La Segretaria generale Marija Pejčinović Burić ha incontrato Grigor Minasyan, Ministro della Giustizia armeno. La Segretaria generale ha accolto con favore gli eccellenti progressi dell’Armenia per quanto riguarda l’esecuzione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo. In questo contesto, ha preso atto della recente istituzione della commissione inter-agenzie per la supervisione di queste sentenze. La Segretaria generale ha incontrato i membri di questa commissione a Strasburgo a maggio.
Lo stretto partenariato tra il Consiglio d’Europa e l’Armenia nei progetti di cooperazione è stato un altro tema fondamentale dell’incontro. In particolare, la Segretaria generale Pejčinović Burić ha fatto riferimento ai passi compiuti per migliorare il quadro dei procedimenti disciplinari contro i giudici. È stata inoltre discussa la cooperazione in ambito di operazioni di polizia e privazione della libertà.
La Segretaria generale ha accolto con favore i progressi compiuti dall’Armenia nel processo legislativo per la ratifica del protocollo n. 13 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (relativo all’abolizione della pena di morte in ogni circostanza). Ha inoltre incoraggiato le autorità ad aderire a una serie di altri trattati del Consiglio d’Europa, come la Convenzione sui diritti dell’uomo e la biomedicina e il secondo protocollo aggiuntivo alla Convenzione sulla criminalità informatica.
http://www.comunitaarmena.it/wp-content/uploads/2022/08/Logo_armenia-04-1-300x92.png00adminwphttp://www.comunitaarmena.it/wp-content/uploads/2022/08/Logo_armenia-04-1-300x92.pngadminwp2023-06-13 19:00:072023-06-14 19:03:11La Segretaria generale incontra il Ministro della Giustizia armeno e accoglie con favore i progressi nell'esecuzione delle sentenze (Coe 13.06.23)
STRASBURGO – “La missione civile Ue in Armenia con la sua presenza di 100 persone lungo il confine sostiene il processo di pace controllando quanto avviene lungo la linea di contatto. Vengono identificati eventuali incidenti e si evitano così possibili escalation“. Così l’alto rappresentante Ue Josep Borrell rispondendo agli eurodeputati a Strasburgo sul ruolo di Euma, la missione civile Ue in Armenia istituita come parte della politica di sicurezza e di difesa comune.
“Per quel che riguarda il check point di Lachin posso solo dire abbiamo fatto l’impossibile per far si che l’Azerbaigian levasse questo punto di controllo, ma non possiamo usare Euma per fare pressione a riguardo”, ha spiegato Borrell presentando all’aula la situazione relativa al nuovo posto di controllo istituito dagli azeri , e ancora attivo, sull’unica strada che collega l’Armenia all’enclave del Nagorno Karabakh.
“Vorrei tuttavia dirvi di essere ottimista poiché anche se con applicazioni parziali degli accordi raggiunti finora, siamo riusciti ad evitare lo scoppio di una nuova guerra. Attualmente il conflitto brucia sotto la cenere ma speriamo con la diplomazia di poter garantire il mantenimento della calma relativa mentre portiamo avanti i negoziati”, ha concluso Borrell.
http://www.comunitaarmena.it/wp-content/uploads/2022/08/Logo_armenia-04-1-300x92.png00adminwphttp://www.comunitaarmena.it/wp-content/uploads/2022/08/Logo_armenia-04-1-300x92.pngadminwp2023-06-13 18:27:052023-06-14 18:59:50Borrell, la missione in Armenia è parte del processo di pace (Ansa 13.06.23)
Un lavoro da osservare per replicare le buone pratiche nel loro paese: una delegazione dall’Armenia ha visitato il cantiere per il risanamento delle gallerie che attraversano il Monte Giove da Terracina in direzione Fondi, un lavoro imponente con soluzioni altamente innovative per la gestione del traffico e della sicurezza, portato avanti dall’impresa Delta Lavori di Sora.
Lunedì mattina il Ministro delle Infrastrutture della Repubblica d’Armenia e il Vice Ministro, insieme ad altri rappresentanti della Fondazione “Dipartimento Stradale”, hanno fatto visita al cantiere: un vero e proprio sopralluogo, del tutto inatteso, organizzato con la collaborazione della Direzione ANAS del Lazio, fortemente voluto dalla delegazione armena per acquisire informazioni tecniche e best practice da applicare in patria, prendendo spunto dall’esperienza di una delle più importanti realtà imprenditoriali del nostro territorio.
Ad accogliere il Ministro sono stati il Presidente della Delta Lavori SPA Alberto La Rocca e l’Amministratore delegato Gaetano La Rocca.
Da parte della delegazione, è stata espressa grande ammirazione per l’elevata qualità dell’opera in via di realizzazione. Tanta soddisfazione quindi per l’azienda ciociara ma anche per tutta l’Associazione imprenditoriale ANCE di Frosinone, alla quale l’azienda aderisce da più di mezzo secolo.
L’ennesimo riconoscimento alle competenze ed alle professionalità di un’azienda del nostro territorio, che è in grado di esprimere eccellenze riconosciute a livello nazionale ed internazionale.
http://www.comunitaarmena.it/wp-content/uploads/2022/08/Logo_armenia-04-1-300x92.png00adminwphttp://www.comunitaarmena.it/wp-content/uploads/2022/08/Logo_armenia-04-1-300x92.pngadminwp2023-06-13 18:22:542023-06-14 18:26:53Terracina – Il ministro armeno visita il cantiere nella galleria (Terracino 13.06.23)
Conduce Stefano Valanzuolo. Monica D’Onofrio incontra Sonya Orfalian per il volume “Alfabeto dei piccoli armeni” (Sellerio) | con Antonio Florio e Tommaso Rossi per Scarlatti Lab a Napoli
http://www.comunitaarmena.it/wp-content/uploads/2022/08/Logo_armenia-04-1-300x92.png00adminwphttp://www.comunitaarmena.it/wp-content/uploads/2022/08/Logo_armenia-04-1-300x92.pngadminwp2023-06-13 14:29:192023-06-12 14:31:13Il volume "Alfabeto dei piccoli armeni" | Scarlatti Lab a Napoli (Rayplaysound 10.06.23)
“La cooperazione e la pace: un approccio educativo” tra Scandicci, Lastra a Signa e Choratan (Armenia), con il coinvolgimento de ‘La Melagrana’, Don Bosco e i due istituti comprensivi di Scandicci (Spinelli) e Lastra a Signa (Ic Lastra a Signa), è il titolo dato a un incrontro che si svolgerà martedì 13 giugno 2023, dalle 15.30 alle 17, presso la Saletta Cammilli della Cna di Scandicci.
Saranno presenti il Professore Edgar Kalantaryan e l’Abate Bernardo Gianni di San Miniato, i Sindaci e delegati della Città Metropolitana Sandro Fallani e Angela Bagni. Il progetto Choratan è stato finanziato da due anni dalla Città Metropolitina di Firenze mediante il bando della cooperazione internazionale. Comunque c’è Sandro che ha la delega ed Angela Bagni, tutti i due consiglieri della città metropolitana.
Al centro il progetto linguistico del Centro giovanile presso il Mikhitar di Ch’orat’an. Interverranno anche Stefano Vannini, Presidente associazione La Melagrana; Romeo Zoli, associazione La Melagrana; Filomena Petrilli, Vicepreside Istituto Comprensivo A. Spinelli di Scandicci; Eleonora Marchionni, Dirigente Scolastico Ic Lastra Signa; Michela Bartoni, Professoressa Ic Lastra a Signa; Edgar Kalantaryan, professore di Scienze politiche presso l’Università statale di Yerevan, Coordinatore del progetto in Armenia; Lilith Hayrapetyan, artista armena, padre Bernardo Gianni, Abate dell’Abbazia di San Miniato.
Conclude Diye Ndiaye, assessore di Scandicci alla Cooperazione e relazioni internazionali.
In allegato la locandina dell’incontro.
12/06/2023 11.36 Città Metropolitana di Firenze
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Due “dibattiti urgenti” sono in agenda per la sessione estiva dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (Apce) che si terrà a Strasburgo dal 19 al 23 giugno. Il primo ha come tema le “conseguenze politiche dell’aggressione della Russia contro l’Ucraina e sulla partecipazione di atleti russi e bielorussi alle Olimpiadi di Parigi 2024”, si legge in una nota diffusa dall’organismo paneuropeo. Il secondo riguarderà invece le garanzie di “accesso libero e sicuro attraverso il Corridoio Lachin”, la striscia di terra che collega l’Armenia e l’Artsakh, enclave armena nel territorio azero, che l’Azerbaijan blocca illegalmente dal 23 aprile scorso. In agenda anche un dibattito sul tema delle migrazioni, con tre rapporti (l’integrazione di migranti e rifugiati, l’inclusione sociale di migranti, rifugiati e sfollati interni attraverso lo sport, la protezione sanitaria e sociale dei lavoratori privi di documenti o in situazione irregolare). Torna in emiciclo la leader dell’opposizione bielorussa Sviatlana Tsikhanouskaya, perché si parlerà di bielorussi in esilio. Saranno discusse anche le priorità e il bilancio del Consiglio d’Europa per il periodo 2024-2027 e il bilancio Apce 2024-2025. Ospiti della sessione saranno la presidente della Slovenia Nataša Pirc Musar e il ministro degli esteri ungherese Péter Szijjártó. Come di consueto, interverranno il presidente del Comitato dei ministri Edgars Rinkēvičs e il segretario generale del Consiglio Marija Pejčinović Burić. I lavori si svolgeranno nell’emiciclo del Parlamento europeo, dal momento che quello del Consiglio d’Europa è chiuso per lavori di ammodernamento. Si possono seguire in diretta sul sito web dell’Apce.
http://www.comunitaarmena.it/wp-content/uploads/2022/08/Logo_armenia-04-1-300x92.png00adminwphttp://www.comunitaarmena.it/wp-content/uploads/2022/08/Logo_armenia-04-1-300x92.pngadminwp2023-06-12 18:12:482023-06-14 18:14:03Consiglio d’Europa: Assemblea parlamentare ancora su aggressione russa e crisi del Corridoio di Lachin (Agensir 12.06.23)
L’Armenia è un paese situato nella regione del Caucaso meridionale, con una popolazione di circa 3 milioni di persone. Il paese ha una superficie di circa 29.743 km² e la maggior parte della popolazione vive nelle città. Tuttavia, molte zone rurali del paese non hanno accesso a Internet ad alta velocità. Questo è dove il satellite Internet può fare la differenza.
Il satellite Internet è una tecnologia che utilizza i satelliti per fornire connessioni Internet ad alta velocità in tutto il mondo. Questa tecnologia è particolarmente utile per le zone rurali dove le infrastrutture di telecomunicazione sono limitate o non esistenti. In Armenia, molte zone rurali non hanno accesso a Internet ad alta velocità a causa della mancanza di infrastrutture di telecomunicazione.
Il satellite Internet può fornire una soluzione a questo problema. Con il satellite Internet, le persone nelle zone rurali possono accedere a Internet ad alta velocità senza la necessità di infrastrutture di telecomunicazione. Il satellite Internet utilizza un piccolo dispositivo chiamato modem satellitare che si collega a un satellite in orbita per fornire una connessione Internet ad alta velocità.
Il satellite Internet è particolarmente utile per le zone rurali dell’Armenia, dove la maggior parte delle persone dipende dall’agricoltura e dall’allevamento per il loro sostentamento. Con il satellite Internet, le persone nelle zone rurali possono accedere a informazioni sulle pratiche agricole moderne, sulle previsioni meteorologiche e sulle condizioni del mercato. Queste informazioni possono aiutare le persone nelle zone rurali a migliorare la loro produzione agricola e ad aumentare i loro guadagni.
Inoltre, il satellite Internet può aiutare le persone nelle zone rurali a rimanere in contatto con la famiglia e gli amici che vivono in altre parti del paese o del mondo. Questo è particolarmente importante per le persone che vivono in zone remote dell’Armenia, dove i viaggi sono difficili e costosi.
Il satellite Internet può anche essere utilizzato per scopi educativi. Con il satellite Internet, le scuole nelle zone rurali possono accedere a risorse educative online e offrire ai loro studenti un’istruzione di qualità. Questo può aiutare a ridurre il divario educativo tra le zone rurali e urbane dell’Armenia.
Tuttavia, ci sono anche alcune sfide associate all’utilizzo del satellite Internet in Armenia. Una delle principali sfide è il costo. Il satellite Internet può essere costoso da installare e mantenere, il che potrebbe renderlo inaccessibile per molte persone nelle zone rurali dell’Armenia.
Inoltre, il satellite Internet può essere soggetto a interferenze da fattori ambientali come il maltempo. Questo potrebbe causare interruzioni nella connessione Internet, il che potrebbe essere problematico per le persone che dipendono dal satellite Internet per il loro lavoro o la loro istruzione.
Nonostante queste sfide, il satellite Internet rimane una soluzione promettente per le zone rurali dell’Armenia. Con il giusto supporto e investimento, il satellite Internet potrebbe aiutare a migliorare la qualità della vita delle persone nelle zone rurali dell’Armenia e contribuire allo sviluppo economico del paese.
In conclusione, il satellite Internet è una tecnologia promettente che potrebbe fare la differenza per le persone nelle zone rurali dell’Armenia. Con il giusto supporto e investimento, il satellite Internet potrebbe aiutare a migliorare la qualità della vita delle persone nelle zone rurali dell’Armenia e contribuire allo sviluppo economico del paese.
http://www.comunitaarmena.it/wp-content/uploads/2022/08/Logo_armenia-04-1-300x92.png00adminwphttp://www.comunitaarmena.it/wp-content/uploads/2022/08/Logo_armenia-04-1-300x92.pngadminwp2023-06-12 18:11:462023-06-14 18:12:38Satellite Internet in Armenia: Una soluzione per le zone rurali (Ultimometro 12.06.23)
Resterà esposta fino a domenica 10 settembre, al museo pontificio Santa Casa di Loreto, una mostra fotografica dal titolo “Luce mistica d’Armenia”, esposizione che consta di venti foto in bianco e nero scattate da Andrea Ulivi (nella foto) in Armenia tra il 2009 e il 2014. Il popolo armeno e la sua identità vengono proposti attraverso volti gioiosi e tristi, carichi di un senso che nei millenni li ha resi saldi di fronte alle traversie, alla povertà e alle persecuzioni. Volti di bambini, donne, uomini e anziani fieri e consapevoli del loro essere armeni. La mostra è aperta tutti i giorni (10-13, 15-18)
http://www.comunitaarmena.it/wp-content/uploads/2022/08/Logo_armenia-04-1-300x92.png00adminwphttp://www.comunitaarmena.it/wp-content/uploads/2022/08/Logo_armenia-04-1-300x92.pngadminwp2023-06-11 18:15:352023-06-11 18:16:28Prosegue la mostra di Ulivi sull’Armenia (Resto del Carlino 11.06.23)
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 11.06.2023 – Vik van Brantegem] – L’autocrazia dell’Azerbajgian e lo status non riconosciuto della autoproclamata Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh rendono la regione vulnerabile e costringono i Cristiani Armeni a vivere nell’incertezza riguardo al proprio futuro. Alza la voce per gli Armeni sotto assedio, per prevenire un altro genocidio armeno. La minaccia di guerra e occupazione si estende anche oltre il Nagorno-Karabakh; i residenti di Yerevan condividono preoccupazioni simili, poiché Baku afferma che anche la capitale armena era un tempo territorio azero.
In una piccola regione chiamata Nagorno-Karabakh, 120mila Cristiani Armeni sono sotto assedio dal 12 dicembre 2022. Non hanno gas e poca elettricità, e cibo e medicine stanno in quantità non sufficienti. Gli agricoltori che cercano di coltivare cibo vengono colpiti dai cecchini azeri. L’autocrazia dell’Azerbajgian vuole cacciare dalla loro patria i Cristiani Armeni dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh. Il 12 dicembre 2022 l’Azerbajgian ha chiuso l’unica strada che collega l’Artsakh/Nagorno-Karabakh con la Repubblica di Armenia e da lì al resto del mondo. Il resto della regione che rimane ancora libera è totalmente circondato dall’esercito dell’Azerbaigian. Fatta eccezione per i trasporti occasionali del Comitato Internazionale della Croce Rossa o delle forze di mantenimento della pace russe, nessuno può andarsene e nessuno può esportare o importare qualcosa.
I gruppi per i diritti umani hanno emesso un avviso di genocidio per gli Armeni Cristiani dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh [QUI].
La minaccia
Sulla base dei confini tracciati dall’Unione Sovietica nel 1921, l’Azerbajgian rivendica il Nagorno-Karabakh come proprio territorio. In una guerra che seguì la disgregazione dell’Unione Sovietica, gli Armeni del Nagorno-Karabakh ottennero l’indipendenza e divennero una repubblica libera, anche se non riconosciuta dal mondo. Ma l’Azerbajgian non ha mai rinunciato al suo obiettivo di conquistare il territorio. Da allora, l’autocrazia degli Aliyev dell’Azerbajgian si è arricchita immensamente grazie ai profitti petroliferi e ha investito decine di miliardi in armi. Tre anni fa, l’Azerbajgian e il suo alleato, la Turchia, hanno lanciato una nuova guerra per conquistare l’Artsakh/Nagorno-Karabakh e annientare i Cristiani Armeni che vi abitano. Hanno ucciso migliaia di soldati, bombardato aree civili e costretto decine di migliaia di persone a fuggire dalle loro case. I civili armeni catturati dietro le linee nemiche furono fucilati e decapitati. I loro assassini hanno filmato i loro crimini e li hanno caricati sui social media affinché il mondo li vedesse. La Russia ha posto fine all’invasione dell’Azerbajgian prima che potessero distruggere completamente gli Armeni. Ma dall’inizio della guerra in Ucraina, l’Azerbajgian ha aumentato la sua aggressività. Nel settembre 2022 ha lanciato un massiccio attacco di due giorni contro la stessa Repubblica di Armenia. E a dicembre ha assediato l’Artsakh/Nagorno-Karabakh. L’Azerbajgian ha sistematicamente distrutto ogni traccia di Armeni o di storia armena in tutti i territori che controlla. Il suo autocrate, Ilham Aliyev, usa regolarmente un linguaggio disumanizzante per descrivere gli armeni: “cani”, “topi”, “creature umanoidi”. Si è impegnato a “cacciarli dalle nostre terre”. Afferma che non solo il Karabakh, ma la maggior parte dell’Armenia sono “le nostre terre storiche” in cui “torneremo sicuramente”.
Se l’Azerbajgian prende il controllo dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh, la comunità cristiana armena antica di 1.700 anni sarà distrutta per sempre. L’Armenia fu la prima nazione a convertirsi al cristianesimo, nel 301 d.C. Nella loro lunga storia, i Cristiani Armeni sono sopravvissuti a molte ondate di persecuzione. Furono conquistati e riconquistati dagli imperi persiano, islamico, turco e russo. Durante la Prima Guerra Mondiale, l’impero ottomano islamico annientò un milione e mezzo di Cristiani Armeni, un evento noto oggi come il genocidio armeno. Sotto il comunismo sovietico, ogni chiesa dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh fu chiusa e la maggior parte dei sacerdoti furono mandati nei Gulag.
Nonostante tutto, gli Armeni hanno conservato la loro fede e la loro identità Cristiana. Oggi è in atto un nuovo genocidio armeno. Starete zitti?
Breve cronistoria
1915-1923 – L’Impero ottomano e il suo stato successore, la Repubblica di Turchia, uccidono un milione e mezzo di Armeni nel genocidio armeno. Altre centinaia di migliaia vengono ridotti in schiavitù, costretti a convertirsi all’Islam o cacciati in esilio.
1918 – La Repubblica di Armenia dichiara l’indipendenza. Anche gli Armeni dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh dichiarano la loro indipendenza. L’Impero ottomano invade la regione del Caucaso e contribuisce a creare la Repubblica di Azerbajgian.
1920 – Le forze armate azere massacrano migliaia di Armeni nell’Artsakh/Nagorno-Karabakh. L’Unione Sovietica conquista l’Armenia, l’Azerbajgian e l’Artsakh/Nagorno-Karabakh.
1921 – Joseph Stalin, allora Commissario sovietico per le nazionalità, ridisegna i confini per collocare l’Artsakh/Nagorno-Karabakh all’interno dell’Azerbajgian sovietico, contro le proteste della popolazione.
1988 – Gli Armeni dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh iniziano una campagna per la loro libertà. L’Azerbajgian blocca la regione e inizia la pulizia etnica dei villaggi armeni.
1991 – Crolla l’Unione Sovietica; l’Azerbajgian, l’Armenia e l’Artskah/Nagorno-Karabakh dichiarano la loro indipendenza. L’Azerbajgian assedia e bombarda la città armena di Stepanakert nel Artsakh/Nagorno-Karabakh.
1992-1994 – Una guerra tra Armenia e Azerbajgian per l’Artsakh/Nagorno-Karabakh termina con un cessate il fuoco e l’Artsakh/Nagorno-Karabakh diventa una repubblica libera (sebbene non riconosciuta come indipendente da nessun altro Paese).
2016 – L’Azerbajgian lancia una guerra per conquistare la Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh. Gli Armeni li respingono, ma non prima che gli Azeri occupino il villaggio di Talish e vi torturino e uccidano diversi Armeni anziani.
2020 – Il 27 settembre l’Azerbajgian lancia una nuova guerra per conquistare l’Artsakh/Nagorno-Karabakh. Questa nuova offensiva dura 44 giorni e uccide oltre 7.000 soldati da entrambe le parti. Le forze azere commettono numerosi crimini di guerra contro gli Armeni, compreso il bombardamento con bombe a grappolo di aree civili popolate e l’esecuzione di ostaggi civili. Il 9 novembre 2020 la Russia impone un cessate il fuoco all’Azerbajgian. In base ai termini del cessate il fuoco, l’Armenia cede vaste aree di terra all’Azerbaigian, compresa la terra che collega l’Armenia all’Artsakh/Nagorno-Karabakh. Decine di migliaia di Armeni che vivono in questi territori evacuano le loro case. Agli Armeni dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh è rimasta un’unica strada, il Corridoio di Lachin, che li collega all’Armenia e da lì al resto del mondo.
2022 – Il 13 settembre l’Azerbajgian attacca la Repubblica di Armenia. Nei due giorni successivi, centinaia di Armeni vengono uccisi, tra cui sette soldati che vengono massacrati dopo essersi arresi, e una soldatessa che è stata violentata e smembrata dai soldati azeri.
2022 – Il 12 dicembre, l’Azerbajgian blocca il Corridoio di Lachin, iniziando un assedio finale dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh.
2023 – La Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite ordina all’Azerbaigian di aprire il Corridoio di Lachin. L’ordine viene ignorato.
http://www.comunitaarmena.it/wp-content/uploads/2022/08/Logo_armenia-04-1-300x92.png00adminwphttp://www.comunitaarmena.it/wp-content/uploads/2022/08/Logo_armenia-04-1-300x92.pngadminwp2023-06-11 14:28:012023-06-12 14:28:34182° giorno del #ArtsakhBlockade. Il prezzo del silenzio. Nelle montagne del Nagorno-Karabakh, una delle comunità cristiane più antiche del mondo rischia il genocidio (Korazym 11.06.23)
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 10.06.2023 – Vik van Brantegem] – Oggi è il giorno 181 dell’assedio dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh da parte del regime autocratico dell’Azerbajgian, un Paese che continua ad essere un membro del Consiglio d’Europa. 181 giorni di #ArtsakhBlockade significano 152 giorni con solo elettricità locale limitata, 115 giorni senza gas, 38% di perdita del PIL, movimento di persone, veicoli e merci attraverso il Corridoio di Lachin solo con il Comitato Internazionale della Croce Rossa e le forze di mantenimento della pace russe (207 volte meno persone, 59 volte meno veicoli, 13 volte meno beni vitali).
Stepanakert è bellissima e ancora sorprendente con i suoi incredibili umani, in pace, o in blocco, o sotto attacco. Questi bambini hanno il diritto di avere un’infanzia serena nella loro patria.
Mentre sono quotidiane le aggressioni da parte dell’esercito azera contro la popolazione civile dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh, l’Azerbajgian segnala con faccia di fronzo la violazione del cessate il fuoco vicino alle regioni Askeran e Shushi da parte dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh, le cui autorità smentiscono la notizia come disinformazione “cercando di creare un pretesto per ulteriori attacchi”.
Il Servizio stampa del Ministero della Difesa della Repubblica di Artsakh comunica che la notizia diffuso dal Ministero della Difesa dell’Azerbaigian sul fatto che il 10 giugno le unità delle forze di difesa dell’Artsakh hanno regolarmente aperto il fuoco in direzione delle postazioni azere situate nei territori occupati delle regioni di Askeran e Shushi della Repubblica di Artsakh è un altro disinformazione. Il Ministero della Difesa dell’Azerbaigian, cercando di giustificare le violazioni del regime di cessate il fuoco registrate ogni giorno da parte delle sue unità, continua a distorcere la realtà, annunciando ancora una volta l’interruzione dei lavori di ingegneria che sarebbero in corso in direzione di Martakert, Martuni, Askeran e Shushi.
Oggi 10 giugno, le forze armate azere hanno violato il cessate il fuoco nella direzione sud-occidentale della linea di contatto in Artsakh utilizzando piccole armi da fuoco e mortai. Il Ministero della Difesa della Repubblica di Artsakh informa che intorno alle ore 12.20 la parte azera ha sparato 3 mine da un mortaio calibro 60 mm verso una delle posizioni dell’esercito di difesa dell’Artsakh. La parte armena non ha perdite.
La disinformazione del regime autocrate dell’Azerbajgian per via dei spin doctor diplomatici
«L’amicizia tra Francia e Armenia non dovrebbe alimentare l’ostilità contro l’Azerbajgian. La comunità armena in Francia deve smetterla di esacerbare i sentimenti nazionalisti armeni e impedire il processo di normalizzazione tra Azerbajgian e Armenia» (Leyla Abdullayeva, Ambasciatore dell’Azerbajgian in Francia).
Incredibile sentire Leyla Abdullayeva. Davvero impressionante vedere come ha imparato a mentire in francese. Questo risultato è un’abilità molto preziosa aggiunta al suo repertorio di carriera agli occhi del suo padrone a Baku.
Sulla fornitura da parte di Leonardo di velivoli di trasporto militari all’Azerbajgian abbiamo riferito il 4 e il 9 giugno. Di seguito riportiamo il commento di Iniziativa italiana per l’Artsakh. Qual è il contributo dell’Italia alla pace in Artsakh/Nagorno-Karabakh? Niente, allora il governo italiano stia zitto sui diritti umani, continua a comprare gas azero-russo e vendere armi all’autocrate di Baku. Che vergogna.
Altre armi ad Aliyev: imbarazzo tricolore
Siamo in sincero imbarazzo, da Italiani, nel leggere i commenti – non solo Armeni – riguardo alla nuova fornitura di armi all’Azerbajgian da parte dell’Italia.
L’8 giugno è stato ufficialmente comunicato l’accordo per la vendita da parte di Leonardo di (al momento due) velivoli da trasporto C-27J Spartan all’Azerbajgian.
Da alcuni mesi si sono intensificati i rapporti tra Roma e Baku che dal settore energetico si sono spostati anche su quello della Difesa.
Come abbiamo già scritto altre volte, siamo contenti che il nostro Paese faccia affari all’estero e non importa chi sia l’acquirente dei nostri prodotti dal momento che in politica, specie in quella internazionale, e negli affari l’etica è morta da tempo.
Però, questa stringente alleanza italo-azera sta diventando sempre più imbarazzante e negli ultimi mesi il nostro Paese ha virato decisamente verso il Caspio stringendo un asse molto forte con Baku.
Non solo il Ministro Crosetto, ma anche altri colleghi di governo, si sono recati alla corte di Aliyev per fare affari. Ci sta, come detto. E poco importa che l’acquirente sia l’autocrate Presidente di uno Stato condannato a essere nel mondo uno di quelli con minor rispetto dei diritti civili e politici per la popolazione.
E passi anche che l’Italia stia poco alla volta diventando in ambito UE il principale fornitore di armi a un Paese che ha fatto della guerra e della retorica di guerra la sua ragion d’essere, come purtroppo la cronaca di questi ultimi anni ha ben evidenziato.
Quel che davvero imbarazza è l’assoluta debolezza italiana in politica estera.
Il suo totale silenzio sulla contesa armeno-azera nasconde la paura di turbare il ricco alleato azero. Non una parola sul blocco della popolazione armena in Artsakh, non un benevolo invito al partner commerciale ad allentare la pressione e le minacce (sono pressoché quotidiane le violazioni azere del cessate-il-fuoco), non una parola – anche solo di conforto, solidarietà – per la controparte armena.
Mentre il Consiglio comunale della capitale francese approva una mozione per fornire aiuti umanitari alla popolazione dell’Artsakh e il Parlamento dei Paesi Bassi esprime vicinanza alla sua popolazione, il governo italiano vende armi all’autocrate Aliyev, addestra i suoi militari e lo incoraggia nella sua politica di minaccia.
Questa non è una scelta di campo. È debolezza in politica internazionale, è incapacità di prendere una posizione, è paura di far valere quei valori democratici che sono alla base del consesso europeo.
Non stupiamoci, dunque, se all’ultima riunione della Comunità politica europea a Chisinau, al tavolo del vertice Aliyev-Pashinyan sedevano un francese (Macron) e un tedesco (Scholz).
L’Italia, ridotta a zerbino di Aliyev, conta nulla.
Questo è imbarazzante. Più dei commenti sui social di chi ci accusa di esserci schierati dalla parte di un dittatore.
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