Il canto spezzato del popolo armeno: l’evento a Monza (Quindicinews 05.04.24)

Domenica 7 aprile, ore 17.30 – Sala Picasso Binario 7 (via Turati 8)
Il canto spezzato del popolo armeno: ieri e oggi
Serata dedicata alla Memoria, ai canti ed alla Storia armena.

Intervengono:
L’Armenia e il Nagorno K. – Artsakh al cospetto della Storia
Amb. Bruno Scapini – diplomatico, già ambasciatore d’Italia in Armenia

Analisi del Nagorno K. – Artsakh: profilo storico-giuridico
Cristina Carpinelli – CESPI Centro Studi Problemi Internazionali

Esposizione dei fatti storici
Ani Balian – Unione Armeni d’Italia

Reading di poesie: Luca D’Addino
Canto: Ani Balian
Pianoforte: M° Gianfranco Iuzzolino

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Progetto Nor Arax (Lafolla 05.04.24)

Per il penultimo appuntamento della serie Discovery, pensata per esplorare repertori diversi dalla classica, martedì 9 aprile 2024 (Teatro Vittoria – ore 20) l’Unione Musicale ospita il Progetto Nor Arax, nato nel 2007 da un’idea del musicista torinese Maurizio Redegoso Kharitian per diffondere la musica e la letteratura armena. Il nome Nor Arax si ricollega alla storia degli armeni che trovarono rifugio in Italia, in particolare in Puglia, dopo il Genocidio del 1915; come racconta Redegoso Kharitian, nell’intervista esclusiva raccolta dall’Unione Musicale, «gli esuli armeni fondarono un villaggio che chiamarono Nor Arax. Aras o Arax è il nome di un fiume che scorre lungo l’Armenia, la Turchia, il Caucaso e l’Iran, crocevia di culture millenarie. Nor significa nuovo, il nuovo sentimento, il nuovo senso per quelle acque che scorrono: non più confine, separazione, ma unione e vita». Quello stesso spirito vitale e quella stessa volontà di unire animano il Progetto, che non si identifica con un ensemble fisso ma, definendosi come un “laboratorio artistico permanente”, assume formazioni diverse per esplorare al meglio il patrimonio culturale dell’Armenia.

 

Per il suo debutto all’Unione Musicale, Progetto Nor Arax si presenta con un originale trio formato da Maurizio Redegoso Kharitian alla viola, Tatevik Aivazian al pianoforte e Aram Ipekdjian al duduk (una sorta di oboe della tradizione orientale) e con un programma che offre “assaggi” del variegato panorama musicale armeno. La proposta spazia dalle composizioni di Komitas Vardapet, considerato il padre della musica armena moderna perché i suoi lavori e le sue trascrizioni di pezzi popolari ebbero un’enorme influenza tra i suoi compatrioti, a quelle di Tigran Mansurian, il più importante compositore armeno vivente, caratterizzato da uno stile arcaico e legato alla spiritualità della sua terra. Si segnalano inoltre la Suite per viola e pianoforte del celebre Aram Khatchaturian, brani del folklore caucasico raccolti da Georges Ivanovich Gurdjieff nella prima metà del Novecento e inni sacri.

Il concerto è concepito come un viaggio musicale ad Hayastan, il nome più antico dell’Armenia, che – prosegue Redegoso Kharitian – «partendo dalla nostra epoca contemporanea giunge a ritroso fino ai primi canti cristiani di matrice armena». Uno spazio importante è riservato alla musica popolare che continua a essere una fondamentale fonte d’ispirazione: «In tutte le opere che ho ricevuto da compositori armeni sparsi in tutto il mondo, sono chiare le presenze di stilemi tipici della musica orientale, a volte con suggestioni ispirate anche dalla magnifica architettura dei monasteri armeni».

Tutte le serate della serie Discovery si arricchiscono di un aperitivo prima del concerto (ore 19.30) servito nel foyer al primo piano del Teatro Vittoria e incluso nel costo del biglietto. Gli aperitivi sono a cura di Locanda Leggera, primo locale a rifiuti zero d’Italia, per una proposta nel segno della sostenibilità.

martedì 9 aprile 2024 Teatro Vittoria, Torino, via Gramsci 4 ore 19.30 aperitivo – ore 20 concerto DISCOVERY

Progetto Nor Arax Maurizio Redegoso Kharitian viola Aram Ipekdjian duduk Tatevik Aivazian pianoforte

Hayastan Frammenti musicali dall’Armenia Musiche di Khatchaturian, Mansurian, Hovhaness, Babadjanian, Avedissian, Gurdjieff, Komitas

BIGLIETTERIA biglietto unico (aperitivo+ concerto) euro 10 in vendita online su www.unionemusicale.it, presso la biglietteria di Unione Musicale e, il giorno del concerto, presso il Teatro Vittoria dalle ore 19

INFORMAZIONI Unione Musicale, piazza Castello 29 – 101023 Torino tel. 011 566 98 11 – info@unionemusicale.it – www.unionemusicale.it orario: martedì e venerdì 10.30-14.30 – mercoledì 13-17

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Il segretario di Stato USA Blinken invita l’Azerbaigian ad allentare le tensioni con l’Armenia (Euroactiv 04.04.24)

Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha invitato mercoledì (3 aprile) il leader dell’Azerbaigian ad allentare le tensioni che si sono nuovamente accese con l’Armenia, in vista di un’offerta USA-UE per sostenere economicamente Erevan.

In una telefonata con il Presidente Ilham Aliyev prima dei colloqui con l’Armenia a Bruxelles, Blinken ha appoggiato i colloqui di pace in corso tra gli avversari del Caucaso, che secondo lui potrebbero portare “benefici economici all’intera regione”.

Blinken “ha sottolineato che non vi è alcuna giustificazione per l’aumento della tensione al confine e ha ammonito che le azioni aggressive e la retorica di qualsiasi parte minerebbero le prospettive di pace”, ha dichiarato il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller in un comunicato.

Il diplomatico statunitense ha anche fatto pressione su Aliyev affinché rispetti i diritti umani in patria e ha discusso del cambiamento climatico. L’Azerbaigian, nonostante sia un importante estrattore di combustibili fossili, ospita il vertice delle Nazioni Unite sul clima di quest’anno.

Martedì l’Armenia e l’Azerbaigian si sono scambiati accuse di aver aperto il fuoco attraverso il loro confine, rinnovando i timori di un conflitto.

L’anno scorso l’Azerbaigian ha sottratto la regione del Nagorno-Karabakh ai separatisti armeni con un’offensiva militare lampo. Le forze azere hanno preso il controllo dell’enclave sul suo territorio, popolata dall’etnia armena, scatenando un esodo di oltre 100.000 armeni.

Il presidente dell’Azerbaigian rafforza la presa sul potere dopo la vittoria in Karabakh

I risultati ufficiali hanno mostrato che il presidente azero Ilham Aliyev si è assicurato un quinto mandato consecutivo nelle elezioni di mercoledì (7 febbraio), un risultato atteso dopo la storica vittoria del suo Paese sui separatisti armeni lo scorso anno.
I …

Da allora, Aliyev e il primo ministro armeno Nikol Pashinyan hanno espresso la speranza di un accordo di pace globale.

Venerdì Pashinyan incontrerà a Bruxelles Blinken e i leader dell’Unione Europea, mentre l’Occidente cerca di consolidare i legami e il sostegno economico con l’Armenia, che sta cercando di abbandonare la dipendenza dalla Russia.

L’Armenia ha un’alleanza di lunga data con Mosca e si è infuriata quando la Russia – consumata dalla guerra in Ucraina e infastidita dalle aperture di Pashinyan alverso l’Occidente – non è riuscita a fermare la vittoria militare dell’Azerbaigian lo scorso anno.

Il mese scorso Pashinyan ha chiesto un ampio dialogo pubblico sulla prospettiva che il Paese chieda l’adesione all’UE.

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Gerusalemme, nuovo attacco di coloni ebraici (e polizia) al quartiere armeno (Asianews 04.04.24)

Nel mirino le proprietà contese nella zona denominata “Giardino delle Vacche”, da tempo al centro di una controversia anche legale. Le forze dell’ordine, senza presentare alcun mandato, hanno sostenuto gli assalitori nel tentativo di sgombero. Il patriarcato in una nota chiede “ai cristiani di tutto il mondo” di difendere e sostenere la battaglia della comunità di Terra Santa.

Gerusalemme (AsiaNews) – All’ombra della guerra a Gaza, anche sul fronte interno israeliano si consumano attacchi, abusi e violazioni da parte di polizia, gruppi radicali e autorità governative che passano in gran parte sotto silenzio. Prova ne è quanto successo – di nuovo – ieri mattina verso le 11 nel quartiere armeno di Gerusalemme, in una zona denominata “Giardino delle Vacche” (Goveroun Bardez): le forze dell’ordine e un gruppo di coloni ebraici hanno cercato di attuare uno sfratto “illegale”, in un’area contesa da tempo al centro di una controversia finita anche nelle aule di tribunale. Il tentativo di esproprio, sottolinea una nota del Patriarcato armeno di Gerusalemme, “è iniziato con la distruzione delle proprietà” e con “assalti al clero e agli armeni locali”.

Gli avvocati che rappresentano la comunità armena di Gerusalemme hanno condannato il comportamento della polizia e dei coloni, che hanno beneficiato della “copertura” degli agenti nel tentativo di entrare illegalmente nel “Giardino”. L’obiettivo era di cacciare con la forza – e contro il diritto – gli armeni e di modificare lo status quo dell’area. Fonti rilanciate dal Tatoyan Foundation Center for Law and Justice riferiscono che le forze dell’ordine hanno “rimosso illegalmente” le barricate a protezione “senza un ordine del tribunale e preavviso”. A seguire è scoppiata “una rissa” tra membri della comunità “compreso il clero” e gli assalitori spalleggiati dalla polizia.

La nota del patriarcato armeno precisa che a guidare “lo sgombero era Assaf Harel”, ufficiale di polizia, e il gruppo di agenti intervenuti, seppure sollecitati, non ha saputo mostrare i documenti che autorizzavano l’operazione, compreso “l’allontanamento fisico dei sacerdoti”. “I permessi o gli ordini del tribunale – prosegue la dichiarazione – non sono stati presentati”, ma gli agenti hanno continuato a “proteggere e assistere i rappresentanti di Xana Gardens nella loro distruzione di proprietà”. “È chiaro che le provocazioni di oggi sono un tentativo di creare un precedente contro il quartiere armeno e le sue terre legittime. Continueremo a difendere la nostra posizione e chiederemo ai cristiani di tutto il mondo – conclude la nota patriarcale – di mettere in luce queste invasioni senza fine della pacifica comunità cristiana armena”.

La vicenda è esplosa nel maggio scorso, ma il contratto era stato firmato in gran segreto nel luglio 2021 e prevede l’affitto per quasi un secolo di “Cow’s Garden”, oggi un parcheggio utilizzato per recarsi al muro del pianto. L’uso – assieme ad altre proprietà menzionate nel contratto – da parte degli ebrei ha provocato l’ira degli armeni, che da tre anni si battono per tornare a disporne a pieno titolo. A originare lo scontro l’affitto per 99 anni – una cessione di fatto – di proprietà immobiliari a un imprenditore ebreo australiano dall’impero economico opaco, che muove da dietro le quinte. Di recente la comunità armena ha presentato ricorso in tribunale, con l’obiettivo di “invalidare” la locazione fra patriarcato e Xana Capital. L’azione si basa sul presupposto che i terreni sono detenuti in via fiduciaria a beneficio della comunità con un fondo waqf istituito oltre 400 anni fa e non possono essere venduti o affittati se la transazione non va a beneficio della comunità o è approvata.

Il prete “traditore” che ha mediato e sottoscritto l’atto è Baret Yeretzian, ex amministratore dei beni immobili del Patriarcato armeno di Gerusalemme, oggi in “esilio”. Con lui hanno operato il patriarca armeno ortodosso Nourhan Manougian, l’arcivescovo Sevan Gharibian e l’uomo d’affari Daniel Rubenstein (conosciuto come Danny Rothman), che intende costruire un hotel di lusso. La vicenda ha toccato anche la carica patriarcale, col primate armeno “sfiduciato” dalla comunità, parte dei fedeli ne hanno invocato le dimissioni, mentre Giordania e Palestina hanno “congelato” di fatto l’autorità, così come gli stessi “Accordi di Abramo”: una delle compagnie coinvolte, infatti, è la One&Only, con base a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti (Eau).

“Una famiglia Armena”, emozioni a Barcellona per la presentazione del libro con Laura Efrikian (MessinaToday 04.04.24)

Ha riscosso un gran  successo la presentazione del libro della scrittrice Laura Efrikian effettuata presso l’aula magna dell’Istituto “Enrico Fermi” di Barcellona Pozzo di Gotto. Evento, questo, che si inserisce in un programma composto da molte attività che vedono nell’Istituto E. Fermi la sede ideale per la loro realizzazione. La  scuola, infatti, è stata scelta come location per accogliere e presentare diverse iniziative  solidali e profondamente emozionanti, alle quali hanno già preso parte diverse personalità della società locale e nazionale.

Particolarmente emozionante è stata la presentazione del libro “Una famiglia Armena” della scrittrice, ma anche attrice, conduttrice e artista di elevata caratura, Laura Efrikian. Libro che parla delle preziose origini dell’autrice, del rapporto che aveva con il padre e la madre e della travagliata e meravigliosa storia d’amore dei nonni Akop e Laura vissuta dai lettori tramite le poetiche lettere che si scrivevano. Un libro davvero emozionante la cui prefazione è stata scritta da Walter Veltroni. “Si è trattato di un incontro emotivamente significativo – dichiara la Preside dell’Istituto “E. Fermi” Antonietta Amoroso –,   che ha arricchito il nostro sentire umano lasciandoci dei preziosi spunti per una riflessione maggiormente intimistica. Ringraziamo profondamente la scrittrice Efrikian, che si è resa disponibile a rispondere ai quesiti formulati dagli studenti del Fermi e non solo”. La preside ha voluto anche ringraziare Kanò Sartoria Sociale di Barcellona e l’associazione Nuovi Orizzonti di Villafranca Tirrena per aver contribuito a rendere indimenticabile la serata e per le preziose attività solidali che propongono non solo nella nostra comunità, ma anche verso l’Africa in collaborazione con i giovani atleti dell’Associazione d’atletica Duilia di Emanuele Torre. Durante la serata è stato possibile ammirare l’arte fotografica di Martina Astolfi e Lucia Florio e godere della magnifica danza angolana di Margherita e Reginaldo .

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Le scrittrici della diaspora armena, conferenza in Biblioteca del Lido (Comune Venezia 03.04.24)

Mercoledì 17 aprile alle 17.30, la Rete Biblioteche Venezia, in collaborazione con l’Associazione Civica Lido Pellestrina, presenta presso la biblioteca “Hugo Pratt” del Lido, la conferenza Le scrittrici della diaspora armena a cura di Sona Haroutyunian, docente di armeno presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. La conferenza è inserita negli eventi previsti per la Giornata in Memoria del Genocidio del Popolo Armeno.

Dopo brevi accenni alla narrativa della migrazione nel contesto della diaspora armena, la relatrice, parlerà dell’identità armena della poetessa italo-armena Vittoria Aganoor attraverso l’analisi della sua corrispondenza con i monaci armeni dell’isola di San Lazzaro e altri intellettuali armeni. Vittoria era già celebre sia nel mondo culturale che in quello mondano e la sua fama crebbe ulteriormente dopo la sua morte nel 1910. La relatrice, Sona Haroutyunian, è docente di lingua armena e della teoria della traduzione presso l’università Ca’Foscari di Venezia. È autrice di due monografie inerenti al tema del genocidio nella letteratura e nella stampa italiana, di diversi contributi nelle riviste scientifiche di impatto nazionale e internazionale, e di traduzioni armene dei libri compresi i romanzi di Antonia Arslan. Dal 2015 è stata incaricata dal Ministero degli Affari Esteri d’Italia per svolgere dei servizi di interpretariato a beneficio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Intervento musicale di Narek Frangulyan, che eseguirà alcuni brani con il Duduk (strumento tradizionale armeno). Introduce Germana Daneluzzi, Presidente Associazione Civica Lido di Venezia Pellestrina. Con la partecipazione di Ermelinda Damiano, Presidente del Consiglio Comunale di Venezia.

La partecipazione è gratuita fino ad esaurimento posti disponibili.

Prenotazione obbligatoria scrivendo a: biblioteca.lido@comune.venezia.it o telefonando allo 041 2744787.

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Armenia-Azerbaijan: confini che scottano (Osservatorio Balcani e Caucaso 03.04.24)

Durante una recente intervista dal vivo, il primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha lasciato intendere che il lungo e difficile processo di demarcazione del confine con l’Azerbaijan potrebbe essere pronto per iniziare. Un processo che porta però con sé rischi sostanziali sia a livello regionale che nazionale

03/04/2024 –  Onnik James Krikorian

Il lungo e difficile processo di demarcazione del confine tra Armenia e Azerbaijan rimane un grosso ostacolo alla normalizzazione delle relazioni tra le due parti, ma ora sembrano esserci segnali di un prossimo avvio del processo.

Da maggio 2022 si sono tenuti otto incontri tra le commissioni di frontiera armena ed azera, sebbene finora incentrati su questioni organizzative. Tuttavia, dopo l’intervista in diretta del 12 marzo del primo ministro armeno Nikol Pashinyan, potrebbero esserci segnali di una svolta.

È infatti riemersa la questione degli otto villaggi situati nel territorio di un lato, ma controllati dall’altro dall’inizio degli anni ’90. Sono spesso definiti enclavi, ma quattro fanno invece parte della regione Gazakh dell’Azerbaijan, situata direttamente oltre il confine con la regione nord-orientale di Tavush in Armenia, ma controllata da Yerevan. I restanti quattro sono invece vere e proprie enclavi: un villaggio armeno in Azerbaijan e altri quattro villaggi azeri in Armenia.

Mostrando il ritaglio di una mappa della Repubblica di Armenia, senza alcuna rappresentazione del Karabakh ormai spopolato e dissolto, Pashinyan si è proposto di convincere la popolazione che le rivendicazioni territoriali al di fuori dei confini internazionalmente riconosciuti del paese sono ormai una cosa del passato.

Tuttavia, secondo i critici, ciò è avvenuto solo dopo che il viceministro degli Esteri azero Shahin Mustafayev, che è anche capo della commissione per i confini di Baku, tre giorni prima aveva dichiarato senza mezzi termini che la demarcazione non poteva iniziare finché le quattro non-enclavi azere non fossero state restituite.

Per alcuni osservatori tutto questo non è stata una sorpresa: l’incontro delle commissioni di frontiera armena e azera si è svolto più volte nell’area Tavush-Gazakh del confine comune.

“Non sono mai esistiti villaggi con tali nomi nel territorio dell’Armenia”, ha dichiarato Pashinyan ai giornalisti, “non solo in epoca sovietica, ma anche dopo”. Inoltre, nel tentativo di contrastare le affermazioni dell’opposizione, ha osservato che qualsiasi interruzione delle infrastrutture esistenti che passano attraverso quell’area potrebbe essere deviata, se necessario.

Pashinyan ha promesso di visitare diversi villaggi armeni per dissipare tali timori, cosa che ha fatto il 18 marzo, confermando ulteriormente la convinzione che il premier armeno faccia sul serio.

Il messaggio sembra essere che una nuova guerra potrebbe scoppiare se i quattro villaggi non-enclave non saranno restituiti, e che non ha scelta. Forse era anche un modo per testare il terreno a livello nazionale.

Per ora c’è poca opposizione visibile alle azioni del premier, ma questo non vuol dire che non ce ne sia. I nazionalisti sono particolarmente infastiditi, soprattutto perché la maggior parte sembra ancora avere pretese irrealistiche sulla restituzione del Karabakh all’Azerbaijan.

Il 24 marzo, ad esempio, decine di membri della milizia “Combat Brotherhood” si sono recati a Voskepar, un villaggio armeno al confine tra Tavush e Gazakh, ufficialmente per condurre esercitazioni di addestramento di routine, ma in realtà per far fallire le mosse di Pashinyan.

Quasi 50 persone sono state arrestate. In risposta, tre individui associati al Polo Democratico Nazionale, una coalizione politica ultra-nazionalista, hanno tentato di assaltare una stazione di polizia nel distretto Nor Nork di Yerevan.

Due dei tre assalitori sono rimasti feriti dalle schegge di una delle loro stesse granate, mentre l’altro si è consegnato al Servizio di Sicurezza Nazionale armeno dopo due ore di trattative. L’assalto fallito ricorda un altro attacco, anche se più riuscito, contro una stazione di polizia per impedire un accordo di pace con l’Azerbaijan nel luglio 2016.

Le analogie non finiscono qui. Uno degli elementi chiave del Polo Democratico Nazionale è un altro gruppo, Sasna Tsrer, guidato dall’ex comandante militare libanese-armeno già incarcerato Jirayr Sefilyan e istigatore dell’assalto del 2016 che ha causato un assedio di due settimane e l’omicidio di tre poliziotti.

Anche se questa volta i tre aggressori sembravano agire da soli, il governo non ha voluto correre rischi. Il giorno successivo, la polizia ha perquisito le case dei membri di entrambi i gruppi.

Anche se il sostegno pubblico all’opposizione o a tali azioni rimane limitato, Pashinyan ha perso il sostegno della maggioranza dei cittadini. Molti armeni rimangono apatici o contrari a tutto. Pertanto, la propensione alla violenza da parte delle forze nazionaliste e ultra-nazionaliste potrebbe continuare in assenza di una forza politica che si opponga efficacemente al governo. Il 14 marzo, lo stesso giorno dell’intervista di Pashinyan, quattro uomini sono stati arrestati e accusati di attentati pianificati contro membri del partito di governo.

Rimane anche una netta mancanza di fiducia tra Yerevan e Baku. Nel fine settimana Baku ha accusato l’Armenia di aver istigato movimenti di truppe lungo il fragile confine.
L’Azerbaijan, ha ribattuto Pashinyan, stava “cercando di trovare […] scuse” per iniziare una “nuova guerra su larga scala”. Le pretese di mobilitazione sono state respinte anche dalla Missione dell’Unione Europea in Armenia (EUMA) che pattuglia regolarmente il confine, o quella che chiama “Linea di Confronto”.

“L’Armenia non ha alcuna pretesa al di fuori del suo territorio sovrano riconosciuto a livello internazionale, compresi i territori dei villaggi menzionati dall’Azerbaijan”, ha ribadito Pashinyan, che ha anche confermato, almeno in teoria, che la demarcazione del confine potrebbe iniziare con la sezione Tavush-Gazakh.

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Nomine episcopali (Chiesa Armena cattolica) – (Osservatore Romano 03.04.24)

Parsegh (Manuel) Baghdassarian
ausiliare di Nostra Signora di Nareg in Glendale degli Armeni
(Stati Uniti d’America e Canada)

È nato il 21 febbraio 1975 a Beirut (Libano) ed è entrato nel Seminario San Michele Arcangelo di Bzommar l’8 agosto 1988. Ha compiuto gli studi di filosofia e di teologia nel 1993-1996, poi ha completato la formazione teologica a Roma, alla Pontificia Università Gregoriana, e si è laureato in Diritto canonico orientale nel Pontificio Istituto Orientale (1996-2001). Infine, ha ottenuto un diploma in Formazione degli Educatori all’Università Pontificia Salesiana (2011-2012). Ordinato sacerdote il 2 settembre 2000 a Beirut, è membro dell’Istituto del Clero patriarcale di Bzommar. Nel 2001-2002 è stato vice-rettore del Seminario San Vartan (Aleppo, Siria), poi nel 2002-2007 è stato incaricato di una parrocchia ed è divenuto tesoriere della Caritas a Damasco (Siria). Nel 2007-2017 ha assunto la carica di economo generale dell’Istituto di Bzommar, e nel 2011-2017 è divenuto anche rettore dei Seminari maggiore e minore. Nel 2012 è stato nominato giudice del Tribunale ecclesiastico armeno e del Tribunale maronita. È rappresentante della Chiesa Armena Cattolica per la Caritas del Libano. Dal 2017 è parroco della cattedrale San Gregorio Illuminatore di Los Angeles dell’eparchia di Nostra Signora di Nareg in Glendale, Stati Uniti d’America.

Robert (Krikor) Badichah
ausiliare di Beirut degli Armeni (Libano)

Nato a Beirut (Libano) il 1° febbraio 1983, è entrato al Seminario minore di Bzommar dove ha compiuto gli studi secondari e ha poi frequentato l’Università San Paolo di Harissa per quelli di filosofia e teologia. Nel 2007 è stato inviato a Roma preso il Pontificio Collegio Armeno per proseguire gli studi, conseguendo la licenza in Dottrina sociale della Chiesa alla Pontificia Università Gregoriana, quella in Teologia della famiglia presso il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II e il diploma di Formatore presso l’Università Pontificia Salesiana. Ordinato sacerdote l’11 dicembre 2010, è membro dell’Istituto per il Clero patriarcale di Bzommar. Ha servito per un anno nella scuola parrocchiale di Zalka e dal 2011 al 2017 è stato vice-rettore del Pontificio Collegio Armeno in Urbe. È rettore del Seminario patriarcale di Bzommar e segretario del Sinodo.

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Associazione culturale Dima presenta “Venti dell’Est. Musiche dall’Ungheria e dall’Armenia” (La Nazione 03.04.24)

Arezzo, 3 aprile 2024 – Dopo il successo dei Concerti degli scorsi mesi, che ha visto protagonisti in Casa Petrarca i maltesi Pierre Louis Attard e Colin Attard al pianoforte (Gaulitana Festival Of Music di Gozo), il FORTE TRIO, trio di Stato della Repubblica del Kazakistan e Trio InBreve dalla Francia, prosegue la stagione concertistica con il DUO LACKO-KHACHATRYAN, violino e pianoforte – sabato 6 aprile, ore 18:00 nella Sala Concerti DIMA sede Casa Petrarca, via dell’Orto n. 30 Arezzo.

Il duo, formato da musiciste dalla carriera internazionale, propone un programma ricco e variegato: Venti dell’Est. Musiche dall’Ungheria e dall’Armenia è un viaggio musicale nella cultura ungherese e quella armena con l’esecuzione di alcuni compositori che le rappresentano.

In particolare Bartok (ungherese) e Komitas (armeno) si accomunano per il grande lavoro etnomusicologico svolto nella loro vita. Un lavoro di ricerca dei canti della tradizione popolare armena per Komitas e dell’Europa orientale per Bartok. Il programma prevede l’esecuzione delle famosissime Danze rumene di Bartok nella versione per violino e pianoforte e Tre Danze ungheresi di Leo Weiner.

Dell’Armenia verranno eseguite due danze del balletto Gayaneh di Khachaturian e una serie di brani di Komitas nella versione per violino e pianoforte. Komitas, emblema della cultura armena, ma figura poco conosciuta al mondo occidentale, svolse un lavoro etnomusicologico importantissimo tramandando la musica popolare attraverso una serie di registrazioni e trascrizioni realizzate da lui stesso.

Raccolse un patrimonio immenso che comprendeva canti legati alla coltivazione dei campi, canti patriottici, canti d’amore, canti rituali per nozze, danze e anche ninna nanne. Renata Lacko ha collaborato con diverse orchestre in Ungheria, Svizzera, Germania e Italia. Si è esibita in più di 20 paesi nelle sale più celebri del mondo quali: Prag Dvorak Hall, Mosca SalaTschaikowski, Kiev Philharmonie, Minsk Grande Sala del Concerto, London Royal Albert Hall, Berliner Filharmonie, Wiener Musikverein, Rotterdam De Doelen, Manila Cultural Center of the Philipines, Sejong Cultur Center, Lucerna KKL. Ha svolto attività cameristica in Ungheria, in Svizzera, in Germania, in Polonia, in Repubblica Ceca in Israele e in Italia.

E’ un’appassionata di musica Klezmer, musica popolare e Jazz che suona in diverse formazioni. Si esibisce anche con il violino elettrico con la viola e con il violino barocco. Dal 2019 collabora con ERT in diverse produzioni del regista Claudio Longhi in scena nei maggiori teatri italiani. Nel giugno 2020 per la riapertura dei Teatri viene chiamata da ERT e Radio3 per curare la parte musicale ed eseguire l’accompagnamento al monologo di Lino Guanciale su testo di Bertold Brecht.

La produzione è stata ripresa a Bologna al Teatro del Sole e nel dicembre 2020 va in onda su Rai 3 nello speciale ‘Ripartiamo da Rai 3’ per la regia di Stefano Massini. Collabora con il Teatro Piccolo. Fondatrice del gruppo Sviolinando e della manifestazione MUSIC HUG, due realtà che collegano fra loro giovani musicisti di tutto il mondo con il fine di superare attraverso la musica le barriere di distanza, lingua, estrazione sociale e vivere le diversità come una ricchezza e non come motivo di divisione.

Lilit Khachatryan pianista armena, nel 1996 si diploma con il massimo dei voti in pianoforte presso la Scuola Musicale Speciale “P. I. Ciajkovskij” di Yerevan e successivamente nel 2002, sempre con il massimo dei voti, consegue la Laurea in Pianoforte ad indirizzo Concertistico e Didattico presso il Conservatorio Statale “Komitas” di Yerevan sotto la guida del M° Robert Shugarov.

Nel 1995 si perfezionata con il M° Villi Sargsyan approfondendo così la letteratura pianistica armena. Attualmente svolge attività concertistica sia in veste di solista che in formazioni da camera. Ha suonato per varie associazioni armene quali: “Compositorneri Tun”, “Golden Apricot Festival”, “Camerain Tun”. In Italia si è esibita presso il Teatro Comunale di Cavriglia, il “Gruppo Donatello” di Firenze, la Chiesa San Gregorio degli armeni a Napoli per le celebrazioni del centenario del genocidio armeno, l’auditorium Leonardo Da Vinci di Marciano, la Filarmonica Romana per il Festival delle Nazioni di Roma, il Teatro Morlacchi di Perugia, il Teatro dei Rozzi di Siena, ecc.

Da anni collabora con il soprano Agnessa Gyurdzhyan proponendo un programma dedicato interamente alla letteratura armena per voce e pianoforte. Il repertorio spazia dalla musica sacra fino al ‘900 concentrandosi particolarmente sulla figura del compositore Komitas. Nel 2012 ha conseguito con il massimo dei voti, sotto la guida del M° Marco Albrizio, la Laurea Specialistica di II livello in Pianoforte ad indirizzo concertistico presso il Conservatorio di Musica di Perugia.

Attualmente affianca all’attività concertistica anche quella didattica, ricoprendo la cattedra di Pianoforte principale presso l’Istituto di Musica Hans Werner Henze della Fondazione Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano e presso la Scuola Comunale di Musica “U. Cappetti” di Monte San Savino.

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LA PULIZIA ETNICA DEL NAGORNO KARABAKH NELLA LINEA DI FAGLIA DEL CAUCASO (RadioBlackout 03.04.24)

Cos’è successo all’Artsakh, o anche chiamata regione del Nagorno Karabakh, dopo l’attacco avvenuto nel Settembre 2023 da parte delle forze armate dell’Azerbaijan?

Nel giro di una settimana circa 100.000 persone (su un totale di 120.000) sono fuggite dal Nagorno-Karabakh. Tutte le altre se ne sono andate poco dopo. Oggi ne restano poche decine. Un esodo di massa di una intera popolazione. Nella più totale indifferenza di qualsiasi media o voce internazionale ed occidentale. Una pulizia etnica di fatto, non sfociata nello sterminio solo grazie al fatto che la popolazione dell’Artsakh è riuscita, tramite il corridoio di Lachin, a fuggire nella Repubblica d’Armenia. Una guerra lampo vinta grazie alla totale supremazia sia militare che diplomatica dell’Azerbaijan, supportata dalla Turchia (ma anche da Israele e dalle aziende belliche italiane).

Un evento che purtroppo sembra essere nient’altro che un piccolo tassello nella prospettiva del rinnovato espansionismo turco-azero nella regione caucasica. Caucaso che appunto, è una grande  “linea di faglia”, una delle faglie moderne ed attuali tra Imperi che stanno tornando a tremare (Occidente, Turchia, Russia, Iran), corridoio nord-sud tra l’area di influenza sovietica e Medio Oriente, corridoio est-ovest per le condutture energetiche e di gas tra Baku e l’Europa.

Di tutto questo ne parliamo con Daniele, redattore della rivista Nunatak, su cui a breve uscirà un articolo su questi temi, e profondo conoscitore di quelle regioni. Ascolta la diretta su RadioBlackout:

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