Novità in libreria: Armenia cristiana e fiera Di Daniele dell’Orco

Un diario di viaggio fotografico e testuale in Armenia, e una delle ultime testimonianze dalla Repubblica dell’Artsakh nel suo intero, poche settimane prima dello scoppio della II guerra del Nagorno-Karabakh. Un percorso emozionale, storico e religioso lungo la Terra Santa del Caucaso meridionale. L’Armenia millenaria ha resistito a qualsiasi tipo di dominazione, invasione e conquista. Grazie alla fierezza del suo popolo scolpita nella roccia, ma anche grazie alla fede, quella stessa fede che l’ha resa il primo Stato cristiano nella storia dell’umanità. Tra distese pianeggianti, monti biblici, specchi d’acqua limpida, monasteri scolpiti nella pietra, con “Armenia cristiana e fiera” un lungo e tortuoso cammino diventa un pellegrinaggio.

 

Armenia cristiana e fiera

 Daniele Dell’Orco

Editore: Idrovolante
Anno edizione: 2020
In commercio dal: 17 novembre 2020
  • EAN: 9788899564704

Lettera aperta di studiosi della cultura armena sulla situazione politica, umanitaria e culturale del Nagorno-Karabakh

Al Presidente della Repubblica

Al Presidente del Consiglio dei Ministri

A Ministro degli Affari Esteri

Al Presidente  della Commissione Esteri del Senato

Al Presidente della Commissione Esteri della Camera

 

Al Segretario di Stato del Vaticano

 

 

Lettera aperta di studiosi della cultura armena sulla situazione politica, umanitaria  e culturale del Nagorno-Karabakh

Al termine della guerra, scatenata il 27 settembre dall’Azerbaigian con il fondamentale sostegno della Turchia, l’Armenia e soprattutto il Nagorno-Karabakh (Artsakh) si trovano in una situazione difficilissima. Il cessate il fuoco raggiunto il 10 novembre con l’intervento della Russia ha posto fine alle ostilità, ma buona parte del territorio del Nagorno-Karabakh è stata conquistata dall’esercito azero e gli abitanti armeni hanno abbandonato in gran numero la regione. Nonostante il dispiegamento di truppe russe, esiste il rischio concreto che la millenaria presenza fisica e culturale armena possa essere cancellata per sempre dal Nagorno-Karabakh come è avvenuto in Turchia dopo il genocidio del 1915 e nella regione del Nakhichevan, dove negli ultimi decenni l’intero patrimonio artistico armeno è stato distrutto dalle autorità azere.

Come studiosi della cultura armena, ma anche come cittadini italiani ed europei, chiediamo pertanto alle autorità del nostro paese di impegnarsi in concerto con la comunità internazionale affinché si giunga a una soluzione politica che riconosca agli armeni il diritto di vivere in questo territorio in piena sicurezza e nel rispetto della loro autodeterminazione. Chiediamo inoltre al Governo italiano di intervenire su quello dell’Azerbaigian per evitare che nelle zone conquistate nel corso del conflitto si ripeta la distruzione di monumenti armeni avvenuta nel Nakhichevan.

 

 

Maria Lucia Aliffi, Università degli Studi di Palermo

Federico Alpi, Università di Modena e Reggio Emilia / FSCIRE, Bologna

Antonia Arslan, Università di Padova

Marco Bais, Pontificio Istituto Orientale, Roma

Emilio Bonfiglio, Dumbarton Oaks, Washington, D.C.

Valentina Calzolari, Université de Genève

Gaianè Casnati, Centro Studi e Documentazione della Cultura Armena, Europa Nostra

Benedetta Contin, Institut für Byzantinistik und Neogräzistik, Universität Wien, Vice-Presidente Associazione Culturale Padus-Araxes, Venezia

Don Matteo Crimella, Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale – Milano

Aldo Ferrari, Università Ca’ Foscari, Venezia

Rosa Bianca Finazzi, Università Cattolica, Milano

Emiliano B. Fiori, Università Ca’ Foscari, Venezia

Giorgio Gianighian, Università e-Campus

Alessandra Gilibert, Università Ca’ Foscari, Venezia

Sona Haroutyunian, Università Ca’Foscari, Venezia

Vasco La Salvia, Università di Chieti

Paolo Lucca, Università Ca’ Foscari Venezia

Federico Marazzi, Università Suor Orsola Benincasa, Napoli

Paola Mildonian, Università Ca’ Foscari, Venezia

Moreno Morani, Accademia Ambrosiana, Milano

Giuseppe Munarini, Istituto Comprensivo “Guido Guinizzelli”, Padova – Università Ca’ Foscari, Venezia

Michele Nucciotti, Università di Firenze

Alessandro Orengo, Università di Pisa

Stephanie Pambakian, University of St Andrews, Università di Ginevra

Don Riccardo Pane, Accademia Ambrosiana, Milano

Alberto Peratoner, Facoltà Teologica del Triveneto, Padova

Zara Pogossian, Università di Firenze

Paola Pontani, Università Cattolica del Sacro Cuore

Elisa Pruno, Università di Firenze

Stefano Riccioni, Università Ca’ Foscari, Venezia

Marco Ruffilli, Université de Genève e Università Ca’ Foscari – Venezia

Cesare Santus, FNRS – Université catholique de Louvain

Clara Sanvito, Universidad Eclesiástica San Dámaso, Madrid

Andrea Scala, Università degli Studi di Milano

Sara Scarpellini, Université de Genève

Anna Sirinian, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna

Baykar Sivazliyan, Università Statale di Milano

Beatrice Spampinato, Università Ca’ Foscari, Venezia

Gioacchino Strano, Università della Calabria

Irene Tinti, Université de Genève

Giusto Traina, Sorbonne Université

Rachele Zanone, Università degli Studi Roma Tre

COMUNICATO STAMPA Arrivano gli azeri in Artsakh. E vandalizzano le chiese cristiane. SOS all’Unesco e all’Europa: intervenite con urgenza.

Il “Consiglio per la comunità armena di Roma” lancia un appello per la conservazione dei monumenti cristiani in Artsakh (Nagorno Karabakh).

Nonostante la diplomazia azera  sia attivamente impegnata a convincere il mondo che nei territori conquistati agli armeni gli azeri “proteggeranno” i monumenti cristiani, già vengono segnalati i primi episodi di distruzione e vandalismo.

Nella loro avanzata nei villaggi del sud, i soldati azeri hanno abbattuto tutti i monumenti armeni, compresi quelli di natura prettamente religiosa.

E a Shushi, appena consegnata loro, la cattedrale del Santissimo Salvatore (bombardata due volte nello stesso giorno nelle scorse settimane) è stata già vandalizzata.

E dire che nella stessa città, il governo dell’Artsakh con i pochi fondi a disposizione, l’aiuto di una associazione francese e di una organizzazione iraniana, aveva recentemente terminato il restauro della splendida moschea persiana avendo ritenuto doveroso preservare il patrimonio artistico ancorchè appartenente ad altra confessione religiosa.

Se all’Europa è rimasto un minimo di orgoglio è forse arrivato il momento di far sentire la propria voce e ammonire la dittatura azera al rispetto del patrimonio cristiano (anche se armeno).

Il “Consiglio per la comunità armena di Roma” chiede alle Istituzioni italiane di attivarsi per quanto del caso.

CONSIGLIO PER LA COMUNITA’ ARMENA DI ROMA

NOTA

Negli anni passati circa diecimila katchkar (croci armene di pietra) di epoca medioevale sono state rase al suolo a Julfa nel sud del Nakhchivan per far posto, in una zona desertica, a un campo di tiro militare.

Come i talebani afghani con le statue dei Buddha di Bamiyan: allora il mondo, giustamente, si scandalizzò; per le croci armene non furono spese molte parole salvo qualche accorato appello di alcuni storici dell’arte.

Ma anche decine di chiese e monasteri in tutto l’Azerbaigian negli anni hanno subito la medesima sorte e ora rimane solo una chiesa armena a Baku, sotto controllo della presidenza della repubblica, ridotta a biblioteca. D’altronde i loro fratelli turchi non hanno riservato miglior trattamento alle chiese armene dell’Asia minore…

La città di Paderno-Dugnano riconosce la verità storica del Genocidio Armeno

Anche la città di Paderno Dugnano ha voluto che il nome della città fosse inserito nell’elenco dei “Giusti” per la memoria del Metz Yeghern (il Grande Male) accanto a tutti gli altri comuni e istituzioni italiane, includo il Parlamento, che hanno riconosciuto con atto pubblico la verità storica del genocidio perpetrato a danno della minoranza armena da parte dell’Impero Ottomano nel 1915.

“Il Consiglio Comunale esprime il proprio riconoscimento circa i fatti storici del genocidio del 1915 ed esprime la piena solidarietà al popolo armeno nella sua battaglia per la  verità storia e per la difesa dei diritti umani” si legge nella delibera della mozione presentata dal consigliere Francesco Boatt0 e votata all’unanimità dei presenti lo scorso 15 ottobre.

Il Consiglio per la comunità armena di Roma esprime la propria gratitudine a tutti i membri del Consiglio comunale di Paderno Dugnano per aver voluto manifestare la proprio vicinanza e solidarietà al popolo armeno.

Tale atto è un ulteriore incoraggiamento per proseguire la battaglia della Memoria con la consapevolezza di avere al nostro fianco uomini e donne che hanno dimostrato coraggio e onestà intellettuale e che, come gli armeni, credono ancora nella verità e nella giustizia.

Consiglio per la comunità armena di Roma

LA GUERRA E’ FINITA MA L’AGGRESSIONE AZERA CONTINUA SUL PIANO CULTURALE.

Lo scorso 09 novembre è stato firmato un accordo di armistizio per la fine della guerra e la fine dell’aggressione dell’Azerbaigian contro l’inerme popolazione civile dell’Artsakh iniziata il 27 settembre 2020.
Ora inizia una nuova aggressione, un vero e proprio genocidio culturale. L’Azerbaigian vuole appropriarsi non solo dei territori storici dell’Armenia ma anche della storia.
In un post pubblicato in questi giorni il Ministro della cultura dell’Azerbaigian Anar Krimov attribuisce l’appartenenza dello storico monastero di Dadivank eretto dagli armeni tra il IX e XIII secolo all’antica civiltà Albana del Caucaso, che secondo la narrazione azera sarebbero gli antichi avi degli azeri. Loro cristiani che costruiscono delle chiese meravigliose avi degli azeri che sono musulmani?
Il Ministro della cultura usa nel post l’hashtag #Khudavang ignaro forse che “vang – vank” in armeno significa “convento – monastero”.
Non ci dobbiamo meravigliare se tra qualche giorno qualcuno ci verrà a raccontare che lingua armena in realtà non esiste …
Girano in rete diversi appelli per la salvaguardia dei monumenti Armeni culturali e storici dell’Artsakh. FIRMIAMOLI.
Fermiamo questo nuovo scempio. Non siamo riusciti a salvare gli Armeni dall’aggressione turco azera. Salviamo almeno la storia. Salviamo il patrimonio dell’umanità.
Consiglio per la comunità armena di Roma

INACCETTABILI MINACCE AZERE ALLE ISTITUZIONI ITALIANE

Il “Consiglio per la comunità armena di Roma” esprime solidarietà e vicinanza al Comune di Asolo e a tutti i comuni e consiglieri comunali che in questi giorni stanno ricevendo lettere di minacce (come in allegato) da parte di azeri o turchi, a volte precedute o seguite da lettere“ perentorie” recanti la firma della ambasciata dell’Azerbaigian in Italia.

È inaccettabile che rappresentanti delle istituzioni italiane vengano minacciati da cittadini appartenenti ad un regime che in questi ultimi giorni sta bombardando gli insediamenti civili del Nagorno Karabakh (Artsakh) non risparmiando nemmeno ospedali (due giorni fa è stato attaccato l’ospedale della maternità di Stepanakert), chiese e abitazioni, violando le più basilari norme del diritto umanitario internazionale.

In qualità di cittadini italiani di origine armena condanniamo fermamente ogni atto intimidatorio rivolto a qualsiasi rappresentante delle nostre istituzioni, sia locali che nazionali.

Esprimiamo piena vicinanza e sostegno a tutti coloro che si schierano accanto alla popolazione armena che sta nuovamente vivendo l’incubo di 105 anni fa, ovvero il Genocidio del 1915.

Chiediamo ai media e alle istituzioni italiane, agli organi di sicurezza nazionale di condannare con fermezza tali atti criminali e di rimanere vigili, denunciando pubblicamente simili episodi onde evitare il ripetersi di violenze che si stanno verificando in altri parti dell’Europa e del mondo.

In un momento così delicato e di crescente tensione atti simili non devono essere sottovalutate.

Con preghiera di pubblicazione e diffusione.

Consiglio per la comunità armena di Roma

 

 

 

L’ARMENIA E L’ARTSAKH VOGLIONO LA PACE, MANIFESTAZIONE DAVANTI A MONTECITORIO

Comunicato stampa
L’ARMENIA E L’ARTSAKH VOGLIONO LA PACE, MANIFESTAZIONE DAVANTI A MONTECITORIO
Le associazioni e comitati italo armeni che hanno organizzato il sit-in di questo pomeriggio davanti a Montecitorio ringraziano deputati e senatori di tutte le forze politiche che hanno voluto manifestare solidarietà e vicinanza al popolo armeno dal 27 settembre sotto attacco turco-azero.
Come emerso dagli interventi, l’Armenia e l’Artsakh (Nagorno Karabakh) vogliono la pace mentre gli aggressori turco azeri vogliono solo annientare il popolo armeno, conquistare terre e cacciare via i loro abitanti.
Le frontiere dell’Artsakh sono le frontiere dell’Europa contro le infiltrazioni dei tagliagole jihadisti che stanno penetrando nel Caucaso meridionale combattendo a fianco dell’esercito azero.
Non si può far finta di non vedere cosa sta accedendo e l’Italia è chiamata a fare la sua parte in quanto l’equidistanza rischia di trasformarsi in complicità con il più forte che prevarica il più debole
Tutti i discorsi si sono incentrati sul fatto che l’aggressione non è mai la strada per risolvere le controversie internazionali.
Siamo fermamente convinti nel riconoscimento dell’autodeterminazione dei popoli e il loro diritto a sentirsi patria.
Oggi più che mai chiediamo con forza IL RICONOSCIMENTO DELLA REPUBBLICA DI ARTSAKH! FERMATE LA GUERRA, FERMATE I DITTATORI ERDOGAN E ALIYEV!
ARTICOLO 11 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA
L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
VIDEO della manifestazione

COMUNICATO STAMPA MANIFESTAZIONE 13 OTTOBRE A ROMA

SIT-IN DAVANTI A MONTECITORIO

MARTEDI’ 13 OTTOBRE, ore 15-17

 

“PER LA PACE, PER LA LIBERTA’ DI INFORMAZIONE, PER I DIRITTI DEL POPOLO ARMENO”

Dal 27 settembre l’Azerbaigian ha sferrato – con il supporto logistico e militare della Turchia e di jihadisti mercenari arruolati da Ankara – un attacco armato senza precedenti alla repubblica del Nagorno Karabakh-Artsakh e all’Armenia, scatenando contemporaneamente una spregiudicata campagna di disinformazione in tutto il mondo.

Durissimi combattimenti sono in corso lungo la linea di contatto e si registrano pesanti bombardamenti indiscriminati sugli insediamenti civili da parte azera, incluso il capoluogo Stepanakert, anche con l’utilizzo di bombe a grappolo. E ciò in flagrante violazione del diritto internazionale. Un crimine di guerra con conseguenze di una catastrofe umanitaria.

Già il 12 luglio le forze armate azere avevano innescato una provocazione al confine nord-orientale dell’Armenia e quattro anni fa, nell’ aprile 2016, avevano perpetrato un altro attacco in quella che è stata battezzata la “guerra dei quattro giorni”.

Il popolo armeno, oltre alla minaccia militare, vede ancora una volta a repentaglio la propria esistenza.

I proclami dei due leader autoritari  Erdogan e Aliyev  fanno continuo riferimento all’annientamento del popolo armeno “per completare l’opera dei padri” (ovvero il genocidio armeno).

Comitati e associazioni, armeni e non, saranno davanti a Montecitorio martedì prossimo 13 ottobre 2020 per chiedere alle istituzioni italiane e, in primo luogo, al Parlamento di:

–          promuovere ogni azione possibile per il ristabilimento della pace nel Caucaso meridionale al fine di preservare il diritto alla vita, alla libertà e ai diritti delle popolazioni coinvolte nella guerra;

–          condannare l’intervento militare di terze parti nel conflitto;

–          non abbandonare il popolo armeno a un destino che evoca dolorose pagine di storia già vissute 105 anni fa;

– tutelare gli interessi nazionali italiani impedendo che la guerra arrivi a interessare anche le pipe line che portano petrolio in Italia dal mar Caspio;

–       prendere le distanze dalle politiche nazionali che esaltano lo sterminio di altri popoli;

–       tener conto del differente grado di democrazia e libertà di espressione che vige nei Paesi coinvolti nel conflitto;

–     lanciare un monito alle leadership locali affinché il dialogo con l’Italia e l’Unione Europea sia basato sul rispetto dei diritti umani, sulla libertà di parola e di stampa.

I Comitati e le Associazioni organizzatori si augurano che rappresentanti di tutte le forze politiche italiane si uniscano all’opinione pubblica e condannino senza se e senza ma l’ingiustificata aggressione contro l’aspirazione alla libertà e alla pace del popolo armeno.

L’invito al presidio (che si svolgerà nel rispetto delle norme anti-Covid19) è rivolto a tutte le Associazioni e cittadini italiani che condividono i principi di cui sopra.

Comunità e associazioni armene d’Italia

Roma 07.10.20

L’APPELLO DI PERSONALITÀ ITALIANE DI SPICCO PER LA PACE E LA LIBERTÀ DEL NAGORNO KARABAKH (ARTSAKH)

L’APPELLO DI PERSONALITÀ’ ITALIANE DI SPICCO PER LA PACE E LA LIBERTÀ’ DEL NAGORNO KARABAKH (ARTSAKH)
L’appello è aperto a nuove adesioni. Per aderire è sufficiente aggiungere il proprio nome nella sezione “commenti” sulla nostra pagina FB  https://www.facebook.com/comunitaarmena/posts/3318091831632088
La lista delle adesioni è composta in ordine cronologico.
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Roma, 7 ottobre 2020
APPELLO PER LA PACE E LA DEMOCRAZIA
Gli armeni vogliono la pace, l’Azerbaijan e la Turchia vogliono l’Armenia e l’Artsakh.
È ormai da più di una settimana che il popolo armeno in Armenia e in Artsakh (Nagorno-Karabakh) sta respingendo la massiccia offensiva militare dell’Azerbaijan supportata apertamente dalla Turchia.
La capitale Stepanakert e le altre città e villaggi dell’Artsakh, gli ospedali e le scuole, sono bombardate con bombe a grappolo, con missili, cacciabombardieri e droni kamikaze. Il numero delle vittime civili sta crescendo. Anche diversi giornalisti della stampa internazionali sono rimasti feriti.
Ignorando gli appelli della comunità internazionale e dei mediatori internazionali (USA, Francia e Federazione Russa) per un cessate il fuoco immediato, l’Azerbaijan sta conducendo un’offensiva militare su larga scala contro l’Artsakh, con il diretto sostegno politico e militare della Turchia che sta trasferendo nella zona del conflitto armi e istruttori militari, nonché terroristi jihadisti dalla Siria. L’Unione Europea, gli Stati Uniti, la Russia e la Francia, hanno già rilasciato dichiarazioni allarmate al riguardo e le principali testate giornalistiche italiane e internazionali hanno confermato l’infiltrazione, da parte turca, di terroristi jihadisti.
Noi tutti stiamo assistendo impotenti all’esportazione nel Caucaso Meridionale della politica destabilizzante neo ottomana della Turchia. La stessa politica destabilizzante che Erdogan sta portando avanti in Siria, Libia e nel Mediterraneo orientale e che dovrebbe destare le più serie preoccupazioni dell’Europa e dell’Italia in primis.
In piena e grave violazione del diritto umanitario internazionale, l’Azerbaijan e la Turchia hanno ignorato gli appelli del Segretario Generale dell’ONU e di Papa Francesco per una tregua globale in tempo di Pandemia da Covid-19. Proprio nei giorni in cui il mondo intero sta celebrando il trentesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino, l’Azerbaijan intende sopprimere il diritto all’autodeterminazione che l’Artsakh esercita da prima della caduta dell’URSS.
Oggi, di fatto, il popolo armeno, sopravvissuto al genocidio commesso dall’Impero Ottomano tra il 1915 e il 1923, sta di nuovo combattendo da solo contro il terrorismo internazionale e sta affrontando una minaccia per la sua stessa esistenza.
Ci appelliamo affinché l’Italia, che ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali (art. 11 della Costituzione Italiana), dia il suo contributo significativo invitando la Turchia, con cui siede assieme al tavolo della Nato, a mettere immediatamente fine al coinvolgimento militare nel conflitto, e insista affinché tutte le parti ripristinino il cessate il fuoco e tornino ad accettare la strada di negoziati pacifici.
La guerra scatenata dall’Azerbaijan ha un unico obiettivo: quello di entrare in possesso del territorio dell’Artsakh ma senza i suoi abitanti.
Ci appelliamo perché, sempre fedele alla sua Costituzione, l’Italia supporti la lotta per la libertà e la democrazia del popolo dell’Artsakh.
Firmatari:
ANTONIA ARSLAN – Scrittrice
DACIA MARAINI – Scrittrice
RICCARDO MUTI – Direttore d’orchestra
CRISTINA MAZZAVILLANI MUTI – Presidente e direttore artistico del Ravenna Festival
HENRIKH MKHITARYAN – calciatore, «Roma»
PAOLO KESSISOGLU – Аttore e autore
LUIGI DE MOSSI – Аvvocato e sindaco di Siena
LAURA EFHRIKIAN – Attrice
MARIANNA MORANDI – Attrice
ADELINA VON FÜRSTENBERG – Curatrice e produttrice indipendente
GIORGIO PETROSYAN – Kickboxer, Campione mondiale K1
BEPPE GIULIETTI – Presidente FNSI
MAURA CAPRIOLI – Giudice di Cassazione
MIKAYEL OHANJANYAN – Artista
ARIANE ASCARIDE – Attrice e sceneggiatrice
ROBERT JULES GUÉDIGUIAN – Regista, sceneggiatore e produttore cinematografico
OLIVIERO TOSCANI – Fotografo
ANNALIA GUGLIELMI – Scrittrice
DARIO VOLTOLINI – Scrittore
MASSIMO ZAMBONI – Musicista e scrittore
SIMONE VENTURINI – Assessore Cultura Comune Venezia
MATTIA CARLIN – Vicepresidente Unione dei Consoli in Italia
EUGENIO LO SARDO – Ex direttore generale dell’archivio di stato centrale
EDI RABINI – Presidente Fondazione Langer
BEATRICE VENEZI – Direttrice d’orchestra
MARCELLO FLORES – Docente Universitario, Studioso Genocidi
MARIO FERRANTE – Professore ordinario diritto ecclesiastico università di Palermo
UMBERTO GALIMBERTI – Filosofo, scrittore, giornalista del quotidiano La Repubblica
CORRADO OCONE – Filosofo
STEFANO ZECCHI – Filosofo
MASSIMO GHELARDI – Scrittore
FABIO VOLO – Attore, scrittore, conduttore radiofonico, conduttore televisivo, sceneggiatore
FEDERICO FALOPPA – Docente universitario
FRANCESCO GIUBILEI – Editore e giornalista, Presidente Fondazione Tatarella
ANNALIA GUGLIELMI – Intellettuale, Professoressa
ROBERTO PACI DALÒ – artista, docente universitario
GABRIELE NISSIM – Giornalista, Saggista e Storico
VIVIANA KASSAM – Presidente di Hebrew University, Braincircleitalia e Braincirclelugano
PAOLO CAMPINOTTI – Presidente di Confindustria Toscana
ANTONIO FERRARI – Giornalista Corriere Della Sera
ANNA MAZZONE – Giornalista TG2 RAI
STEFANIA BATTISTINI – Giornalista TG1 RAI
FRANCA GIANSOLDATI – Giornalista Il Messaggero
SIMONE ZOPPELLARO – Giornalista
PAOLO CAPPUZZO – Presidente della Associazione Italo Araba – Assadakah
TALAL KHRAIS – Scrittore e giornalista, Correspondente a Roma Agenzia Nazionale Informazione ANI . Libano
MARCO TOSATTI – Giornalista e autore
MIMMO LOMBEZZI – Giornalista, Vignettista
MARTA FEDERICA OTTAVIANI – Giornalista
DANIELE DELL’ORCO – Giornalista
ALESSANDRO ARAMU – Giornalista
ROBERTO OLLA – Giornalista
MILENA GABANELLI – Giornalista
ADRIANO SOFRI – Giornalista e attivista
SERGIO STERBINI – Vice Presidente Nazionale Sindacato Nazionale Agenti Assicurazione
PIETRO BARBETTA – Direttore Del Centro Milanese Di Terapia Della Famiglia
ANGELO GUERINI – Edizioni Angelo Guerini e Associati Spa
CHIARA ZAPPA – Giornalista
ALESSANDRO BELLI – Avvocato
GUIDO FERRADINI – Avvocato
ODILIA DANIELE – Avvocato e docente diritto canonico ed ecclesiastico
GRAZIA PETRULLI – Avvocato
VINCENZO BAFUNNO – Notaio
ANDREA RISTORI – Consulente aziendale
MASSIMO MARIO SIMONELLI – Architetto
GRAZIA MICHELACCI – Regista
STEFANO SACCO – Insegnante
FABIO GENOVESI- Scrittore
ALBERTO ELLI – Scrittore

 

BARBARIE IN NAGORNO KARABAKH (ARTSAKH) – BOMBARDATA DAGLI AZERI ANCHE LA CATTEDRALE DI SHUSHI

BARBARIE IN NAGORNO KARABAKH (ARTSAKH) – BOMBARDATA DAGLI AZERI ANCHE LA CATTEDRALE DI SHUSHI

Non contento di bombardare a tappeto gli insediamenti civili della repubblica dell’Artsakh, di lanciare razzi su Stepanakert e le altre città, di costringere la popolazione a vivere nelle cantine come accaduto durante la guerra degli anni Novanta, ora il dittatore Aliyev arriva a colpire anche i simboli religiosi.

Questa mattina è infatti stata colpita da razzi la cattedrale di Ghazanchetsots (san Salvatore) nella cittadina di Shushi.

Per il “Consiglio per la comunità armena di Roma” si tratta di un atto gravissimo e ancora una volta domanda l’attenzione dell’Italia e dell’Europa e la condanna di queste azioni barbare che colpiscono la fede degli individui.

L’Azerbaigian (forse per compiacere i mercenari jihadisti tagliagole che combattono per esso) cerca di spostare il conflitto sul piano di una guerra di religione.

Tutto ciò è inaccettabile; è vergognoso colpire simboli religiosi a qualunque confessione essi appartengano.

La cattedrale di Shushi sorge in luogo piuttosto isolato lontano da qualsiasi edificio che possa avere un minimo interesse strategico. È stata colpita in quanto simbolo della rinascita del popolo armeno dopo la guerra di trenta anni fa.

CONSIGLIO PER LA COMUNITA’ ARMENA DI ROMA

www.comunitaarmena.it