Il giovane medico aretino pronto a lasciare l’Armenia: “Tre settimane di duro lavoro che porterò sempre con me” „Il giovane medico aretino pronto a lasciare l’Armenia: “Tre settimane di duro lavoro che porterò sempre con me”(Arezzonotizie 10.07.20)

Il giovane medico aretino pronto a lasciare l’Armenia: “Tre settimane di duro lavoro che porterò sempre con me”

David ha 33 anni. Vive a Monte San Savino insieme alla famiglia e da tre settimane si trova a Yerevan in Armenia, dove insieme a colleghi di ogni angolo d’Italia e non è impegnato in attività di contrasto e studio inerenti al Covid-19. È il dottor Redi, medico di malattie infettive presso l’ospedale di Arezzo, uno degli specialisti che si sono messi a disposizione per contribuire al contenimento dell’epidemia Coronavirus unendosi al gruppo di medici e infermieri dell’Emt-2-Italia. “Sono stato destinato all’ospedale più grande della capitale – racconta David – Svolgo il mio normale lavoro di medico ma, lo intervallo anche con momenti di confronto dove spieghiamo il ruolo della nostra organizzazione ai colleghi armeni con i quali mettiamo a confronto i nostri studi e le nostre esperienze. In questa terra l’età media dei medici va dai 30 ai 50 anni e, fatta eccezione per chirurgia e rianimazione, la maggioranza sono donne. Lo scambio che abbiamo intrapreso è molto stimolante. C’è grande curiosità professionale, non solo sul tema Covid, ma anche il nostro modo di lavorare che, rispetto al loro è più flessibile e calato sulle esigenze del paziente”.

Un momento di scambio stimolante e costruttivo che però, inevitabilmente, ha portato il giovane medico aretino a vivere le difficoltà sanitarie di questa terra che sta affrontando l’epidemia. “Non ci sono le misure di prevenzione che sono state adottate in Italia e quindi, fuori dall’ospedale, noi medici cerchiamo di non avere contatti con altre persone – prosegue – E’ una precauzione che limita i nostri rapporti esterni ma che riteniamo doverosa”.

Il ritorno ad Arezzo è previsto il 17 luglio. “Quando tornerò a casa – spiega David Redi – porterò con me il ricordo della voglia di confronto e di crescita che ho visto nei colleghi armeni con i quali è stato bello condividere tempo e punti di vista. Non sono mancate neppure le occasioni di contatto umano. Ieri una collega di Yerevan ha preso il suo smartphone per fare una foto di gruppo. Sullo sfondo aveva l’immagine di sua figlia di 3 anni e mezzo, la stessa età della mia bambina. Mi ha detto che è un mese che non la vede perché ha paura di trasmetterle il virus. Mi ha chiesto come avevo fatto a lasciare la mia famiglia e io le ho risposto che, nonostante la paura del contagio, tornavo tutti i giorni a casa perché senza la forza della mia famiglia non sarei riuscito ad andare avanti”.

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Armenia: il giovane medico aretino contro il Covid, vicini ai pazienti, lontani dai loro bambini (Arezzoweb 10.07.20)

Il racconto di David Redi sulla sua esperienza a Yerevan

Sono giovani. Uniti dalla passione per la medicina e dall’impegno contro il Covid. Armeni e italiani nei 3 ospedali di Yerevan. David Redi, medico di malattie infettive di Arezzo, è uno di loro e fa parte del gruppo di medici e infermieri, per lo più piemontesi, dell’EMT-2-Italia. Responsabile della missione è Mario Raviolo.

“Io sono stato destinato nell’ospedale più grande della capitale. Lavoriamo ma anche raccontiamo e spieghiamo la nostra organizzazione ad Arezzo e in Italia. Siamo passati dalla corsia all’”aula” in modo naturale, lavorando fianco a fianco ogni giorno e mettendo a confronto i nostri studi e le nostre esperienze”.
David Redi racconta i suoi colleghi armeni: “qui l’età media dei medici è più bassa che da noi. Si va dai 30 ai 50 anni e quindi sono in grande parte giovani . Fatta eccezione per chirurgia e rianimazione, la maggioranza dei medici sono donne. C’è una grande curiosità professionale e non solo sul tema Covid. E quello che interessa loro è la nostra diversità: loro hanno protocolli più standardizzati per i pazienti mentre i nostri sono più flessibili e personalizzati”.
Il dialogo e la formazione in aula si trasforma presto in un confronto sui singoli casi. “Una nefrologa mi ha chiesto un consiglio su un paziente. Ho fatto una valutazione diversa dai loro protocolli sul dosaggio di un medicinale e lei è stata d’accordo con me. Il paziente ha reagito bene. Esperienza analoga anche con una cardiologa. Sto vedendo una giovane classe medica non solo preparata ma anche interessata e aperta ad altre esperienze”.
Il confronto finisce in ospedale. “In città non ci sono le misure di prevenzione che sono state adottate in Italia e quindi, fuori dall’ospedale, noi medici italiani rimaniamo per conto nostro. E’ una precauzione che limita i nostri rapporti esterni ma che riteniamo doverosa”.

David Redi, 33 anni, nativo di Monte San Savino, ha già in tasca il biglietto di ritorno. Porta la data del 17 luglio. Quel giorno avrà trascorso 3 settimane in Armenia. “Quando tornerò a casa, porterò con me il ricordo della voglia di confronto e di crescita che ho visto nei colleghi armeni con i quali è stato bello discutere insieme i casi clinici per ottenere il meglio per ogni paziente. Ieri una collega di Yerevan ha preso il suo smartphone per fare una foto di gruppo. Sullo sfondo aveva l’immagine di una bambina, sua figlia di 3anni e mezzo, la stessa età di mia figlia. Mi ha detto che è un mese che non la vede perché ha paura di trasmetterle il COVID-19. Mi ha chiesto come avevo fatto con le mie bimbe e io le ho detto che tornavo tutti i giorni a casa per stare con loro e che la paura del Covid era tanta anche per me, ma senza la forza della mia famiglia non sarei riuscito ad andare avanti. Le ho detto che queste 3 settimane lontano da loro sono per me un grande sacrificio“.

 

Mkhitaryan al top: “armeno tu” in un 2020 da cancellare (Leggo 10.07.20)

LEGGO (F. BALZANI) – «Armeno tu» in questo 2020 da dimenticare. Ok, la battuta è inflazionata, ma la verità è che l’unica nota davvero lieta di quest’anno solare giallorosso risponde al nome di Mkhitaryan, il talento di Armenia con la faccia da attore e i modi gentili che sembra aver messo da parte i problemi fisici del 2019. L’ex stella del Dortmund – che si è ripreso il ruolo di trequartista – ha numeri da top player: nelle 10 partite da gennaio a oggi ha messo a segno 5 gol e 4 assist risultando il leader di una squadra ancora convalescente.

La media reti è superiore a tutti nella Roma, anche a Dzeko. Mkhitaryan ne segna uno ogni 149′ mentre l bosniaco lo insegue con uno ogni 177′. Otto (da inizio stagione) le perle dell’armeno. Non segnava così tanto in campionato dal 2016 col Dortmund, quando concluse la stagione con 11 reti. Importante è pure l’impatto sulla squadra. Quando Mkhitaryan segna o assiste i compagni la media si alza a 2,3 punti a partita (7 vittorie e due sconfitte) mentre quando resta a secco la media è di 1,4. Si contano, infatti, solo 12 gol in campionato suddivisi tra Kluivert, Under, Perotti, Kalinic e Carles Perez. Il numero 77 è uno dei pochi Untouchables di una squadra che continua a non avere una sua fisionomia. La federazione armena gli ha dedicato un tweet: «Un’altra grande partita di Mkhitaryan, che ha guidato la Roma verso la rimonta».

Contro il Brescia mancherà per squalifica, ma sarà garantita la sua presenza anche nella prossima stagione. Baldini, infatti, ha raggiunto l’accordo con l’Arsenal che a fine stagione lo libererà a zero anticipando di un anno la scadenza del contratto. Miki si legherà quindi alla Roma con un annuale con opzione sul 2° anno legato al numero di presenze (20). E sul mercato la Roma cerca altri profili simili: costo zero, esperienza e contratti brevi. Tra loro c’è Pedro ma pure Vertonghen.

CASO NELA – La vittoria col Parma non è bastata per spegnere le polemiche. Le bacheche social ieri sono state intasate da messaggi di supporto per Sebino Nela. Dopo Totti, De Rossi e Florenzi, infatti, la dirigenza ha deciso di strappare un’altra bandiera non rinnovando il contratto allo storico terzino che dal 2016 era dirigente della squadra Femminile. Un trattamento mal digerito dalle figlie Virginia e Ludovica: «In pochissimi hanno dato la vita e hanno amato veramente questi colori come hai fatto tu per 12 stagioni consecutive in campo come fuori. Purtroppo qualcuno che del vero calcio giocato e dell’amore per la maglia non se ne intende affatto, ha voluto che tu oggi non ne facessi più parte. Del vero calcio ormai è rimasto solo il ricordo che ha fatto innamorare e sognare i tuoi tifosi. Sempre veri. Ad maiora papo!».

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Mkhitaryan al top. “Armeno tu” in un 2020 da cancellare (Forzaroma.info 10.07.20)

Miki è l’unica nota davvero lieta di quest’anno solare giallorosso

“Armeno tu” in questo 2020 da dimenticare. Ok, la battuta è inflazionata, ma la verità è che l’unica nota davvero lieta di quest’anno solare giallorosso risponde al nome di Mkhitaryan, il talento di Armenia con la faccia da attore e i modi gentili che sembra aver messo da parte i problemi fisici del 2019, scrive Francesco Balzani su Leggo

L’ex stella del Dortmund – che si è ripreso il ruolo di trequartista – ha numeri da top player: nelle 10 partite da gennaio a oggi ha messo a segno 5 gol e 4 assist risultando il leader di una squadra ancora convalescente.

La media reti è superiore a tutti nella Roma, anche a Dzeko. Mkhitaryan ne segna uno ogni 149′ mentre l bosniaco lo insegue con uno ogni 177′. Otto (da inizio stagione) le perle dell’armeno. Non segnava così tanto in campionato dal 2016 col Dortmund, quando concluse la stagione con 11 reti. Importante è pure l’impatto sulla squadra.

Quando Mkhitaryan segna o assiste i compagni la media si alza a 2,3 punti a partita (7 vittorie e due sconfitte) mentre quando resta a secco la media è di 1,4. Si contano, infatti, solo 12 gol in campionato suddivisi tra Kluivert, Under, Perotti, Kalinic e Carles Perez.

Il numero 77 è uno dei pochi Untouchables di una squadra che continua a non avere una sua fisionomia. La federazione armena gli ha dedicato un tweet: “Un’altra grande partita di Mkhitaryan, che ha guidato la Roma verso la rimonta“.

Contro il Brescia mancherà per squalifica, ma sarà garantita la sua presenza anche nella prossima stagione. Baldini, infatti, ha raggiunto l’accordo con l’Arsenal che a fine stagione lo libererà a zero anticipando di un anno la scadenza del contratto. Miki si legherà quindi alla Roma con un annuale con opzione sul 2° anno legato al numero di presenze (20). E sul mercato la Roma cerca altri profili simili: costo zero, esperienza e contratti brevi. Tra loro c’è Pedro ma pure Vertonghen.
CASO NELA – La vittoria col Parma non è bastata per spegnere le polemiche. Le bacheche social ieri sono state intasate da messaggi di supporto per Sebino Nela. Dopo Totti, De Rossi e Florenzi, infatti, la dirigenza ha deciso di strappare un’altra bandiera non rinnovando il contratto allo storico terzino che dal 2016 era dirigente della squadra Femminile. Un trattamento mal digerito dalle figlie Virginia e Ludovica: «In pochissimi hanno dato la vita e hanno amato veramente questi colori come hai fatto tu per 12 stagioni consecutive in campo come fuori. Purtroppo qualcuno che del vero calcio giocato e dell’amore per la maglia non se ne intende affatto, ha voluto che tu oggi non ne facessi più parte. Del vero calcio ormai è rimasto solo il ricordo che ha fatto innamorare e sognare i tuoi tifosi. Sempre veri. Ad maiora papo!

Armenia in black list, il team italiano al rientro sarà messo in quarantena? Raviolo non ci sta: “Per medici e infermieri troppi sacrifici” (Lastampa.it 10.07.20)

Bloccati a Erevan? Oppure rimpatriati, ma costretti a una quarantena che li terrebbe fuori degli ospedali e dal servizio per due settimane? Nella black list dei Paesi ai quali l’Italia ha chiuso i confini, per evitare di importare nuovi contagi da coronavirus, c’è anche l’Armenia. Dove dal 26 giugno è impegnata la missione dei medici e infermieri della Maxi Emergenza 118 della Regione Piemonte, inviata dal governo per aiutare i colleghi della capitale armena a fronteggiare la pandemia. Ma ora per gli undici professionisti guidati dal direttore del Dipartimento, Mario Raviolo (medico di Savigliano, già a capo dell’Unità di crisi regionale anti Covid), il rientro – previsto per il 17 luglio – potrebbe complicarsi.

L’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza vieta l’ingresso in Italia a chi proviene dai 13 Paesi sulla «lista nera» fino al 14 luglio, ma pare certo che la scadenza sarà prorogata con il nuovo Decreto del presidente del Consiglio dei ministri. Quanti sono stati in quei territori negli ultimi 14 giorni non possono rientrare neppure con l’escamotage di uno scalo intermedio.

«Ho chiesto indicazioni e dettagli alla Protezione civile nazionale a Roma – spiega Raviolo stamane da Erevan -.  Dobbiamo conoscere le modalità del rimpatrio, le eventuali conseguenze e le norme a cui attenersi». La quarantena non è una soluzione che il “capo missione” intende accettare: «Non è gestibile, perché chi è qui con me deve poter rientrare al lavoro negli ospedali dove il personale è già stato messo a dura prova dal Covid e ha diritto alle sacrosante ferie, se possibile. Medici e infermieri non hanno fatto abbastanza sacrifici personali, anche venendo ad aiutare un Paese in difficoltà, per trovarsi di fronte un altro ostacolo?». E tuona: «Messi in quarantena al rientro in Italia, dove da settimane vediamo ammassamenti in spiagge, locali e piazze, senza rispetto di regole, distanziamenti o mascherine? Non facciamo gli ipocriti. Se sarà così, dico che per noi questa è l’ultima missione».

Armenia in black list, il team italiano al rientro sarà messo in quarantena? Raviolo non ci sta: “Per medici e infermieri troppi sacrifici”

CHE COSA E’ UN EMT

Il Posto medico avanzato di 2° livello della Maxi Emergenza 118 della Regione è volato in Armenia su provvedimento del governo, che aveva spiegato in una nota ufficiale: «L’operazione, che rientra nell’ambito del Meccanismo europeo di Protezione civile, è stata disposta dal presidente del Consiglio Conte, a seguito della richiesta di assistenza internazionale dell’Armenia alla Commissione Europea. Si svolgerà in coordinamento con l’attività portata avanti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, in stretta collaborazione con l’Ambasciata d’Italia in Armenia». Una missione piemontese, alla quale partecipa per la prima volta anche personale di Lombardia e Toscana, per tre settimane ad affiancare i colleghi di tre ospedali al collasso nell’emergenza pandemia.

«Quando il Piemonte ha avuto bisogno, nel pieno del Covid, abbiamo avuto l’aiuto anche di medici da Cuba e Albania», aveva sottolineato alla partenza l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi, a chi obiettava sull’opportunità che il team si recasse all’estero, mentre in Piemonte l’emergenza ha appena svoltato l’angolo. Rimarcando: «Ora che è stato chiesto di ricambiare, non si poteva rifiutare. Anche perché nessun presidio resta sguarnito e la situazione è sotto controllo. Essere chiamati dalla Protezione civile europea, inoltre, è il riconoscimento della professionalità del Piemonte».

Armenia in black list, il team italiano al rientro sarà messo in quarantena? Raviolo non ci sta: “Per medici e infermieri troppi sacrifici”

L’Emergency Medical Team è stato accolto da ambasciatori e ministro della Salute all’arrivo a Erevan. Ma che cosa sono gli Emt? Si tratta di strutture sanitarie per operare nelle catastrofi. Ce ne sono di tre tipi: quello piemontese è un Emt2, il primo italiano certificato dall’Oms (il 28 agosto 2018) e candidato a diventare Emt3, cioè fra i più grandi e complessi ospedali da campo, una manciata in tutto al mondo. Un progetto in corso, che potrebbe coinvolgere anche l’aeroporto di Cuneo.

«Qui abbiamo trovato un’accoglienza umana e professionale cordialissima – racconta Mario Raviolo da Erevan -. Il personale medico è molto bravo, ci sono invece carenze di training in alcuni metodi, soprattutto di ecografia polmonare in urgenza. La collaborazione è ottima, pur in una situazione al collasso, ma possiamo dire che la nostra missione è risultata efficace». Ci sono stati corsi di formazione, la presa in esame di casi clinici, l’impegno nelle diagnosi e nella scelta delle terapie.

Covid, stop ingressi in Italia da Paesi a rischio fino al 14 luglio (Adnkronos 10.07.20)

A seguito dell’ordinanza di ieri del Ministro della Salute emanata al fine di contenere la diffusione del Covid-19 in Italia, l’Enac, Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, ha informato, nella serata di ieri, 9 luglio, tutte le compagnie aeree italiane e le compagnie straniere operanti in Italia in merito ai contenuti della predetta ordinanza disponendone l’immediata applicazione. Lo comunica l’Enac. Di conseguenza nessun passeggero proveniente direttamente o indirettamente dai Paesi sotto elencati potrà entrare in Italia fino al 14 luglio prossimo: Armenia, Barhein, Bangladesh, Brasile, Bosnia Erzegovina, Cile, Kuwait, Macedonia del nord, Moldova, Oman, Panama, Perù, Repubblica Domenicana. Tale restrizione si applica anche alle persone che negli ultimi quattordici giorni hanno soggiornato o sono transitate nei predetti Paesi.

A prescindere dai Paesi sopra richiamati, l’ingresso in Italia dall’estero è condizionato al rilascio di una dichiarazione al vettore o ai soggetti delegati ai controlli di non aver soggiornato o di non essere transitati in uno dei Paesi presenti nell’elenco, negli ultimi quattordici giorni antecedenti. L’ordinanza sarà in vigore fino al 14 luglio prossimo. L’Enac ha disposto che le compagnie interessate informino i passeggeri delle nuove disposizioni i quali saranno rimpatriati a spese dei vettori che li dovessero accettare a bordo.

Armenia, 45 squalifiche a vita e campionato di Serie B annullato: le partite erano tutte truccate! (derbyderbyderby.it 05.07.20)

La Federazione di calcio armena (FFA) ha sospeso il proprio campionato di Seconda divisione, la nostra Serie B, con effetto immediato, squalificando cinque squadre dopo aver ricevuto “prove innegabili” del loro coinvolgimento in partite truccate. Circa 45 persone, tra cui i proprietari di club, i giocatori e gli allenatori, sono state squalificate a vita e altre 13 sono state bandite per diversi periodi per essere state coinvolte nella manipolazione delle partite, ha reso noto la FFA. I media locali hanno riferito che i proprietari di club con passaporto russo, giocatori e allenatori russi, nonché calciatori ucraini, lettoni e bielorussi sono tra i coinvolti. La Lokomotiv Yerevan, a pari punti con i leader della seconda divisione FC Van, Aragats, Torpedo Yerevan e Masis, è stata squalificata dal campionato a seguito di risultati sospetti, tra cui un 12-0, ma anche altri risultati: 0-12, 1-8, 9-2, 0-7, 0 -8 e 8-2. Anche l’FC Yerevan, ritiratosi dalla Premier League 2019-2020 a febbraio a causa di problemi finanziari e tecnici, è stato squalificato per le partite truccate.

“Le decisioni sono state prese dopo che la FFA ha ricevuto prove innegabili da organizzazioni internazionali e forze dell’ordine”, ha dichiarato il presidente della FFA Armen Melikbekyan in una nota. “Le prove che abbiamo ricevuto dai nostri colleghi internazionali saranno trasferite alle forze dell’ordine armene”. Melikbekyan ha promesso una leadership federale trasparente dopo la sua vittoria elettorale a dicembre. Per anni ci sono state notizie di diffuse partite truccate e corruzione nel paese del Caucaso meridionale. “Il nostro obiettivo è sradicare la corruzione e il sistema di giochi fissi nel calcio armeno”, ha detto Melikbekyan.

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Monsignor Gugerotti nunzio apostolico in Gran Bretagna (larena.it 04.07.20)

Papa Francesco ha nominato nunzio apostolico in Gran Bretagna il veronese monsignor Claudio Gugerotti, finora nunzio apostolico in Ucraina. Il nunzio, lo ricordiamo, è l’ambasciatore della Santa Sede, quindi del Papa, in una Chiesa locale.

Gugerotti, 64 anni, formatosi nell’Istituto Don Mazza, aveva operato negli ultimi anni, oltre che in Ucraina, in Bielorussia, dopo essere stato nunzio per dieci anni in Georgia, Armenia e Azerbaigian. Tutti Paesi dell’ex Unione Sovietica. Prima ancora era stato responsabile del settore armeno della Congregazione delle Chiese orientali.

In Bielorussia Gugerotti aveva lavorato per il raddoppio dei vescovi cattolici, passati da quattro a otto, per consentire di rinforzare il grande risveglio del cattolicesimo dopo la caduta dell’Unione Sovietica, e soprattutto nella lunga trattativa per favorire un maggiore dialogo tra Bielorussia ed Europa. Era arrivato poi in Ucraina quando il Paese stava vivendo una gravissima situazione economica, peggiorata dalla guerra e dalle condizioni dei profughi. «Il mio primo compito sarà fasciare i cuori feriti e sostenere ogni possibile iniziativa di riconciliazione», aveva detto in occasione del trasferimento a Kiev Gugerotti, «grazie al prestigio di cui la Santa Sede gode per la forza morale riconosciuta ovunque a papa Francesco. Prima di tutto, quindi, il servizio della carità».

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La Basilica di Siponto, punto d’incontro tra l’Oriente e l’Occidente (ilsipontino.net 02.03.20)

Di  Aldo Caroleo Archeoclub Siponto

Sull’importanza che la Puglia ha rappresentato,per la sua collocazione geografica, nel passato come ponte tra le culture d’Oriente e d’Occidente,tutti gli storici sono d’accordo.

Siponto è stata uno dei più importanti pilastri di questo ponte e la Basilica di Santa Maria Maggiore ne è la più bella e straordinaria testimonianza. E’ noto che sin dai primi tempi apostolici a Siponto fu attiva una comunità ebraica ,forse la più importante  e, intorno al X Secolo una  comunità Armena  attestata in una zona tra Manfredonia e Foggia :  Casale  Faziosi. Gli Armeni furono, secondo gli storici i primi veri costruttori di chiese Cristiane sia a volta che a cupola di cui furono i precursori. Tante  e bellissime le testimonianza di un  Popolo,quello Armeno, sfortunato e perseguitato, che seminò cultura e religiosità cristiana autentiche. Furono, gli armeni,  costruttori fortissimi di chiese e architetti e teologi insuperabili.

La chiesa di santa Maria Maggiore di Siponto, eretta  nella metà dell’XI Sec. ha infatti dei peculiari influssi architettonici armeni, impreziositi e completati dallo straordinario Romanico Pugliese.

Non è escluso che maestranze Bizantine, che eressero la Santa Maria, abbiano preso a modello le note chiese Armene (Ani,Marmashen,Bagaran,Edmjadsin,ecc.).

Stretti, peraltro, furono i legami dell’Arcivescovo Leone con le gerarchie bizantine nelle quali con tutta probabilità,figuravano dei funzionari armeni. Attinenze architettoniche tra la santa Maria e le chiese armene si possono riscontrare sulle facciate: colonne e arcatelle

Cattedrale Ani   Cattedrale di Marmashen (o Marmachen)

ma anche dall’impostazione della pianta quadrata e della cupola appoggiata su quattro colonne centrali.

Della originaria cupola della chiesa di Siponto non si sa nulla perché essa crollò  in due eventi sismici successivi: nel 1223  e  nel 1225.  L’attuale copertura  ad una unica volta a crociera è stata realizzata in epoca successiva e con evidenze barocche.

Le foto delle cupole delle chiese armene coeve alla Santa Maria, ci danno cupole poggianti su quattro pilastri centrali   e mi inducono a pensare (è solo un mio pensiero) che anche la Santa Maria avesse una cupola centrale secondo i motivi architettonici  armeni.

E’ questo un altro esempio, se ce ne fosse ancora bisogno, di come la nostra Basilica ,quella in pietra bianca,   merita una  giusta attenzione perché venga sempre di più  tutelata e dovrebbe essere  senza alcun dubbio    annoverata   tra i monumenti dell’UNESCO  come   “Patrimonio dell’Umanità”.

Aldo Caroleo Archeoclub Siponto

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Unione europea: Partenariato orientale, vertice il 2 e il 3 luglio. “L’impegno dei giovani, esplorare il presente e navigare nel futuro” (SIR 01.07.20)

È tempo di vertice sul coinvolgimento dei giovani per il partenariato orientale, che quest’anno si svolgerà in forma virtuale, il 2 e il 3 luglio. Saranno 400 i partecipanti, giovani leader e operatori della regione, che si confronteranno con i leader politici dell’Ue alla luce del tema “L’impegno dei giovani nel partenariato orientale: esplorare il presente e navigare nel futuro!”. “Responsabilizzare i giovani della regione è e rimarrà una priorità per l’Ue: investire nella gioventù è sempre il miglior investimento”, ha commentato il commissario per il vicinato e l’allargamento, Olivér Várhelyi, annunciando il lancio di “un new deal per i giovani” che cercherà di collaborare “con i governi per garantire le competenze di cui il mercato del lavoro ha bisogno”. Così, ha aggiunto Várhelyi, “si renderanno i giovani competitivi a livello globale e si consentirà loro di trovare posti di lavoro di alta qualità anche a livello regionale”. Ci saranno lavori di gruppo, presentazioni, webinar e tavole rotonde in cui parteciperanno giovani di Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Repubblica di Moldavia e Ucraina, su questioni che vanno dall’istruzione all’imprenditorialità, dalla comunicazione alla disinformazione, dai programmi Ue per i giovani, al coinvolgimento della società civile nel contesto del partenariato orientale. Sarà possibile seguire interamente i lavori in streaming sulla pagina Facebook dell’evento.

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L’Italia ricambia gli aiuti internazionali: medici italiani in Armenia per l’emergenza Covid (01.07.2020)

Medici italiani in Armenia – Il Coronavirus ha colpito più o meno indistintamente tutto il mondo eppure, nel momento peggiore per il nostro paese, molti paesi “amici” hanno inviato medici e aiuti in Italia senza pensarci due volte. Team di medici e infermieri sono giunti in Italia nei mesi scorsi dalla Russia, da Cuba, dall’Albania, dalla Cinadalla Germania.

Pochi mesi fa (eppure sembra passata una vita), Luigi Di Maio parlava così degli arrivi di medici e aiuti internazionali in Italia: “Da questi aerei scenderanno diverse decine di medici, circa 120 uomini. Poi ci saranno mascherine, ventilatori e impianti per disinfettare gli ambienti. L’Italia non è sola”.

Questa volta, invece, in un’Italia che non è fuori dall’emergenza ma che sente meno la pressione della pandemia sulle proprie spalle, la Guardia di Finanza ha annunciato l’arrivo di un team di medici italiani in Armenia tramite un post su Facebook sulla propria pagina ufficiale.

Un ATR72 del servizio aereo della Guardia di Finanza, infatti, è stato impiegato per il trasporto di personale medico, dall’Italia ad Erevan, a sostegno della popolazione armena durante l’emergenza Coronavirus che, come non dobbiamo dimenticare, non è ancora finita.

Qui di seguito il post ufficiale con le immagini dell’arrivo dei medici pubblicato sulla pagina Facebook della Guardia di Finanza:

Albicocca, il frutto dolce e virtuoso della piena estate (giornaledibrescia.it 30.06.20)

Verde per l’ingente fogliame fino ad un mese fa e ora giallo per il carico sovrabbondante di frutti: è l’albicocco che fa bella mostra di sè in tanti orti, campi e frutteti bresciani e che, grazie alla maurazione scalare, non mancherà di farci dono di drupe dolci e succose per tante settimane ancora.

E’ uno dei segni più evidenti dell’estate piena alle nostre latitudini, insieme all’imbiondire delle messi e alla comparsa delle prime pannocchie di granturco, Doveroso dunque farlo entrare nella dispensa di Stagioni in tavol@, anche perchè si tratta d’un frutto pieno di virtù e con una storia che merita d’essere raccontata. A cominciare dalla sua origine e persino dal suo nome..

Da noi è arrivato infatti circa 2.000 anni fa, sull’onda lunga delle conquiste di Alessandro Magno, e i Romani lo chiamarono “mela armeniaca”, perchè erano convinti che arrivasse dall’Armenia. Oggi sappiamo invece che tutto ebbe inizio molto prima e molto più a Oriente, con ogni probabilità tra Cina settentrionale e Persia.

Ma quell’Armenia senza fondamento non è andata perduta, anzi è rimasta tanto nella definizione scientifica impostale da Linneo, Prunus armeniaca, quanto in quell’armellina che qualifica il seme. ma ancor di più nel nome ricorrente del frutto in gran parte dei dialetti italiani, a cominciare dal nostro brescianissimo “ambrognaga”.

Il termine albicocca ha invece la sua radice nall’arabo  “al-barquq”, perchè furono proprio gli arabi a reintrodurla in Italia e in buona parte dell’Europa mediterranea nel X secolo, consolidandone la presenza dopo che di questa colrivazione si era praticamente persa memoria.

Nomi e origini a parte, oggi sono i Paesi del bacino del Mediterraneo a coltivarne più della metà della produzione mondiale, con l’Italia in buona posizione con alcune varietà davvero pregiate curate nei frutteti di Sicilia, Campania, Emilia Romagna e Basilicata.

IL PARERE DELL’ESPERTO.  Sono davvero moltissime le proprietà benefiche dell’albicocca che la fanno apprezzare ben oltre la dolcezza della sua polpa e del suo succo, al punto da consigliarne il consumo per tutto l’arco dell’estate.

Ricca di zucchero e peptina (una fibra di facile soluzione per il nostro organismo), vanta infatti un patrimonio assai prezioso di vitamine, in particolare C, B1, B2 e B3, così come è consistente la presenza di betacorotene (vitamina A) e di acido folico. Non disprezzabile inoltre l’apporto di sali inerali quali ferro, magnesio, calcio e soprattutto potassio, dal potente effetto drenante, del quale l’albicocca è ricca come pochi altri frutti. Innumerevoli i vantaggi per il nostro organismo a cominciare dal placare velocemente l’appetito e dal proteggere la pelle dai raggi del sole.

Tra le altre virtù va considerato l’ausilio al controllo della glicemia, grazie all’effetto garantito da un particolare acido (Aba), la prevenzione dei problemi della vista grazie ai carotenoidi, segnalati dal colore arancio intenso del frutto, mentre il potassio è un alleato straordinario contro la ritenzione idrica e la peptina è un blando lassativo che contribuisce a regolarizzare l’attività dell’intestino.

LA RICETTA. Questo è certamente il miglior periodo per consumare le albicocche fresche, da sole o in macedonia così da garantirsi l’integrità di tutti gli elementi distintii di questo frutto. Ma la grande disponibilità, insieme alla difficile conservazione in frigoifero, o peggio, in freezer, suggeriscono pure di farne confettura o mantenerle sotto spirito, nonchè sciropparle o essiccarle. E val la pena di ricordare che la celeberrima Sachertorte, nella sua versione canonica, è farcita proprio da una marmellata di albicocche.

Tra le preparazioni cotte ci piace però segnalare anche quella delle albicocche al forno farcite al mascarpone, una ricetta semplice quanto inusuale e di grande soddisfazione. Prendete innanzitutto albicocche mature ma sode, lavatele con attenzione e dividetele a metà privandole del nocciolo; quindi cospargete l’incavo di burro e zucchero preferibilmente di canna e mettetele ben distanziate l’una dall’altra su una teglia perima di infornarle a 160 °C per 7/10 minuti.

Nel frattempo, in una terrina, mischiate con una frusta la medesima quantità di mascarpone e di ricotta nonché una buona dose di miele, magari di zagare o di più saporito castagno. Togliete la teglia dal forno e farcite le alcicocche con il vostro mix caseario. A questo punto avete due possibilità: servire le albicocche raffreddate per un dessert semplice, magari cospargendo il tutto di briciole di biscotto, oppure sottoporle ad una leggera gratinatura ancora in forno per pochi minuti a 200 °C per un tocco più esclusivo.

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Armenia: la calda estate politica (Osservatorio Balcani e Caucaso 30.06.20)

In Armenia è stato avviato un processo contro il principale leader dell’opposizione – e tra le persone più ricche del paese – accusato di corruzione e malversazioni

30/06/2020 –  Armine Avetisyan Yerevan

Non solo coronavirus, ma anche intensi sviluppi politico-giudiziari in Armenia. Il 15 giugno, il procuratore generale della Repubblica ha presentato una mozione al parlamento per avviare un procedimento penale contro Gagik Tsarukyan, leader della seconda forza parlamentare, il partito “Armenia Prospera”. Il giorno dopo, la maggioranza dei parlamentari ha votato a favore della richiesta del procuratore generale.

Gagik Tsarukyan, magnate e politico al quinto mandato in parlamento, è una delle persone più ricche in Armenia e forse il funzionario pubblico più ricco. I suoi affari spaziano non solo in Armenia, ma anche all’estero, nei paesi ex sovietici ed europei.

Secondo la sua dichiarazione dei redditi presentata alla Commissione elettorale centrale (CEC) prima delle elezioni parlamentari anticipate del dicembre 2018, al 19 novembre 2018 il leader di Armenia Prospera aveva un patrimonio di 678.509.000 dram (129.000.000 di euro circa). Inoltre ha dichiarato 13 auto di lusso e 13 proprietà immobiliari per un valore di oltre 8 milioni di dram: 15 unità di mobili per camera da letto (1.998.130 euro), 10 unità di mobili per soggiorno (1.711.000 euro), tende di seta (251.799 euro), 20 lampadari (1.587.300 euro), 2 orologi con catena d’oro e diamanti (1 milione di dollari), 3 anelli d’oro con diamanti (4,7 milioni di dollari) ecc.

La perquisizione

Il 14 giugno, il Servizio di sicurezza nazionale armeno ha condotto una perquisizione nella villa di Tsarukyan e poi ha rilasciato tre dichiarazioni sull’avvio di tre distinti procedimenti penali sulle attività di Tsarukyan, dichiarando un danno per lo stato per un importo di 29 milioni di dollari.

Secondo il Servizio di sicurezza nazionale, uno dei procedimenti fa riferimento a centinaia di tangenti scambiate durante le elezioni parlamentari del 2 aprile 2017, in cui erano coinvolti sia la direzione che i membri del partito. Si è scoperto che nel periodo pre-elettorale gli elettori erano stati corrotti per centinaia di milioni di dram per votare sia per i candidati che per il partito: l’operazione era organizzata dalla leadership del partito, con il coinvolgimento attivo dei membri del partito e ruoli chiaramente distribuiti. Ad esempio, un voto valeva 10.000 dram. Il denaro sarebbe stato distribuito anche sotto forma di beneficenza e altre spese. Lo scopo era ottenere più voti ed entrare in parlamento.

Le indagini preliminari sono tutt’ora in corso

Proteste

Dopo l’annuncio dei procedimenti penali, Tsarukyan è stato convocato dal Servizio di sicurezza nazionale per essere interrogato. Nel frattempo, i parlamentari e i sostenitori di Armenia Prospera si radunavano vicino alla sede dell’interrogatorio. A tarda sera, la polizia ha annunciato che erano state trattenute 252 persone. Sempre nelle stesse ore veniva perquisita anche la residenza di Tsarukyan.

“Questa è una montatura. Sì, è politica, vogliono fare pressione, ricattare, intimidire. Ma oggi vi dico, io, Gagik Tsarukyan: sarei immorale se facessi un passo indietro”, ha annunciato il magnate il 14 giugno uscendo dalla sua casa, in quel momento sotto perquisizione.

Successivamente, il Servizio di sicurezza nazionale ha pubblicato i filmati della perquisizione  che mostravano i mobili e le auto di lusso del leader di Armenia Prospera, nonché documenti firmati da diversi parlamentari del partito che si impegnavano a fornire un certo numero di voti a favore del partito o rinunciare al proprio mandato. Alcuni hanno ammesso di aver firmato un documento del genere, mentre uno ha affermato che si tratta di un falso.

Nessun arresto

A tutto ciò è seguito uno scontro tra accusa e difesa sul possibile arresto di Gagik Tsarukyan, che è durato diversi giorni e si è concluso il 21 giugno. Il tribunale di Yerevan ha respinto infatti la richiesta della procura. Successivamente, il consigliere del procuratore generale ha annunciato ufficialmente che la procura farà sicuramente appello contro la decisione, sottolineando che il giudice ha respinto l’arresto non per assenza di ragionevole sospetto, ma semplicemente affermando che Tsarukyan non avrebbe ostacolato le indagini.

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