Gerusalemme, un mosaico di storia, cultura e tradizioni in perpetuo movimento (Repubblica.it 25.06.18)

GERUSALEMME – Gli ebrei hassidici con i loro enormi cappelli di pelliccia, le donne con i turbanti, gli arabi con le tuniche, i giovani che ballano sui tavoli nei bar di via Ben Yehuda. Gerusalemme è una decina di città che convivono (quasi sempre) pacificamente: il fortino degli armeni, i conventi francesi, tedeschi, belga, le moschee e le sinagoghe, il Cenacolo dei cristiani cattolici e quello dei cristiani siriani. Il fascino della Bibbia e del Corano, la movida che fa invidia a Madrid, un museo straordinario con la più antica “edizione” dei dieci comandamenti ma anche una eccezionale collezione di arte contemporanea. Un luogo che non si finisce mai di scoprire. E dove si capisce finalmente perché la modest fashion non è solo la moda islamica: le armene, le musulmane, le ebree, le cristiane, vestono tutte allo stesso modo a Gerusalemme: il capo coperto, le maniche lunghe, le gonne ampie fino alle caviglie. Agli occhi del turista c’è molta varietà, ma anche armonia: a Gerusalemme tutto si assomiglia e tutto è diverso, tutto sembra ingabbiato nella tradizione eppure avere un suo posto nel presente.

Più che cosa vedere, è bene sapere come vedere Gerusalemme. Per esempio le moschee non si visitano di shabbat, perché visto che l’accesso è dalla passarella accanto al Muro del pianto, non si entra nelle ore che gli ebrei dedicano alla celebrazione della festa. Gli orari poi tutti gli altri giorni, dalla domenica al venerdì, sono limitati: al mattino fino alle 10.30, poi un’ora a cavallo del pranzo, 12-30-13.30. Il quartiere armeno, una cittadella fortificata dalle mura alte, non si visita mai. Ma gli armeni sono gentili e se si ha la fortuna, un giorno qualsiasi, alle 15, di assistere alla suggestiva funzione religiosa nella chiesa degli Arcangeli anziché nella bellissima cattedrale di San Giacomo, sicuramente ci saranno delle persone che vi permetteranno di accedere al convento in loro compagnia, attraversando dunque la zona più nascosta di Gerusalemme. Per la spianata delle moschee invece l’ingresso all’interno dei luoghi di culto è impossibile per i non musulmani. Però vale comunque la pena anche di visitare il luogo solo guardando gli esterni.

La tomba di Oskar Schindler si trova però in un altro cimitero, quello cattolico, posto ai piedi della città dall’altro lato delle mura, vicino alla Porta di Sion. Naturalmente nessuna visita di Gerusalemme sarebbe completa senza la visita del Santo Sepolcro, costruita a partire dal 325 nel luogo nel quale, secondo la tradizione, Gesù venne ucciso e sepolto. Si arriva alla basilica dopo una serie di giri all’interno del suk, il mercato coperto dove si vende di tutto, dalle spremute di arancia alle giacche di pelle. Al centro della basilica si venera infatti la tomba di Gesù, dove eserciti di pellegrini si mettono in fila per baciare le pietre. E senza il Muro del Pianto, quello che rimane del Tempio di Gerusalemme, raso al suolo da Tito nel 70 dopo Cristo. Il muro  è diviso in due parti: a destra hanno accesso le donne, a sinistra gli uomini.

Nonostante il fascino della Gerusalemme antica, racchiusa dalle mura, anche la città nuova, Gerusalemme occidentale, vale il viaggio, a cominciare dalla Knesset,  il Parlamento monocamerale dello Stato di Israele, all’interno di un grande parco che in cima ha un giardino di rose. Straordinario il Museo di Israele, che non ha solo i rotoli del Mar Morto, ma belle collezioni di opere d’arte (tra le quali il suggestivo “Ebreo errante” di Marc Chagall) e la ricostruzione con gli arredi originari di alcune sinagoghe provenienti da diverse parti del mondo, tra le quali la sinagoga di Vittorio Veneto. Da non perdere anche Yad Vashem, il memoriale dell’Olocausto. E per avere una visione panoramica, dall’alto, dall’alto, della città, si può salire sulla torre del YMCA. Dove si può anche mangiare di shabbat, e nei giorni festivi in generale: da questa parte della città non sono troppo ortodossi.

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Lo scultore armeno Mikayel Ohanjanyan è il vincitore del “Premio Enrico Marinelli Contemporary Art Award” (Provincia Firenze 25.06.18)

Lo scultore armeno Mikayel Ohanjanyan è il vincitore del “Premio Enrico Marinelli Contemporary Art Award”. Riunitasi a Firenze nei giorni scorsi, la giuria composta da esperti e direttori di istituzioni d’arte tra le più importanti a livello internazionale ha scelto il progetto di Mikayel Ohanjanyan (che vive e lavora in Italia) tra i cinque finalisti, che erano oltre al vincitore: Francesco Arena (Italia), Marco Bagnoli (Italia), Sakshi Gupta (India) e Barthélémy Toguo (Camerun). Coordinatrice del Premio è la curatrice di fama internazionale Adelina von Fürstenberg.

Il premio istituito dall’Opera di Santa Maria del Fiore e della Guild of the Dome Association in memoria dello straordinario contributo offerto dal fondatore di quest’ultima, reso possibile grazie anche alla generosità di Eurovita Assicurazioni, permetterà all’artista di creare una scultura originale per il Museo dell’Opera del Duomo a Firenze. L’opera di Mikayel Ohanjanyan dal titolo La Soglia È La Sorgente, in armeno ???? ?????? ?, sarà presentata al pubblico il prossimo ottobre, e sarà realizzata in Toscana, avvalendosi di artigiani locali, per poi essere esposta temporaneamente nel museo per un periodo di sei mesi.

Un video dove gli artisti finalisti parlano dei loro progetti per il Premio Enrico Marinelli Contemporary Art Award è da oggi on line alla pagina http://marinelli.operaduomo.firenze.it/i-concorrenti/http://artaward.operaduomo.firenze.it/the-five-concurring-artist/ e da questa settimana sarà visibile anche al Centro Arte e Cultura dell’Opera di Santa Maria del Fiore (Piazza San Giovanni n. 7) a Firenze.

Agli artisti era stato chiesto di presentare un rendering in 3D della loro opera, accompagnato da una descrizione dettagliata, ispirata al tema della ‘Speranza’ che è descritta da Timothy Verdon, direttore del Museo dell’Opera del Duomo e membro del comitato tecnico del premio: “La Speranza è una virtù teologica, la speranza in Dio e nella sua salvezza. Oggi, anche quando essa ha ancora un contenuto religioso, la speranza riguarda le persone e le situazioni concrete, e soprattutto il loro potenziale di cambiare. Gli artisti del concorso potevano orientarsi su problematiche e aspirazioni del nostro tempo: l’immigrazione, la pace, la prosperità umana”.

“La comprensione teorica, sociale e umana di Mikayel Ohanjanyan – spiega la giuria nella motivazione – verso la nozione contemporanea di Speranza, è molto convincente e coraggiosa. Tuttavia Ohanjanyan offre alla Speranza una consapevolezza che, traversando la memoria e gli elementi della realtà, ci porta alla materialità della sua trasformazione nella fusione con la pietra vulcanica. Quest’opera si riferisce a una linea ben precisa delle arti contemporanee, passando dalla Land Art e dall’Arte Povera a Joseph Beuys, considerando la memoria e la natura dei materiali come vettori di vita e cambiamento”.

“Un encomio particolare va all’artista Marco Bagnoli – prosegue Adelina von Fürstenberg a nome della giuria – perchè la sua proposta risponde al concetto di speranza come richiesto. Il suo approccio combina una chiara condensazione storica della storia del luogo, dalla lanterna di Verrochio fino ad ora. È un’opera che offre un crocevia di linguaggio artistico, pratiche, filosofia, teologia, estetica, artigianato e tecnica, in un oggetto che diventa un’opera di luce, forma, acqua e ritmo”.

I criteri di valutazione hanno tenuto conto della capacità di ispirarsi al contesto, di creare in continuità tra passato e presente, di avvalersi di risorse locali per creare la propria opera, alla maniera in cui lavoravano i grandi maestri che hanno creato i capolavori per i monumenti dell’Opera di Santa Maria del Fiore.

Fanno parte della giuria del “Premio Enrico Marinelli Contemporary Art Award”: Micol Forti, direttrice della Collezione di Arte Contemporanea dei Musei Vaticani; David Stuart Elliott, vice direttore e curatore senior presso il RMCA di Guangzhou; Antonio Natali, consigliere dell’Opera di Santa Maria del Fiore; Christian Oxenius, scrittore e curatore indipendente della Kunsthalle di Osnabrück; Denys Zacharopoulos, direttore artistico della Galleria Municipale, Museo e Collezione della Città di Atene.

APPROFONDIMENTI

MIKAYEL OHANJANYAN

Nato a Yerevan in Armenia, nel 1976, vive e lavora tra Reggello, Firenze e Pietrasanta.
Ha frequentato il Liceo Statale di Belle Arti P. Terlemezyan di Yerevan, dove si è laureato nel 1995, e in seguito l’Accademia di Stato di Belle Arti di Yerevan (laureandosi nel 2001).
Nel 2000, appena trasferitosi in Italia, si è iscritto alla Accademia delle Belle Arti di Firenze, concludendo il suo percorso nel 2005. Durante la sua carriera artistica, ha partecipato a numerose esposizioni nazionali ed internazionali, quali la 12esima Biennale di Architettura di Venezia (Padiglione Nazionale Armeno), la 54esima edizione della Biennale d’Arte di Venezia nel 2011 e la 56esima Biennale di Arte nel 2015 (Padiglione Nazionale Armeno), nella quale l’Armenia si è aggiudicata il Leone d’oro come miglior partecipazione nazionale. Nel 2016 il lavoro “Diario” è stato selezionato per il Frieze Sculpture Park, esposto all’interno del Regent’s Park di Londra.
Successivamente la stessa opera è stata scelta per il prestigioso Yorkshire Sculpture Park dove rimaqrrà esposta fino al 2020. Nel 2017 due lavori di Ohanjanyan sono stati scelti per un progetto in situ del FIAC, ed esposti davanti al Petit Palais a Parigi.

ADELINA VON FÜRSTENBERG

Adelina von Fürstenberg è una curatrice di fama internazionale e produttrice di film. Vincitrice nel 2015 del Leone D’Oro per la categoria “Miglior Partecipazione Nazionale” nel corso della 56esima Biennale di Venezia, per la curatela del Padiglione Armeno e nel 2016 del premio “Meret Oppenheim Grand Prix” dell’Ufficio Federale della Cultura Svizzera. Una pioniera nel suo campo, Adelina von Fürstenberg è conosciuta per aver ampliato la portata dell’arte contemporanea dandole un approccio multiculturale. È stata la fondatrice e la prima direttrice del Centro di Arte Contemporanea di Ginevra e successivamente la Direttrice del Magazin-Centro Nazionale di Arte Contemporanea di Grenoble e della mitica scuola di curatori ad esso legato. Ha organizzato numerose mostre di livello internazionale in tutto il mondo; la più celebre è “Dialoghi di Pace”, organizzata in onore del 50esimo anniversario delle Nazioni Unite nel 1995. Nel 1996 ha fondato Art for the World, una onlus che lavora con l’arte contemporanea, il cinema indipendente e i valori umani. Nel 2013 è stata la curatrice della quarta Biennale di Salonicco e più recentemente della prima edizione di Standart – Triennale dell’Armenia. Le attività di Adelina sono numerose anche in Italia, ha curato una serie di mostre significative fra cui si ricordano: a Palazzo Strozzi, Firenze, Donna, Donne, 2006; all’Hangar Bicocca, Milano, Marina Abramovic, Balcan Epicas nel 2006, Collateral nel 2007 e Urban Manners, Arte contemporanea indiana nel 2008; al Pac, Milano, Africa-Raccontare un mondo, 2017. Recentemente ha curato la mostra Aqua, (dopo Ginevra e San Paolo in Brazile), sull’isola dei Pescatori al Lago Maggiore, nel 2018, con la partecipazioni di numerosi artisti sulle questioni legate all’acqua.

https://www.artfortheworld.net

ENRICO MARINELLI

Enrico Marinelli aveva un dono speciale: era una persona entusiasta e trascinatrice, qualsiasi cosa facesse. Uomo d’affari, imprenditore, marito e padre, ha impegnato gli ultimi anni della sua vita cercando di convogliare l’idea che l’umanità ha molte più cose da condividere, che cose che la dividono. Enrico Marinelli ha sempre creduto che ciascuno può veramente fare la differenza e che le cose vadano sempre viste in prospettiva. Egli più di tutto ambiva a comunicare l’immagine di Firenze nel mondo, attraverso la sua storia e la sua arte, come valori universali di condivisione umana.

La sua passione ed il suo profondo amore per l’arte e la cultura lo hanno portato a fondare la Guild of the Dome onlus, ai quali ha dedicato incessantemente i suoi ultimi anni.

OPERA DI SANTA MARIA DEL FIORE

L’Opera di Santa Maria del Fiore è un’istituzione fondata dalla Repubblica Fiorentina nel 1296 per sovrintendere alla costruzione della nuova Cattedrale e del suo campanile. Dal 1436, anno del completamento della cupola brunelleschiana e della consacrazione della chiesa, il compito principale dell’Opera diviene quello di conservare il complesso monumentale a cui si aggiunge il Battistero di San Giovanni nel 1777 il Museo dell’Opera del Duomo nel 1891. Attualmente l’Opera è soggetta, in quanto “fabbriceria”, al Concordato fra Stato e Chiesa, in base alla quale è retta da un Consiglio di Amministrazione composto di sette membri, nominati ogni tre anni con decreto del Ministro dell’Interno, i quali provvedono a eleggere nel proprio seno il presidente. Dal 1998 l’Opera si configura giuridicamente come Organizzazione non a fini di lucro, regolata da un proprio statuto che definisce tra i suoi obiettivi istituzionali la “tutela, la promozione e la valorizzazione del suo patrimonio artistico”.

GUILD OF THE DOME ASSOCIATION

L’associazione non-profit Guild of the Dome è stata fondata nel 2012 da Enrico Marinelli. Ne fanno parte imprenditori di tutto il mondo, che possiedono formazione, cultura e fede differenti ma che hanno in comune il desiderio di supportare i valori universali artistici, sociali ed etici alla base del complesso monumentale della Cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze. La Guild of the Dome si propone di operare con lo stesso intento che animava le Arti o Corporazioni fiorentine che finanziarono la costruzione del complesso oltre sette secoli fa.

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rmenia invitata a summit NATO di luglio (Sputniknews 22.06.18)

L’Armenia è stato invitata al vertice della NATO nel mese di luglio, così come tutti gli altri stati che contribuiscono all’Operazione Sostegno Risoluto in Afghanistan, ha detto a Sputnik venerdì una fonte dell’Alleanza.

In precedenza, diversi media hanno riferito che il primo ministro dell’Armenia Nikol Pashinyan potrebbe prendere parte al vertice della NATO a Bruxelles l’11-12 luglio.

“I capi di stati e governi di tutti i paesi che hanno contribuito all’Operazione Sostegno Risoluto in Afghanistan sono stati invitati al summit, questo riguarda anche l’Armenia”, ha detto l’interlocutore che desidera rimanere anonimo.

Allo stesso tempo, ha osservato che ogni paese dovrebbe “confermare la propria presenza da solo”. “Pertanto, per ulteriori informazioni, vi reindirizzerei alle autorità dell’Armenia”, ha detto.

 

Armenia: premier Pashinyan respinge dimissioni ministro Lavoro Tandilyan (Agenzianova 21.06.18)

Erevan, 21 giu 11:42 – (Agenzia Nova) – Il premier armeno, Nikol Pashinyan, ha annunciato durante l’odierna riunione del Consiglio dei ministri che ha respinto le dimissioni del ministro del Lavoro, Mane Tandilyan. La scorsa settimana Tandilyan ha annunciato l’intenzione di lasciare l’incarico a causa della decisione del governo di mantenere la componente obbligatoria nel sistema pensionistico, in completa divergenza con la sua opinione. “Abbiamo deciso con Tandilyan che dobbiamo continuare a lavorare insieme, anche per quanto riguarda gli scopi di continuare il dibattito sulla componente cumulativa del sistema pensionistica”, ha detto il premier. Pashinyan ha detto che il governo entro due mesi redigerà una bozza relativa al sistema pensionistico, visto che sono necessari “importanti miglioramenti”. Questa legge verrà inviata al dibattito parlamentare in autunno. (segue) (Res)

Erevan, 21 giu 11:42 – (Agenzia Nova) – Il parlamento armeno ha adottato ieri il progetto di legge sulla modifica della legge sulle pensioni cumulative in prima lettura con 79 voti a favore, mentre due hanno votato contro e sette si sono astenuti. “Ci siamo sempre opposti alla componente obbligatoria (delle pensioni), non abbiamo cambiato la nostra posizione. Discutendo con i nostri colleghi, voteremo a favore, ma a condizione di proseguire le discussioni con il governo sull’abolizione della componente obbligatoria”, ha detto Naira Zohrabyan, esponente del gruppo parlamentare dell’Alleanza Tsarukyan, riferendosi al controverso sistema pensionistico in base al quale i cittadini nati dopo il 1974 vengono obbligatoriamente aggiunti al sistema cumulativo, la cui percentuale viene successivamente addebitata negli stipendi mensili. Il gruppo parlamentare della Federazione rivoluzionaria armena ha riferito che si asterrà dal voto poiché “la proposta di legge contiene dei miglioramenti ma non risolve il problema importante, ovvero l’abolizione della componente obbligatoria”. (segue) (Res)

 

Armenia: premier Pashinyan respinge dimissioni ministro Lavoro Tandilyan (Agenzianova 21.06.18)

Erevan, 21 giu 11:42 – (Agenzia Nova) – Il parlamento armeno ha adottato ieri il progetto di legge sulla modifica della legge sulle pensioni cumulative in prima lettura con 79 voti a favore, mentre due hanno votato contro e sette si sono astenuti. “Ci siamo sempre opposti alla componente obbligatoria (delle pensioni), non abbiamo cambiato la nostra posizione. Discutendo con i nostri colleghi, voteremo a favore, ma a condizione di proseguire le discussioni con il governo sull’abolizione della componente obbligatoria”, ha detto Naira Zohrabyan, esponente del gruppo parlamentare dell’Alleanza Tsarukyan, riferendosi al controverso sistema pensionistico in base al quale i cittadini nati dopo il 1974 vengono obbligatoriamente aggiunti al sistema cumulativo, la cui percentuale viene successivamente addebitata negli stipendi mensili. Il gruppo parlamentare della Federazione rivoluzionaria armena ha riferito che si asterrà dal voto poiché “la proposta di legge contiene dei miglioramenti ma non risolve il problema importante, ovvero l’abolizione della componente obbligatoria”. (segue) (Res)

Diocesi: Como, in corso il pellegrinaggio in Armenia guidato dal vescovo Cantoni (Agenzia SIR 19.06.18)

Fino al prossimo 25 giugno una piccola delegazione della diocesi di Como sarà in pellegrinaggio in Armenia. L’arrivo dei 42 pellegrini comaschi, guidati dal vescovo Oscar Cantoni, è avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri. “Perché andate in Armenia? Più volte è risuonata la domanda in questi mesi – ha dichiarato poco prima della partenza don Giovanni Illia, referente dell’Ufficio diocesano pellegrinaggi –. Il nostro intento consiste nel riscoprire la vita e la storia della Chiesa apostolica armena, la sua dottrina e i suoi santi, frequentemente incontreremo la figura di san Gregorio Illuminatore, il grande vescovo e martire che sta alle origini della Chiesa armena”. Oltre alla visita ai monasteri nella giornata di oggi il gruppo ha incontrato anche la comasca suor Benedetta Carugati missionaria della Carità impegnata in un centro di accoglienza per bambini con gravi handicap. “L’Armenia – continua don Illia – è una nazione, ma soprattutto la vicenda di un popolo da conoscere e riscoprire, una storia di fede e di santità da cui molto dobbiamo apprendere, una occasione di incontro ecumenico e di vita spirituale con cui arricchirci. Ne faremo l’occasione per ravvivare la nostra fede nel mistero centrale della nostra fede: l’Incarnazione del figlio di Dio”.

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Speciale difesa: Armenia-Azerbaigian, viceministro Difesa Balayan, tensioni al confine col Nakhchivan (Agenzianova 19.06.18)

Speciale difesa: Armenia-Azerbaigian, viceministro Difesa Balayan, tensioni al confine col Nakhchivan
Erevan, 19 giu 15:00 – (Agenzia Nova) – Si registrano delle tensioni lungo la sezione del confine armeno-azerbaigiano nella zona del Nakhchivan (exclave azerbaigiana), anche se la situazione è sotto controllo. Lo riferisce il viceministro della Difesa dell’Armenia Gabriel Balayan durante un briefing con la stampa tenutosi presso la sede del parlamento di Erevan. “Giornalisti e blogger attivi nei social network sono stati invitati nell’area. Posso dire che ci sono alcune attività nella parte azerbaigiana ma non a scapito delle nostre posizioni o territori”, afferma Balayan citato dall’agenzia di stampa “Armenpress”. Il viceministro ha assicurato che le forze armate armene mantengono il pieno controllo della situazione. Il Nakhchivan è diventato un’exclave dopo l’occupazione militare armena del Nagorno-Karabakh e di altri sette distretti sotto la sovranità territoriale dell’Azerbaigian. Il conflitto tra Armenia e Azerbaigian per l’area del Nagorno-Karabakh – regione internazionalmente riconosciuta come parte dell’Azerbaigian ma occupata militarmente dall’Armenia – è iniziato nel 1988, quando la regione autonoma del Nagorno-Karabakh ha chiesto il trasferimento dalla Repubblica sovietica dell’Azerbaigian a quella armena. Nel 1991 a Stepanakert – autoproclamatasi capitale – è stata annunciata la costituzione della repubblica del Nagorno-Karabakh. Nel corso del conflitto, sorto in seguito alla dichiarazione di indipendenza, l’Azerbaigian ha perso de facto il controllo della regione. Dal 1992 proseguono i negoziati per la soluzione pacifica del conflitto all’interno del Gruppo di Minsk dell’Osce. L’Azerbaigian insiste sul mantenimento della sua integrità territoriale, mentre l’Armenia protegge gli interessi della repubblica separatista. La repubblica del Nagorno-Karabakh, in quanto non riconosciuta internazionalmente come entità statale, non fa parte dei negoziati. (Res)

Nagorno-Karabakh: ministero Esteri armeno, ancora nessuna specifica su possibile incontro con omologo azerbaigiano (Agenzianova 18.06.18)

Erevan, 18 giu 12:21 – (Agenzia Nova) – Non è ancora stato definito l’accordo in merito a un possibile incontro tra i ministri degli Esteri armeno e azerbaigiano. Lo ha detto il portavoce armeno del dicastero degli Esteri Tigran Balayan nel corso di una conferenza stampa. “La data di una riunione dei ministri non è ancora stata specificata, se verrà raggiunto un accordo definitivo sull’incontro tra i ministri degli Esteri armeno e azerbaigiano vi informeremo in anticipo sia sul luogo che sulla data”, ha detto Balayan. I copresidenti e i rappresentanti istituzionali armeni hanno esaminato lo stato dei negoziati sul conflitto del Nagorno-Karabakh e discusso le prossime misure per portare avanti il processo, compresa una riunione ministeriale da organizzare nel prossimo futuro durante la loro visita compresa fra il 12 e il 14 giugno a Erevan. Durante i colloqui si è discusso dell’attuale situazione lungo il confine e la linea di contatto tra Armenia e Azerbaigian, sottolineando l’importanza di mantenere un atteggiamento costruttivo. (segue) (Res)

VI Seminario Eurasiatico di Roma: quando l’economia si fa politica (Lindro 15.06.18)

Venerdì 15 giugno, nella sede dello studio legale internazionale GianniOrigoniGrippoCappelli & Partners, si è svolto il VI Seminario Eurasiatico di Roma, organizzato da Associazione Conoscere Eurasia, Roscongress, Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo e Camera di Commercio Bielorussa assieme alla collaborazione di importanti istituti, come Intesa Sanpaolo e Banca Intesa Russia, oltre che dello studio legale che ha ospitato l’evento. L’Unione Economica Eurasiatica (UEE) è un’area di libero scambio che comprende RussiaKazakistanBielorussiaArmenia Kirghizistan e, solo nel primo trimestre del 2018, ha generato scambi per oltre cinque miliardi e settecento milioni di euro. L’interesse del mondo delle imprese italiane per questa area di investimenti è dunque facilmente comprensibile.

L’interesse economico, come è normale, si mescola con quello politico (secondo alcune teorie, infatti, non esiste una vera differenza tra le due cose), tanto più in una fase come questa che, da un lato, vede un cambio ai vertici della Repubblica con l’ascesa di forze che si sono dichiarate favorevoli alla fine delle sanzioni contro la Russia (in vigore dal 2014), dall’altro vede l’allontanamento e la frattura sempre più netta tra gli Stati Uniti di Donald Trump e gli alleati dell’Unione Europea (si pensi all’esito del G7 in Canada). Se, nonostante le nuove prospettive aperte nelle ultime settimane, la situazione politica resta alquanto complessa, non si deve sottovalutare il potere dell’interesse economico:durante il convegno, infatti, è stata più volte espressa la convinzione secondo cui, se le comunità economiche di due Paesi hanno interesse reciproco, la politica sarà costretta a seguire quella via nonostante i contrasti. Secondo Askar Kishkembayev, Capo Segreteria del Ministro dell’Economia e della Politica Finanziaria della Commissione Economica Eurasia, dove la politica non arriva, arriva l’economia, e l’economia, in questo momento, ha una gran voglia di proficui rapporti tra Est ed Ovest, di un grande mercato che parta dalle coste atlantiche dell’Europa per arrivare fino a Vladivostok, sul Pacifico.

Con queste premesse, secondo Stefano Barrese, Responsabile della Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, in questa fase l’Italia potrebbe giocare un nuovo ruolo di ponte tra la Russia e l’Unione Europea, per portare al superamento del regime di sanzioni e all’apertura di una nuova fase di scambi vantaggiosi per tutti. Di superamento dell’attuale fase di contrasti tra Russia ed UE ha anche parlato Francesco GianniSenior Partner di Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners secondo cui, nonostante sia troppo presto per capire quale sarà la linea reale del nuovo Governo italiano sulla questione delle sanzioni, si può fare affidamento sul fatto che “dove passano le merci non passano gli eserciti”.

Un altro esempio di come un rapporto collaborativo tra i Paesi dell’area eurasiatica e l’Italia possa portare enormi vantaggi a tutta la UE, è stato portato dall’Ambasciatrice Straordinaria e Plenipotenziaria della Repubblica d’Armenia in Italia, Victoria Bagdassarian. L’Ambasciatrice Bagdassarian afferma di considerare molto buono il livello della collaborazione tra Italia ed Armenia tanto che, già durante la precedente Legislatura, l’allora Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, diede il via ad un Comitato Intergovernativo che accelerasse l’integrazione economica ed i rapporti politici tra Roma ed Erevan (a breve, inoltre, anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dovrebbe recarsi in visita nella Capitale armena). Grazie all’integrazione eurasiatica, gli effetti della crisi economica sull’Armenia sono stati molto ridotti; inoltre, l’Armenia è l’unico Paese dell’Unione Economica Eurasiatica a confinare con l’Iran e, grazie a questa particolare circostanza, ha sviluppato un rapporto speciale con il Paese che, attualmente, è al centro di posizioni contrastanti tra UE e USA (dopo il ritiro di Trump dall’accordo sul nucleare iraniano, voluto invece dagli europei): a questo punto, tramite lo sviluppo di rapporti più stretti con i Paesi dell’area eurasiatica, la UE potrebbe usufruire del ruolo di ‘ponte’ che l’Armenia potrebbe giocare per avvicinare ulteriormente Bruxelles e Teheran.

Certamente, tra tutte le questioni presentate, quella dei rapporti tra Italia e Russia resta la principale, sia sul piano economico, considerati gli investimenti che gli imprenditori italiani hanno fatto e continuano a fare in territorio russo, sia sul piano politico.

Per quanto riguarda lo stretto rapporto economico che intercorre tra Italia e Russia, secondo Antonio Fallico, Presidente di Banca Intesa Russia e Presidente dell’Associazione Conoscere Eurasia, le occasioni di investimento nella Federazione non mancano: “abbiamo parecchie imprese che si sono radicate e stanno producendo in Russia nei settori alimentare, metalmeccanico, aerospaziale ed aeronautico; molte aziende italiane lavorano anche nelle infrastrutture: alcune hanno costruito i nuovi stadi per il Campionato Mondiale di Calcio mentre altre sono attive nella ristrutturazione delle linee di trasporto metropolitano”. Inoltre, non ci sono particolari difficoltà logistiche o giuridiche per chi va ad investire in Russia, dato che “l’investitore straniero è equiparato al 90% all’investitore locale”.

Sergey Razov, Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, aggiunge che “in Russia, secondo la valutazione generale degli esperti e secondo l’indice doing business della Banca Mondiale, il clima per gli investimenti è molto buono: se non sbaglio, in questo rating della Banca Mondiale, la Russia si trova anche sopra l’Italia”. A confermare ulteriormente la competitività russa nel campo degli investimenti, aggiunge Razov, c’è il fatto che, “nonostante la crisi degli ultimi anni, le aziende italiane che operano stabilmente in Russia (che sono circa quattrocento) sono sempre rimaste nel Paese, anche nei momenti più difficili. Questo significa che le aziende italiane hanno una certa fiducia nelle prospettive del mercato russo e vedono che ci sono possibilità di ulteriore sviluppo”. Un esempio molto pratico è nel cambio tra il rublo e l’euro: “il valore del rublo è diminuito di ben due volte, negli ultimi anni: questo vuol dire che un imprenditore italiano, che ha euro nelle tasche, in Russia pagherà due volte di meno per l’affitto, l’energia elettrica, la forza lavoro e così via. Gli imprenditori italiani non si lasciano certamente sfuggire queste occasioni”.

Per quanto riguarda l’auspicato superamento delle sanzioni imposte alla Russia a causa della crisi ucraina, Antonio Fallico sostiene che tali sanzioni hanno finito per danneggiare più i sanzionatori che i sanzionati: per questo è necessario che l’Italia si schieri contro queste sanzioni svolgendo un ruolo di ‘ponte’ verso Est per UE e USA, proprio come la Russia potrebbe svolgere il ruolo di ‘ponte’ verso Ovest per la Cina. In ogni caso, afferma, “credo che aspettarsi a breve l’annullamento delle sanzioni non sia molto realistico: dobbiamo abituarci a vivere con queste sanzioni ancora per altro tempo. Il nuovo Governo italiano, tra i punti del patto siglato tra le due forze politiche che lo compongono, ha messo l’intenzione di rasserenare i rapporti con la Russia e, quindi, di convertire questa contrarietà in un voto contrario al procedimento delle sanzioni al prossimo Consiglio d’Europa, che si terrà il 28 di giugno: vedremo fino a che punto questo sarà possibile”. Oltre all’Italia, poi, ci sono altri Paesi UE contrari alle sanzioni, come ad esempio Austria ed Ungheria.  Infine, per quanto riguarda la Germania, conclude Fallico, “Berlino non è felice di aderire alle sanzioni, però la Germania ha portato a casa, con il consenso degli Stati Uniti, il Nord Stream 2, che è un progetto molto importante. Io credo che, se negli Stati Uniti la situazione economica e politica si dovesse evolvere in modo tale che Trump smetta di essere prigioniero di sé stesso, a quel punto anche i rapporti tra Russia e Stati Uniti e tra Russia ed Europa si potrebbero stabilizzare con segno positivo”.

Una posizione simile è espressa dall’Ambasciatore Razov, che afferma: “non voglio fare valutazioni sullo stato delle relazioni tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti dato che questo compete piuttosto alle Istituzioni europee e statunitensi e non entra nelle mie competenze. Ciò che entra nelle mie competenze e interessa la Russia, invece, e che ci siano buoni rapporti tra Mosca e Roma. L’aumento della tensione e della turbolenza internazionale sicuramente non fa bene, non favorisce niente e nessuno; di certo non favorisce gli scambi internazionali, quindi sicuramente non siamo interessati in politiche che aumentino la tensione. Per la Russia, l’Unione Europea rappresenta il principale partner commerciale, anche se, per motivi noti, la quota europea nei nostri scambi con l’estero è sensibilmente diminuita a favore della quota coperta dai Paesi asiatici: questa non è stata una nostra scelta, bensì dell’Unione Europea”. Sulla prospettiva di una fine in tempi brevi del regime di sanzioni contro Mosca, l’Ambasciatore risponde: “non siamo stati noi ad introdurre le sanzioni e non tocca a noi risolvere questo problema. La nostra economia si è già adattata al nuovo stato delle cose, però certamente auspichiamo che il buon senso trionfi”.

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Armenia-Azerbaigian: primo incontro fra premier Pashinyan e presidente Aliyev a Mosca, una semplice stretta di mano (Agenzianova 15.06.18)

 Erevan, 15 giu 08:24 – (Agenzia Nova) – Il primo ministro armeno ha sottolineato il suo incontro con la comunità armena locale, sottolineando l’atmosfera di eccitazione della di queste persone riguardo ai cambiamenti politici in Armenia. Pashinyan ha anche parlato del suo incontro con il primo ministro russo Dmitrij Medvedev. “È stato il nostro primo incontro. Abbiamo discusso numerose questioni dell’agenda bilaterale armeno-russa. Le relazioni armeno-russe poggiano su ottimi rapporti e esiste un livello significativo di fiducia reciproca, che sicuramente svilupperemo”, ha affermato il capo del governo di Erevan. (Res)