Roma, 11 settembre 2022 – Naira Khachatryan, la talentuosa stilista armena ormai da anni “trapiantata” in Toscana, è stata protagonista nell’evento “Roma è di Moda. Via Veneto Edition” (realizzato nel luglio scorso) che sarà trasmesso su Explorer Hd Channel, canale 176 di Sky alle ore 20:45, in prima visione TV domani 12 settembre. .
Gli abiti creati da Khachatryan hanno sfilato accompagnati dalle note del sopranista Paolo Anziliero e adornati dai gioielli etici della DiamonDiamonD di Andrea Falcioni. Khachatryan, da anni in Italia, vive a Prato e ha il suo atelier aFirenze.
La puntata vede protagonisti personaggi e stilisti che hanno preso parte alla sfilata-spettacolo nella strada della Dolce Vita, organizzata in collaborazione e con il patrocinio del Comune di Roma (assessorato al Turismo Grandi Eventi e Moda guidato da Alessandro Onorato). In evidenza il racconto dell’alto artigianato made in Italy, attraverso un percorso che ha intrecciato nella serata del 28 luglio, tradizione manifatturiera e moda ecosostenibile con altre arti, come la danza, la recitazione e la musica. L’evento è stato ideato e curato da Stefano Dominella con la direzione artistica di Guillermo Mariotto e il coordinamento organizzativo di Zètema Progetto Cultura.
http://www.comunitaarmena.it/wp-content/uploads/2022/08/Logo_armenia-04-1-300x92.png00adminwphttp://www.comunitaarmena.it/wp-content/uploads/2022/08/Logo_armenia-04-1-300x92.pngadminwp2022-09-11 13:50:292022-09-18 14:01:28La stilista tosco-armena Khachatryan protagonista di "Roma è di Moda. Via Veneto Edition" (La Nazione 11.09.22)
Korazym.org/Blog dell’Editore, 10.09.2022 – Vik van Brantegem] – Non solo la questione del rimpatrio dei restanti prigionieri di guerra e ostaggi civili armeni e la risoluzione della crisi umanitaria in Artsakh/Nagorno-Karabakh. Crescente preoccupazione per i luoghi santi e il patrimonio culturale armeni sotto il controllo dell’Azerbajgian in Artsakh/Nagorno-Karabakh. Contrariamente a quanto vuol far credere l’Azerbajgian il conflitto in Artsakh/Nagorno-Karabakh non è risolto e con gli occhi del mondo puntati sull’Ucraina, l’Azerbajgian ne sta approfittando appieno. Il ruolo fondamentale del Gruppo di Minsk dell’OSCE nel trovare una soluzione globale alla questione dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh.
Conferenza al Parlamento Europeo sulla guerra dei 44 giorni chiede il rilascio dei prigionieri di guerra armeni
Il 7 settembre scorso si è svolta presso il Parlamento Europeo a Brussel la conferenza dedicata alla situazione dei diritti umani e la guerra in Artsakh/Nagorno Karabakh del 2020, organizzato dal Partito Popolare Europeo, con la partecipazione del rappresentante legale dei prigionieri di guerra armeni dinanzi alla Corte Europea dei Diritti Umani, Siranush Sahakyan e il Difensore civico dei Diritti Umani della Repubblica di Artsakh/Nagorno Karabakh, Gegham Stepanyan, che hanno presentato una relazione, dimostrando evidenti e flagranti violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario durante e dopo la guerra di 44 giorni dell’Azerbajgian in Artsakh/Nagorno-Karabakh. Nei loro interventi, gli eurodeputati e i rappresentanti dei gruppi politici del Parlamento Europeo hanno riaffermato la necessità del rimpatrio dei restanti prigionieri di guerra e ostaggi civili armeni e la risoluzione della crisi umanitaria in Artsakh/Nagorno-Karabakh.
L’XI Assemblea del Consiglio Ecumenico delle Chiese (CEC) chiede il rilascio dei prigionieri di guerra armeni, esprime preoccupazione per i luoghi santi e il patrimonio culturale armeni sotto il controllo dell’Azerbajgian in Artsakh/Nagorno-Karabakh
Mentre l’attenzione del mondo è fissata sulla guerra in Ucraina, viene riferito che le forze azere abbiano lanciato nuovi assalti agli autoctoni Armeni di Nagorno-Karabakh e ai confini sovrani della Repubblica di Armenia, con ulteriore perdita di vite innocenti e la presa di più prigionieri, ha affermato l’XI Assemblea del Consiglio Ecumenico delle Chiese (CEC), noto anche come Consiglio Mondiale delle Chiese (CMC) dalla denominazione World Council of Churches (WCC), in una dichiarazione l’8 settembre 2022.
“La responsabilità per crimini di guerra e altre violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani – ripetutamente segnalata da Human Rights Watch, BBC, The Guardian e molti altri media internazionali – non è stata raggiunta o perseguita”, si legge nella dichiarazione.
L’XI Assemblea del CEC, riunita a Karlsruhe in Germania, ha lanciato un appello alle Nazioni Unite, all’Unione Europea e alle autorità dell’Azerbajgian per l’immediato rilascio di tutti gli ostaggi civili armeni e prigionieri di guerra in conformità con il diritto internazionale.
L’XI Assemblea del CEC ha ribadito la preoccupazione per i luoghi santi e il patrimonio culturale armeno nella regione e ha esortato l’UNESCO e tutti i membri della comunità internazionale ad adottare tutte le misure possibili e appropriate per proteggere questi siti. Ha inoltre chiesto “l’avvio di un dialogo significativo per una soluzione giusta e pacifica del conflitto in Nagorno-Karabakh nel quadro del Gruppo di Minsk dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE)”.
L’XI Assemblea del CEC ha chiesto a tutte le Chiese membri di continuare a impegnarsi nella solidarietà cristiana con le Chiese e il popolo di Armenia e di Nagorno-Karabakh nella loro ricerca di una pace giusta e sostenibile.
Il Ministro degli Esteri dell’Armenia sottolinea il ruolo del Gruppo di Minsk dell’OSCE nel trovare una soluzione globale alla questione dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh
Il 9 settembre 2022 il Ministro degli Esteri della Repubblica di Armenia, Ararat Mirzoyan ha ricevuto il neo nominato co-Presidente statunitense del Gruppo di Minsk dell’OSCE e Consigliere principale per i negoziati per il Caucaso, Philip Reeker. Dando il benvenuto all’ospite, Mirzoyan gli ha augurato successo in questa posizione di responsabilità.
Gli interlocutori hanno toccato una serie di questioni relative alla sicurezza e stabilità regionale, hanno scambiato idee sulla risoluzione delle relazioni tra l’Armenia e l’Azerbajgian. È stata discussa un’ampia gamma di questioni relative alla questione dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh. È stato sottolineato il ruolo degli Stati Uniti come Paese co-Presidente del Gruppo di Minsk dell’OSCE nel processo di risoluzione del conflitto in Artsakh/Nagorno Karabakh.
Il Ministro degli Esteri armeno ha inoltre sottolineato l’importanza di utilizzare il potenziale e l’esperienza dell’Istituto di co-Presidenza del Gruppo di Minsk dell’OSCE nel contesto di una soluzione duratura e globale del conflitto in Artsakh/Nagorno-Karabakh. Il Ministro Mirzoyan ha fatto riferimento ai problemi umanitari causati dai 44 giorni di guerra del 2020, sottolineando la necessità del rimpatrio immediato dei prigionieri di guerra armeni e di altre persone detenute in Azerbajgian, nonché la necessità di preservare il patrimonio culturale e religioso armeno nei territori sotto il controllo azerbajgiano.
L’OSCE e UE accolgono con favore il rilascio di cinque detenuti armeni da parte dell’Azerbajgian
Il rilascio di cinque detenuti armeni è un altro sviluppo positivo nel processo di normalizzazione delle relazioni tra Armenia e Azerbajgian, ha affermato la Presidenza polacca dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) in un post su Twitter: “Siamo convinti che questo gesto umanitario creerà un’atmosfera più favorevole ai negoziati politici”.
Il Rappresentante speciale dell’Unione Europea per il Caucaso meridionale, Toivo Klaar ha accolto con favore in un post su Twitter il rilascio di cinque detenuti armeni da parte dell’Azerbajgian: “Oggi notizie benvenute riguardanti il rilascio di cinque detenuti armeni da parte dell’Azerbajgian a seguito dell’incontro dei leader a Brussel il 31/8. Gesto umanitario importante e altrettanto degno di nota il fatto che il passaggio di consegne sia avvenuto senza intermediari”.
L’Azerbajgian crede che il conflitto in Artsakh/Nagorno-Karabakh sia risolto, mentre l’Armenia e la comunità internazionale la pensano diversamente
Posizioni comuni non sono state registrate sulle questioni più importanti che destano preoccupazione per la parte armena durante l’incontro trilaterale dei leader di Armenia, Azerbaigian e il Consiglio Europeo a Brussel, ha affermato il Primo Ministro dell’Armenia, Nikol Pashinyan durante un incontro con la comunità armena di Vladivostok l’8 Settembre 2022. “Si tratta in particolare del conflitto del Nagorno Karabakh. Qual è il punto di vista dell’Azerbajgian? Credono che il conflitto in Nagorno-Karabakh sia risolto e che non ci sia più nulla da discutere [QUI e QUI]. La nostra posizione e chiaramente la posizione della comunità internazionale non coincidono con la posizione dell’Azerbajgian. È ovvio che in particolare la Russia non condivide questa posizione. Durante la mia visita ufficiale in Russia, io e il Presidente della Federazione Russa abbiamo firmato una dichiarazione in cui si affermava che dobbiamo cooperare nella direzione della risoluzione del conflitto in Nagorno Karabakh. Significa che la Russia sta registrando che c’è un conflitto che deve essere risolto. E questo è logico, perché se non ci fosse un conflitto, le forze di pace russe non sarebbero schierate in Nagorno-Karabakh ora”, ha detto Pashinyan. Ha aggiunto, che durante l’incontro di Brussel sia l’Armenia che l’Azerbajgian hanno registrato il loro desiderio di raggiungere la pace. Pashinyan ha detto che assolutamente tutti vogliono la pace, ma ognuno ha la sua percezione, le sue condizioni, i suoi risultati e l’atmosfera di pace – ed è qui che emergono i conflitti.
Con gli occhi del mondo puntati sull’Ucraina, l’Azerbajgian ne sta approfittando appieno
In un articolo scritto alcuni mesi fa per la rivista Politics Home della Camera dei Lord del Regno Unito, la Baronessa Caroline Cox aveva lanciato l’allarme per l’aggressione in corso dell’Azerbajgian contro la Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh, compreso il taglio del gas alla popolazione di Artsakh a temperature sotto lo zero alcuni mesi fa, di cui abbiamo riferito a suo tempo [QUI]. La Baronessa Cox ha osservato che dall’inizio degli scontri in Ucraina c’è un timore ampio e palpabile che il cessate il fuoco in Nagorno-Karabakh non regga. “Mi è stato detto che ‘Artsakh è in allerta’. Questa antica enclave armena potrebbe essere persa, una volta per tutte. E mentre gli occhi del mondo sono rivolti verso l’Europa orientale, l’Azerbajgian ne sta approfittando appieno nel Caucaso meridionale”, ha affermato.
“Ricevo rapporti quasi quotidiani di offensive militari azere contro i villaggi armeni. Con megafoni e altoparlanti, agli abitanti dei villaggi vengono ordinati di lasciare le loro case. Donne e bambini vengono evacuati, anche da Karmir Shuka a Khnushinak a Martuni a Khramort ad Askeran, dove le forze azere continuano ad accumulare equipaggiamenti personale militari”, aveva scritto la Baronessa Cox. “L’Azerbajgian ha interrotto la fornitura di gas dall’Armenia al Nagorno-Karabakh all’inizio di marzo, esacerbando la già terribile crisi umanitaria. Oltre 150.000 persone sono private del gas e quindi private del riscaldamento. L’oleodotto non può essere riparato poiché le forze azere minacciano con violenza gli addetti alla manutenzione. L’Azerbajgian proibisce anche il libero passaggio nel Corridoio umanitario di Lachin [allora l’unica strada che collega l’Armenia al Nagorno-Karabakh, nel frattempo sostituita con una nuova rotta], cercando nel frattempo di costringere l’Armenia a ulteriori concessioni e ulteriori accordi di capitolazione”, ha aggiunto [QUI].
La Baronessa Cox aveva osservato, che sebbene la forza di pace russa nel Nagorno-Karabakh sia per lo più riuscita a prevenire grandi spargimenti di sangue dal 2020, non è riuscita a moderare le crescenti tensioni. “Non vi è alcuna garanzia che la presenza a breve termine della Russia determinerà la sicurezza a lungo termine del Nagorno-Karabakh. Nel caos e nell’incertezza, l’Azerbajgian ne trarrà vantaggio. I suoi militari hanno adottato “passi tempestivi”, secondo il Presidente Aliyev, per “creare un pugno di ferro e schiacciare la testa al nemico”. I governi occidentali, compreso il Regno Unito, rimangono indifferenti. Nel frattempo gli Armeni del Nagorno-Karabakh affrontano la reale possibilità di una pulizia etnica nella loro terra storica”, ha concluso.
http://www.comunitaarmena.it/wp-content/uploads/2022/08/Logo_armenia-04-1-300x92.png00adminwphttp://www.comunitaarmena.it/wp-content/uploads/2022/08/Logo_armenia-04-1-300x92.pngadminwp2022-09-10 14:09:462022-09-18 14:10:54Gli Armeni di Artsakh/Nagorno-Karabakh di fronte alla reale possibilità di una pulizia etnica nella loro terra storica da parte dell’Azerbajgian (Korazym 10.09.22)
Dal 5 al 10 settembre l’Armenia ospita Starmus, il festival internazionale di scienza, comunicazione e arte. Per una settimana intera la scienza e la musica si uniscono offrendo ai cittadini e agli ospiti incontri con personaggi illustri e musicisti di fama internazionale. L’obiettivo di Starmus è “ispirare ed educare la prossima generazione di esploratori e rigenerare lo spirito della scoperta”.
Ogni edizione del festival è organizzata attorno a un tema particolare legato all’esplorazione dello spazio. Vengono organizzate conferenze, dibattiti, tavole rotonde, mostre, concerti, proiezioni di film e altre attività. Quest’anno Starmus che si intitola “50 anni su Marte” ed è dedicato al “Pianeta Rosso”. Difatti sono passati cinquanta anni dal primo Mars 3 sovietico al quale hanno seguito le impressionanti missioni della Nasa.
Starmus concilia arte, musica e scienza per migliorare la comunicazione scientifica e questa splendida fusione coinvolge e ispira tutti a prescindere da età, origine, professione e mestiere. Durante la conferenza stampa Garett Reisman, un astronauta a lunga permanenza sulla Stazione Spaziale Internazionale ha detto: “Starmus è un festival dove sono presenti persone di successo come me, ma anche persone che non sono nemmeno coinvolte nella scienza. È davvero un dono per me venire qui”.
Come ad ogni edizione anche quest’anno tra gli ospiti ci sono numerosi vincitori Nobel, come gli astronauti John Mater e Kip Thorne, la microbiologa e chimica Emmanuelle Charpentier, la fisica Donna Strickland, il neuroscienziato Edvard Moser ed altri. Presenti anche gli astronauti Charlie Duke e Jim Bagian che con gli altri speaker condivideranno con il pubblico le proprie idee ed esperienze.
Il cofondatore del festival, l’astrofisico Garik Israelyan ha notato che “il festival internazionale di scienza, arte e musica è in Armenia per ispirare la nuova generazione di scienziati e artisti del paese, perché il futuro di un piccolo paese come l’Armenia è la scienza e la tecnologia”. Durante la cerimonia dell’apertura del festival la medaglia Stephen Hawking è stata conferita a Brian May, astrofisico, e chitarrista dei Queen, che con la sua esperienza personale ha confermato la possibilità di conciliare la scienza e la musica. La medaglia gli è stata conferita riconoscendo il suo merito della divulgazione scientifica a livello internazionale. Nel suo discorso di ringraziamento May ha detto di essere interessatօ sia alla musica che all’astronomia sin dalla giovane età, ma gli è stato detto che non poteva avere successo in nessuna delle due.
“Ho dimostrato che tutti si sbagliavano. Ecco perché adesso voglio condividere questa medaglia con chiunque in questa stanza pensi che forse non è abbastanza bravo”, ha concluso il celeberrimo musicista. Il festival è accompagnato da numerosi concerti con la partecipazione di musicisti di fama internazionale, oltre a May, si esibiranno Serj Tankyan, il front man del gruppo musicale “System of a Down”, il super gruppo progressive metal “Sons of Appolo”, il rinomatissimo pianista armeno Tigran Hamasyan e altri.
http://www.comunitaarmena.it/wp-content/uploads/2022/08/Logo_armenia-04-1-300x92.png00adminwphttp://www.comunitaarmena.it/wp-content/uploads/2022/08/Logo_armenia-04-1-300x92.pngadminwp2022-09-09 14:13:522022-09-18 14:41:46In Armenia c’è Stramus, il festival internazionale di scienza comunicazione e arte (Il Fatto QUotidiano 09.09.22)
É stato un mese tutt’altro che tranquillo in Nagorno Karabakh, regione separatista dell’Azerbaijan a maggioranza armena: tra schermaglie, interruzioni di gas e l’apertura di un nuovo corridoio con l’Armenia, le braci della guerra si sono fatte di nuovo scottanti anche a causa della presenza russa.
L’Artsakh e la sua indipendenza sofferta
Trentun anni di indipendenza e non sentirli: Stepanakert scende in strada ogni due settembre per celebrare l’anniversario dell’autoproclamata repubblica dell’Artsakh, enclave armena in territorio azero, territorio separatista al centro di un lungo conflitto che si è riacceso due anni fa. Malgrado i festeggiamenti, i villaggi del Nagorno-Karabakh si svuotano. Ora è toccato ai centri di Aghavno, Sus e Berdzor. Si tratta di quattrocento armeni che nulla hanno potuto contro quello che è stato deciso con l’accordo di pace del 10 novembre 2020, mediato dal presidente russo Vladimir Putin, che prevedeva la costruzione di una stradache collegasse l’Armenia con l’Artsakh lungo il corridoio di Lachin, presidiato dalle truppe russe. Contestualmente, i centri di Zabukh, Sus e la stessa Lachin dovevano tornare sotto il controllo azero. Così, con le dovute pressioni degli azeri, la costruzione della nuova strada è terminata in tempi relativamente brevi e i villaggi e le città che la costeggiano sono tornati in mano all’Azerbaijan. Questo spiega l’esodo della popolazione armena dai suddetti centri.
Il contingente russo, precedentemente dispiegato sul vecchio percorso, è stato posizionato sul nuovo raccordo, senza nessuna variazione rispetto ai compiti di sicurezza assegnatigli. Una sicurezza che sembra diminuire sempre di più e gli scontri ad inizio agosto lo confermano. Quattro giorni che, secondo le forze armate del Karabakh, hanno causato due morti e diciannove feriti. La situazione si è stabilizzata solo il 4 agosto, destando preoccupazioni in Europa e Stati Uniti.
Nuove strade, vecchie incertezze
Il nuovo tracciato, che manterrà lo status di corridoio, si collega temporaneamente all’autostrada Goris–Stepanakert, in attesa che anche l’Armenia completi la sua parte. Di fatto l’Azerbaijan ha lavorato, oltre ai suoi 22 chilometri, anche ai 4,5 in territorio armeno. Sei chilometri quelli che mancano e che, secondo le parole del ministro delle infrastrutture armano Gnel Sanosyan, saranno completati entro la primavera del prossimo anno.
Se gli interventi strutturali sembrano essere definiti dai due paesi, restano invece ignote le conseguenze di questa nuova strada. L’Artsakh rischia di non avere più il controllo su infrastrutture energetiche e internet. L’Armenia è preoccupata soprattutto per le forniture di gas, alla luce delle continue interruzioni nello scorso marzo in un territorio le cui temperature scendono facilmente sotto lo zero. L’unico gasdotto che dall’Armenia arriva a Stepanakert ora è sotto la revisione delle autorità azere e nessun accordo chiaro sinora è stato siglato.
Proseguono i lavori diplomatici nel cuore dell’Europa
Quarto incontro per il presidente azero Aliyev e l’omologo armeno Pashinyan a Bruxelles secondo il format che va avanti ormai dall’inizio del 2022. Invariati I punti all’ordine del giorno: accordo di pace, situazione umanitaria, confini e connettività, con l’invito da parte di Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, a lavorare per sbloccare i collegamenti tra i due paesi. La dichiarazione si conclude con l’esortazione di Michel a preparare entrambe le popolazioni ad una pace duratura e di ponderare ogni parola pronunciata pubblicamente. Il leader europeo sa quanto la propaganda nazionalistica adottata, seppur in misure diverse, da entrambe le fazioni possa mettere a repentaglio il suddetto processo.
http://www.comunitaarmena.it/wp-content/uploads/2022/08/Logo_armenia-04-1-300x92.png00adminwphttp://www.comunitaarmena.it/wp-content/uploads/2022/08/Logo_armenia-04-1-300x92.pngadminwp2022-09-09 14:08:332022-09-18 14:09:34NAGORNO-KARABAKH: Nuove tensioni malgrado la presenza russa (East Journal 09.09.22)
Ieri nella chiesa dell’Abbazia Mechitarista, a San Lazzaro degli Armeni, si è svolta la cerimonia di chiusura ufficiale dell’inchiesta diocesana della causa di beatificazione e canonizzazione dell’abate Mechitar di Sebaste, fondatore della congregazione armena mechitarista.
L’intervento del patriarca di Venezia Francesco Moraglia segna la positiva conclusione del processo iniziato l’8 settembre del 2020 nella chiesa di San Martino di Castello, quando gli officiali, tra cui il patriarca stesso, erano stati chiamati ad accertare gli elementi storico-biografici e dottrinali della personalità dell’abate proposto alla venerazione della chiesa tra i santi e i beati.
Mechitar nacque il 7 febbraio 1676 e all’età di vent’anni fu ordinato prete. Diede vita a Costantinopoli nel 1701 all’ordine che da allora porta il suo nome e due anni dopo, insieme ai suoi confratelli messi in salvo dalle persecuzioni delle autorità ottomane, lo trasferì verso Modon nel Peloponneso, allora possedimento della Repubblica di Venezia. Nel 1715 costruì il monastero di San Lazzaro degli Armeni. «Mechitar, con la sua visione di fede sul mondo e con il suo operato, si rese sincero e attivo promotore di un umanesimo integrale che portò l’abbazia di San Lazzaro a essere centro di spiritualità e cultura», afferma Moraglia. L’abate morì il 27 aprile 1749 nel convento dell’isola e la sua morte mise in lutto, oltre che San Lazzaro, l’intera Venezia. «Possa la riscoperta esemplarità della figura dell’umile e grande Servo di Dio Abate Mechitar – conclude il Patriarca – segnare nuove vie di futuro alla fede del popolo armeno, alle nostre genti venete e alla chiesa tutta». Al rito ha preso parte, in rappresentanza dell’Amministrazione comunale, la presidente del Consiglio Ermelinda Damiano.
http://www.comunitaarmena.it/wp-content/uploads/2022/08/Logo_armenia-04-1-300x92.png00adminwphttp://www.comunitaarmena.it/wp-content/uploads/2022/08/Logo_armenia-04-1-300x92.pngadminwp2022-09-09 14:04:432022-09-18 14:48:52Mechitar di Sebaste: chiusa inchiesta sul fondatore degli armeni mechitaristi. Più vicina la santità (Veneziatoday 09.09.22)
http://www.comunitaarmena.it/wp-content/uploads/2022/08/Logo_armenia-04-1-300x92.png00adminwphttp://www.comunitaarmena.it/wp-content/uploads/2022/08/Logo_armenia-04-1-300x92.pngadminwp2022-09-07 14:49:462022-09-18 15:00:12Rassgna Stampa dal 01 al 07 settembre 2022
A ricevere il premio sono stati: la giovanissima Susanna Di Bari, studentessa italiana che ha seguito tutte le attività del progetto (sia in presenza che online) e a giugno ha concluso gli esami di terza media col massimo dei voti, dando un “taglio armeno” a tutte le materie trattate; e a un giovane talento armeno a Yerevan (la capitale dell’Armenia) da parte di Aram Asatryan, docente al Komitas State Conservatory of Yerevan.
I fondi per le due borse di studio sono stati raccolti grazie alle opere offerte dall’artista Raffaella Marcaletti.
http://www.comunitaarmena.it/wp-content/uploads/2022/08/Logo_armenia-04-1-300x92.png00adminwphttp://www.comunitaarmena.it/wp-content/uploads/2022/08/Logo_armenia-04-1-300x92.pngadminwp2022-08-23 18:26:072022-08-24 18:31:22Il festival della cultura armena di Comabbio dona due borse di studio (Varesenews 23.08.22)
Il presidente del Veneto ha ricevuto, oggi, il console onorario dell’Armenia: «Due comunità attive con una lunga storia in comune, siamo pronti a crescere ancora insieme», commenta Zaia.
l presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha ricevuto oggi, a Palazzo Balbi, il Console Onorario di Armenia, Gagik Sarucanian.
Il Governatore e il Console si sono intrattenuti a colloquio su vari temi, a cominciare dai lunghissimi rapporti di amicizia, con la città di Venezia che ospita una attiva comunità armena, di cui si registra la presenza già dal XII secolo.
«I rapporti tra i nostri territori hanno una lunga storia in comune, sono andati rafforzandosi nel tempo e potranno crescere ancora», ha detto il presidente ribadendo al console la massima disponibilità alla collaborazione tra le comunità veneta e armena.
http://www.comunitaarmena.it/wp-content/uploads/2022/08/Logo_armenia-04-1-300x92.png00adminwphttp://www.comunitaarmena.it/wp-content/uploads/2022/08/Logo_armenia-04-1-300x92.pngadminwp2022-08-23 15:31:262022-08-24 18:35:05Stretta di mano tra Zaia e il console d'Armenia: «Pronti a collaborare» (Veronaeconomia 23.08.22)
Istanbul (Agenzia Fides) – Si chiama e Berk Acar e ha 27 anni il primo cristiano armeno divenuto governatore di un distretto nella storia della Repubblica di Turchia. La notizia, riportata con evidenza sui media turchi, rappresenta un ulteriore conferma dei tratti non univoci che connotano la condizione della comunità armena nella Turchia di Erdogan e il tenore del suo coinvolgimento nelle dinamiche politiche e istituzionali del Paese.
Nato a Istanbul nel 1995, Berk Acar si è laureato presso il dipartimento di diritto dell’Istanbul Bilgi Üniversitesi nel 2020, per poi svolgere il suo tirocinio professionale presso uno studio di avvocati a Istanbul, nel distretto di Şişli. Il giovane giurista armeno ha partecipato con ottimi risultati agli esami per la selezione dei governatori, svoltisi a Ankara nel 2021. Da alcuni giorni è stata ufficializzata la sua nomina come nuovo Governatore del distretto Babadağ, nella Provincia sud-orientale di Denizli.
All’inizio del 2020, quando erano passate poche settimane dalla sua elezione patriarcale, il Patriarca armeno di Costantinopoli, Sahak II Masalyan, aveva dichiarato ai media turchi: “Tutte le minoranze presenti in Turchia condividono questo medesimo avviso: sotto il potere del Partito Akp, stiamo vivendo il periodo più pacifico e felice dai tempi della fondazione della Repubblica turca” (vedi Fides 3/1/2020). Nelle dichiarazioni riportate dai media turchi, il Patriarca aveva ricordato che gli armeni apostolici in tutta la Turchia sono meno di 60 mila, in costante diminuzione, e che 33 delle 38 chiese facenti capo al Patriarcato sono concentrate nell’area di Istanbul. (GV) (Agenzia Fides 22/8/2022).
http://www.comunitaarmena.it/wp-content/uploads/2022/08/Logo_armenia-04-1-300x92.png00adminwphttp://www.comunitaarmena.it/wp-content/uploads/2022/08/Logo_armenia-04-1-300x92.pngadminwp2022-08-22 18:35:062022-08-24 18:44:01ASIA/TURCHIA - Per la prima volta nella storia della Repubblica turca, un armeno diventa Governatore di un distretto (Agenzia Fides 22.08.22)
Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.Ok