MODENA – 05 novembre 2016 – La Prof.ssa Uluhogian tra i vincitori dell’edizione 2016 del Premio Tassoni

Sabato 5 novembre, a Modena,

presso il Teatro San Carlo, via San Carlo 5, alle ore 18,30.

Cerimonia di premiazione del

PREMIO ALESSANDRO TASSONI

poesia, narrativa, teatro, saggistica

Undicesima edizione, Modena, Anno 2016
a cura dell’Associazione Culturale Le Avanguardie e della rivista Bollettario,
in collaborazione con il Comune di Modena e la Biblioteca Estense Universitaria
Patrocinio della Regione Emilia-Romagna, della Provincia di Modena 
e dell’Università di Modena e Reggio Emilia – Facoltà di Lettere e Filosofia –

 

Giuria
Annalisa Battini, Augusto Carli, Nadia Cavalera (presidente), Francesco Muzzioli, Sandro Sproccati, Giorgio Zanetti

 

Biancamaria Frabotta (honoris causa),
Franco Buffoni e Gabriella Uluhogian
i vincitori dell’undicesima edizione

Sono state ultimate tutte le operazioni relative all’Undicesima Edizione del Premio Alessandro Tassoni.
Di seguito i libri vincitori per la sezione A.
NARRATIVA:
Franco Buffoni, Il racconto dello sguardo acceso (Marcos y Marcos, Milano 2016)
SAGGISTICA:
Gabriella Uluhogian, Gli Armeni (Il Mulino, Bologna 2015)
Per la Sezione POESIA (Studenti Scuole Superiori):
Pietro Barani; Daniele Borsari; Carolina Piricò (pari merito).
Vincitrice dell’honoris causa (alla carriera) la poeta Biancamaria  Frabotta, dal lungo impegno rinomato e qualificato. Fondamentale, inoltre, per la storia della poesia italiana,  l’antologia da lei curata della poesia femminile italiana dal dopoguerra ad oggi, “Donne in poesia” (Savelli, Roma, 1976).
La cerimonia di premiazione è fissata per sabato 5 novembre, a Modena, presso il Teatro San Carlo, via San Carlo 5, alle ore 18,30..
La serata , allietata dai musicisti Claudio Bergamini (clarinetto) e Cristina Blarzino (arpa),
sarà condotta da Andrea Ferrari.
L’omaggio al Tassoni con letture tratte dal  Canto XI canto della “Secchia rapita” e dal corpus delle poesie, sarà ad opera dell’attrice Barbara Corradini e di Nadia Cavalera.
A dare voce alle poesie vincitrici della Sezione Studenti: Edoardo Buffagni

La presidente
Nadia Cavalera

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Biografie degli autori e i libri vincitori

Biancamaria Frabotta (honoris causa)

Biancamaria Frabotta, nata a Roma nel 1946, è docente di  letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Roma “La Sapienza” (imminente la pensione).
Negli anni Settanta ha partecipato al movimento femminista con ampia attività pubblicistica. Dal 1981 al 1983 è stata redattrice della rivista femminile “Orsa minore”. Dal 1989 al 1991 è stata redattrice della rivista “Poesia”. Ha pubblicato i seguenti volumi di poesia: “Il rumore bianco” (Feltrinelli, Milano, 1982) “Appunti di volo e altre poesie” (La Cometa, Roma, 1985) “Controcanto al chiuso” (Rossi § Spera Editori, Roma, 1991) “La viandanza” (Mondadori, Milano, 1995, Premio Montale 1995) “High Tide”, Dublin, Poetry Ireland LTD, 1998 (versioni inglesi di poesie tratte da “La viandanza”) e “Terra contigua” (Empirìa, Roma, 1999).
Nel 1994 è iniziata la collaborazione con l’artista Giulia Napoleone con cui ha realizzato i libri d’arte “Controcanto al chiuso” (monologo teatrale con due incisioni di G. Napoleone, Edizioni della Cometa, Roma, 1994) “Ne resta uno” (sedici haiku con sei incisioni di G.Napoleone, Il Ponte, Firenze, 1996) e la cartella “Sopravvivenza del bianco” (con sei maniere nere di G. Napoleone, Scheiwiller, Milano, 1997). Ha inoltre pubblicato un romanzo, “Velocità di fuga”, Reverdito, Trento, 1989 (Premio Tropea 1989).
Per il teatro ha scritto la trilogia “Trittico dell’obbedienza”, Sellerio, Palermo, 1996. Nell’ambito di un’ampia opera saggistica ha curato l’antologia della poesia femminile italiana dal dopoguerra ad oggi, “Donne in poesia” (Savelli, Roma, 1976), ha pubblicato “Letteratura al femminile” (De Donato, Bari, 1980) e “Giorgio Caproni, il poeta del disincanto” (Officina edizioni, Roma, 1993).
Ha partecipato nel 2004 a “Il cammino delle comete” e nel 2005 agli Incontri di Sarajevo.


NARRATIVA:
Franco Buffoni, Il racconto dello sguardo acceso (Marcos y Marcos, Milano 2016
È veramente acceso lo sguardo sul mondo in questi racconti appassionati. Che si parli di un amore consumato dietro la saracinesca chiusa di una pizzeria, di una ragazza sensuale che attraversa un ponte di Londra a grandi falcate e chiede a un passante “can you give me fire”, che si tocchi il problema delle farmacie di turno e delle indicazioni sull’autostrada per Gravellona Toce, corpo e mente sono felicemente allerta, per godere, per cogliere la bellezza, ma anche per denunciare la stortura, la meschinità, l’affronto. Il mondo si percorre in lungo e in largo, da Tunisi al Lago di Lugano, con gli occhi pieni di domande, il cuore predisposto alla sorpresa. I ladri arrivano all’ora del lupo, ma ci si può difendere; una seduta burocratica si trasforma in un reading se si evoca il ‘sublime clandestino’; e Pasolini non è morto invano. Politica e amore, sesso e letteratura si fondono in un racconto di racconti trascinante, come accade in effetti nella vita, e basta un attimo perché ragionamenti ed emozioni diventino poesia.

Franco Buffoni (Gallarate, 1948) è un poeta, traduttore e docente universitario di letteratura italiano.Dal 1989 è direttore della rivista sulla teoria e pratica della traduzione poetica «Testo a fronte» e dal 1991 è curatore dei Quaderni italiani di poesia contemporanea, pubblicati ogni due anni. È professore ordinario di Critica Letteraria e Letterature Comparate presso l’Università degli studi di Cassino. Ha pubblicato diverse raccolte di poesie e romanzi. Le sue opere sono state incluse in varie antologie di poesia italiana contemporanea. Ha tradotto tra gli altri John Keats, Donald Barthelme, Robert Fergusson, George Gordon Byron, Samuel Taylor Coleridge, Rudyard Kipling, Oscar Wilde, Seamus Heaney e William Butler Yeats.
Già vincitore in passato di una edizione, dal 2010 presiede la giuria del premio letterario Giuseppe Tirinnanzi.

 

SAGGISTICA:
Gabriella Uluhogian, Gli Armeni (Il Mulino, Bologna 2015)
Si ricordano gli armeni quasi solo per il terribile genocidio patito nel 1915 e per le polemiche di cui tuttora questo è oggetto. Ma quella armena è una storia molto più ricca e antica: la storia di un territorio ponte fra Oriente e Occidente e di un popolo millenario che ha conservato e tramandato una cultura fortemente identitaria. Ricco di informazioni, il libro ripercorre la storia armena dalle origini più antiche a oggi, presentando anche un quadro generale della religione, della lingua, della letteratura.

Gabriella Uluhogian
Ha insegnato per più di trent’anni Lingua e Letteratura Armena nella Facoltà di Lettere e Filosofia di Bologna. I suoi interessi, di tipo storico-filologico, vertono principalmente sulla letteratura armena classica e sulle traduzioni in armeno di testi greci classici e patristici. Parallelamente la sua ricerca è indirizzata allo studio dei documenti che testimoniano le secolari relazioni tra gli Armeni e l’Italia. È autrice di più di cento articoli di carattere scientifico riguardanti appunto la letteratura armena, gli antichi manoscritti e la presenza degli Armeni in Italia. Tra le numerose pubblicazioni si ricorda l’edizione critica della versione armena delle Regole di San Basilio di Cesarea (Peeters, 1993); in collaborazione con M. Bais e L.D. Nocetti ha curato la traduzione italiana dello storico armeno P‘awstos Buzand: P‘awstos Buzand Storia degli Armeni (Mimesis, 1997); nel volume Un antica mappa dell’Armenia. Monasteri e santuari dal I al XVII secolo (Longo, 2000) presenta un documento rimasto ignorato per secoli nella Biblioteca Universitaria di Bologna. La mappa, compilata da un intellettuale armeno di Costantinopoli nel 1691 e commissionata dal conte bolognese Ferdinando Marsili, rappresenta i monasteri, i santuari e i luoghi di culto sparsi sui territori abitati dalle comunità armene. Da annoverare è anche il Catalogo dei manoscritti armeni delle biblioteche d’Italia (Istituto Poligrafico dello Stato, 2010). Ha curato numerose pubblicazioni tra le quali si ricorda: Armenia, impronte di una civiltà (Skira, 2012) in collaborazione con B.L. Zekiyan e V. Karapetian; volume edito a seguito della mostra omonima presentata a Venezia in occasione delle celebrazioni del quinto centenario della stampa del primo libro in lingua armena, avvenuta appunto a Venezia nel 1512. È, inoltre, membro effettivo di numerose associazioni scientifico-culturali nazionali e internazionali quali Association internationale des Etudes Arméniennes (AIEA), l’Associazione Padus-Araxes, l’Accademia delle Scienze della Repubblica Armena, l’Accademia Ambrosiana.

 

MILANO – 29 ottobre 2016 – XX Seminario Armenistico Italiano

ASSOCIAZIONE CULTURALE PADUS-ARAXES XX Seminario Armenistico Italiano

Sabato 29 ottobre 2016 Milano, Casa Armena Piazza Velasca 4, 3° piano X

X SEMINARIO ARMENISTICO ITALIANO

Programma delle relazioni

Mattino

10.30-10.45 S.E. Mons. Levon Zekiyan Presidente dell’Associazione Padus-Araxes Parole di saluto

10.45-11.30 Paola Mildonian Medioevo latino e orientale: il ruolo della lingua e della letteratura armena (lectio magistralis)

11.30-11.50 Federico Alpi La scuola di Grigor Magistros Pahlawuni (XI sec.): racconti dalle Lettere

11.50-12.10 Mauro Zonta Ultime osservazioni di linguistica comparativa: ‘persona’, ‘felicità’, ‘analogia’ in armeno classico

12.10-12.30 Hripsime Mamikonyan Simēon Lehac’i: XVII century traveler in the background of his times

12.30-13.00 Discussione

Pomeriggio

14.30-14.50 Benedetta Contin Il pensiero scientifico di Davide l’Invitto nella Grande Armenia in epoca selgiuchide (XI -XII sec.): Yovhannès Sarkawag e le sue opere

14.50-15.10 Marta Filippini La storia di un Maštocʻ del XIV secolo salvato. Analisi e restauro del codice Ms. Arm. 2 della Biblioteca Provinciale dei Cappuccini di Bologna

15.10-15.40 Rebecca Borsella Il padre gesuita Jacques Villotte (1656-1743) e il suo Dictionarium novum Latinum-Armenium 15.40-16.30 Discussione finale

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L’ARMENIA DI IERI E QUELLA DI DOMANI, di Anna Mazzone 15-16 ottobre ore 14.30 Rai Radio3

il 15 e il 16 ottobre alle 14.30 la trasmissione Passioni di RaiRadio3 sarà dedicata all’Armenia: va in onda l’audiodoc di Anna Mazzone L’ARMENIA DI IERI E QUELLA DI DOMANI

Passioni del 15/10/2016 – RaiRadio3 ore 14.30
L’Armenia di ieri e quella di domani
L’Armenia non è solo un Paese nel cuore del Caucaso, ma è un luogo dell’anima, dove il tempo si ferma ed è possibile sfiorare i contorni del proprio spirito. Tonino Guerra l’amava per questo, per i suoi monasteri secolari scolpiti nelle rocce e per la tenacia e il coraggio di un popolo che non si è mai arreso davanti alle tragedie, come il genocidio del 1915 che spazzò via più di un milione e mezzo di Armeni. Nella prima tappa del suo viaggio in Armenia Anna Mazzone entra nelle pieghe del tempo e della tradizione del primo Paese cristiano al mondo.
http://www.passioni.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-a6bbfc2c-70eb-408c-bd71-a846a7410558.html?refresh_ce

Passioni del 16/10/2016 – RaiRadio3 ore 14.30
L’Armenia di ieri e quella di domani

Nella seconda tappa del suo viaggio in Armenia Anna Mazzone scopre un volto nuovo dell’Armenia, interamente proiettato verso il futuro. Dagli antichi monasteri si passa al Tumo Center, polo di eccellenza per la tecnologia e l’informatica, dove anche i bambini imparano a costruire i robot, e poi le startup dove lavorano tanti italiani, che in Armenia hanno trovato una seconda casa. L’Armenia scommette sui giovani e sul loro talento e corre veloce verso il suo domani per raggiungere sviluppo e stabilità economica.
http://www.passioni.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-2ef23d12-1f7f-425c-9b27-834e43e3d4e7.html?refresh_ce

Sintonizzatevi e buon ascolto!

ROMA – 19 ottobre 2016 – MACRO: 1915 The Armenian Files di Roberto Paci Dalò

Mercoledì 19 ottobre 2016, alle ore 17:00 il MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma di Roma ospiterà concerto e film relativi al progetto 1915 The Armenian Files di Roberto Paci Dalò, a cura di Maria Savarese.

L’evento è promosso da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con il patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica d’Armenia in Italia. Il progetto “1915 The Armenian Files” trae ispirazione dal genocidio armeno e comprende un film, una mostra, un’opera radiofonica, un concerto multimediale, e un disco omonimo uscito l’11 dicembre 2015, data del riconoscimento del Premio Napoli all’artista, pubblicato da Marsèll insieme a Giardini Pensili, Arthub (Shanghai/Hong Kong) e all’Ambasciata della Repubblica d’Armenia in Italia.

A partire da testi del poeta armeno Daniel Varoujan, Paci Dalò mescola elettronica, voci, strumenti acustici, ritmi e trame sonore tratte da materiale d’archivio in una tessitura fatta di suggestioni e citazioni che sono ormai il suo tratto distintivo. Boghos Levon Zekiyan (attualmente Arcivescovo di Istanbul) è la voce narrante di questo lavoro e ha registrato questi testi nel 2000 in un giardino di Venezia. Il film della performance è stato girato dall’artista a Bourj Hammoud (Beirut) la “città armena” creata dopo il 1915 dai profughi fuggiti dalle persecuzioni dell’impero ottomano e accolti a Beirut.

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ROMA – 07 ottobre 2016 – CONCERTO PER CORO MISTO di A. Schnittke Dedicato alla Proclamazione di San Gregorio di Narek a Dottore della Chiesa Universale

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L’Ambasciata della Repubblica d’Armenia presso la Santa Sede

e il Sovrano Militare Ordine di Malta 

         Sotto il Patrocinio di    

 Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione

in collaborazione con

 Accademia Nazionale di Santa Cecilia – Fondazione

 

Ha il piacere di invitare la S.V. all’esecuzione del

 

CONCERTO PER CORO MISTO di A. Schnittke

Dedicato alla Proclamazione di San Gregorio di Narek a Dottore della Chiesa Universale

 

L’Ambasciata della Repubblica d’Armenia presso la Santa Sede e il Sovrano Militare Ordine di Malta, in occasione del Giubileo Straordinario della Misericordia e del 25° Anniversario dell’Indipendenza della Repubblica d’Armenia organizza, in collaborazione con il Coro dell’Accademia di Santa Cecilia, l’esecuzione del “Concerto per Coro Misto (1984-85)” di Alfred Schnittke.

Il Coro dell’Accademia di Santa Cecilia, che dalla fine dell’Ottocento accompagna l’omonima Accademia Nazionale in pluripremiate opere polifoniche e sinfoniche classiche e moderne, si esibirà per la prima volta nell’esecuzione di questo concerto sotto la direzione del Maestro Ciro Visco.

Il Concerto per Coro Misto (Kontsert dlja Smeshannogo Khora) fu composto da Alfred Schnittke fra il 1984 e il 1985 ed è considerato uno dei capolavori della musica corale del XX secolo. Trae ispirazione dal terzo capitolo del Libro delle Lamentazioni del poeta e religioso armeno Gregorio Narekaci, vissuto fra il 951 e il 1003. L’opera conobbe grande diffusione già nel Medioevo, grazie alla forza evocativa delle immagini utilizzate dal poeta e allo spirito profondamente religioso che pervade l’opera senza fare a meno di un individualismo molto diffuso nella poesia armena dell’epoca. Il compositore Alfred Schnittke cercò di rispecchiare nella propria opera il complesso mondo interiore del monaco, costruendo il Concerto per Coro Misto in quattro movimenti altamente espressivi dal punto di vista della recitazione e molto astratti dal punto di vista della struttura musicale.

Ciro Visco è stato nominato Maestro del Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia nel 2010, e nel 2015 Accademico di Santa Cecilia. Negli anni passati ha diretto altri grandi cori, quali quello del Teatro Carlo Felice di Genova, quello del Teatro San Carlo di Napoli e di Radio France. 

 

 

Venerdì 7 Ottobre

Inizio ore 19.00 (ingresso dalle 18.30)

Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola

Via del Caravita, 8a – Roma

 

 

Ingresso libero fino ad esaurimento posti

armvaticanembassy@mfa.am

+39 06 87655701

 

Regione Basilicata: Genocidio popolo armeno, approvata mozione Pace

27.09.2016

Il documento impegna il Consiglio “a trasmettere tale atto alla direzione del Memoriale del genocidio della capitale armena Yerevan per inserire il nominativo della Regione Basilicata nella lista dei ‘Giusti’ per la memoria del Metz Yeghern”

(ACR) – Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità una mozione di iniziativa del consigliere regionale Aurelio Pace (Gm) sul centenario del genocidio del popolo armeno.

Con la mozione si impegna il Consiglio regionale a “comunicare l’avvenuta approvazione di tale atto al Consiglio per la comunità armena di Roma affinché la trasmetta alla direzione del Memoriale del genocidio della capitale armena Yerevan ed il nominativo della Regione Basilicata sia inserito nella lista dei ‘Giusti’ per la Memoria del Metz Yeghern (il Grande Male) insieme a tutti gli altri che hanno adottato simili risoluzioni”.

“E’ pervenuta – si legge nel documento – la richiesta del Consiglio per la Comunità armena di Roma per un atto ufficiale di riconoscimento del genocidio del popolo armeno in occasione delle commemorazioni del centenario di tale tragedia. Questo dramma storico è stato riconosciuto come genocidio dalla Sottocommissione per i diritti umani dell’Onu nel 1973 e 1986, dal Parlamento europeo nel 1987, dal Parlamento italiano, da tutti i gruppi parlamentari, in data 17 novembre 2000 e anche dalla stessa Corte marziale ottomana nel 1919. E’ necessario che l’opinione pubblica approfondisca il dramma del popolo armeno affinché tali tragedie della storia siano di monito soprattutto alle giovani generazioni”.

Nella successiva votazione, relativa alla richiesta del consigliere Bradascio di rinviare alla prossima seduta l’esame di una sua mozione sulla maternità surrogata, il presidente Mollica, constatata la mancanza del numero legale (erano presenti al momento del voto i consiglieri Bradascio, Cifarelli, Miranda Castelgrande, Mollica, Napoli, Pace, Robortella e Romaniello) ha dichiarato sciolta la seduta.

Scarica la delibera

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Novità in Libreria: Aldo Ferrari, Armenia. Una cristianità di frontiera.

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Aldo Ferrari, Armenia. Una cristianità di frontiera, con una prefazione di Antonia Arslan, Il Cerchio, Rimini 2016.

Nel 2015 ricorre il primo centenario dello sterminio degli Armeni e di altre minoranze religiose, ad opera del governo Turco dell’epoca, in mano alla sètta modernizzatrice dei “Giovani Turchi” guidati da Mustafà Kemal Ataturk. A dispetto del tentativo di oscurare l’efferatezza del primo genocidio del Novecento da parte dei governanti turchi attuali, sempre più questo tremendo episodio si impone all’attenzione dell’Europa intera. Ma chi erano, chi sono oggi gli Armeni? Questo sintetico saggio ci permette di comprendere l’unicità di questo popolo antico, forgiatosi da più di 1700 anni attorno alla propria Identità Cristiana. Un’identità che gli ha consentito di sopravvivere ancor oggi in una diaspora di ampiezza mondiale. Una storia affascinante e ancora sconosciuta.

ALDO FERRARI, tra i maggiori studiosi ed esperti italiani delle culture del Caucaso, rinomato slavista, ha al suo attivo decine di volumi, traduzioni e testi critici. Per Il Cerchio ha pubblicato l’antologia La Russia e la storia universale.

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Roma – dal 23 al 25 settembre 2016 – Mostra sul Progetto Julfa curato dall’Australian Catholic University

Il 24 e il 25  settembre 2016 è allestita a  Roma, presso Soap Factory, Via degli Argonauti 16,

una importante e singolare Mostra dedicata ai Khatc’kar di Julfa dal titolo “The Julfa Project” curato dall’Australian Catholic University.

La Mostra è aperta dalle ore 11 alle ore 21, l’entrata è  libera.

Questo importante progetto intende ricostruire virtualmente il cimitero armeno di Julfa con le tipiche croci in pietra che sono state completamente distrutte dalle truppe azere nel 2005.

per ulteriori info visitare il sito: julfaproject.wordpress.com/

Riportiamo a riguardo di seguito il testo della campagna lanciata nel 2005.

FERMIAMO LA DISTRUZIONE DELLE CROCI ARMENE

Il “Consiglio per la Comunità armena di Roma” rende noto di aver rivolto un appello in data 22.12.05 alla COMMISSIONE NAZIONALE ITALIANA PER L’UNESCO affinché si adoperi, per tramite dell’Unesco e degli altri organismi internazionali eventualmente interessati, per far cessare le attività di distruzione e vandalismo poste in essere da militari azeri nel sito archeologico di Giulfa. Non sono infatti venute meno le segnalazioni di scempio delle croci di pietra armene (katchkar) del cimitero armeno, nonostante gli appelli internazionali e le promesse del governo di Baku. Delle dodicimila steli litiche, innalzate tra il tredicesimo ed il diciassettesimo secolo, con funzione commemorativa, celebrativa e funeraria, considerate fra le manifestazioni più originali della cultura e del costume religioso dell’Armenia medioevale, ne rimangono ormai poche centinaia, in precarie condizioni. Il mondo civile, che non ha mai esitato a ergersi paladino del rispetto e della dignità della memoria di un popolo (come ,ad esempio, per il caso delle statue di Bhudda abbattute in Afghanistan dal regime talebano), deve esprimere ferma condanna verso l’attività di distruzione compiuta dal governo azero nel sito medievale armeno.

Nonostante gli appelli lanciati a livello internazionale l’azera furia barbara non si è arrestata. I più recenti documenti testimoniano che nell’area, trasformata in campo di tiro militare e spianata con le ruspe, non rimane più alcun reperto. I diecimila katchkar di Giulfa sono perduti per sempre!

Per saperne di più

Christian Bale, Oscar Isaac e il genocidio armeno nel trailer di The Promise (Quotidiano.net 12.09.16)

Un triangolo amoroso, la guerra che esplode, la lotta per la sopravvivenza di un’intera comunità: ecco gli ingredienti del film The Promise, presentato in anteprima mondiale l’11 settembre durante il Toronto International Film Festival.

La storia è ambientata in Turchia alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, nel 1914, quando Istanbul si chiamava Costantinopoli e quando la Turchia era solo una parte del più vasto Impero Ottomano. È in questo contesto che incontriamo Michael Boghosian (Oscar Isaac). È un brillante studente di medicina che sbarca nella capitale dell’Impero determinato a portare le sue conoscenze mediche agli abitanti di Siroun, nel sud della Turchia, villaggio d’origine della sua famiglia e luogo nel quale da secoli convivono pacificamente armeni cristiani e turchi musulmani.
I nobili intenti del giovane medico sono contrastati da due eventi: il primo è l’ingresso in guerra dell’Impero Ottomano e la conseguente persecuzione delle minoranze etniche al proprio interno, premi fra tutti gli Armeni; il secondo è l’incontro con Ana (Charlotte le Bon), un’artista arrivata a Costantinopoli da Parigi insieme al fotoreporter Chris Myers (Christian Bale), che è innamorato di lei. Le cose si complicano enormemente perché scocca la scintilla tra Michael e Ana e perché entrambi hanno sangue armeno nelle vene.
Il regista e sceneggiatore di The Promise è il nordirlandese Terry George, famoso soprattutto per aver scritto Nel nome del padre (1993) e per aver scritto e diretto Hotel Rwanda (2004). Le immagini del primo trailer ufficiale ci aiutano a capire che tipo di pellicola ha confezionato, in attesa di conoscere le date d’uscita nelle sale di tutto il mondo.

Campagna “Memoria 100” – Obiettivo Raggiunto

In occasione del  centenario del genocidio armeno che ricorreva nel 2015, il “Consiglio per la comunità armena di Roma” ha lanciato una campagna denominata  progetto “Memoria 100” che aveva l’intento di sensibilizzare le amministrazioni territoriali di tutta Italia affinché, con l’approvazione di una mozione di solidarietà, non si dimenticasse il dramma vissuto dagli armeni e si desse alla cittadinanza ed all’opinione pubblica un chiaro segnale di impegno civile.

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