Armeni, botta e risposta a Trento (Corriere Alpi, 21.11.15)

Parla l’ambasciatore in Italia ma dal pubblico spunta il console turco

TRENTO. A sorpresa si è presentato pochi minuti prima dell’inizio al convegno sul genocidio degli Armeni organizzato dalla Fondazione Caritro ieri all’auditorium S.Chiara di Trento. Ha chiesto e ottenuto di intervenire. Dalla platea si è rivolto ai ragazzi di quinta di diversi istituti superiori a cui la riflessione a più voci era dedicata, solo per un attimo si è girato verso l’ambasciatore della Repubblica di Armenia in Italia, Sergis Ghazaryan, che era tra i relatori sul palco. Hami Aksoi, console generale di Turchia a Milano l’ha presa larga, diplomaticamente, affermando che “non c’è una sola verità e la Storia non è tutta in bianco e nero”.

Per poi arrivare al nocciolo della questione, irrisolta. “Quella degli Armeni fu una tragedia e ancora nel 2005 – ha detto – abbiamo fatto una proposta per la costituzione di una commissione mista tra storici turchi, armeni e anche italiani per avere delle idee più chiare. Ma l’Armenia non ha accettato nonostante la nostra richiesta di dialogo. In Turchia c’è libertà e c’è chi pensa che si trattò di un genocidio e chi no, c’è polifonia. Polifonia che, invece, in Armenia non esiste. Potremo essere amici solo dialogando, per ora, in Armenia, solo porte chiuse”. Al termine, l’affondo. “Non c’è nessuna sentenza internazionale che dica che si è trattato di un genocidio”. Si sa, la Turchia minimizza, derubrica a “massacro di guerra”, nonostante una recente risoluzione del Parlamento europeo riconosca il genocidio e chieda di aprire gli archivi e nonostante le parole di pietra di papa Francesco. Ovvio che le dichiarazioni del console generale non passassero inosservate a fronte del massacro di 1 milione-1 milione300mila armeni (cristiani), in piena Prima guerra mondiale, nel 1915 ma anche successivamente, da parte dell’Impero Ottomano (musulmano) guidato dal partito del Comitato Unione e Progresso (i Giovani Turchi). A cento anni da quei fatti è una ferita ancora aperta ai confini dell’Europa. Ghazaryan, ambasciatore della giovane repubblica armena nata nei primi anni Novanta dal dissolvimento dell’Unione Sovietica, replica. “Già un tribunale speciale istituito nel 1919 dalle potenze vincitrici – afferma – ha condannato, in contumacia, un centinaio di responsabili di quel genocidio. Non è vero che non c’è una sentenza internazionale. La richiesta da parte della Turchia di una commissione è solo un tentativo di negazionismo. E’ come se la Germania avesse negato la Shoah. Sarebbe come mettere sullo stesso piano carnefici e vittime, nazisti ed ebrei”.

(leggi tutto)

Hrair Sarkissian. Back to the Future: fotografia, memoria e identità Armena (Clickblog.it 20.11.15)

C’è ancora tutto il fine settimana per fare un salto sull’isola veneziana di San Lazzaro, a pochi minuti di vaporetto da San Zaccaria, per respirare gli afflati di vitalità culturale del popolo armeno, grazie alla pluralità di voci e stimoli in mostra con “Arménité“, nel Padiglione nazionale della Repubblica di Armenia, vincitore del Leone d’Oro per la migliore partecipazione nazionale alla 56. Biennale d’Arte di Venezia.

Contributi allestiti con discrezione nel monastero Mkhitarist che occupa tutta l’isola lagunare sin dagli inizi del 18° secolo, insieme al microcosmo culturale di un popolo disperso dal genocidio ormai centenario, unito dalla ricerca di radici e identità.  Continua

NAGORNO-KARABAKH: Non si spara per gioco (Eastjournal 20.11.15)

Anna Mazzone, giornalista di Panorama e Radio3, si occupa di Medio Oriente, Turchia e Caucaso e ha girato nel 2011 il documentario Nagorno-Karabakh, la guerra dimenticata. Recentemente è stata inserita nella black list dell’Azerbaigian, con il pretesto di esser entrata senza visto in territorio (secondo Baku) azero.

Nell’estate del 2014 c’è stata un’escalation di scontri, anche al confine azero-armeno: un segnale che l’Azerbaigian prepara un intervento armato?

Credo che l’aumento esponenziale delle spese militari dell’Azerbaigian negli ultimi tre anni indichi che il regime si sta preparando a iniziare una nuova guerra. Ci sono stati una decina di morti solo a settembre. Il Karabakh è un paese ostaggio di un regime, un paese che sta cercando di salvaguardare la sua indipendenza e la sua stessa sopravvivenza. Un attacco azero getterebbe tutta l’area nell’instabilità, creando enormi problemi all’intera comunità internazionale, legata a Baku dal “sacro vincolo” delle forniture di gas e petrolio.

Questo “conflitto congelato” non è invece utile all’Azerbaigian per compattare l’opinione pubblica nazionale, distogliendola dalle questioni di politica interna?

Il pericolo della ripresa di un conflitto in Nagorno-Karabakh è reale. Un dittatore come Aliyev è solito utilizzare la propaganda per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dai problemi concreti del suo Paese, ma è anche vero che in questo caso la crescente armenofobia in Azerbaigian mira ad avere un’opinione pubblica asservita qualora si spari il primo colpo di una nuova guerra contro l’Armenia. Continua

Lamezia: il ricordo del genocidio armeno nelle parole di padre Karem Boghos (Lametino.it 19.11.15)

Lamezia Terme – Ricercare la verità storica. Questo lo scopo dell’iniziativa organizzata da Cantiere Laboratorio,“Gioventù Controcorrente”, con la collaborazione di “Gioventù Nazionale“ ed “Identità Tradizionale” incentrata sullo sterminio del popolo cristiano armeno. Nell’anno del centenario da quei tragici fatti del 1915, l’idea degli organizzatori si fonda sul principio della verità, una verità storica e che loro definiscono anche “scomoda, basata sulla disinformazione e sulla negazione dei fatti”. Tra gli interventi, oltre a quello di Ettore Scaramuzzino, Simone Grisolia e Domenico Mercurio, anche quello di Vittorio Gigliotti di Cantiere Laboratorio che ha fatto una fotografia storica degli eventi che portarono allo sterminio del popolo armeno, con l’eliminazione di un milione e mezzo di Armeni cristiani “nel tentativo di cancellarne l’identità” come ha specificato Gigliotti. A parlare della sua esperienza, Padre Karem Boghos, missionario cristiano di stanza a Lamezia da diversi anni, di origine Armena Siriana di Aleppo. Ad essere prima sequestrato e poi ucciso fu suo nonno, quando suo padre era un neonato. Il ricordo di questa tragedia familiare e di tutto un popolo lo ha seguito per tutta la vita, quando si rese conto di ciò che era successo era, però, già un giovane seminarista. Uscito dal seminario con l’intenzione di difendere la causa armena, il destino lo portò in Turchia ad evangelizzare e lì, come ha spiegato questa sera, scoprì molte altre cose, tra le quali “il porgere l’altra guancia, un vero e proprio nuovo approccio alla tragica storia”. “É Importante ricordare – ha sottolineto – per aiutare l’umanità a crescere e a diventare adulta. Fare memoria sul serio per fare peso su chi ci governa, affinché la smettano di essere accecati e schiavi del denaro e dell’interesse”. “C’era – ha poi aggiunto – chi poteva impedire questo progetto sanguinoso e non l’ha fermato e per questo ricordiamo – ha concluso – affinché non avvenga ancora una volta e non per vendetta al popolo turco”… Continua

ASIA/TURCHIA – Esami di “cultura religiosa” per gli studenti armeni (Fides 18.11.15)

Istanbul (Agenzia Fides) – Da quest’anno, i più di duecento studenti armeni di Istanbul che frequentano scuole legate alla comunità armena dovranno sostenere un esame di “cultura religiosa e conoscenze morali” per passare alle scuole secondarie, con programmi e domande stabiliti sotto il controllo del Ministero dell’educazione nazionale. Secondo fonti turche, consultate dall’Agenzia Fides, la disposizione rappresenta una novità nell’itinerario scolastico degli studenti armeni; dai corsi e dall’esame sono esentati gli studenti armeni che frequentano altre scuole private, come quelli che frequentano le scuole legate alla comunità greca.
Intanto il leader sindacale turco Nahsan Aydin, rappresentante di un sindacato dei professori, ha dichiarato che le scuole con classi miste, frequentate da maschi e femmine, sono “contro natura” e penalizzano gli studenti anche dal punto di vista del profitto scolastico. (GV) (Agenzia Fides 18/11/2015).

Centenario del genocidio degli Armeni 1915-2015 (L’Adigetto.it 17.11.15)

a Fondazione Caritro ha organizzato un convegno e una mostra per i giorni 20 e 21

Per ricordare il genocidio degli Armeni cominciato cento anni fa, la Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto ha organizzato un convegno intitolato «Centenario del Genocidio degli Armeni 1915-2015» e una mostra che si terranno rispettivamente nei giorni di 20 e 21 novembre 2015.
La giornata di venerdì 20 il convegno si svolgerà all’Auditorium Santa Chiara dalle 9.15 alle 17. Nella giornata di sabato 21, sarà inaugurata nella sede Caritro di Via Calepina la mostra di immagini e testimonianze sugli «Armeni in Anatolia, 1915».
Come si sa, allo scoppio della Grande Guerra i turchi (schierati con gli Imperi Centrali) avevano deportato il popolo curdo, considerato nemico a tutti gli effetti.
Moltissimi morirono, per questo fu chiamato «genocidio», parola poco gradita dalla Turchia di Oggi, che riconosce la morte di massa di quel popolo deportato, ma lo considera un inevitabile «effetto collaterale» di una guerra globale. Continua

L’Aquila. Centenario del genocidio degli Armeni, Giunta trasmette al Consiglio la proposta di delibera per il riconoscimento (Abruzzonews24.it 17.11.15)

Le ultime dal Comune di L’Aquila | L’Aquila – 17 novembre 2015. Su proposta dell’Assessore alla Cultura, Elisabetta Leone, la Giunta ha approvato una delibera per il “Riconoscimento del Genocidio del Popolo Armeno in occasione del suo centenario”, disponendone la trasmissione al Consiglio comunale, per l’iscrizione all’ordine del giorno della prossima seduta. E’ quanto viene riportato in un comunicato diramato, oggi, dal servizio informazione e comunicazione del Comune di L’Aquila. I dettagli della nota, della quale si riporta l’intero contenuto testuale, sono stati resi pubblici, alle 13, anche sulle pagine del portale web dell’ente, sul quale e’ stata rilanciata la notizia. La Giunta ha, poi, approvato una delibera per condividere e sostenere l’Iniziativa “Chi si ricorda oggi dello sterminio degli Armeni” promossa dall’Ente Musicale Società Aquilana dei Concerti “B. Barattelli”, in collaborazione con l’Associazione L’Idea di Cleves, che si terrà all’Aquila, presso l’Auditorium del Parco, nei giorni 12 e 13 dicembre 2015Continua

Il seminario sullo sterminio degli armeni (lacittadisalerno.it 16.11.15)

Nuovo incontro alle ore 15 all’Università di Salerno promosso dal Seminario permanente di storia e storiografia. Oggi sarà ospite il dott. Antonio Ferrara, dell’Università di Napoli Federico II, che proporrà una riflessione, a partire da un recente saggio di ricerca, sullo sterminio degli armeni cristiani. Esattamente cento anni fa, infatti, tra la primavera del 1915 e la fine del 1916, circa 600.000 sudditi cristiani dell’impero ottomano, in prevalenza armeni, furono vittima di un inumano genocidio. Eventi drammatici, purtroppo a lungo dimenticati o addirittura negati. Ma, come spiega l’autore della ricerca, “a cent’anni di distanza da questi ultimi – e a valle del rinnovamento degli studi storici reso possibile dall’accesso alle fonti ottomane – è possibile disporre di un quadro credibile degli eventi, e al tempo stesso ricostruire, almeno per sommi capi, l’evoluzione di una storiografia ormai abbastanza ricca e articolata”.

La riflessione su uno degli stermini, innescati anche da cause religiose, che hanno insanguinato il secolo scorso è tanto più attuale alla luce dei recenti fatti di Parigi. Il seminario, aperto al pubblico, pertanto, intende offrire un’occasione di dibattito, alla presenza di studenti e docenti dell’ateneo salernitano, perfare del passato un mezzo attraverso cui riflettere sul presente. Continua

Culture e identità tra Armenia e Toscana (Ilcittadinoonline 14.11.15)

SIENA. Questo martedì 17 novembre, a partire dalle ore 18.00, l’artista armeno Mikayel Ohanjanyan sarà al Siena Art Institute per una delle “conversazioni” aperte al pubblico del ciclo stARTers-Assaggi d’Arte. Ohanjanyan è reduce da un grande successo alla Biennale di Venezia: nella primavera di quest’anno, insieme ad altri diciotto artisti e alla curatrice Adelina von Fürstenberg, ha vinto il Leone d’Oro per il miglior padiglione nazionale nella città lagunare con la mostra Armenity.

Mikayel Ohanjanyan è autore di un’interessante sintesi di ricerca formale e analisi dei contesti sociali all’interno dei quali l’artista si trova ad operare, a cavallo tra i paesaggi ed i ritmi dell’Armenia e la sua città di adozione, Firenze, dove vive da ormai quindici anni. L’elemento di partenza è sempre il cubo, variamente manipolato, distorto, attraversato da vuoti che assumono una consistenza quasi materica. Il risultato è un’arte che traduce in un linguaggio sintetico ed universale l’incontro di mondi, culture e riflessioni incarnato dall’artista…Continua

Lamezia: “Lo sterminio del popolo cristiano-armeno”, iniziativa di Cantiere Laboratorio (Lametino.it 14.11.15)

Lamezia Terme – Nel centenario dell’“Olocausto” di quel popolo, Cantiere Laboratorio e la sua organizzazione giovanile, “Gioventù Controcorrente”, con la collaborazione di “Gioventù Nazionale“ ed “Identità Tradizionale”, per ricordare e non dimenticare, hanno organizzato un incontro pubblico dal titolo: “1915 – 2015: un Genocidio dimenticato. Lo sterminio del popolo cristiano-armeno”. L’evento, che si svolgerà giovedì 19 novembre alle 19:30 presso la sala “Studio Meeting”, vedrà, tra gli altri interventi, la testimonianza di Padre Karem Boghos, armeno-siriano di Aleppo.

“Ci sono tragedie di nazioni e popoli sui quali cala una coltre di silenzio. Genocidi alla ribalta, altri ignorati,  come se la vita umana avesse un peso diverso  a seconda dell’ etnia o religione di appartenenza.  Il genocidio del popolo armeno del 1915 è uno di quelli posti nel dimenticatoio della storia. La Turchia lo nega ancora e chi parla di “genocidio armeno”  viene perseguito legalmente, eppure fu perpetrato dal suo governo laicista e massonico dei “Giovani Turchi” che, nell’aprile del 1915, iniziò un sistematico sterminio, una vera e propria pulizia etnica che decretò la morte di oltre 1 milione e mezzo di armeni  cristiani nel tentativo di cancellarne l’identità”…Continua