Morto Aznavour, un grande della Francia e un padre per l’Armenia (Rassegna 01.10.18)

Il Messaggero

È morto un mito vivente, Charles Aznavour, nome d’arte di Chahnourh Varinagh Aznavourian. Era figlio di sopravvissuti al genocidio armeno, trasferiti in Francia negli anni Trenta. La notizia della sua scomparsa è stata data dal suo addetto stampa. Aznavour aveva 94 anni, ma fino a poco tempo fa continuava a cantare e a fare tournè. L’ultima volta che si è esibito a Roma è stato all’auditorium, l’anno scorso, con un concerto memorabile e pieno di ricordi, salutato da una bandiera armena che qualcuno aveva voluto lasciare sul palcoscenico, accanto al microfono, in segno di omaggio.

Già, perchè Aznavour oltre ad avere dato lustro alla Francia, incidendo più di 300 milioni di dischi nel mondo, e per il quale è stato insignito della Legion d’Onore, è stato anche un grande benefattore per il popolo armeno che non ha mai smesso di appoggiare, anche a distanza, facendosi spesso interprete del bisogno di riconoscimento della verità sul genocidio armeno, battendosi contro il negazionismo turco. Nella città di Gyumri, in Armenia, quasi ai confini con la Georgia, dove un tremendo terremoto nel 1988 rase al suolo case, scuole, ponti, edifici causando oltre 25 mila morti, c’è una grande statua di pietra grigia che lo ricorda.

Per gli armeni Aznavour è un padre della patria, non solo per i continui aiuti che ha elargito al paese dei suoi avi, ma per avere diffuso nel mondo la musica e la cultura del Caucaso. Melodie struggenti trasformate e rese più occidentali nelle celebri canzoni dell’artista. La maggior parte parlano d’amore e di come questo sentimento riesca a muovere le corde più profonde dell’anima.

Aznavour iniziò la sua carriera artistica da ragazzino, già con questo nome d’arte. La sua fortuna si deve a Edith Piaf che nell’immediato dopoguerra lo scoprì e decise di portarlo con sé in tournè all’estero. Pochi anni dopo era già una star. Memorabili i suoi successi a partire da Tu t’laisses aller (1960), il faut savoir (1961), For me formidable (1964) La Boheme (1965), Desormais (1969). In Italia ha partecipato fuori gara a Sanremo, nel 1981 e poi successivamente nel 1989. In quello stesso anno incide Pour Toi Armenie, una canzone per aiutare i bambini armeni colpiti dal terremoto.

Ha collaborato con Ornella Vanoni, Gino Paoli, Domenico Modugno, Mia Martini, Massimo Ranieri, Franco Battiato, Renato Zero, Gigliola Cinquetti.  Durante la visita di Sanbb Giovanni Paolo II in Armenia, nel settembre 2001, Aznavour volle cantare per lui al memoriale del genocidio, intonando l’Ave Maria di Gounot. Papa Wojtyla si commosse fino alle lacrime e lo ringraziò per avergli ravvivato il ricordo di un milione e mezzo di vittime, sterminate dai turchi agli inizi del secolo.


E’ morto Charles Aznavour, ultimo grande chansonnier (ANSA)

Il cantante francese di origini armene aveva 94 anni. Massimo Ranieri all’ANSA: “Era l’ultimo grande vecchio, il nostro papà, il più grande. Non esiste un altro gigante così”.

E’ morto Charles Aznavour. Il cantante francese di origini armene (il suo vero nome è Shahnour Vaghinagh Aznavourian), l’ultimo degli chansonnier aveva 94 anni.
Scoperto da Edith Piaf, che lo portò in tournée in Francia e negli Stati Uniti, si mise in luce nel dopoguerra come cantautore.
Ma il riconoscimento mondiale arrivò nel 1956 all’Olympia di Parigi con la canzone Sur ma vie: uno strepitoso successo che gli permise di entrare nella storia come monumento della canzone francese.

Il fatto che cantasse in sette lingue gli consentì di esibirsi in tutto il mondo divenendo ovunque famosissimo. Come attore si impose all’attenzione della critica e del pubblico a partire dalla sua interpretazione in ‘La tête contre les murs’ (La fossa dei disperati) nel1958. Compose la colonna sonora di diversi film da lui interpretati. Anche Stanley Kubrik utilizzò una canzone di Aznavour (composta con Georges Garvarentz) ‘Old Fashioned Way’ in ‘Eyes wide shut’

Suo il brano ‘She’ utilizzato come colonna sonora (nella versione rifatta da Elvis Costello) del film ‘Notting Hill’

Aznavour è morto nella notte nella sua casa delle Alpilles, nel sud della Francia, e ora l’intero Paese piange il suo ultimo immenso chansonnier, la cui carriera è stata così lunga da sembrare quasi eterna o immortale.

Un record, quello del cantante francese legatissimo alle sue origini armene, che salì per la prima volta su un palco all’età di 9 anni fino all’ultimo concerto, il 19 settembre scorso, a Osaka, In Giappone.

Anche se lui avrebbe voluto cantare fino ai 100 anni. Era previsto per il 26 ottobre a Bruxelles il suo prossimo concerto

“Profondamente francese, legato visceralmente alle sue radici armene, riconosciuto nel mondo intero, Charles Aznavour ha accompagnato gioie e dolori di tre generazioni. I suoi capolavori, il suo timbro di voce, il suo successo unico sopravviveranno a lungo”, scrive il presidente Francese Emmanuel Macron in un tweet, aggiungendo: “Avevo invitato (Aznavour) nella mia missione a Erevan per il summit della francofonia, dove avrebbe dovuto cantare. Condivideremo con il popolo armeno il lutto del popolo francese”.

Massimo Ranieri all’ANSA commenta a caldo la scomparsa del maestro Aznavour: “Era l’ultimo grande vecchio, il nostro papà, il più grande. Non esiste un altro gigante così”.


Charles Aznavour, le canzoni simbolo del re della chanson francese (Sky)

È morto a 94 anni uno dei più grandi chansonnier francesi della storia. I suoi brani d’amore, tradotti in molte lingue, hanno avuto successo in tutto il mondo. Ecco alcuni dei capolavori della sua carriera, lunga 70 anni e portata avanti sui palchi fino all’ultimo

Charles Aznavour, morto a Parigi all’età di 94 anni, è stato uno dei chansonnier francesi più famosi al mondo. Ma il cantante di origini armene è stato anche interprete e attore teatrale. Durante la sua lunghissima carriera, durata ben 70 anni, ha scritto oltre 1300 canzoni, tradotte e cantate in diverse lingue, vendendo 300 milioni di dischi nel mondo, al pari di alcuni dei suoi più importanti colleghi in ambito rock. Aznavour è famoso per le sue canzoni d’amore, ma anche per essere un attivista per il riconoscimento del genoicidio armeno in Turchia, per cui si è battuto fino all’ultimo. Ecco alcuni dei suoi brani più simbolici… continua  a leggere


È morto Charles Aznavour, uno dei più amati e grandi chansonnier francesi (La Repubblica)

Il destino ha voluto che diventasse il più grande chansonnier di Francia, il crooner che incarnava la canzone popolare d’Oltralpe come forse nessun altro aveva saputo fare prima di lui. E questo nonostante Charles Aznavour, morto oggi a 94 anni nella sua casa delle Alpilles, nel sud della Francia, dove si era ritirato dopo avere cancellato i concerti della scorsa estate a causa di una caduta, fosse di origini armene e con le tradizioni del suo paese avesse sempre mantenuto un legame fortissimo. Nonostante poi da bambino gli fosse stata diagnosticata una paralisi che bloccava alcune corde vocali anche se questo, invece di limitarne la crescita artistica gli ha donato il caratteristico, e riconoscibile, timbro roco.

Famoso in Francia Aznavour lo è però diventato soltanto molto più tardi, essendo all’inizio poco accettato un compositore con origini armene. Le sue canzoni restarono al bando alla radio francese dalla fine degli anni Quaranta e per tutti gli anni Cinquanta. Le cose non andarono meglio in America, come egli scoprì durante un viaggio nel 1948. Il fatto è che le sue canzoni d’amore audaci, originali e sincere, abbinate a uno stile di canto limitato ma anche molto espressivo, in quegli anni disorientavano ancora il pubblico.

Shahnour Varenagh Aznavourian, questo il vero nome di Charles Aznavour, nacque a Parigi dove la sua famiglia si era trasferita per sfuggire ai massacri e alle deportazioni di quello che sarebbe stato definito il genocidio armeno perpetrato dai turchi dell’Impero Ottomano ai danni degli armeni tra il 1915 e il 1916. Dal padre cantante (la madre era un’attrice e a tempo perso sarta) Aznavour ereditò la passione per il canto, in un primo tempo ostacolata dal problema alle corde vocali.

Dopo aver mosso i primi passi a teatro a 9 anni, nella piece Un bon petite diable, da adolescente Aznavour ha affiancato nei tour alcune compagnie teatrali cominciando a scrivere i testi per le canzoni musicate da Pierre Roche e pian piano ha cominciato a interpretare da solo i brani scritti in coppia con Roche. Una mano importante, per superare le paure legate al suo handicap fisico, gli arrivò da Edith Piaf per la quale aveva cominciato a lavorare come autista. Ovviamente la Piaf cominciò poi anche a cantare le sue canzoni.

Il successo arrivò nel 1956 a Casablanca, dove la reazione del pubblico al suo ingresso sul palco durante uno spettacolo di arte varia fu così forte che Aznavour diventò l’headliner. Così nel 1958 arrivarono il primo contratto discografico e il debutto in un ruolo drammatico al cinema, oltre alla scrittura di colonne sonore. Quindi i film con Cocteau e Truffaut gli aprirono la strada in America con il primo concerto alla Carnegie Hall e il suo primo disco completamente americano con il titolo The World of Charles Aznavour per l’etichetta fondata da Frank Sinatra, la Reprise Records.

Il suo modo di cantare è stato paragonato a quello di Maurice Chevalier e di Frank Sinatra, anche se lui ha sempre pensato a se stesso più come ad un autore che come ad un interprete e cantante. La verità è che Aznavour è rimasto popolare per almeno quattro decenni, ha sempre cantato l’amore nelle sue diverse forme, come raccontano i brani Apres l’amour, J’ai perdu la tete, J’en deduis que je t’aime e Bon anniversaire. Fino all’amore gay che Aznavour ha voluto cantare con la canzone Comme ils disent.

Aznavour è stato sposato tre volte e ha avuto sei figli ed è sempre rimasto in contatto con le sue radici armene tanto da essere stato nominato ambasciatore armeno in Svizzera, dove risiedeva a Saint-Sulpice. Ha sempre continuato a coltivare la sua passione per la politica e il suo impegno per i diritti umani: “Continuo a cantare e a scrivere canzoni perché per me andare in pensione significherebbe imboccare la porta verso la morte” ci aveva detto in un incontro in occasione di un suo concerto a Roma pochi giorni dopo il suo novantesimo compleanno, “io però non ne ho ancora nessuna voglia”.


Morto il cantante Charles Aznavour, aveva 94 anni (CDS)

Come è triste Venezia, Lei, Io sono un istrione, Quel che non si fa più, Amore, Devi sapere (Il faut savoir)». Charles Aznavourian, morto ieri a Alpilles, nel sud della Francia all’età di 94 anni, è stato il cantautore francese più applaudito nel mondo. Era nato a Parigi il 2 marzo 1924 da una coppia di immigrati armeni. Nella sua carriera ha venduto 300 milioni di dischi incisi in 7 lingue e recitato in oltre 60 film fra cui «Morire d’amore», Leone d’oro a Venezia. Forte il suo legame con l’Italia. Il padre Micha fu salvato da una delle maggiori stragi che vennero inflitte al popolo armeno da una nave italiana. E fu proprio il coraggio del comandante a sottrarre l’uomo agli inseguitori. In omaggio all’Italia la sorella maggiore dell’artista fu chiamata Aida. Questa fu una delle ragioni che portarono Aznavour a pubblicare ed eseguire dal vivo o suoi capolavori nella nostra lingua. Il suo immenso repertorio è dominato da una sottile e struggente melanconia, che raggiunge i massimi livelli in «E io fra di voi», la canzone di un uomo che coglie i segni del tradimento da parte della donna amata che si svolge sotto i suoi occhi. La dirompente sofferenza del tradito è espressa con una intensità che ha pochi eguali. L’altro vertice espressivo viene raggiunto in «Quello che si dice», ovvero la triste esistenza solitaria di un omosessuale, che, smessi i lustrini e i belletti del palco, torna ogni alba a casa a curare la vecchia madre. Diceva: «Credo che questa canzone abbia giovato alla causa degli omosessuali, all’epoca ancora oggetto di scherno e discriminazione».

Cresciuto alla scuola Charles Trenet, adorava cantare le vite sul viale del tramonto, gli amori corrosi dagli anni e dalla noia, il rimpianto per le grandi occasioni perdute. Diceva: «Canto l’amore ma anche il suo contrario. L’amore non è solo quello che va bene, ma anche quello logorato». Le versioni italiane sono state firmate da Bardotti, Mogol, Calabrese, Lorenzo Raggi.. L’altra faccia di Aznavour è quella del combattente per la libertà del popolo armeno. La tragedia di quelle genti, delle quali si sentiva parte, è sempre stata in cima ai suoi pensieri. L’aiuto materiale e morale dato sul quel fronte da Aznavour è immenso e difficile da calcolare.
Nel 1989 chiamò una cinquantina di cantanti italiani per registrare nel grande auditorio della Fonit Cetra di via Meda a Milano il brano «Per te Armenia» a favore del progetto «Fondazione Aznavour per l’Armenia» colpita da un gravissimo terremoto. Vi presero parte fra gli altri Nilla Pizzi Lorella Cuccarini, Enzo Jannacci, Tullio de Piscopo, Sergio Endrigo Dori Ghezzi, Toni Dallara Pierangelo Bertoli, Memo Remigi , Orietta Berti, Gino Paoli e Gigliola Cinquetti, Scialpi, Mino Reitano, Franco Simone. E al coro s’era aggregata anche Maria Pia Fanfani, che vestiva l’alta uniforme della Croce Rossa.

Commovente il testo tradotto da Andrea Lo Vecchio: «Dio lo vedrà, provvederà per te Armenia…La maledetta sorte tua ti ha spazzato via e così sia. Tu Armenia rivivrai e la fiamma che è in te più forte si alzerà e griderà che viva sei». Sorprendente la sua capacità di calcare il palco con successo fino alla della fine. Il segreto? Era riuscito ad adattare il suo spettacolo ai suoi limiti. Così per surrogare una vocalità ormai scarsa, Aznavour sfoderava la classe del grande uomo di palcoscenico, una teatralità e una gestualità che sottolineava ogni parola dei suoi versi, la saggezza disincantata di chi conosce a fondo la vita, le donne, la gioia, il dolore, l’ansia, la noia. Usava le rughe, l’età, i capelli bianchi per caricare d’enfasi drammatica un gran numero di canzoni legate proprio al tema degli anni che passano impietosi, alla difficoltà di invecchiare con dignità, al rimpianto di quella giovinezza fuggita. A un certo punto aveva lasciato la Francia per Stati Uniti. Motivo? «Mi rifiuto di pagare in tasse più del 50% di quanto incasso». Dopo aver ottenuto la Legion d’Onore nel suo paese si era trasferito in Svizzera come ambasciatore ufficiale dell’Armenia. Se ne va dunque un magico poeta insuperabile nel cantare di sogni infranti, amori sterili («Noi non abbiamo bambini»), vite coniugali vissute nell’incomprensione, emozioni di un attimo. Aznavour era molto pessimista sul futuro della canzone d’autore francese: «Morirà con Becaud, Ferrè e il sottoscritto, visto che ai giovani non mi pare interessi troppo».


Addio allʼistrione Charles Aznavour, re degli chansonnier francesi (TGCOM24)

Charles Aznavour, uno dei più amati cantanti francesi, è morto all’età di 94 anni. Era stato scoperto da Edith Piaf nel dopoguerra ed era stato insignito anche della Legione d’Onore. In settant’anni di carriera ha scritto oltre 1.300 canzoni e venduto più di 300 milioni di dischi e il fatto che cantasse in sette lingue gli consentì di esibirsi in tutto il mondo divenendo oNato a Parigi nel 1924 da immigrati di origine armena, prima debuttò a teatro come attore di prosa, e solo nel dopoguerra, grazie a Edith Piaf che lo portò in tournée in Francia e negli Stati Uniti, si mise in luce come cantautore. Lo strepitoso successo nel 1956 all’Olympia di Parigi con la canzone “Sur ma vie” gli permise di entrare nella storia degli chansonnier francesi.

Successivamente si esibì alla Carnegie Hall e nei maggiori teatri del mondo, duettando con star internazionali come Nana Mouskouri, Liza Minnelli, Sumiva Moreno, Compay Segundo, Céline Dion e, in Italia, con Mia Martini e Laura Pausini. Nel nostro Paese per quasi tutte le versioni italiane delle sue canzoni collaborò con il paroliere Giorgio Calabrese.

All’estero le sue canzoni sono state spesso reinterpretate da numerosi artisti come Elton John, Bob Dylan, Sting, Placido Domingo, Céline Dion, Julio Iglesias, Edith Piaf, Liza Minnelli, Sammy Davis Jr, Ray Charles, Elvis Costello e moltissimi altri.

Oltre all’attività di cantante ha portato avanti la carriera di attore, partecipando a oltre 60 film tra cui “Tirate sul pianista” di François Truffaut e “Ararat” (2002), sulla questione armena, per la quale si è sempre battuto grazie a una fitta attività diplomatica, diventando ambasciatore dell’Armenia in Svizzera, dove si esiliò negli anni Settanta per problemi con il fisco.

AVREBBE VOLUTO CANTARE FINO A 100 ANNI – Il suo ultimo concerto è stato il 19 settembre scorso, a Osaka, In Giappone. Il prossimo era previsto per il 26 ottobre a Bruxelles. Quando compì 90 anni dichiarò: “Ho smesso di festeggiare i miei compleanni a cinquant’anni e ho deciso che ricomincerò solo quando ne compirò 100. D’altronde l’aria in Francia è buona e le mie origini caucasiche mi fanno credere che vivrò fino a 120 anni. Al compimento di un secolo smetterò di cantare, ma non di scrivere canzoni”.vunque famosissimo.


Morto Charles Aznavour. Il re della canzone francese, aveva 94 anni (Panorama)

Aveva 94 anni Charles Aznavour. Tra le sue canzoni più famose, La Mère (La mamma), She (Tous les visages de l’amour), l’Istrione. Esordì sul teatro mondiale grazie ad Edith Piaf e nella carriera ha duettato con star come Liza Minnelli, Céline Dion, Mia Martini e Laura Pausini

E’ morto, a 94 anni, Charles Aznavour. Nato a Parigi nel 1924 da immigrati di origine armena, debuttò a teatro come attore di prosa. Nel dopoguerra, grazie a Edith Piaf che lo portò in tournée in Francia e negli Stati Uniti, si mise in luce come cantautore. Il riconoscimento mondiale arrivò nel 1956 all’Olympia di Parigi con la canzone Sur ma vie: un successo che lo catapultò nella storia degli chansonnier francesi. Tra le sue canzoni più famose, La Mère (La mamma), She (Tous les visages de l’amour), La Boheme, L’Istrione.

Grazie alla sua capacità di cantare in 7 lingue, si esibì nei maggiori teatri del mondo, duettando con star internazionali come Liza Minnelli, Compay Segundo, Céline Dion e, in Italia, con Mia Martini e Laura Pausini. In Italia per quasi tutte le versioni italiane delle sue canzoni collaborò con il paroliere Giorgio Calabrese. Le sue canzoni sono state reinterpretate da artisti come Elton John, Bob Dylan, Sting, Placido Domingo, Julio Iglesias, Edith Piaf, Sammy Davis Jr


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