Il docu-reportage della durata di 45’ ha ottenuto riconoscimenti al Babelfilmfestival e al Coral Cost Film Festival, ed è stato presentato in altre importanti manifestazioni cinematografiche internazionali.
L’Armenia è un Paese dalla forte identità religiosa, roccaforte cristiana del medio oriente, chiamata dai suoi abitanti “Hayastan”, la “Terra di Haik” , secondo il mito biblico pronipote di Noè; gli armeni sono dunque considerati i suoi discendenti diretti. Nel 301 d.c. la Regione adottò, prima nella Storia, il Cristianesimo come religione di Stato e ad oggi la grande maggioranza della popolazione appartiene a questa confessione. Tuttavia esiste anche una piccola comunità di credenti nel “Dio-Sole” che pratica rituali collettivi di origine pagana relazionandosi con i cristiani nel rispetto dei principi di tolleranza e apertura al dialogo, consapevoli delle persecuzioni subite nel corso dei secoli dai seguaci di Joshua per mano degli islamici. Oggi l’Armenia è un Paese in difficoltà che “sogna l’Europa”, pur essendo al contempo legata e dipendente dalla Russia; è una terra povera, economicamente depressa e ancora provata dalla tragedia del terremoto del 7 dicembre del 1988 che rase al suolo molte città del nord causando la morte di oltre 25.000 persone e dalla guerra scoppiata nel 1992 quando gli Azeri bombardarono e distrussero la regione caucasica del Nagorno Karabakh.

In questo primo incontro un ruolo specifico per creare armonia e sottolineare la dimensione multiculturale dell’iniziativa con i linguaggi dell’arte e della musica, è interpretato dalla pianista cagliaritana Veronica Mereu che proporrà alcuni brani di vari autori armeni. Laureata in Pianoforte e in Didattica della musica ad indirizzo strumentale presso il Conservatorio di Cagliari, è Docente di Strumento presso le scuole ad indirizzo musicale e musicista attiva nel territorio sardo, spaziando dalla musica classica alla musica leggera”.
Ignazio Mascia, nato a Cagliari, è un filmaker autodidatta in continua esplorazione di territori ancora poco conosciuti ma ricchi di storia, cultura e spiritualità. Collabora con l’associazione “Solidando Onlus” con la quale nel 2013 ha partecipato ad un progetto di cooperazione e sviluppo in Nicaragua realizzando in seguito due video reportage. Ha girato inoltre i documentari Nuevos Horizontes (2013) e Riciclo della plastica a Chinandega (2013).

Il Progetto LAB Docufilmjourney: luoghi integri dello spirito
Con questo primo incontro l’Atelier Paema – Spazio Urbano Protetto/Fondazione Maitreya inaugura il Lab Docufilmjourney: luoghi integri dello spirito: proiezioni, musica dal vivo, incontri, scambi di idee sulle tradizioni di fede e le pratiche spirituali di comunità e culture poco note in un viaggio che dagli Yazidi d’Armenia si muoverà verso Oriente coinvolgendo i Pomachi della Bulgaria, la Fratellanza Bianca e molti altri popoli.
L’appuntamento è fissato il primo venerdì di ogni mese, alle ore 18.30, presso l’Atelier Paema in via Clementina n.7 (Roma, Rione Monti).

Info e contatti:
Atelier Paema – Pagina Facebook: Paema-Spazio Urbano Protetto; Presidente Paolo Palomba email: palombapaolo99@gmail.com
Ufficio Stampa: Nicola Cordone, e-mail:ufficiostampa.paema@gmail.com; Fondazione Maitreya – Pagina Facebook: Buddhismo Roma – Fondazione Maitreya; Presidente Maria Angela Falà email: fond.maitreya@gmail.com, m.a.fala@maitreya.it; sito internet: http://maitreya.it//

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Ue: commissario Hahn a “Nova”, quadro inclusivo Partenariato orientale ha valore strategico (Agenzia Nova 24.11.17)

Bruxelles, 24 nov 11:05 – (Agenzia Nova) – I negoziati con Baku, comunque, “sono ancora in corso di svolgimento. Stiamo senz’altro facendo progressi – assicura Hahn – e spero si raggiunga un accordo da cui sia l’Unione europea che l’Azerbaigian beneficeranno in un futuro vicino”. Interrogato sullo stato della cooperazione a livello regionale, e più nello specifico sulle relazioni tra Armenia e Azerbaigian, Hahn ammette che “il conflitto irrisolto nel Nagorno-Karabakh rimane un ostacolo alla stabilità e alla prosperità nella regione. I presidenti di Armenia e Azerbiaigian si sono impegnati ripetutamente verso il cessate il fuoco e per una soluzione pacifica a questo conflitto. L’Ue, anche attraverso il suo Rappresentante speciale per il Caucaso meridionale e la crisi in Georgia (Toivo Klaar, nominato il 13 novembre scorso), sostiene e complementa – spiega Hahn – gli sforzi dei co-presidenti del gruppo di Minsk dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) per facilitare la risoluzione del conflitto. (segue) (Beb)

Dessaran Festival: musica, cinema e sapori della cultura armena (Corriere della Sera 23.11.17)

Dal 27 novembre al 3 dicembre a Padova gli eventi culturali curati dalla direzione artistica di Antonia Arslan

di Francesca Visentin

PADOVA La memoria si fa testimonianza e unisce tradizione e contemporaneità, nel Dessaran Festival, che dal 27 novembre al 3 dicembre porta a Padova la cultura armena tra musica, teatro, letteratura e sapori. Artisti di primo piano a livello nazionale, per la rassegna curata da Antonia Arslan, che ne firma la direzione artistica. Dopo il grande successo di pubblico della scorsa edizione, quest’anno il festival raddoppia. Un lungo viaggio alla scoperta di un’antica cultura e delle tante civiltà che ha incrociato. Da qui il titolo «Dessaran», che in armeno significa «l’orizzonte, il confine di ciò che vedi» e rappresenta un ideale filo conduttore della rassegna, per guardare oltre, «verso i tanti orizzonti diversi».

L’evento di apertura

Il Dessaran Festival si apre il 27 novembre con un evento speciale che porta a Padova uno dei musicisti armeni più famosi al mondo, il pianista jazz Tigran Hamasyan (ore 21 sala dei Giganti Palazzo Liviano). Già moltissime le prenotazioni per il concerto. Nella sua carriera, iniziata a 3 anni, Hamasyan ha collezionato premi internazionali in festival di grande prestigio. La sua musica spazia dal romanticismo classico al jazz-rock, dal pop onirico al folklore armeno, con una spiccata tendenza all’improvvisazione. Grande attesa anche per il concerto di chiusura con Hakob Khalatyan, un altro appuntamento già preso d’assalto dalle prenotazioni. «Quello armeno è un popolo antico, portato quasi all’estinzione – sottolinea la scrittrice Antonia Arslan – , per questo è molto importante farne conoscere la cultura, così ricca e intrecciata a tante altre civiltà». Andrea Colasio, assessore alla Cultura del Comune di Padova, ha sottolineato quanto «Padova sia un crocevia culturale e quindi la città ideale per ospitare un festival che coinvolge molti diversi orizzonti culturali».

Al Museo Ebraico

Il festival continua martedì 28 al Museo della Padova Ebraica (Palazzo Antico Ghetto ore 18) con l’evento «Diario di due viaggi (Armenia e Israele)», protagonisti Antonia Arslan e Vittorio Robiati Bendaud del Tribunale Rabbinico del Centro Nord Italia, che racconteranno i loro viaggi nella Repubblica del Nagorno – Karabagh e in Israele: bellezza e memorie dimenticate. In dialogo con Francesco Berti. In apertura intervento musicale al duduk del maestro Claudio Fanton. Serata di parole e musica mercoledì 29 con la pièce e concerto «Intervista immaginaria tra Matilde Serao e Hrant – 1890», in collaborazione con Il Mattino di Napoli in Sala Carmeli in via Galilei. Nella pièce firmata da Antonia Arslan, l’attore Claudio Di Palma e l’ensemble musicale diretto da Massimiliano Sacchi portano in scena la figura di Matilde Serao, immaginando un drammatico incontro tra la scrittrice e Melkon Gurgian, scrittore e insegnante armeno suo contemporaneo.

Reading di parole e musica

Giovedì 30 all’Auditorium del Centro Culturale Altinate San Gaetano in prima assoluta il reading tra le parole di Antonia Arslan, le musiche del Maurizio Camardi Small Ensemble (Maurizio Camardi – sassofoni, duduk, flauti etnici; Sergio Cossu – tastiere; David Soto Chero – chitarre) e le immagini di Norayr Kasper. I racconti della scrittrice si intersecano con le musiche originali del sassofonista padovano e con le fotografie di Norayr Kasper, artista visuale canadese di origine armena. Evento in collaborazione con Scuola di Musica Gershwin.

Cinema in scena

Cinema protagonista venerdì 1 dicembre al Multisala MPX di via Bonporti, nella Sala Giotto (alle 21), proiezione del film The last inhabitant (L’ultimo abitante) di Jivan Avetisyan, in collaborazione con l’Associazione The Blue Knowledge. Il film è tratto dal racconto di Tsovinar Khachatryan e narra la storia di amicizia fra un armeno e un azero, durante la guerra del 1988 nel Nagorno – Karabagh. Sabato 2 dicembre incontro-degustazione, in cui la scrittrice Sonya Orfalian descriverà le antiche ricette della cucina armena, mentre Mario Barbieri, Gran Maestro della Confraternita del “Raboso del Piave”, presenterà il vino che porta il nome di Antonia Arslan. Un incontro tra i piatti raffinati della cucina armena e il vino Raboso in collaborazione con l’associazione Veneto Suoni e Sapori nell’ambito del Novembre PataVino in Sala Rossini del Caffè Pedrocchi (ore 18)

Gran galà di chiusura

Evento speciale anche per la chiusura del Dessaran Festival, domenica 3 dicembre con il Gran Gala alle ore 10.45 nella Sala Ridotto del Teatro Verdi. In collaborazione con l’Associazione ItaliArmenia per l’amicizia Italo-Armena, il musicista Hakob Khalatyan, per la prima volta in concerto in Italia, artista della scena musicale internazionale. Accompagnato dall’ inseparabile strumento a corde, la qamancha, Khalatyan eseguirà una performance con melodie e brani folk della tradizione armena. Una giornata di festa per celebrare la chiusura della settimana dedicata alla cultura armena con la presenza di tutti i partner del progetto. Sarà presente per il galà di chiusura anche Victoria Bagdassarian, ambasciatrice straordinaria e plenipotenziaria della Repubblica d’Armenia in Italia. Tutti gli eventi del Dessaran Festival sono ad ingresso gratuito con obbligo di prenotazione fino ad esaurimento posti. Per informazioni e prenotazioni: 342.1486878 info@nairionlus.org

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Dessaran Festival, settimana della cultura armena: (Padovaoggi.it 23.11.17)

Dessaran Festival, settimana della cultura armena: incontri, degustazioni, proiezioni, musica e canto sacro dal 27 novembre al 3 dicembre 2017 Eventi a Padova

Dopo lo straordinario successo della prima edizione torna anche per il 2017 il Dessaran Festival, che per una settimana (dal 27 novembre al 3 dicembre) porterà a Padova una rappresentazione della cultura armena nelle sue diverse forme attraverso sette imperdibili appuntamenti, tutti ad ingresso gratuito, che avranno come protagonisti alcuni tra i più importanti artisti del panorama italiano e internazionale.

Una manifestazione promossa dal Comune di Padova Assessorato alla Cultura con il Patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica d’Armenia in Italia, il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e l’organizzazione di Nairi Onlus e Casa di Cristallo. La direzione artistica del Festival è a cura di Antonia Arslan.

Un lungo viaggio tra musica, letteratura, teatro, fotografia, cinema ed enogastronomia che vuole esplorare questa antichissima cultura andando a toccare anche le tante civiltà che ad essa si sono intrecciate nei millenni della sua esistenza.

Da qui il titolo Dessaran che in armeno significa “l’orizzonte, il confine di ciò che vedi” e l’obiettivo, come dichiarano la direttrice artistica Antonia Arslan e l’Assessore alla Cultura Andrea Colasio, di gettare lo sguardo verso “tanti orizzonti diversi, ma anche nessun orizzonte definito ed escludente, in uno scambio fruttuoso e allegro di saperi, cognizioni, suggestioni antiche e moderne”.

Si comincia lunedì 27 novembre alle 21 con un evento speciale che porta a Padova uno dei musicisti armeni più famosi al mondo, il pianista jazz Tigran Hamasyan che presenta il suo ultimo progetto discografico intitolato An Ancient Observer in una serata realizzata in collaborazione con l’Associazione ItaliArmenia per l’amicizia Italo-Armena.

Un talento assoluto, una star internazionale nonostante i suoi trent’anni di età. Nella sua carriera, iniziata a soli 3 anni, ha collezionato premi internazionali in festival di grande prestigio come Jazz à Juan e Montreux Jazz Festival.

La sua musica spazia dal romanticismo classico al jazz-rock, dal pop onirico al folklore armeno, dimostrando una spiccata tendenza all’improvvisazione.

Martedì 28 (ore 18) ci si sposta al Museo della Padova Ebraica (Palazzo Antico Ghetto) con l’evento Diario di due viaggi (Armenia e Israele). Un dialogo, in collaborazione con ADEI-WIZO, che vedrà protagonisti  Antonia Arslan e Vittorio Robiati Bendaud del Tribunale Rabbinico del Centro Nord Italia che parleranno di loro recenti viaggi nella Repubblica del Nagorno – Karabagh e in Israele, caratterizzati da bellezza, questioni aperte e memorie dimenticate. Presenta il prof. Francesco Berti. Modera Francesca Visentin.

In apertura intervento musicale al duduk del M° Claudio Fanton.

Un’altra location di grande prestigio, la Sala Carmeli in via Galilei, farà da cornice alla serata di parole e musica in programma mercoledì 29 (ore 21) con il concerto-lettura Intervista immaginaria tra Matilde Serao e Hrant – 1890, in collaborazione con Il Mattino di Napoli.

Una pièce in cui l’attore Claudio Di Palma e l’ensemble musicale diretto da Massimiliano Sacchi portano in scena la figura di Matilde Serao, immaginando un drammatico incontro tra la scrittrice greco-partenopea e Melkon Gurgian, scrittore e insegnante armeno suo contemporaneo. Sullo sfondo una Napoli che si manifesta attraverso i suoni e le sue voci più tipiche.

Giovedì 30 (ore 21) sarà invece lAuditorium del Centro Culturale Altinate San Gaetano ad ospitare in prima assoluta un nuovo reading che vedrà riproposta in una nuova veste la collaborazione tra le parole di Antonia Arslan, le musiche del Maurizio Camardi Small Ensemble (Maurizio Camardi – sassofoni, duduk, flauti etnici; Sergio Cossu – tastiere; David Soto Chero – chitarre) e le immagini di Norayr Kasper.

I racconti della scrittrice padovana si intrecceranno con le musiche originali del sassofonista padovano e con le straordinarie fotografie di Norayr Kasper, artista visuale canadese di origine armena, formatosi tra Venezia e Toronto, protagonista di diverse mostre di successo e curatore della fotografia di oltre 30 pellicole cinematografiche e televisive.

Evento in collaborazione con Scuola di Musica Gershwin.

Il cinema sarà invece protagonista venerdì 1 dicembre alle 21, con la proiezione del film The last inhabitant (L’ultimo abitante) di Jivan Avetisyan, in collaborazione con l’Associazione The Blue Knowledge.

La pellicola è basata sul racconto di Tsovinar Khachatryan e narra una toccante storia di amicizia fra un armeno e un azero, durante la guerra del 1988 nel Nagorno – Karabagh.

L’evento si terrà al Multisala MPX di via Bonporti, nella Sala Giotto.

Sabato 2 dicembre, invece, la splendida cornice della Sala Rossini del Caffè Pedrocchi ospiterà alle 18 un incontro-degustazione, in cui la scrittrice Sonya Orfalian descriverà le antiche ricette della cucina armena, mentre Mario Barbieri, Gran Maestro della Confraternita del “Raboso del Piave”, presenterà il vino Arenì che porta il nome di Antonia Arslan. Un incontro speciale dove i piatti raffinati della cucina armena potranno essere degustati in abbinamento al vino Raboso grazie alla collaborazione con l’associazione Veneto Suoni e Sapori nell’ambito del Novembre PataVino.

Grande chiusura domenica 3 dicembre con il Gran Gala alle ore 10.45 nella Sala Ridotto del Teatro Verdi. Un evento speciale, in collaborazione con l’Associazione ItaliArmenia per l’amicizia Italo-Armena, che vedrà protagonista un altro grande artista della scena musicale internazionale, Hakob Khalatyan, per la prima volta in concerto in Italia.

Accompagnato dal suo inseparabile strumento a corde, la qamancha, Khalatyan eseguirà una performance in solo con repertorio di melodie e brani folk della tradizione armena.

Un evento imperdibile che conclude la ricca programmazione della settimana dedicata alla cultura armena, sotto la direzione artistica di Antonia Arslan.

Una giornata di festa per celebrare la chiusura della settimana dedicata alla cultura armena con la presenza di tutti i partner del progetto.

L’evento si intreccia con la programmazione delle Matinée al Teatro Verdi curata dall’Associazione Play, che prevede una domenica al mese spettacoli abbinati a degustazioni enogastronomiche in collaborazione con Coldiretti, Consorzio Vini Colli Euganei e Pasticceria Giotto dal Carcere di Padova.

Tutti gli eventi sono ad ingresso gratuito con obbligo di prenotazione fino ad esaurimento posti. La prenotazione dà diritto all’accesso in sala fino a 15 minuti prima dell’inizio dello spettacolo. Oltre tale orario i posti non occupati verranno riassegnati.

Per informazioni e prenotazioni: 342.1486878 – info@nairionlus.org

DESSARAN FESTIVAL

settimana della cultura armena

II EDIZIONE

Padova, 27 novembre – 3 dicembre 2017

Lunedì 27 novembre
ore 21 – Sala dei Giganti Palazzo Liviano – piazza Capitaniato
EVENTO DI APERTURA
IL PIANISTA TIGRAN HAMASYAN PRESENTA IL NUOVO ALBUM
AN ANCIENT OBSERVER

in collaborazione con Associazione ItaliArmenia per l’amicizia Italo-Armena

Martedì 28 novembre
ore 18 – Museo della Padova Ebraica Palazzo Antico Ghetto – via Delle Piazze, 26
DIARIO DI DUE VIAGGI (ARMENIA e ISRAELE)
CON ANTONIA ARSLAN E VITTORIO ROBIATI BENDAUD

in collaborazione con ADEI-WIZO

Mercoledì 29 novembre
ore 21 – Sala Carmeli – via Galilei, 36
INTERVISTA IMMAGINARIA TRA MATILDE SERAO E HRANT – 1890
in collaborazione con Il Mattino di Napoli

Giovedì 30 novembre
ore 21 – Auditorium Centro Culturale Altinate San Gaetano – via Altinate, 71
PAROLE, MUSICHE E IMMAGINI DALL’ARMENIA
in collaborazione con Scuola di Musica Gershwin

Venerdì 1 dicembre
ore 21 – Multisala MPX Sala Giotto – via Bonporti, 22
PROIEZIONE DEL FILM THE LAST INHABITANT DI JIVAN AVETISYAN
in collaborazione con Associazione The Blue Knowledge

Sabato 2 dicembre
ore 18 – Caffè Pedrocchi Sala Rossini – via VIII Febbraio, 15
INCONTRO CON SONYA ORFALIAN
DALLE RICETTE ARMENE AI VITIGNI DELLA VALLE DELL’ARARAT

in collaborazione con Veneto Suoni e Sapori

Domenica 3 dicembre
ore 10.45 – Teatro Verdi Sala Ridotto – via dei Livello, 32
GALA DI CHIUSURA
HAKOB KHALATYAN IN CONCERTO

in collaborazione con Associazione ItaliArmenia per l’amicizia Italo-Armena e Associazione Play

Tutti gli eventi sono ad ingresso gratuito con obbligo di prenotazione fino ad esaurimento posti. La prenotazione dà diritto all’accesso in sala fino a 15 minuti prima dell’inizio dello spettacolo. Oltre tale orario i posti non occupati verranno riassegnati.

Per informazioni e prenotazioni: 342.1486878 – info@nairionlus.org

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È morto il vescovo mons. Vartan Kechichian, dei padri Armeni Mechitaristi (Genteveneta.it 23.11.17)

All’ospedale San Camillo del Lido di Venezia è morto ieri, mercoledì 22 novembre, il vescovo mons. Vartan Kechichian, dei padri Armeni Mechitaristi.

Nato nel 1934 nella cittadina di Kessab (Siria), ordinato presbitero nella veneziana isola di San Lazzaro ((nella foto d’apertura) nel 1958, mons. Kechichian – affettuosamente Hair Vartan (Padre Vartan) per i Padri Mechitaristi e gli amici – fu già Abate generale della Congregazione, dal 1997 al 1999.

In quella occasione fu designato Arcivescovo titolare di Mardin degli Armeni, consacrato a Beirut e affiancato quale coadiutore al primo Ordinario degli armeni cattolici d’Armenia mons. Nerses Der Nersessian, anch’egli già monaco mechitarista e Superiore della Congregazione.

Nel settembre 2009, proprio a San Lazzaro degli Armeni, si era festeggiato, con una Messa da lui concelebrata, il cinquantesimo di sacerdozio del vescovo. E chi c’era ricorda che, quando gli si domandava cosa pensasse guardando indietro, ai cinquant’anni di sacerdozio trascorsi, padre Vartan rispondeva dicendo: «È come se fossi stato ordinato ieri… Potrei ricominciare oggi tutto come da quel giorno».

Mons. Vartan Kechichian era ricoverato da alcuni anni, ormai, al San Camillo. Le sue esequie saranno officiate venerdì 24 novembre, alle ore 11, nella chiesa dell’isola di San Lazzaro.

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Armenia: presidente Sargsyan in Belgio per vari appuntamenti, domani parteciperà a summit Partenariato orientale (Agenzianova 23.11.17)

Erevan, 23 nov 10:12 – (Agenzia Nova) – Il presidente armeno Serzh Sargsyan si reca oggi in visita di lavoro in Belgio. Il capo dello stato armeno parteciperà questa sera alla riunione del Partito popolare europeo e domani parteciperà al summit del Partenariato orientale. Inoltre nel quadro della visita è previsto anche un bilaterale con il re del Belgio Filippo e con il primo ministro Charles Michel. (Res)

In Armenia la conferenza Osce sui crimini contro cristiani e minoranze religiose (Lastampa.it 22.11.17)

Presenti ministri o alti rappresentanti provenienti da diversi Paesi del mondo. Interverrà Salvatore Martinez, presidente della fondazione “Centro Internazionale Famiglia di Nazareth”

Prende il via oggi, 22 novembre, a Yerevan, capitale dell’Armenia, la Conferenza internazionale sul tema “Contrastare e prevenire i crimini di odio contro i cristiani e i membri di altri gruppi religiosi – Prospettive dall’Osce e oltre”, promossa dall’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa – Osce, con il supporto del Ministero degli Affari Esteri armeno.

All’evento, al quale prendono parte Ministri o Alti Rappresentanti provenienti da diversi Paesi del mondo, interverrà anche Salvatore Martinez, presidente della fondazione vaticana “Centro Internazionale Famiglia di Nazareth” e dell’Osservatorio sulle minoranze religiose nel mondo e sul rispetto della libertà religiosa.

Il Forum prevederà un confronto tra diversi stakeholders e costituirà una preziosa occasione per esplorare le sfide, condividere best practices e fornire raccomandazioni sui temi oggetto dell’incontro. Sarà articolato in tre sessioni, la prima dedicata a “I crimini di odio contro i cristiani e i membri di altri gruppi religiosi nell’area Osce e oltre”; la seconda su “prevenzione e risposta ai crimini di odio e agli incidenti nei confronti di cristiani e dei membri di altri gruppi religiosi nell’area Osce e oltre”, dunque si indagherà sulle risposte internazionali, nazionali e locali, sulla complementarità e il coordinamento internazionale tra organizzazioni ed iniziative. La terza sessione sarà invece incentrata su “il ruolo della società civile: best practices e raccomandazioni per affrontare le discriminazioni, l’intolleranza e la negazione dei diritti ai cristiani”.

L’iniziativa si pone nel solco tracciato da Papa Francesco, recatosi in viaggio in Armenia dal 24 al 26 giugno 2016.

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Quo vadis, Nagorno-Karabakh? Storia di un’indipendenza nell’ombra (Ilcaffegeopolitico 22.11.17)

Quale formula negoziale potrà porre fine al conflitto del Nagorno-Karabakh? E come attribuire all’Artsakh dignità di Stato riconosciuto? Se la riapertura del dialogo tra Armenia e Azerbaijan è foriera di sviluppi positivi ma non immediati, la Corte di Strasburgo si prepara invece a compiere i primi passi verso la qualificazione giuridica di uno dei tanti tasselli di instabilità post-sovietica

UN VOLTO NUOVO, MA SOLO A METÀ

Nuova forma di Governo, medesimo leader. Il 7 settembre 2017 ha segnato il varo del terzo mandato consecutivo di Bako Sahakyan, Presidente dell’enclave armena del Nagorno Karabakh in Azerbaijan, repubblica de facto indipendente dal 1991 e costantemente presidiata da truppe armene.
Dopo gli emendamenti costituzionali approvati mediante referendum lo scorso febbraio, Sahakyan si riconferma dunque titolare di un mandato ad interim, fino a quando Stepanakert avrà completato, nel 2020, la transizione da un sistema semi-presidenziale ad una forma di Governo presidenziale.
E il fatto che fra tre anni si terranno sia le elezioni presidenziali che quelle parlamentari appare una coincidenza non proprio casuale. Che si tratti di una manovra politica ad hoc per prorogare i poteri di Sahakyan? È questa un’ipotesi teorizzata da alcuni analisti, mentre gli estimatori della nuova veste presidenziale del Karabakh ritengono che la riforma costituzionale sia funzionale in particolare ad una più adeguata gestione del conflitto con l’Azerbaijan. Un conflitto congelato, per così dire, dopo la firma del Protocollo di Biškek nel 1994, ma soggetto ancora a sporadiche recrudescenze, quale ad esempio la Guerra dei Quattro Giorni nell’aprile 2016.
Il 16 ottobre scorso si è svolto a Ginevra un meeting tra i co-Presidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE e i rispettivi Presidenti di Armenia e Azerbaijan, seguito da un colloquio privato tra questi ultimi.
E mentre in questi giorni si riflette sulla scelta di una data condivisa per il prossimo incontro, ci si interroga sullo stato di avanzamento dei negoziati e sulle implicazioni di un’eventuale composizione pacifica della questione armeno-azera.

 

ARTSAKH, LA REPUBBLICA CHE NON ESISTE

 

I concetti di sovranità statale, integrità territoriale e autodeterminazione dei popoli sono da sempre fonte di complessità irrisolte e di fragili iniziative di pace rimaste inattuate. Basti citare il frastagliato laboratorio geopolitico che si estende dalla Transnistria al Nagorno-Karabakh, attraverso l’Abkhazia e l’Ossezia del Sud.
Nel caso specifico del Nagorno Karabakh, la chiave dell’instabilità riposa in quel dono azzardato fatto da Stalin all’Azerbaijan nel lontano 1923, quando alla repubblica sovietica guidata da Baku era stata regalata la regione dell’Artsakh (oggi più nota come Nagorno Karabakh), etnicamente e culturalmente armena, oltreché sorretta da aspirazioni politico-ideologiche assai distanti da quelle del Governo azero.
E quando, nella fase terminale dell’URSS, la sovranità sull’oblast del Karabakh venne riconfermata a favore di Baku, a ribaltare la decisione intervenne il referendum secessionista del 1992, nel quale oltre l’80% dell’elettorato della regione si pronunciò per l’indipendenza. Poi, l’invasione militare delle truppe azere e il varo della politica belligerante che continua a contrapporre Baku a Yerevan, paladina dei diritti della maggioranza armena del Karabakh.
Nel frattempo, i Protocolli di Alma-Ata del 21 dicembre 1991 avevano sancito la dissoluzione dell’URSS e l’istituzione dalla Comunità degli Stati Indipendenti (CIS): Armenia e Azerbaijan ottennero finalmente la dignità di Stati indipendenti. Mentre per il Nagorno-Karabakh l’indipendenza de jure non arrivò mai.
Ed effettivamente, di fronte a fenomeni di mutamenti territoriali, la prassi internazionale sembra orientarsi verso la tutela preferenziale dell’integrità statale, più che delle istanze secessioniste.
Ciò premesso, non deve però passare inosservato che la Convenzione di Montevideo del 1933 sui diritti e doveri degli Stati subordina l’assunzione della personalità giuridica internazionale alla sussistenza di quattro requisiti: una popolazione permanente, un territorio definito, un governo e la capacita di intrattenere relazioni con altri Stati. Ma, soprattutto, l’articolo 3 della Convenzione sgancia il concetto di esistenza politica dello Stato dal riconoscimento, in quanto «anche prima del riconoscimento lo Stato ha il diritto di difendere la propria integrità e indipendenza, di legiferare sui suoi interessi, di gestire i propri servizi e di definire la competenza dei suoi tribunali». Detto in altri termini, dal riconoscimento dipende esclusivamente l’accettazione (e non l’esistenza) della personalità di uno Stato, con tutti i diritti e i doveri determinati dal diritto internazionale (cfr. Art. 6 Conv).

UN NUOVO MODELLO DI DIALOGO O VECCHIE RIVENDICAZIONI?

In linea teorica, le relazioni politiche privilegiate che l’Armenia intrattiene con la Russia e la sua membership all’interno del blocco militare dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO) potrebbero attribuire a Mosca un ruolo chiave nei negoziati di pace.
In realtà, l’incremento dell’export militare russo verso l’Azerbaijan e il timore che il gigante eurasiatico possa in futuro parteggiare per il vicino azero sembrano ultimamente guidare Yerevan verso l’instaurazione di nuovi partenariati. E difatti, sebbene fonti ufficiali abbiano prontamente riconfermato la centralità del sodalizio con il Cremlino, alcuni segnali indicano inequivocabilmente che la tradizionale politica filo-russa comincia a vacillare. Non si spiegherebbe diversamente la partecipazione delle forze armene alle recenti esercitazioni della NATO, così come l’intenzione di ampliare la cornice di cooperazione militare con la Grecia, la Cina ed il Canada. Peraltro, in seno all’Assemblea Nazionale iniziano a levarsi voci di dissenso anche nei confronti dell’appartenenza all’Unione Economica Eurasiatica (EEU) capeggiata da Mosca.
Ma la novità maggiormente significativa è senz’altro rappresentata dalla volontà del Presidente Sargsyan di rinsaldare la partnership con l’Unione Europea, che sarà presto suggellata dalla firma dell’Accordo Rafforzato di Partenariato e Cooperazione (CEPA), in programma per il prossimo 24 novembre.
Per altro, non solo a Ginevra, ma ancor prima a margine della sessione autunnale dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Sargsyan aveva ribadito il proprio sostegno al riavvio dei negoziati per la sicurezza dell’Artsakh, adottando una posizione pienamente concorde con le esortazioni del Gruppo di Minsk dell’OSCE, i cui osservatori hanno condotto, tra il 25 ottobre e l’8 novembre, due missioni di monitoraggio lungo la Linea di Contatto fra Azerbaijan e Karabakh.
Anche se, dopo quasi 25 anni di esistenza del Gruppo di Minsk e di mancata implementazione delle quattro risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU che chiedevano il ritiro delle forze armene dai territori occupati, è lecito chiedersi come e quando potrà realizzarsi un equilibrio tra le ragioni delle parti in conflitto, soprattutto ove si consideri che il Presidente del Karabakh Sahakyan non è stato finora invitato al tavolo negoziale. Yerevan potrà mai scalfire le proprie convinzioni e riconoscere la sovranità dell’Azerbaijan? E Baku sarà eventualmente in grado di preservare l’identità etnica e il patrimonio culturale dell’Artsakh?

 

IL BILANCIO IN CHIAROSCURO DEGLI SFORZI DIPLOMATICI

 

Ragionando in termini generali, l’assenza di riconoscimento internazionale dello Stato autoproclamatosi indipendente deve porsi in relazione alle modalità attraverso le quali è maturata la separazione, frequentemente accompagnata dal dissenso dell’entità statale originaria e dal ricorso all’uso della forza. Pertanto, l’applicabilità del principio di autodeterminazione dei popoli non potrebbe assurgere ad unica bussola delle rivendicazioni degli Stati non riconosciuti se non fosse sorretta da argomentazioni specifiche. Argomentazioni che il Nagorno-Karabakh ha sempre identificato nelle discriminazioni (presumibilmente) condotte dalle autorità azere ai danni della popolazione locale.
Malgrado i colloqui intervenuti a New York tra i Ministri degli Esteri di Armenia ed Azerbaijan e le speranze accese dall’appuntamento ginevrino, i principali analisti internazionali dello spazio post-sovietico sembrano ritenere a tutt’oggi debole la prospettiva di una prossima normalizzazione delle relazioni armeno-azere. E ciò non solo per effetto delle posizioni inconciliabili risorte all’esito della Guerra dei Quattro Giorni, ma anche a causa della arrendevolezza mostrata in svariate occasioni dal triangolo negoziale del Gruppo di Minsk e delle ambiguità che caratterizzano le azioni diplomatiche per risolvere il conflitto.
Anzitutto la Russia ha tentato di riportare in auge il cosiddetto Piano Lavrov, formula che implicherebbe la riconsegna all’Azerbaijan di alcuni distretti circondanti il Karabakh: una proposta che l’Armenia avrebbe eventualmente accettato prima dell’aprile 2016 e che poi venne respinta in toto dal Presidente Sargsyan. In secondo luogo, si ricordi che in maggio-giugno 2016 i Presidenti di Armenia, Azerbaijan e Russia si riunirono prima a Vienna e poi a San Pietroburgo per discutere dell’implementazione di un meccanismo investigativo dell’OSCE contro l’escalation di nuove violenze… Ma cosa rimane oggi di quelle dichiarazioni? E in ultima analisi, come accennato poc’anzi, per affrontare il riavvio dei negoziati in chiave propositiva e costruttiva, non sembra sufficiente il coinvolgimento di Yerevan e di Baku, ma occorre invitare al dialogo anche Stepanakert.

 

QUESTIONI GIURIDICHE, PRIMA CHE POLITICHE

Oltre alla prospettiva di un ritiro delle truppe armene dai distretti che circondano la Repubblica dell’Artsakh (ipotesi prima accennata e poi ritrattata dal Ministro degli Esteri armeno Nalbandian e comunque esclusa a priori dal Presidente Sahakyan), una novità di tutto rilievo proviene invece da Strasburgo.
Il rappresentante dell’Armenia presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, Gevorg Kostanyan, ha infatti riferito che i giudici di Strasburgo sarebbero prossimi ad esaminare una serie di casi che attengono direttamente o indirettamente allo status legale dell’Artsakh. A differenza, cioè, di quanto frequentemente accaduto in passato, la questione verrebbe per la prima volta affrontata dal punto di vista giuridico e non più esclusivamente politico.
Tuttavia, anche qualora la Corte EDU decidesse di muoversi realmente in tale direzione, un primo fattore di incertezza sarebbe determinato dalla posizione che assumerebbero, in particolare, i giudici di Azerbaijan e Turchia. Mentre un secondo aspetto problematico riguarderebbe i corollari a livello politico dell’ipotetico riconoscimento giuridico del Nagorno-Karabakh.
In ogni caso, qualunque sia l’evoluzione del processo di riconoscimento, un primo punto saldo è offerto dal fatto che le pronunce della Corte sono necessariamente soggette ad implementazione da parte del Comitato dei Ministri, ossia l’organo politico custode dei valori fondamentali del Consiglio d’Europa, composto cioè dai Ministri degli Esteri di tutti gli Stati membri o dai loro rappresentanti permanenti a Strasburgo.
All’opposto, il passo successivo rappresenterà invece il vero banco di prova della traiettoria che la comunità internazionale deciderà di intraprendere.

 

Elitaliana, un’eccellenza che piace anche in Armenia (Ilgionaleditalia.it 22.11.17)

L’incontro con le autorità della nazione caucasica per servizi di trasporto merci e comunicazioni tra la capitale Yerevan e le province più montuose

Si aprono interessanti scenari per l’industria elicotteristica nazionale. E velivoli con il tricolore sarebbero quindi pronti a solcare i cieli dell’Armenia.

Elitaliana, la più antica compagnia italiana di elicotteri, afferma di voler negoziare un accordo in base al quale i suoi aeromobili sarebbero stati usati per traghettare merci da Yerevan in tutte le province.
Una delegazione aziendale di Elitaliana, guidata dall’amministratore delegato Alessandro Giulivi, ha illustrato al ministro armeno dei modelli di trasporto, comunicazioni e IT Vahan Martirosyan alcuni dei loro elicotteri, spiegando i loro vantaggi in volo su terreno montagnoso. Le due parti hanno convenuto di continuare le discussioni con altri dipartimenti governativi interessati.
L’azienda è specializzata nel trasporto merci, operazioni di aviazione civile, monitoraggio ambientale e antincendio boschivo e servizi di emergenza medica aerea, tra gli altri. Alla notizia i media locali hanno dato grande enfasi.

Elitaliana opera già sul territorio italiano con successo da tempo, grazie alla professionalità sviluppata negli anni. Soltanto negli ultimi mesi, al di là degli interventi considerati di routine ma che hanno salvato molte vite, il servizio elicotteristico d’emergenza è intervenuto operativamente nei terremoti colpiti dal terremoto del Centro Italia e per soccorrere il famoso campione motociclistico Max Biaggi dopo un incidente in pista.

Carlotta Bravo

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Gli elicotteri di Elitaliana volano verso l’Armenia

Erevan, Armenia – Il comandante Giulivi ha incontrato il ministro dei trasporti del Paese asiatico con l’obiettivo di avviare una cooperazione

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(WAPA) – Elitaliana mira a portare l’eccellenza italiana in Armenia: guidata dall’amministratore delegato Alessandro Giulivi una delegazione della più antica compagnia elicotteristica italiana ha incontrato ieri Vahan Martirosyan -ministro dei trasporti, comunicazioni e tecnologie dell’informazione armeno- con l’obiettivo di far volare gli elicotteri italiani sul Paese asiatico.
Nel corso della riunione che si è svolta ad Erevan -la capitale armena- Elitaliana ha illustrato i propri prodotti ed i suoi diversi modelli di aeromobili, evidenziandone l’utilità nelle regioni montuose, e come questi permetterebbero di offrire alcuni di quei servizi che la compagnia svolge con grande successo in Italia -fondata nel 1964 la società è attiva in tutti i campi di impiego degli elicotteri tra cui il trasporto aereo di persone e merci, ed al lavoro aereo si affiancano operazioni per la Protezione civile e gli organi di Polizia, di monitoraggio ambientale, di trasporto medico d’urgenza e di antincendio boschivo-: in particolare in Armenia si prevede di operare nel campo del trasporto medico, cargo e turistico, collegando Erevan con le aree più remote del Paese.
Le opportunità offerte da Elitaliana hanno destato l’interesse del ministro e della stampa locale che ha dato risalto alla notizia, tanto che la discussione sulle proposte della compagnia italiana continuerà anche con altri dipartimenti governativi che sarebbero interessati. (Avionews)
(2017)