La riforma costituzionale armena: un’anomalia nello spazio post-sovietico (Ispionline 26.11.15)

l 3 settembre 2013 il presidente armeno Serj Sargsyan coglieva l’Unione Europea e l’opinione pubblica armena impreparati informando in conferenza stampa congiunta con il presidente russo Vladimir Putin che l’Armenia, allora in procinto di firmare l’Accordo di Associazione con l’Unione Europea a Vilnius, avrebbe aderito all’Unione Euroasiatica, progetto incompatibile con la prima. Il 4 settembre il presidente lanciava un’altrettanto rivoluzionaria iniziativa: una riforma costituzionale.

La costituzione armena è stata adottata nel 1995, a quattro anni dalla dichiarazione d’indipendenza. È stata poi significativamente emendata a dieci anni di distanza, nel 2005. È una costituzione rigida e gli emendamenti alla Carta devono essere approvati a maggioranza qualificata e tramite referendum. L’attuale riforma costituzionale si è dipanata in una serie di tappe. L’iniziativa presidenziale ha dato il via alla procedura di creazione di una commissione specializzata che ha steso una bozza di riforma. Il 21 agosto 2015 la bozza ha raggiunto l’Assemblea Nazionale, il parlamento armeno, per essere discussa ed eventualmente modificata. La medesima bozza è stata sottoposta anche alle valutazioni di Organizzazioni internazionali di cui l’Armenia è membro:  in particolare risultano rilevanti le osservazioni della Venice Commission of Democracy through Law, organo del Consiglio d’Europa, che nel 2014 aveva già espresso un’opinione includente sia una valutazione sui limiti della costituzione in vigore sia i possibili margini di miglioramento o vantaggi di un eventuale emendamento. Il 5 ottobre l’Assemblea Nazionale si è espressa largamente a favore della bozza e per l’indizione di un referendum popolare, la cui data è stata fissata per il 6 dicembre 2015.

Questo per quanto riguarda l’iter della riforma. Per quanto riguarda invece i contenuti della riforma occorre innanzitutto distinguere nettamente questa seconda fase riformatrice rispetto alla antecedente, di un decennio fa. Nel 2005 uno dei principali motori degli emendamenti era la necessità di portare il testo del ’95 a conformarsi con i nuovi obblighi internazionali assunti dall’Armenia in seno alle Organizzazioni internazionali di cui era divenuta membro, in modo particolare il Consiglio d’Europa. Non a caso uno degli articoli emendati riguardava l’adeguamento del diritto interno agli obblighi internazionalmente contratti.  Continua

Una nuova base aerea russa in Armenia (Caratteriliberi.eu 26.11.15)

La Russia sta perseguendo la creazione di nuove basi di difesa aerea in Asia Centrale, in Bielorussia e nel Caucaso. L’11 novembre scorso ha firmato un accordo con l’Armenia per trasformare l’aeroporto di Stepanavan – a 20 chilometri dalla Georgia − in una base per elicotteri militari russi.

L’Armenia già ospita una base per elicotteri militari russi a Erebuni. L’Armenia è a sud del Caucaso, confina con Turchia e Iran, si affaccia sul Grande Medio Oriente, perciò è un avamposto perfetto per la protezione dei confini sud della Russia e per gli interventi militari russi in Medio Oriente.

L’Armenia in cambio riceverà tecnologia militare avanzata per la propria difesa. Per l’Armenia l’accordo è importante anche come segno del continuo sostegno russo nella disputa con l’Azerbaigian sul Nagorno-Kharabak. L’Azerbaigian ha subito fatto sapere di essere pronto a ospitare basi aeree russe anche sul proprio territorio.

La base aerea servirà ai Russi anche per contrastare la cooperazione militare fra la Georgia e l’Occidente. La Georgia ha appena aperto un centro di addestramento della NATO sul proprio territorio e ha firmato un contratto con la Francia per la fornitura di un sistema di difesa aerea avanzata. Continua

Ambasciatore armeno in visita in Sicilia: ‘Con la vostra isola una storia di quindici secoli (Adnkronos 25.11.15)

“Questa visita vuole davvero capitalizzare una storia di quindici secoli di interazioni tra gli armeni e la Sicilia, di una presenza continua attraverso santi, monaci, intellettuali e generali armeni in questa straordinaria isola. Per noi è molto facile oggi costruire il nostro bilaterale, perché capitalizziamo su una storia molto ricca”. Lo ha detto l’ambasciatore armeno in Italia, Sargis Ghazaryan, in visita a Palazzo dei Normanni, per partecipare al convegno ‘Conoscere per competere, Armenia, la porta dell’Eurasia’. Un’iniziativa che ha l’obiettivo di “far conoscere opportunità di business nella repubblica che costituisce il nuovo hub di ingresso nell’Unione Economica Eurasiatica”. L’iniziativa è promossa dal deputato questore Paolo Ruggirello che su delega del presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, accoglierà l’ambasciatore dell’Armenia in Italia Sargis Ghazaryan, insieme al vice presidente Giuseppe Lupo. Interverranno tra gli altri il presidente della Regione Crocetta, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, Gianluigi Mangia, membro del partenariato programmazione economica 2014-2020, Sonia Chiarotto, referente economico dell’Armenia in Italia, Nino Salerno, vice presidente dei Confindustria Sicilia. Continua

Siria: ambasciatore armeno, atto gravissimo abbattimento jet russo (Focus.it 25.11.15)

Palermo, 25 nov. (AdnKronos) – “L’abbattimento del jet russo è un atto inaccettabile e gravissimo. Si sentono gli echi di una guerra fredda che, per fortuna, non esiste più”. Lo ha detto l’ambasciatore armeno in Italia, Sua Eccellenza, Sargis Ghazaryan, a margine della sua visita a Palazzo dei Normanni a Palermo, commentando l’abbattimento dell’Su-24 russo ai confini con la Siria. “Sarei cauto a esprimere giudizi definitivi – spiega l’ambasciatore – c’è una inchiesta in corso, ma se fosse vero quanto dice la Russia, sarebbe davvero un atto gravissimo. La Turchia negli ultimi anni non è stata del tutto trasparente sui propri interessi in Siria e in tutti i territori dove opera Daesh. Sarebbe, invece, utile per la sicurezza globale una netta presa di posizione del Governo turco”.

E ricorda che a tutt’oggi “non esiste un bilaterale tra l’Armenia e la Turchia. A cento anni dal genocidio armeno, la Turchia è ancora ostile. Dopo cento anni di negazionismo, paradossalmente i parenti dei responsabili sono ancora nel processo naufragante di negazionismo di Stato. La Turchia, come dicevo, è ancora ostile nei confronti della Repubblica armena. Non ci sono rapporti diplomatici, anche se noi, che siamo i discendenti dei sopravvissuti nel 2008 lanciammo un’iniziativa tesa a normalizzare i rapporti con la Turchia, supportata da Usa e Russia. Sono stati due anni di negoziato duri che hanno prodotto due protocolli sulla normalizzazione dei rapporti tra i due Stati. Ma all’indomani di quei protocolli, l’allora primo ministro Erdogan, oggi Presidente, non ratificò la firma. E’ una politica fallimentare”. Continua


Savall per il Quartetto: riscoprire la musica armena (Amadeusonline 25.11.15)

«Dio fece passare un soffio sulla terra e le acque si abbassarono (…). Il settimo mese, il diciassettesimo giorno del mese, l’arca si posò sul monte Ararat» (Genesi 8, 1, 4). L’Armenia è quella regione montagnosa, è l’antico Urartu dove il soffio divino prosciugò le acque del diluvio e fece riprendere una nuova creazione. Attestato dalle tavolette mesopotamiche, il mito del diluvio, più antico della Bibbia stessa, non ha cessato di turbare la coscienza armena fino ai giorni nostri.

L’Armenia è una delle più antiche civiltà cristiane dell’Oriente, sopravvissuta miracolosamente a una storia convulsa e particolarmente tragica. Sin dalla sua fondazione, essa si è trovata circondata da altre grandi culture: prevalentemente di credenze orientali e musulmane. Ha conosciuto un destino molto doloroso, punteggiato da sismi dovuti all’instabilità geologica del luogo e da turbolenze geopolitiche. Di volta in volta è stata dominata dagli Assiri e dai Cimmeri, dagli Sciti e dai Medi, dai Persiani e dai Macedoni, dai Romani e dai Bizantini, dagli Arabi e dai Seliucidi, dai Mongoli e dai Turcomanni, dagli Ottomani e dai Safavidi. Guerre e massacri che hanno causato la scomparsa di più della metà della sua popolazione, l’esilio di molta altra e la perdita di gran parte del suo territorio. Il 24 aprile 1915, iniziò il genocidio patito da parte degli ufficiali turchi dell’Impero Ottomano: circa 1.500.000 vittime, 870.000 deportati in massa, spoliazioni e conversioni forzate, devastazione del territorio. Il risultato fu la scomparsa, in pochi anni, di due terzi della popolazione armena che si trovava allora entro le frontiere del grande Impero Ottomano.  Continua

Otto appuntamenti, dagli armeni alla Concordia (Il Tirreno 25.11.15)

VENTURINA. Ricco il programma di presentazioni di libri e autori: quattro gli appuntamenti di sabato. Si inizia alle ore 15:30 con “Mayrig” di Henry Verneuil, traduzione a cura di Letizia Leonardi, della casa editrice DivinaFollia, collana Arat: racconto autobiografico che narra la storia di una famiglia armena scampata al genocidio ed emigrata a Marsiglia.

Alle ore 16:30, settore letteratura per ragazzi, è la volta di “Le magiche avventure di Checco e il delfino”, di Ilaria Bonuccelli, con illustrazioni di Maria Coviello, edizioni ETS.

Alle 17:30, “Le voci della Concordia” di Angela Cipriano e Guido Fiorini, edito da Il Foglio: la ricostruzione dell’intera vicenda della Costa Concordia attraverso le parole dei protagonisti.

Alle 18:15, per la casa editrice Avagliano, “Gli ultimi figli” di Silvia Bonucci: in ricordo dell’autrice, l’affresco di un’epoca attraverso il suo romanzo ambientato in Val di Cornia. Continua

ARMENIA: Pronto accordo con la Russia per la difesa aerea nel Caucaso (Eastjournal 24.11.15)

Si registrano nuovi passi in avanti nelle relazioni tra Armenia e Russia: in seguito all’entrata di Yerevan nell’Unione Economica Euroasiatica, i due paesi hanno deciso di firmare un accordo che porterà alla creazione di un sistema di difesa aerea regionale congiunta nella regione del Caucaso. La decisione è stata presa dal presidente russo Putin, che ha incaricato il ministro della Difesa Sergei Shoigu e quello degli Esteri Sergei Lavrov di firmare l’accordo con i corrispettivi colleghi armeni Seyran Ohanyan ed Edward Nalbandian.

L’accordo per la creazione di un sistema regionale comune di difesa aerea assicurerà lo scambio di informazioni tra Armenia e Russia sullo spazio aereo di tutta la regione del Caucaso, e aiuterà lo sviluppo dei sistemi missilistici di difesa aerea e dei sistemi radar armeni. Dal 1995 la difesa aerea dello spazio post-sovietico è gestita dal Sistema Unificato di Difesa Aerea dei Paesi CSI (Объединённая система ПВО СНГ), organizzazione di cui attualmente fanno de facto parte Russia, Bielorussia, Armenia, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan. L’obiettivo di questa organizzazione è garantire la difesa dei confini dello spazio aereo dei suoi stati membri e la neutralizzazione comune di un eventuale attacco aerospaziale. Continua

“Il martirio degli armeni”: il libro al teatro degli Oscuri (ilcittadinoonline 23.11.15)

Sarà presente anche l’ambasciatore dell’Armenia in Italia, Sargis Ghazaryan

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TORRITA DI SIENA. Il libro “Il martirio degli armeni” verrà presentato domani, lunedì 23 novembre, alle ore 17 al teatro degli Oscuri. Il testo è opera del presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo. Un appuntamento che vedrà arrivare a Torrita anche l’ambasciatore dell’Armenia in Italia, Sargis Ghazaryan.

“Un’occasione importante anche a livello diplomatico e di rappresentanza amministrativa – commenta il sindaco, Giacomo Grazi -. Sarà un momento straordinario, per Torrita una giornata da ricordare”.

Saranno presenti il vescovo di Montepulciano, Stefano Manetti, la vicepresidente della Regione Toscana, Monica Barni, il presidente del consiglio regionale toscano, Eugenio Giani. Discuterà del testo, assieme all’autore e all’ambasciatore dell’Armenia, anche la professoressa Federica Guazzini dell’Università per stranieri di Perugia.


 

 

 

A Cagliari arriva Babel, il Film Festival con storie dal mondo (agoramagazine.it 23.11.15)

RPMA – “Dalla resistenza di Kobane, la città curdo-siriana diventata il simbolo dell’opposizione all’Isis, alle vicende dei curdi e degli armeni che costituiscono ancora una ferita aperta per la Turchia.

Storie che prendono vita con le voci delle minoranze linguistiche di tutto il mondo: saranno loro ad animare la quarta edizione del ‘Babel‘ film festival, in programma a Cagliari dal 30 novembre al 5 dicembre presso la Cineteca sarda”. E’ quanto si legge in un comunicato.

Si tratta di “un festival che alla luce degli attentati di Parigi e in Mali vuole valorizzare e promuovere le minoranze linguistiche e l’idea del dialogo interculturale, inteso come comprensione reciproca tra individui e gruppi che hanno origini e patrimoni linguistici, culturali, etnici e religiosi differenti. Un dialogo fondamentale per lo sviluppo delle relazioni tra persone, Paesi e culture perché favorisce la crescita personale e collettiva, contribuendo alla coesione, all’inclusione e all’equità”. Ci saranno “79 pellicole nazionali e internazionali selezionate tra i 115 film pervenuti, 44 lingue minoritarie coinvolte, 16 Paesi (8 europei e 8 extraeuropei) rappresentati. Il festival, che si articola in tre sezioni (lungometraggi, cortometraggi e documentari) è riservato ai film in lingua minoritaria, dialetto, slang, lingua morta e linguaggio dei segni. La giuria principale, composta da cinque membri, è presieduta dal regista Daniele Ciprì. Per la prima volta in un festival del cinema anche gli immigrati saranno protagonisti: gli ospiti del centro di accoglienza per richiedenti asilo di Elmas parteciperanno alla proiezione dei film e assegneranno il premio ‘One Wor(l)d’ Continua


Dall’Isis agli armeni, via alla Quarta edizione del Babel Festival (Cagliaripad.it 21.11.15)

Ricorrenze: Luigi Luzzatti e il popolo armeno (Agi, 23.11.15)

(AGI) – Roma, 23 nov. – (di Giuseppe De Lucia Lumeno*)

“Ricordatevi di questi perseguitati! Metteteli in condizione di lavorare e di vivere nella tranquillita’ famigliare. L’Italia deve offrire un contributo tangibile della sua civilta’ millenaria a queste infelici creature con la sua fraterna ospitalita’”. Era il 4 dicembre 1923, quando, Luigi Luzzatti, con queste parole, accompagno’ il Capo di una delegazione del popolo armeno dal Presidente del Consiglio italiano, Benito Mussolini.
Dal 1922, gran parte dell’attività politica italiana in ambito sociale aveva perduto autonomia essendo stata concentrata nella mani del Primo Ministro. Luzzatti, dunque, fuori dall’orbita parlamentare e da quella governativa, trova in un altro ambito la possibilità di svolgere la sua missione politica. Preclusosi il recinto della politica italiana si puo’ dedicare ai popoli oppressi. In quel mondo, in quegli anni, e’ ancora in corso il genocidio del popolo armeno iniziato nella notte tra il 23 e il 24 aprile del 1915, quando, con l’arresto di oltre duemila armeni – politici, intellettuali,commercianti, giornalisti e studenti – l’impero Ottomano da’ inizio al primo genocidio del Novecento. (leggi tutto)